PARCHI | |
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali NUMERO 27 - GIUGNO 1999 |
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"Qualità, tipicità, biodiversità" (il convegno di Roma) Oscar Bandini |
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Con il titolo "Qualità, tipicità, biodiversità" si è svolto nel mese di giugno a Roma un importante momento di confronto voluto da Lega Ambiente e Slow Food-Arcigola a cui hanno aderito le tre organizzazioni di categoria dell'agricoltura e la C.N.A.. Le conclusioni sono state tratte dal Ministro Paolo De Castro che ha centrato il suo intervento proprio sulla necessità di salvare le produzioni tradizionali, sulla diversità dei prodotti e contro la logica della standardizzazione. Le politiche comunitarie per il settore agroalimentare e per lo sviluppo rurale sono volte a incoraggiare il crescente orientamento dei consumatori verso una qualità degli alimenti legati ai processi produttivi, alla qualità della materia prima agricola ed alle aree di provenienza. Gli avvenimenti delle ultime settimane hanno posto in risalto, ancora una volta, I'importanza della qualità e della sicurezza dei prodotti alimentari da un lato e dell'informazione del consumatore dall'altro. Esistono oggi gli strumenti per valorizzare concretamente una parte rilevante delle produzioni agricole ed agroalimentari italiane, che trovano proprio nel legame con il territorio e nella forte specificità ed identità con le tradizioni storiche e culturali le variabili competitive di successo sul mercato di nicchia globale. Oltre ai prodotti già riconosciuti dai regolamenti CEE, il patrimonio nazionale enogastronomico presenta una molteplicità di prodotti che necessitano di una concreta politica di valorizzazione e di tutela pena la loro scomparsa e con questa la scomparsa della cultura e della memoria di intere aree rurali. Sono i prodotti agroalimentari tradizionali, cioè, le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultano consolidate nel tempo, nella tradizione, nella cultura del nostro Paese. Per salvare il patrimonio agroalimentare occorre quindi che le leggi siano adattabili e applicabili alle singole realtà rispettando tipicità e tradizione. Per questo l'Unione europea ha introdotto lo strumento della deroga. Un'opportunità che anche l'Italia non deve perdere: l'anno scorso ha adottato un decreto legislativo (il numero 173 del 30 aprile 1998) che offre alle regioni la possibilità di presentare un elenco di prodotti tradizionali e di richiedere le deroghe alle norme igienicosanitarie necessarie al loro processo di lavorazione, conservazione e stagionatura. I termini per la definizione e la delibera di queste deroghe sono scaduti il S dicembre scorso e pochissime regioni hanno risposto all' appello. Adesso si riapre una porta: i Ministeri delle Politiche Agricole e dell'Industria hanno predisposto un altro decreto proprio per l'individuazione, da parte delle Regioni, dei prodotti tradizionali. Questo decreto si compone di 4 articoli: il primo definisce prodotti agroalimentari tradizionali quelli le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultino consolidate nel tempo;
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