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A Firenze confronto tra esperienze di gestione delle risorse forestali
Giovedì 11 marzo, presso l'Accademia di Scienze Forestali, che con la Federazione dei Parchi ha organizzato il seminario di lavoro, sono stati affrontati temi di grande interesse per la grande maggioranza dei parchi. La quasi totalità di essi, infatti, insiste su territori di elevata valenza forestale: si trattava di aprire un dibattito in un settore di strategica importanza per la tutela dell'ambiente e della biodiversità in generale ma anche nella prospettiva di una nuova legge forestale. Dopo il saluto e l'introduzione dei presidenti, prof. Mancini e Valbonesi, i due relatori principali, Orazio Ciancio e Umberto Bagnaresi, hanno puntualizzato concetti di base che vanno dalla selvicoltura sistemica (il bosco è un valore in sé, indipendentemente dalle utilizzazioni per scopi produttivi, che sono eventualmente aggiuntive) agli interventi selvicolturali migliorativi per avvicinare i popolamenti alle potenzialità espresse dalle condizioni stazionali. Molto presenti, nel dibattito che è seguito, i parchi regionali, che dimostrano notevole vitalità pur nelle difficili condizioni determinate da normative regionali spesso contraddittorie e in alcuni casi (Lombardia), assai discutibili. Riferimenti ai parchi nazionali sono stati portati da Ducoli Lasen e da un componente della commissione per le utilizzazioni boschive del Parco Nazionale Cilento-Vallo di Diano. Ne è emerso un quadro interessante e molto eterogeneo, condizionato da situazioni locali e normative molto complesse, ma comunque ispirato, nelle scelte gestionali, a precise volontà di privilegiare forme di tutela attiva per salvare sia le tradizioni che uno straordinario patrimonio di biodiversità. Ciò senza rinunciare all' attenzione per una pianificazione orientata alla prioritaria difesa degli ecosistemi più prossimo-naturali e all'uso sostenibile della risorsa legno e all'individuazione di specifiche aree da lasciare alla libera evoluzione naturale.
Nella tavola rotonda del pomeriggio, orientata appunto sulla pianificazione delle risorse forestali in aree protette, numerosissimi interventi: Ducoli, Lasen, Hofmann (Regione Toscana), Clauser (Accademia e componente il Consiglio delle Foreste Casentinesi), Cavalli (esperienza nel parco di Migliarino-San Rossore e direttore del Conero), Stroppa (Regione Friuli-Venezia Giulia), Da Pozzo (direttore delle Dolomiti d'Ampezzo, interamente gestito dalle Regole), Moschini, Ciancio, Mancini e Bortoli (responsabile della Direzione Foreste nella Regione Friuli-Venezia Giulia). E emersa l' opportunità di sviluppare in prossime occasioni alcuni temi evidentemente bisognosi di una trattazione specifica (presenza di ungulati, rapporto con le proprietà private, conflitti di competenza tra vari enti, linee metodologiche e diverse scuole). Un orientamento comune emerso riguarda la flessibilità che il pianificatore dove saper introdurre per lasciare al tecnico, che deve essere formato sulla specifica realtà delle aree protette, la responsabilità di operare non seguendo modelli fissi ma interpretando al meglio le caratteristiche ecologiche stazionali. Nel rispetto delle scelte di zonizzazione (che restano fondamentali per rendere compatibili i diversi interventi o la decisione, nelle riserve, di non gestire), si è concordato che parlare di gestione selvicolturale non è tabù. Sono state, anzi, auspicate idonee misure finanziarie per realizzare interventi migliorativi e di manutenzione che in molte zone appaiono necessari e che potrebbero rilanciare in parte anche l'occupazione.
Ad Ancona seminario sulla gestione agroforestale
Nei giorni 19 e 20 febbraio si è tenuto ad Ancona, per celebrare il decimo anno di vita della Facoltà di Agraria, un seminario scientifico sul tema "Gestione delle risorse agro-forestali in aree protette" organizzato dalla Società botanica italiana. Molti i contributi di rilievo per il mondo dei parchi. Ampi riassunti dovrebbero essere pubblicati entro l'anno dall'Informatore Botanico, mentre è allo studio a livello locale una pubblicazione estesa ed integrale. La prima giornata, aperta dal prof. Biondi e coordinata dal prof. Blasi, è stata occasione utile per un confronto tra diverse metodologie d'indagine ma non ha trascurato i problemi concreti della gestione, con esempi concreti riferiti a tutte le aree geografiche del paese, a parchi nazionali e regionali e ad alcune riserve naturali. Non sono mancati gli aspetti sorprendenti costituiti dagli approcci molto (troppo?) differenziati, condizionati da decreti e normative diverse che si ispirano, anche per i parchi nazionali, a leggi regionali non sempre congruenti con politiche di tutela. Tra i numerosi contributi da segnalare, quelli sulla pianificazione dei parchi regionali siciliani, fondata su serie basi vegetazionali; le indagini sulla biodiversità delle comunità costiere nel Parco del Circeo e l'intervento di Ciancio e Nocentini, che ha proposto un approccio sistemico non tradizionale. Presente anche la Federazione dei Parchi, rappresentata da Cesare Lasen che ha portato un contributo sulle linee guida per la gestione del patrimonio biologico naturale contenute nel piano per il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. La seconda giornata è stata dedicata e due importanti temi: la ricostruzione della vegetazione e degli ecosistemi e la conservazione, moltiplicazione, certificazione e scambio del germoplasma. Si è avuta la conferma del grande interesse del mondo scientifico (e non solo accademico) per le aree protette, che rispondono sempre meglio ad uno dei loro compiti istituzionali: il ruolo di laboratorio privilegiato per la migliore comprensione del funzionamento dei sistemi biologici ai diversi livelli, dalle singole specie agli ecosistemi più complessi. I1 seminario si è concluso con una terza giornata presso il Parco del Conero (patrocinatore dell'iniziativa) incentrata sulla pianificazione forestale, soprattutto a livello regionale.
Il ritorno dei grandi predatori
E il titolo di un seminario che si è svolto a Belluno (Città delle Alpi per il 1999) il 22 e 23 aprile, organizzato su iniziativa della Rete Alpina delle Aree Protette (che ha sede operativa a Grenoble, presso il Parc National des Ecrins) con il supporto logistico e tecnico del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Anche la Federazione dei Parchi ha garantito la sua partecipazione attiva alla trattazione di un tema di straordinaria attualità e di notevole impatto emotivo per le popolazioni locali ed i turisti. Il programma definitivo è stato stabilito nel corso di un incontro con gli esponenti della Rete, a Feltre, presso l'ente parco, il 26 marzo. Giovedì 22 aprile si sono svolte nella mattinata le relazioni di base per fare il punto della situazione nei diversi settori dell'arco alpino, mentre il pomeriggio è stato dedicato a un'escursione in un ambiente di rilevante pregio naturalistico e forestale, particolarmente significativo quale habitat potenziale per i grandi carnivori. La serata è stata impegnata da un incontro, aperto al pubblico, organizzato dalla Provincia di Belluno (che ha competenza in materia venatoria) direttamente interessata alla sorte di specie quali orso (soprattutto) e lince, la cui sopravvivenza non può certo dipendere dalla gestione delle sole aree protette. La giornata di venerdì 23 ha visto due gruppi di lavoro (sulla ricerca e sulle strategie di comunicazione) e la sintesi dei lavori. L'obiettivo è quello di formalizzare la costituzione di un nuovo gruppo di lavoro alpino permanente su questo affascinante tema. Per informazioni e prenotazioni: Ente Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Piazza Zancanaro I,32032 Feltre (BL), tel. 0439 3328, fax 0439 332999,
e-mail ente@dolomitipark.it oppure alla Rete Alpina delle Aree Protette, Parc National des Ecrins,17 rue Maurice Gignoux, 38031 Grenoble, tel. ++33 (0)4.76.63.5986, fax ++33(0)4.76.63.58.77, email ebrancaz@iga.ujf-grenoble.fr.
Denominazioni d'origine protette: audizione al Senato
Giovedì 25 febbraio una delegazione della Federazione Italiana dei parchi e delle Riserve naturali è stata ascoltata dalla Commissione Agricoltura del Senato in merito al Disegno di Legge n. 3529 "Norme sulle denominazioni di origine protette, sulle indicazioni geografiche protette e sulle attestazioni di specificità dei prodotti agricoli e alimentari in attuazione delle disposizioni comunitarie". La delegazione della Federazione, pur riconoscendo la validità del disegno di legge, ha suggerito alcune modifiche finalizzate a riconoscere il lavoro che nel campo della valorizzazione delle produzioni tipiche stanno svolgendo molte aree protette. In particolare, partendo da quanto già è previsto dalla legge 394/91, che dà la possibilità ai parchi di concedere l'uso del proprio nome a servizi ed a prodotti locali che presentino requisiti di qualità, è stato suggerito di modificare l' art.11 (Produzioni di montagna) del Disegno di Legge in questione per aggiungere nel titolo la dizione ". . .e dei parchi". Ciò con l' obiettivo di consentire ai produttori, previa convenzione con i parchi sia nazionali che regionali, di aggiungere la menzione, oltre a quella già prevista di "produzioni in zona di montagna", di "prodotto nel parco di...". Lo spirito con il quale la Federazione ha proposto le modeste modifiche è quello di sostenere ancora meglio gli sforzi intrapresi da numerosi parchi che in questi anni hanno avviato un intenso lavoro, in collaborazione con i produttori agricoli, perché la qualità ambientale possa servire anche a stimolare la migliore valorizzazione e commercializzazione dei prodotti agricoli di qualità.
A L'Aquila la quarta festa nazionale dei parchi Si svolgerà a L'Aquila nei primi quattro giorni di luglio, e quasi sicuramente nello splendido scenario di Collemaggio, la quarta Festa Nazionale dei Parchi. La decisione è stata assunta su iniziativa della Regione Abruzzo e della Federazione dei Parchi che hanno trovato il concorso e la collaborazione degli Enti locali e delle aree protette delle regione. Già in moto la macchina organizzativa che ha il compito di garantire la piena riuscita dell'ormai tradizionale appuntamento che si terrà dunque quest'anno nella Regione che può vantare la maggiore estensione di territorio protetto del Paese, con la presenza di ben tre Parchi nazionali, del grande Parco regionale del Sirente Velino e di numerose riserve.
Parte la "compagnia dei parchi"
In un affollatissimo incontro svoltosi a Roma, presso la sede della Coldiretti lo scorso 12 marzo, è stato presentato il progetto ADAPT, dal quale nasce la "Compagnia dei Parchi" che interessa i tre Parchi nazionali del Gran Sasso-Monti della Laga, della Maiella e dei Monti Sibillini. Promotori del progetto, sostenuto da fondi comunitari, sono Legambiente e Agrus (società costituita da Carsa e Cresme). Il vero e proprio cuore del progetto è l'iniziativa "far fruttare la tua casa", la prima di una serie di azioni per promuovere l'ospitalità dei parchi italiani, che si propone di costituire una rete di alloggi disponibili nelle aree protette, da dare in locazione alle agenzie di viaggio o direttamente ai turisti. L'incontro è stato aperto dal Presidente di Legambiente Ermete Realacci e vi hanno partecipato, tra gli altri, gli Assessori regionali d'Abruzzo, Stefania Pezzopane, e del Lazio, Romolo Guasco, Aldo Cosentino del Ministero dell'Ambiente, Stefano Landi per il Dipartimento del Turismo e Raffaele Morese, Sottosegretario al Tesoro del seminario sono disponibili al seguente sito: http://idea.econ.unian.it/ sem Segreteria: 0721/2207112; fax 071/2207120;
e-mail: ecpol3 @ deanovell.unian.it.
Progetto sul lupo in Piemonte
"Mai gridare al lupo, la convivenza è possibile". Con questo "titolo" la Regione Piemonte (in collaborazione con diversi altri partner) ha attivato con i fondi comunitari un progetto dedicato al ritorno del lupo nelle Alpi occidentali. Scopo del progetto, che si svilupperà nel corso di un triennio, è la conoscenza della realtà del ritorno di questo predatore e l'acquisizione di strumenti per una corretta gestione della specie. Alla conclusione delle ricerche infatti verrà elaborato un piano che avrà lo scopo di contenere l'impatto e nel contempo salvaguardare questa specie protetta. Il progetto, il cui coordinatore scientifico è il professore Luigi Boitani dell'Università La Sapienza di Roma, si svilupperà in sintonia con il progetto Life "Grandi Carnivori", già avviato dal Wwf Italia e con altri progetti similari in corso in Francia dove il problema è egualmente presente. Il progetto comprende diverse azioni articolate e coordinate: la ricerca sul campo, il raccordo con altre ricerche, la collaborazione internazionale, la costruzione di una banca dati presso il parco regionale Alpi Marittime. Un'azione specifica verrà dedicata alla ricerca sul terreno suddividendo l'arco alpino piemontese in tre settori: il settore sud, dalla Valle Pesio alla Valle Varaita; centro, dalla Val Po alle Valli di Lanzo; settore nord, le valli Orco e Soana, ossia il versante piemontese del Parco nazionale Gran Paradiso. La ricerca si svilupperà anche attraverso lo studio intensivo di un branco nelle valli Pesio, Vermenagna, Roya. Alla ricerca verrà affiancata la prevenzione che prevede uno studio dell'interazione del lupo con la pastorizia e interventi pilota per testare strutture idonee alla difesa del bestiame. Infine, terza azione, è prevista un'ampia iniziativa informativa rivolta alla popolazione residente, alle scuole delle due province interessate (Cuneo e Torino), ai cacciatori, agli allevatori.
Nasce il coordinamento delle aree protette del Lazio
Anche nella Regione Lazio si è costituito il Coordinamento tra le aree protette. La costituzione è avvenuta nel corso dell'Assemblea dei Parchi e delle Riserve laziali tenutasi giovedì 11 marzo a Roma, presso la sede della Regione, per iniziativa della Federazione Italiana dei Parchi. Erano presenti tutti gli Enti gestori, oltre all'Assessore regionale ai Parchi, Giovanni Hermanin il quale, intervenendo, ha molto apprezzato l'iniziativa della Federazione. Tutti i presenti hanno convenuto sulla necessità di dare vita allo strumento di coordinamento quale emanazione, seppure dotata di ampia autonomia, dell'associazione nazionale ed hanno accolto positivamente la disponibilità di Roma Natura, manifestata dal Presidente Ivan Novelli, di fornire la sede per il neocostituito organismo. E stata anche fissata la data del prossimo incontro tra le aree protette laziali: il 10 aprile presso il Parco dei Monti Lucretili.
Riunione del coordinamento marchigiano
Un nutrito ordine del giorno per la riunione del 10 marzo, a Sirolo, del Coordinamento marchigiano dei Parchi, presieduta da Mariano Guzzini e alla presenza di Enzo Valbonesi. All'esame argomenti di stretta pertinenza regionale, quale quello relativo al bilancio della Regione Marche ed alle assegnazioni finanziario in esso destinate ai Parchi (troppo esigue, è stato detto, e troppo macchinoso il procedimento per la loro ripartizione) e problemi di rapporto con i programmi nazionali riguardanti le aree protette. Particolare attenzione è stata riservata al ruolo degli Enti marchigiani nel quadro del progetto "Rete ecologica nazionale" che sosterrà programmi di area vasta riguardanti l'Appennino e le Coste. A questo proposito il Coordinamento ha deciso di sollecitare l' avvio del necessario "tavolo" di concertazione regionale. Nel corso della riunione si è svolto anche un incontro con esponenti di Legambiente i quali hanno proposto, raccogliendo l'adesione dei presenti, che nell'ambito del progetto "Verso un Parco a misura di bambino", si sviluppino azioni pilota nei Parchi marchigiani.
Al parco regionale del Tevere umbro convegno sul piano di assetto
Il neocostituito Consorzio di gestione del Parco del Tevere, in Umbria, si presenterà con un convegno nazionale, il prossimo 30 aprile ad Orvieto. Scopo del convegno sarà il confronto tra alcune delle esperienze più interessanti e significative di pianificazione di aree protette fluviali (quali il Parco Lombardo del Ticino e il Parco del Delta del Po) e le linee generali, che verranno in quell'occasione presentate, sulla base delle quali verrà avviata l'elaborazione del Piano di assetto dell'area protetta umbra. |