PARCHI | ||
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali NUMERO 25 - OTTOBRE 1998 |
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Il turismo nello spazio mediterraneo Attilia Peano |
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Lo spazio mediterraneo 18 Paesi che si affacciano sullo stesso mare, 46.000 Km di coste, una delle aree al mondo più frequentate dal turismo, 150 milioni di visitatori all'anno soltanto nella parte europea. Ecoregione dominata dal mare, dotata di un altissimo livello di biodiversità (circa 10.000 specie animali e vegetali), ma che registra un livello di produttività biologica tra i più bassi del mondo (EEA, 1995). Grande crocevia del mondo dove si affacciano e si incontrano 3 continenti; quando il centro e il nord d'Europa erano ancora incolti, l'Europa prendeva già nome e forma proprio in questa fascia di regioni meridionali rivolte verso il mar Mediterraneo. L'ecosistema fragilissimo si è notevolmente deteriorato negli ultimi 20 anni e in alcune aree la situazione ha raggiunto soglie critiche (CCE, 1995, EEA l 995). Le strategie per ovviare ai rischi richiamati si basano dunque sulla riduzione della frammentarietà del territorio e della sua debolezza economica, sulla riduzione del degrado ambientale e sul rafforzamento dei rapporti tra i Paesi del Mediterraneo e con le altre regioni europee. Per questi motivi, l'Unione europea ed i più importanti organismi internazionali hanno da tempo individuato lo spazio mediterraneo come area che esige politiche integrate (Convenzione di Barcellona, 1975; Mediterranean Action Plan, MAP/UNEP, 1995; Programma Mediterraneo, IUCN, 1997; Programma Mediterraneo, WWF, 1995; Programma Mediterraneo Greenpeace; Reti MedNet, 1993; Europa 2000 +, CCE,1995). Situazione ambientale ed effetti del turismo L'organizzazione mondiale del turismo prevede già per il decennio in corso una notevole crescita del settore verso e dentro l'Europa ed una concentrazione soprattutto nella regione mediterranea in cui entro il 2000 è previsto un aumento del 60% (CCE, 1993), in particolari siti, città e località dotati di patrimonio storico, nelle zone costiere e di montagna. Se questa tendenza è portatrice di possibili effetti positivi sul lato economico, vanno rilevati d'altra parte, nella prospettiva dello sviluppo sostenibile, gli effetti negativi che il turismo può indurre sull'ambiente, specie in condizioni di suo già grave degrado, come quelle dello spazio mediterraneo. Innanzitutto occorre rilevare che effetti negativi si producono alle diverse scale:
Considerando in particolare l'ambiente dei parchi, si possono sinteticamente richiamare alcuni dei principali impatti del turismo. In Europa si assiste ad una notevole crescita del turismo naturale che, in Paesi come la Gran Bretagna dove questa tipologia turistica si è all'armata da più tempo, raggiunge dimensioni elevatissime (circa 100 milioni di giornate di visita per anno nei parchi nazionali, equivalente a 2 giorni/persona/anno). Questa tendenza si sta velocemente affermando anche nelle regione europee mediterranee, dove più tarda è stata l'istituzione dei parchi, cresciuti però rapidamente soprattutto nell'ultimo ventennio. Questo tipo di turismo si concentra in periodi molto ristretti, nei parchi montani nei soli mesi estivi e si muove fondamentale in auto con fenomeni di congestionamento nei parchi e nelle aree di bordo.
Per i motivi richiamati, la Federazione europea dei parchi naturali e nazionali ha elaborato specifiche direttive per il turismo sostenibile nei parchi (FNNPE, 1993). Nel 1996 la stessa IUCN-Protected Areas Programme ha elaborato un proprio orientamento sul tema del turismo, ecoturismo e aree protette (IUCN, 1996). Per le aree del Mediterraneo assumono particolare rilevanza:
La prima strategia, ispirata dalla crescente globalizzazione dei fenomeni ambientali e dai limitati effetti riscontrati con politiche di tutela settoriali e per siti, indica l'esigenza di costruire sistemi ambientali ampiamente diramati sul territorio da difendere e valorizzare. Lo sforzo più consistente finora sviluppato a livello europeo è quello del progetto della Rete Ecologica Europea (IPEE, 1991), il quale ha visto applicazione, a scala nazionale e locale, già in alcuni paesi e regioni europei (IPEE, l 99 l; Bennett, 1994; ECNC, 1996). Questa strategia, correlata ad altre complementari quali in primo luogo quelle della fruizione sociale, del turismo e del loisir, può costituire l'elemento forte su cui basare la ricomposizione dell'assetto ecologico della regione mediterranea, riportando a livelli sostenibili i metabolismi territoriali devastati dai processi di sviluppo di questo secolo. La seconda strategia, maturata in sede di Consiglio d'Europa, consiste nel progetto di Convenzione europea per la protezione del paesaggio culturale (CE, 1998). La terza strategia, insita nello stesso obiettivo dello sviluppo sostenibile, comporta di considerare in modo integrato ambiente e sviluppo, imperniando il turismo del futuro sulla ricostruzione e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, che in questa logica assume un nuovo ruolo. Ne deriva una modificazione delle politiche di protezione, dal riferimento tradizionale a beni e spazi individuali verso reti interconnesse cui si rivolgono, oltre che discipline esclusivamente difensive, anche progetti di valorizzazione e di fruizione. Nel quadro di strategie delineato emerge il ruolo insostituibile della pianificazione del turismo, strettamente connessa con quella del paesaggio e del territorio.
Una pianificazione turistica per aree delle regioni mediterranee però ampliare la scala dell'offerta fruitiva, ponendone in luce le diversità spaziotemporali relative a spazi naturali, spazi culturali, spazi rurali, attraversati da itinerari "di senso" che coinvolgono ampiamente il territorio e consentono di distribuire maggiormente i fruitori. Inoltre la pianificazione per aree della regione mediterranea dovrebbe trovare riferimento in un quadro programmatorio internazionale per il turismo, data la sua importanza sotto l'aspetto ambientale, sociale ed economico e l'unità geografica ed ecologica della regione. Ciò richiede di mettere in moto risorse adeguate agli eccezionali valori naturali e culturali dello spazio mediterraneo. *CED PPN (Centro Europeo di Documentazione sulla Pianificazione dei Parchi Naturali) Bibliografia CCE (Commissione delle Comunità Europee), l995, Europa 2000 + Cooperazione per lo sviluppo del territorio europeo, Lussemburgo. CE (Consiglio d'Europa), 1996, Sustainable tourism development: conciliation of economic, cultural, social, scientific and environmental interests, Maribor. CE (Consiglio d'Europa), 1998, Projet de convention europeenne du paysage, Strasburgo. ECNC (European Centre for Nature Conservation), 1996, Perspectives on ecological networks, Arnhem . EEA (European Environment Agency), 1995, Europe's Environment The Dobris Assessment, Copenhagen. FNNPE (Federazione dei Parchi Naturali e Nazionali d'Europa), 1993, Loving them to death. Sustainable tourism in Europe's Nature and National Parks, Grafenau. IPEE (Institut pour une Politique Europenne de l'Environnement), 1991, Vers un reseau ecologique européen (EECONET), Arnhem. IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura), 1997, Proposed IUCN Mediterranean Programme and Office, Gland. |