PARCHI | ||
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve
Naturali NUMERO 26 - FEBBRAIO 1999 | ||
Intervista a Giulio Silenzi, assessore al turismo e ai lavori pubblici della Regione Marche Federica Zandri |
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Il progetto "CIP", che interessa circa 80 tra parchi costiere e riserve marine, è sostenuto anche dal Coordinamento dei parchi marchigiani che annovera due aree protette interessate, il Conero e il San Bartolo. In occasione della III edizione di "Parco produce", come assessore al Turismo e alla Programmazione economica, Lei assicurò l'interessamento della Giunta ed avanzò la proposta di un coordinamento del progetto da parte della Regione Marche. A tre mesi di distanza, ci sono novità? «Nell'incontro svoltosi a "Parco produce" ho annunciato anche a nome della Giunta regionale - che aveva deliberato in proposito - che il CIP (il progetto "coste italiane protette") era stato adottato dalla Regione Marche e che avremmo fatto la nostra parte affinché la problematica delle coste fosse presente, attraverso questo specifico progetto che le Marche si candidano a sponsorizzare assieme alla Federazione nazionale dei Parchi, nelle azioni nazionali di sistema, di area vasta e multisettoriali, in un'ottica di rete ecologica nazionale. L'approvazione della legge "Nuovi interventi in campo ambientale" ed il convegno di Catania "Cento idee per lo sviluppo - strategie per la programmazione dei fondi strutturali: 2000-2006" hanno aperto la strada ad una nuova politica nazionale di sistema, all'interno della quale è corretto aspettarsi l'attivazione di progetti per le Alpi, l'Appennino, le coste, le isole. Ciascuno di questi segmenti fa sistema assieme a tutti gli altri, e ciascuno ha valore anche perché unisce il governo nazionale e le regioni, i parchi nazionali con quelli regionali, le associazioni ambientaliste e le categorie economiche. Sarebbe un errore addirittura storico se - al contrariosi avviassero solo segmenti di progetti perdendo di vista il quadro d'insieme che fa sistema. Come sarebbe altrettanto grave se l'attuazione di parti separate e sconnesse finisse per penalizzare lo sviluppo complessivo, contrapponendo le Alpi agli Appennini, o l'appennino alla costa, oppure le coste alle isole. E vero che alcuni progetti sono allo stato più maturi degli altri. Ma questo comporta che occorre preoccuparsi molto anche degli altri, per evitare scompensi. Non ho ancora ben chiaro il significato dell'ultimo progetto del "programma stralcio di tutela ambientale", attuato ai sensi dell'articolo 2, comma 106 della legge 662/97. Mi riferisco al sesto progetto, intitolato "mare, coste e isole minori", con particolare riferimento al "piano delle coste" affidato all'Enea. A mio modo di vedere questo intervento dovrebbe trovare un raccordo con noi che stiamo ragionando attomo al progetto CIP, affinché una parte del lavoro che ci proponiamo di fare non si frastagli in doppioni non comunicanti, ma, al contrario, si attivino da subito utili sinergie. In ogni caso se il Ministero dell'Ambiente ha intenzione di favorire una redistribuzione di fondi nazionali per progetti di area vasta che le regioni intendono sviluppare a favore delle aree protette e con la diretta collaborazione delle stesse, a me pare che il progetto "CIP-Coste italiane protette" possa e debba essere il contenitore ideale delle richieste che le Marche faranno nei prossimi appuntamenti nazionali che si occuperanno di queste materie, coinvolgendo nell'impresa altre Regioni ed altri soggetti (parchi, associazioni, ecc.).» Secondo i presidenti dei parchi, ci vogliono progetti "speciali" e fondi europei per sostenere le aree costiere: è d'accordo? Inoltre, qual è la sua visione della realtà costiera marchigiana in relazione ai già citati parchi e degli interventi più urgenti in sintonia con le politiche ambientali? «Ogni mareggiata espone parti pregiate di costa marchigiana a terribili esperienze, che non possono essere in eterno fronteggiate con provvedimenti di emergenza. La Regione è talmente consapevole di questo che ha già affidato all'Università di Ancona il compito di fornire risposte di lungo periodo in ordine agli interventi necessari. Sicché la posizione del Coordinamento marchigiano dei parchi trova in noi piena concordanza. Sappiamo anche che l'Unione Europea ha allo studio ipotesi di interventi e che il Ministero dell'Ambiente sta lavorando, tramite l'Enea, ad un piano delle coste del quale ho già detto rispondendo alla prima domanda. A me pare che nell'interesse delle Marche sia molto urgente una riflessione sulle caratteristiche del turismo ambientale che i parchi favoriscono, sulle iniziative promozionali specifiche e sulle interazioni che portano complicazioni, come le aree protette marine, qualora non nascano all'interno di un progetto complessivo che tenga d'occhio contemporaneamente le erosioni, i porti turistici, il carico di turisti estivi, e la nuova offerta destagionalizzata prodotta dai parchi costieri, nonché della nuova tipologia di fruizione delle aree protette marine tutelate o da tutelare. E questo insieme di opportunità forti (e di problemi, se tutto resta spontaneo e segmentato) che io chiamo "Cip-coste italiane protette", e che vorrei vedere presto consegnato ad atti più dettagliati ed a progetti specifici tra loro molto collegati e molto dialoganti. Mi aspetto dal Coordinamento regionale dei parchi una collaborazione importante e qualificata, e, per quanto riguarda la Regione, confermo qui la nostra attenzione e la nostra piena disponibilità a perseguire questi obiettivi». * Redazione di "Parchi" |