PARCHI | ||
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali NUMERO 25 - OTTOBRE 1998 |
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Il Parco della Laguna di Venezia: spunti di riflessione da una consultazione Fabio Fiorentini* Domenico Patassini* |
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Una vicenda trentennale Il dibattito sul parco della Laguna di Venezia riassume una vicenda più che trentennale iniziata nel 1962, quando l'IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) promuovendo una campagna in favore della conservazione delle zone umide, inserì la Laguna di Venezia al primo posto, tra le zone umide italiane, nell'Elenco delle zone umide di importanza internazionale. Questa scelta fu formalizzata e confermata alla luce dei risultati della Conferenza di Ramsar del 1971 in cui vennero stabiliti i criteri per il riconoscimento dello status di "zona umida di importanza internazionale soprattutto come habitat per uccelli acquatici". La prima traccia normativa concernente la tutela naturalistica della Laguna di Venezia è contenuta nella "legge speciale" (L. 173/71) elaborata come risposta agli avvenimenti del '66, la cui ratio puntava ad una ricomposizione del sistema lagunare mediante la definizione di funzioni e destinazioni d'uso compatibili con le diverse porzioni del territorio lagunare. In questa legge si ritrova la previsione per la "costituzione di un sistema di parchi pubblici naturali". Successivamente la L.R. 40/84 rinvia ai piani territoriali e ai piani d'area l'individuazione di siti meritevoli di tutela. Nell'ambito del piano territoriale di coordinamento della regione Veneto (PTRCV) e del collegato piano d'area per la Laguna di Venezia (PALAV) vengono definiti gli ambiti per l'istituzione di "parchi e riserve naturali" (tra cui risulta la Laguna di Venezia), il "Parco della Laguna di Venezia" e le direttive a cui il piano ambientale del parco deve rispondere ". Queste norme sono state nel tempo accompagnate da una serie di iniziative e proposte relative all'istituzione di un area protetta per la Laguna di Venezia che se hanno per certi versi costituito uno stimolo alla stesura delle norme, non sono state mai del tutto recepite. Se ne contano circa 6 - 7 nell'ultimo decennio: da ultima, la proposta di legge di iniziativa popolare formulata da un eterogeneo comitato promotore, composto da esponenti della cultura veneziana, con l'adesione di più di 6.000 individui in favore dell'istituzione del parco lagunare. Il quadro di riferimento dell'indagine Il lavoro discusso di seguito prende le mosse nell'ambito dell'iniziativa dell'Amministrazione Comunale (in carica tra il 1994 e il 1997) volta a tradurre in ambito locale il concetto di sviluppo sostenibile, così come previsto dagli accordi di Rio del 1992 (Agenda 21, Cap. 28). Questo impegno si è tradotto in alcune iniziative specifiche, come l'Agenda 21 per l'ambiente urbano, con la quale l'Amministrazione Comunale si è proposta quale soggetto politico di riferimento nel processo di promozione di strategie politiche e di iniziative in materia di sviluppo sostenibile. E in questo processo che viene promossa la realizzazione del Progetto di definizione e diffusione dell'idea di parco per la Laguna di Venezia. L'Assessorato all'Ecologia del Comune di Venezia (committente della ricerca) ha deciso di defini-re l'idea di parco con l'aiuto di tre diverse indagini, differenziate sia nei tempi che nelle modalità di svolgimento. Le prime due, realizzate nel corso del 1995, hanno riguardato soggetti privilegiati (per ruolo e funzioni svolte) e le associazioni che a vario titolo si occupano di ambiente; la terza, oggetto di questo articolo e realizzata nel novembre 1996, si è rivolta ad un target di massa, costituito essenzialmente dalla popolazione residente in laguna o nelle aree contermini (3). L'iniziativa dell'Agenda 21 locale ha favorito un approccio partecipativo nei confronti della comunità locale, presupposto per la realizzazione di politiche, piani e programmi di sviluppo sostenibile". Data la relazione che si è andata strutturando negli ultimi anni tra il tema dello sviluppo sostenibile e quello delle aree protette, sembra utile sviluppare qualche riflessione sulla natura dei processi partecipativi in relazione all'istituzione delle aree protette. Perché indagare le opinioni della popolazione Nell'ultimo decennio si è venuto consolidando, anche a livello di istituzioni internazionali, l'orientamento che vede come fattore determinante il coinvolgimento della popolazione nei processi decisionali di pubbliche istituzioni o di organizzazioni private. Le forme del coinvolgimento variano a seconda del grado con cui chi è coinvolto nel processo è in grado di influenzare il processo stesso. I benefici derivanti dal coinvolgimento dell'opinione pubblica possono in generale essere così riassunti:
Gli aspetti problematici del coinvolgimento delle popolazioni sono dovuti alla maturazione nel lungo periodo dei benefici che, al contrario dei costi (generalmente alti), sono scontati sul lungo periodo. Due sono gli orientamenti valutativi al riguardo. Il primo è costituito dalla valutazione di impatto sociale (SIA) prevista, ormai da diversi anni, nell'ambito della valutazione di impatto ambientale (EIA) nella legislazione americana. Si è infatti passati nel corso degli ultimi anni da un approccio basato sul giudizio di esperti ad un approccio partecipativo al SIA. Il secondo, molto più recente, è attinente alla gestione ambientale delle aziende e delle imprese che negli ultimi anni hanno affiancato a pratiche consolidate (almeno per le realtà di più grande dimensione) come il bilancio ambientale, altre di più vasta portata come la contabilità sociale. Questi approcci innovativi, nei metodi e negli strumenti adottati, dovrebbero essere presi in seria considerazione in una fase come quella attuale di riflessione sui risultati ottenuti attraverso la legge quadro e le relative ipotesi di modifica (6). In questa prospettiva il Consiglio d'Europa conferma che il "soddisfacimento delle aspirazioni e orientamenti delle popolazioni locali può essere spesso la variabile più importante nella strategia gestionale" delle aree protette. A livello nazionale, pur non disponendo di analisi che indaghino sulla relazione tra partecipazione e conflitto relativamente all'istituzione di aree protette, ci sembra di poter dire che gli avvenimenti dell'estate 1998 giustifichino l'interesse e la preoccupazione e per questa operazione. Ma anche il dibattito intorno alla 394 conferma che il tema del coinvolgimento pubblico è molto sentito. Lo si deduce dal contesto più ampio della riforma (definito dalle 'Bassanini') alla luce del quale diventano decisivi i processi democratici e partecipativi in attuazione del principio di sussidiarietà (7). Una conferma in tal senso viene dalle relazioni di accompagnamento alle proposte di modifica della "legge quadro" che evidenziano la problematica diffusa dei conflitti locali all'atto della istituzione di nuove aree protette. L'indagine L'indagine è di tipo consultivo. Con essa si è inteso esplorare le percezioni 'comuni' dell'idea di parco nella laguna di Venezia e le possibilità di costruzione di obiettivi condivisi. Durante la realizzazione dell'indagine sono state superate alcune difficoltà di ordine metodologico e logistico. Mentre le prime hannoriguardato più espressamente la definizione del "bene" oggetto dell'indagine e dell'universo di riferimento, le seconde si sono evidenziate in relazione alla gestione di un grande numero di intervistati. Per quanto riguarda il primo punto va da sé che il tipo di risorse naturali e di beni ambientali considerati, nonché la natura del contesto al quale esse fanno riferimento, costringono ad una particolare cautela. La laguna si caratterizza infatti per un insieme di ambiti naturali, semi naturali ed antropici, di specifiche funzioni e relazioni. Questi fattori, che ne determinano la complessità, sono anche quelli che contribuiscono all'attribuzione di un'elevata singolarità all'ambiente lagunare. L'indagine è stata condotta utilizzando un questionario distribuito nell'inserto relativo alla provincia di Venezia de Il Gazzettino (x,. La scelta di un quotidiano quale veicolo di distribuzione del questionario se è da considerarsi positiva per ragioni di familiarità di molti lettori, rende tuttavia difficile la 'cattura' dei non lettori (residenti o non residenti). Unitamente a questa modalità di distribuzione si è anche sfruttata l'opportunità di distribuire i questionari presso i centri civici del comune di Venezia e di alcuni comuni limitrofi. Nel complesso i questionari raccolti a cura dell'Assessorato all'Ecologia, e successivamente esaminati, sono risultati circa 1.400, di cui 1.287 validi ai fini dell'inchiesta. Il questionario utilizzato è costituito da quattro sezioni. Nella prima si considerano i rapporti di conoscenza dell'intervistato con le componenti ambientali lagunari e l'importanza ad esse attribuita. Seguono due domande complementari: la prima circa l'importanza attribuita ai problemi ambientali e socioeconomici del territorio lagunare, la seconda relativa al livello di informazione dell'opinione pubblica nei loro confronti. Nella seconda sezione l'inchiesta si pone diversi obiettivi conoscitivi. Innanzitutto cerca di accertare la conoscenza relativa a proposte istitutive di parco lagunare e la capacità dell'intervistato di attribuire alle medesime obiettivi specifici correlati. In secondo luogo, si valuta l'apprezzamento per uno strumento di gestione territoriale che si configuri come un vero e proprio parco e, in caso positivo, si identificano gli obiettivi prioritari che questo dovrebbe perseguire. In caso negativo si evidenziano le ragioni di tale avversità. L'indagine cerca, inoltre, di fare emergere i giudizi correnti circa la realizzabilità di uno sviluppo socioeconomico della comunità locale compatibile con buoni livelli di qualità ambientale e della vita. La terza sezione è diretta ad indagare i rapporti di conoscenza e fruizione con le singole aree protette istituite o effettivamente gestite in laguna. Viene infine sollecitato un giudizio circa la possibilità che queste ultime costituiscano le basi per la creazione di un futuro sistema di aree protette ecologicamente unitario, funzionale e governabile. La quarta sezione si limita al riconoscimento anagrafico (anche se anonimo) dell'intervistato. Caratteri anagrafici degli intervistati Pur non trattandosi di un campione, ma di un aggregato influenzato dal mezzo di comunicazione utilizzato per l'inchiesta, è utile fornire alcune informazioni generali sulla popolazione coinvolta (9). La maggioranza degli intervistati (il 69.6%) è di sesso maschile e di età matura. Solo il 21.6% ha meno di 30 anni, contro il 36.7% fra 31 e 50 anni, il 31.5% fra 51 e 70 anni e il 10.2% di età superiore. Questo profilo d'età spiega la presenza di pensionati (23.4%), numerosi sia fra i residenti soprattutto nel centro storico che fra altre categorie di city users. Nell'ordine, seguono gli impiegati (20% circa), gli studenti (13%), gli operai e i liberi professionisti (7.8% e 7.3% rispettivamente), seguiti dagli insegnanti (6.6%), dai commercianti (5.3%), dalle casalinghe (5%) e dagli artigiani (2.9%). Complessivamente quindi il campione risulta formato per circa il 60% da soggetti in 'condizione professionale', mentre per il rimanente 40% da soggetti in 'condizione non professionale'. Poco più del 55% degli intervistati proviene dalla terraferma veneziana, contro il 22.3% dal centro storico (a cui va aggiunto un ulteriore 8.2% dalle isole lagunari) e 1'11.5% da altri comuni del Veneto. Conoscenza della laguna e percezione delle priorità ambientali L'indagine rileva come fra le componenti ambientali meno note della laguna, intesa come spazio acqueo aperto, vi siano i litorali, le isole minori e le valli da pesca. Si tratta di tre componenti importanti (anche se non le uniche) per la difesa e la valorizzazione dell'intero sistema lagunare. I litorali si caratterizzano per alcune particolarità natu-ralistiche e costituiscono la difesa a mare del sistema lagunare. Le valli da pesca, oltre a mappare problematici diritti di concessione o proprietà, sono il risultato di trasformazioni fisiche (in gran parte reversibili) che hanno modificato nel tempo il regime idraulico di queste zone contermini. La loro apertura viene ritenuta da alcuni uno degli interventi per il controllo del fenomeno delle acque alte. Le isole minori non emergono per livelli di conoscenza e importanza particolari anche se per le loro caratteristiche sembrano oggetto di un rinnovato interesse . Nonostante la continuità e la vivacità del dibattito sullo stato dell'ambiente lagunare, solo il 7% degli intervistati dichiara di conoscere bene le valli da pesca e il 19% i litorali. Ma, nonostante la scarsa conoscenza, alle valli da pesca il 58.5% attribuisce un elevato valore ambientale, mentre la laguna aperta conta per 1'82.7%. Considerate le componenti ambientali, l'inchiesta si sofferma sui problemi ambientali e su quelli socioeconomici. I primi, ed in particolare l'inquinamento, sono ritenuti generalmente più importanti per quasi il 20% degli intervistati. L'esodo della popolazione residente, che produce da molti anni un bilancio demografico negativo per gli insediamenti lagunari, viene ritenuto un problema da poco più del 7% degli intervistati. Anche l'acqua alta" e il "degrado della morfologia lagunare" preoccupano una parte esigua degli intervistati (circa il 4.5%). Queste percezioni sembrano pesantemente condizionate da carenza di informazione se si dà credito a quel 4.6% che ritiene l'opinione pubblica abbastanza informata. Una percentuale così esigua da far pensare ad un grave e diffuso "disinteresse" Interventi di tutela Nel questionario viene anche chiesto se l'intervistato è a conoscenza di una proposta per l'istituzione di un parco per la laguna di Venezia. Il 73.2 % risponde affermativamente. Tra i soli intervistati che ne sono a conoscenza, circa il 72% è in grado di associare alla proposta istitutiva dell'area protetta uno o più obiettivi. Gli obiettivi più frequentemente individuati sono: la "protezione delle aree di particolare pregio naturalistico, estetico e culturale" (24.6%), la "promozione di una politica di tutela ambientale che favorisca uno sviluppo socio economico sostenibile" (19.9%), il "mantenimento dei paesaggi naturali e antropici" (8.9%), la "protezione di specie e comunità naturali al fine di garantire la conservazione della bio-diversità". Il 4.6% del campione non è stato in grado di associare alla proposta della quale è a conoscenza alcun obiettivo operativo. Con un secondo quesito viene considerata l'opportunità di gestire il territorio lagunare attraverso uno strumento di governo che si identifichi in una qualche forma di area protetta. L'82.8% del campione intervistato ritiene che l'area protetta possa essere uno strumento di governo opportuno per gestire le problematiche del territorio lagunare, mentre il 14.2% non si dichiara convinto della bontà di questa soluzione. Si è quindi chiesto ai favorevoli e ai contrari di specificare le ragioni della posizione adottata. Per i favorevoli gli obiettivi prioritari sono risultati: la "protezione dell'ambiente naturale" (61.8%), il "risanamento ambientale" (50.3%), la "tutela del patrimonio etnografico e dei beni storico-architettonici" (39.2%), il "rilancio dell'economia locale e la creazione di occupazione" (36.7%), il "coordinamento nella pianificazione e gestione del territorio "(30.1 %)". Per i contrari, la maggior ragione di dissenso consiste nel ritenere che la "sovrapposizione di competenze di enti e di istituzioni già esistenti possa costituire un vincolo per il funzionamento di questo organo di governo territoriale" (7.8%), mentre il 4.5% del campione considera che "il parco costituirebbe solo un vincolo per le attività socioeconomiche". Il 3.9% ritiene che il "perseguimento dei fini istitutivi del parco risulterebbe in contrasto con gli interessi economici dominanti". L'80.1 % degli intervistati ritiene compatibili (e, forse, anche complementari) obiettivi di sviluppo e di protezione ambientale. Aree protette L'inchiesta affronta, nella terza sezione, il problema delle aree protette della laguna di Venezia o di quei siti per i quali esistono, almeno a livello legislativo, previsioni di tutela naturalistica (sono più di 10). Il 78.7% del campione dichiara di conoscerne solo "alcune", ciascuna caratterizzata da diversi status e regimi gestionali, il 6.7% le conosce tutte, mentre si riscontra una completa ignoranza nel 10.7% dei casi. La conoscenza è in parte legata alla fruizione. Il 68.5% del campione dichiara di aver visitato almeno "alcune" delle aree protette esistenti, il24% "nessuna" e il 2.2% "tutte". L'87.1% degli intervistati ritiene che esse siano "utili", mentre il 7.8% ritiene che "non" lo siano. Un ulteriore quesito riguarda la possibilità che le aree protette siano organizzate in un sistema ecologicamente funzionale: 1'87.7% lo ritiene possibile, mentre il 10.4% no. Un primo profilo La prima sezione del questionario (la laguna) mette in luce come a fronte dell'inadeguatezza attribuita all'informazione relativa ai problemi del territorio lagunare, si delinei un atteggiamento articolato nei confronti delle diverse problematiche, l'aspetto più evidente del quale è l'individuazione di emergenze multiple. Infatti si evidenzia abbastanza chiaramente la preoccupazione per la situazione ambientale del territorio lagunare, meno per i problemi di natura socio economica e residenziale. L'indicazione principale derivante dalla seconda sezione del questionario (le forme di tutela) è la discreta capacità degli intervistati di correlare obiettivi specifici a proposte istitutive di parco lagunare. Per la maggioranza (favorevole alla gestione del territorio lagunare attraverso uno strumento come l'area protetta) gli obiettivi di natura spiccatamente ambientale (conservazione e risanamento) sono ritenuti prioritari rispetto, ad esempio, a quelli economici. Nella terza sezione (le aree protette della laguna di Venezia) emerge un atteggiamento positivo nei confronti del ruolo e dell'utilità dei singoli siti dotati di qualche status di tutela naturalistica, e si riconoscono le potenzialità per lo sviluppo di una rete funzionale di protezione e fruizione. Risultati di un certo interesse emergono incrociando i caratteri anagrafici con i caratteri relativi alla conoscenza, alle priorità e all'informazione. Si evidenzia, innanzitutto, una forte correlazione fra livello di conoscenza e valore attribuito alle componenti ambientali, mentre si indebolisce la relazione fra conoscenza delle componenti ambientali e importanza attribuita ai problemi del territorio lagunare. Più significativa è la relazione fra valore attribuito alle componenti ambientali e importanza attribuita ai problemi. Queste relazioni sembrano confermare come la conoscenza si trasmetta ai problemi principalmente attraverso il valore attribuito alle componenti. La conoscenza della laguna non sembra di per se sufficiente a "spiegare" natura e priorità dei problemi. Inoltre, se si relaziona l'importanza assegnata ai problemi alla compatibilità dello sviluppo emerge come quest'ultima venga giudicata indipendentemente dall'importanza, alquanto differenziata, con la quale i problemi vengono percepiti. Generalmente i giovani hanno meno familiarità con la laguna rispetto agli anziani, e come vedremo, la percezione dei problemi è molto diversa. Evidente è anche la relazione tra conoscenza delle componenti ambientali e residenza degli intervistati. La laguna intesa come spazio acqueo aperto è conosciuta maggiormente dai residenti in centro storico e nelle isole. I litorali, vista probabilmente la loro più tradizionale valenza turistica, godono di una più diffusa conoscenza tra i residenti nella terraferma veneziana e nel resto del Veneto. Sembra infine opportuno evidenziare come la residenza non sia determinante ai fini dell'attribuzione di valore alle componenti ambientali. Fra i problemi del territorio lagunare emergono quelli di natura più spiccatamente ambientale (inquinamento, degrado morfologico, sfruttamento non sostenibile delle risorse naturali) soprattutto nelle due classi d'età più giovani, mentre quelli di natura socio-economica (esodo della popolazione e crisi delle attività economiche) e il problema causato dal fenomeno dell'acqua alta in centro storico sono maggiormente sentiti dalle classi più anziane che più di altre sopportano costi e disagi delle trasformazioni urbane. Tra i diversi problemi l'inquinamento è generalmente percepito come il più importante, mentre i problemi di natura socio-economica sono ritenuti prioritari dalle professioni autonome. A queste fanno riferimento le attività dei cicli commerciale e turistico che, per ragioni localizzative e finanziarie, evidenziano pure la preoccupazione per il fenomeno dell'acqua alta. Sono infine significative le relazioni con la residenza degli intervistati che confermano alcune evidenze emerse in precedenza. L'importanza maggiore per i problemi legati direttamente all'ambiente lagunare riguardano i residenti in centro storico e nelle isole della laguna, per i quali si evidenziano pure problemi come l'esodo e la pressione turistica. Lo sfruttamento non sostenibile delle risorse e il degrado delle condizioni socioeconomiche sono maggiormente percepite dai residenti in terraferma. L'adeguatezza dell'informazione relativa ai pro-blemi investigati è in relazione anche con la struttura d'età del campione. La classe d'età più giovane ("meno di 30" anni) mostra una tendenza meno spiccata nel dichiararsi soddisfatta dell'informazione disponibile e più propensa a considerarla mediamente adeguata (rispettivamente del -31 % e del 26% rispetto la media). Le fasce d'età più elevate presentano una tendenza opposta. L'adeguatezza dell'informazione è relazionata alle professioni, visto che tra chi ritiene quella fornita adeguata si evidenziano le "professioni a carattere non concettuale" e le "professioni autonome", mentre sono sotto rappresentate le "professioni concettuali" e i "pensionati"; queste due ultime categorie inoltre ritengono più frequentemente l'informazione fornita come mediamente adeguata. Infine, tra coloro che ritengono adeguata l'informazione circa i problemi del territorio lagunare si evidenziano i residenti nel Veneto (esclusa la terraferma veneziana, +24%), mentre sono meno rappresentati coloro che risiedono nella terraferma veneziana (-20%). L'ultimo tipo di variabile indagata rispetto al set di variabili anagrafiche è la "compatibilità dello sviluppo socio economico e della tutela ambientale". Tra chi non ritiene possibile questa compatibilità sono più rappresentati gli uomini (+7%) delle donne (-32%) rispetto alla loro proporzione nel campione. La non compatibilità dello sviluppo è inoltre spiccatamente condivisa da chi svolge una "professione a carattere non concettuale" (+52%), mentre meno rappresentate in questa posizione sono le "professioni autonome" (30%) e i "pensionati" (-22%). Si può infine notare che chi non ritiene questa compatibilità possibile è equi ripartito tra condizione professionale e non. In sintesi, l'inchiesta evidenzia alcuni fenomeni interessanti. Innanzitutto, è il valore riconosciuto o attribuito ai beni ambientali che sembra fare da relais fra conoscenza e problemi. Non è una scoperta, ma un'esortazione a riconoscere e rendere esplicito il valore, non solo pecuniario, dei beni ambientali della laguna. In secondo luogo, è evidente la differenza di atteggiamento che, nei confronti di alcuni degli aspetti indagati, le diverse fasce di età hanno mostrato. Quella più giovane ("minore di 30" anni) a fronte di una minore conoscenza dell'ambiente lagunare risulta più propensa ad attribuirvi un valore elevato rispetto alle fasce d'età superiori, le quali invece presentano un atteggiamento opposto. Una simile tendenza si riscontra anche nei confronti dell'informazione, ritenuta insufficiente dalla classe d'età più giovane, ma sufficiente per i più anziani. Su questa differenza potrebbero tuttavia influire altri fattori, come il tipo di informazione attesa, la presunzione di conoscenza e così via. In terzo luogo, utili sono le relazioni tra la conoscenza dell'ambiente lagunare e il luogo di residenza e l'importanza attribuita ai problemi. Si nota infatti una maggiore sensibilità (e conoscenza) di chi vive in laguna per i problemi ambientali. Si evidenzia inoltre una specifica attenzione per i problemi socio-economici peculiari del centro storico (esodo e turismo). Circa l'adeguatezza dell'informazione relativa ai problemi del territorio lagunare e della possibilità di veder realizzato uno sviluppo compatibile in questo territorio, emergono evidenze di un certo significato ma difficilmente sintetizzabili. *(Fondazione Eni Enrico Mattei)
1.1 dati più recenti che si riferiscono ai censimenti effettuati tra il 1994 e il 1997 confermano che alla laguna nel suo complesso potrebbe essere riconosciuto lo status previsto dalla Convenzione. visto che per almeno 7 specie di uccelli acquatici ospitati in laguna la presenza supera la soglia dell'l% della popolazione mondiale in qualsiasi pcriodo dell'anno. Attualmente con questo slatus sono riconosciuti solo i 5í)í) ha della Riserva Naturale dello Stato di "Valle Averlo" (già Oasi WwF cioè meno dello 0.01% dell'estensione lagunare). 2. Trattandosi di un mero piano di "dettaglio" le indicazioni fornite non sembrano adeguate alle aspettative. 3. Le prime due sono state realizzate dall'associazione Forum per la Laguna mentre la terza è stata affidata a Fahio Fiorentini. 4. La partecipazione: qui intesa come strategia di indagine premessa di iniziative politiche e di possibili "eventi locali". S. Si Iralta in sostanza di due tipologie di coinvolgimento la consultazione e la partecipazione. Mentre nel primo caso il coinvolgimento mira ad un miglioramento del processo decisionale sulla base di un tipo di interazione "soft" con il pubblico (educazione condivisione dell'informazione regolazione) nel secondo caso si tratta di un'interazione di tipo "hard". nella quale il pubblico entra nel processo decisionale a pieno titolo contribuendo a controllare e dirigere il processo e i suoi risultali ultimi (come ad esempio nei casi di "Joint planning" o "delegated authonty"). 6. In questo senso andrebbe esplorata la possibilità di interagire maggiormente all'interno del pro-cesso di pianificazione. gli aspetti legati agli impianti sociali dell'istituzione di un'area protetta. 7. Come è noto questo principio prevede l'attribuzione agli Enti Locali di tutte quelle competenze che non sono incompatibili con le loro caratteristiche dimensionali e organizzative. 8. A questa iniziativa hanno contributo in modo decisivo sia la direzione del giornale che ha accettato di partecipare all'iniziativa. sia gli edicolanti che si sono fatti carico di mantenere per diversi giorni presso i propri punti vendita le urne di raccolta di questionari compilati che l'Amministrazione Comunale ha successivamente ha provveduto a raccogliere. 9.1 dati sono stati raccolti nella sezione IV del questionario. 10. Sono ammesse più risposte e la sommatoria può superare il 100% |