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"Giornata europea dei parchi"? Appuntamento al 2001
L'appuntamento è per il 24 maggio del 2001. Sarà impossibile,
d'ora in poi, ignorare la ricorrenza della "Giornata Europea dei Parchi":
una data che i parchi e le riserve italiane hanno introdotto "a forza"
nel calendario delle celebrazioni nostrane, grazie ad una mobilitazione
senza precedenti e a risultati di ascolto, tanto mediatico che popolare,
superiori a qualsiasi previsione. Quasi 500 eventi in 270 località,
comprese in 104 tra parchi e riserve, sono in effetti venuti a costruire
una manifestazione di cui non si conosce in Italia l'eguale nemmeno in altri
campi. Segno evidente di maturità, di robustezza e di fantasia, nonostante
i tanti problemi che ancora disturbano la completa espressione delle enormi
potenzialità di un mondo che segnala anche preparazione, fermezza
e dedizione. L'appuntamento del 2001 dovrà esprimere ancor meglio
tutto ciò, puntando ad una ancora più ampia diffusione territoriale,
ad una più elevata partecipazione dei mondi "limitrofi"
a quello della tutela (quelli della cultura e della ricerca, ad esempio),
ad una valorizzazione completa del grande contributo fornito dall'associazionismo
e dal volontariato. Obiettivi per i quali qualcuno già fin da ora
ha iniziato a lavorare.
A Morbegno un quadro della convenzione per la protezione delle Alpi
In occasione della 3ª edizione della Rassegna sulle aree naturali protette
alpine, promossa dalla Regione Lombardia, per mezzo del Parco delle Orobie
Valtellinesi, presso il polo fieristico di Morbegno, si è svolto
un convegno per esporre il punto della situazione sulla Convenzione delle
Alpi. Weissen, presidente CIPRA internazionale, ha analizzato lo stato dei
singoli protocolli (che sono 12 di cui alcuni ancora non sottoscritti) e
segnalato le difficoltà attuali. Gigliani, del Servizio conserva
zione della natura, evidenziando il lavoro del ministero, ha sostenuto che,
alla luce dei più recenti accordi della Conferenza StatoRegioni,
soltanto attraverso risorse straordinarie CIPE (la cui competenza è
delle regioni) si possono ipotizzare risorse per favorire un accordo di
programma per le Alpi. Nella tavola rotonda che è seguita, introdotta
da Moroder (presidente CIPRA Italia), nella quale sono intervenuti Bordoni
(Regione Lombardia), Tirinzoni (Parco dello Stelvio), Giuliano (UPI), Lasen
(Federparchi), Di Simine (Legambiente) e Pelucchi (CAI) e nella quale è
emerso chiaramente il conflitto tra Regione Lombardia e ambientalisti, è
stato sottolineato il rischio che la Convenzione delle Alpi possa diventare
un documento di sole buone intenzioni (alcuni la considerano già
troppo sbilanciata in senso ambientalista ). Come ha riferito Valter Giuliano
(Provincia di Torino) l'avvio della Consulta StatoRegioni alpine non ha
offerto motivi di entusiasmo e quindi non sono attesi risultati a tempi
brevi (nel frattempo le aggressioni e il degrado non si arrestano facilmente
). La Federparchi ha ricordato il proprio impegno per la costituzione di
un coordinamento di parchi alpini e per l'attivazione di un tavolo tecnico
nel quale si confrontino programmi e progetti di sviluppo sostenibile e
di tutela delle risorse naturali capaci di dar corpo a un accordo di programma,
previsto anche dalla 426/98.
Mai nei parchi gli organismi geneticamente modificati
Una iniziativa è stata lanciata dalla Federazione dei Parchi nel
corso della propria Assemblea di Ercolano, per una scelta nazionale che
escluda ora e sempre la possibilità di introduzione nelle aree protette
di coltivazioni, anche sperimentali, di OGM. L'iniziativa consiste in una
pressante richiesta al Governo perché nei parchi e nelle aree contigue
ad essi non autorizzi culture transgeniche e nella sollecitazione agli Enti
parco a prevederne, nei propri regolamenti, l'assoluto divieto, indispensabile
per preservare dalla contaminazione e dalla scomparsa la ricchezza di varietà
genetiche, tra l'altro spesso ancora sconosciuta. Da segnalare che sono
recentemente cresciute le preoccupazioni, da parte dei parchi, di trovarsi
in presenza di sperimentazioni pur senza esserne informati. Emblematico
il caso del Parco dell'Adda Sud, venuto per caso a conoscenza di una sperimentazione
in atto - in campo aperto - sul proprio territorio, autorizzata dal Ministero
della sanità. Il Ministro dell'ambiente Bordon, ha raccolto l'appello
sostenendo che "a prescindere da quelle che saranno le posizioni nazionali,
o le convenzioni internazionali gli OGM sono qualcosa che, al di là
di qualsiasi altro rilievo, nelle aree protette rischia di compromettere
un equilibrio che è fondamentale. In questo senso mi pare ce ne sia
abbastanza per dire di no alla coltivazione degli OGM all'interno delle
aree naturali protette, senza andare a cercare altre motivazioni".
Pecoraro Scanio: "Finanzieremo tutti i progetti di agricoltura
biologica"
"I parchi ci facciano pervenire progetti di recupero dell'agricoltura
biologica, li finanzieremo tutti. L'agricoltura deve dare un contributo
utile alla causa ambientale sostenendo tutte le iniziative che possono essere
utili al rilancio delle produzioni di qualità. Una delle tante produzioni
di qualità sono gli allevamenti fatti con razze autoctone. Basta
con le produzioni di soia e girasole, guardiamo al futuro, mettiamo insieme
il benessere di allevatori, consumatori e animali, senza priorità".
Sono le impegnative parole del Ministro per le politiche agricole e forestali,
Alfonso Pecoraro Scanio, pronunciate in occasione della "Mostra nazionale
dei bovini di razza podolica", organizzata dal Parco nazionale del
Gargano. Un'occasione utilizzata dal Presidente Matteo Fusilli, fortemente
impegnato nella difesa di una produzione di altissima qualità, per
richiamare i gravi rischi di estinzione che essa corre per la mancanza di
tutela delle lavorazioni in loco e di sostegni alla commercializzazione
del prodotto. All'iniziativa ha preso parte anche Ermete Realacci, Presidente
di Legambiente, che ha esaltato il ruolo dei parchi italiani nella creazione
di una nuova via allo sviluppo, una new economy in salsa italiana che mette
certamente tanto sapere nel caciocavallo podolico quanto ne serve per l'ultimo
prodotto informatico.
Con i parchi a difesa dei prodotti tipici
"Atlante dei prodotti tipici e tradizionali del sistema nazionale delle
aree protette" è l'iniziativa promossa dal Ministero dell'ambiente
- Servizio conservazione natura - e realizzato da Slow Food in collaborazione
con Legambiente e con la Federazione italiana dei parchi. Presentato a fine
maggio in una conferenza stampa il progetto è entrato nella fase
attuativa con la raccolta dei dati relativi ad un primo, nutrito elenco
di parchicampione. Diciotto mesi di tempo, entro i quali sarà realizzata
una mappatura delle produzioni agroalimentari tipiche e locali da effettuarsi
sul territorio di competenza dei parchi nazionali e dei parchi regionali.
Un'opportunità da non perdere - in considerazione delle sue inevitabili
e rilevanti conseguenze economiche - per tutelare aree marginali di collina
e di montagna, ecosistemi e paesaggi rurali; per valorizzare e proteggere,
insieme, prodotti, ambiente e tradizioni. L'obiettivo sarà infatti
soprattutto mirato alla costituzione di "presidi" in grado di
proporsi la perpetuazione delle condizioni che rendono possibili produzioni
significative, quelle con una reale o potenziale possibilità di valorizzazione,
oppure quelle con una tradizione storica e una particolare valenza sociale
e ambientale. Il lardo di Colonnata, il caciocavallo podolico del Gargano
o il parmigiano reggiano di montagna non finiranno dunque solo in una bella
pubblicazione "a futura memoria" ma costituiranno l'oggetto di
interventi volti a garantirne la sopravvivenza in quanto essi stessi espressione
di quella biodiversità che fa ricca i nostri ambienti protetti.
Vivace assemblea sulla Riserva marina del Conero
Ora la mossa, per quel che riguarda l'istituzione della Riserva marina del
Conero, spetta proprio al Ministero dell'ambiente. Localmente la situazione
è calda ma pronta alla discussione, senza pregiudiziali. È
quanto si ricava dalla conclusione di un'affollata assemblea di operatori
economici, pescatori, cittadini, svoltasi a Sirolo, uno dei Comuni interessati,
il 21 giugno scorso. Un ordine del giorno approvato da tutti i presenti
richiede infatti esplicitamente al ministero di esporre le linee di un provvedimento
istitutivo, perché sia possibile esprimere un giudizio motivato e
puntare ad una successiva concertazione. Il documento indica anche come
irrinunciabile il coinvolgimento immediato, nella procedura da attivare,
della regione, dei comuni, del Parco naturale terrestre e delle associazioni.
Anzi: è proprio il documento a chiedere che le istituzioni locali
si mobilitino per accelerare i tempi di un confronto chiarificatore.
Inaugurata la Riserva marina di Capo Carbonara
"Una giornata per immaginare un futuro possibile" è quella
che il Comune sardo di Villasimius ha dedicato alla inaugurazione della
Riserva marina di Capo Carbonara, di cui il Comune è appunto l'ente
gestore. Una giornata di festa che ha chiuso un intero mese di incontri
con la popolazione, di dibattiti e manifestazioni con al centro il tema
imposto dalla istituzione (formalmente avvenuta nel settembre del '98) della
riserva: come far vivere insieme le esigenze di tutela dell'ambiente naturale,
ragione della fama internazionale del luogo, e le esigenze di sviluppo sociale
ed economico. All'invito alla festa, diramato dal Sindaco di Villasimius,
Salvatore Sanna, recentemente nominato vicepresidente della Federazione
italiana dei parchi, hanno risposto numerosi colleghi, presidenti di parchi,
amministratori regionali e lo stesso Ministro dell'ambiente. L'occasione,
di cui ha dato ampio conto anche una delle principali testate televisive
a tema ambientale, è stata assai importante per un altro motivo di
straordinaria portata: l'inaugurazione del più moderno impianto italiano
di rigenerazione delle acque depurate, che consentiranno il riutilizzo completo,
a scopi diversi, delle scarse risorse idriche.
Per il Parco internazionale del Carso
Legambiente, Wwf, Lipu, Italia Nostra e Acli di Trieste stanno dando vita
ad una forte campagna di mobilitazione a sostegno della creazione di un
parco internazionale, tra Italia e Slovenia, a tutela del singolarissimo
e prezioso ambiente del Carso. La campagna, che è stata avviata con
la redazione di una "lettera aperta" inviata al Presidente del
Consiglio e ai Ministri dell'ambiente, degli esteri e alle politiche comunitarie,
proseguirà con una serie di iniziative destinate a sensibilizzare
e coinvolgere tutte le istituzioni e gli enti italiani a vario titolo coinvolti.
Le associazioni promotrici ritengono che l'istituzione di un'area protetta
contribuirebbe a mettere al riparo il patrimonio ambientale e storicoculturale
carsico dalle sempre incombenti minacce di urbanizzazione diffusa e dalle
grandi opere pubbliche più volte ipotizzate e rappresenterebbe senz'altro
un mezzo per avviare su di un piano concreto l'integrazione di forze e competenze
dei due Paesi confinanti, anche in vista del prossimo ingresso della Slovenia
nell'Unione Europea. A questo proposito, mentre si esprime apprezzamento
per alcune scelte di tutela fin qui attuate dalla nazione confinante, viene
lamentata l'inerzia della Regione Friuli Venezia Giulia ed il silenzio da
essa opposto alle numerose sollecitazioni che le sono state rivolte nei
mesi scorsi.
Finalmente attivo il Parco della Murgia materana
Il Parco archeologico storico naturale delle Chiese Rupestri del Materano,
detto anche Parco della Murgia Materana, in Basilicata, ha un organismo
direttivo e un presidente (Roberto Cifarelli) e può iniziare finalmente
l'attività. Nonostante sia stato istituito con una legge del 1990,
infatti, il parco ha dovuto attendere fino al '98 un'altra legge relativa
all'ente gestore e fino al mese scorso la nomina degli organismi. Il parco
tutela la grande gravina limitrofa alla città di Matera, dove convivono
in un rapporto straordinario oltre 120 edifici sacri scavati nella roccia
tufacea ed elementi naturali di grandissimo pregio.
È sempre il Gran Paradiso il parco più famoso e visitato
Il Parco nazionale del Gran Paradiso, il più antico tra i parchi
italiani, è anche il più apprezzato e il più visitato
tra tutti i parchi nazionali. A rivelarlo sono stati i risultati di un sondaggio
realizzato da Databank per conto del Ministero dell'ambiente, attraverso
i responsi di 379.000 segnalazioni raccolte nell'ambito dell'iniziativa
"L'Italia che ricicla". Se, per ragioni legate alla storia, ma
anche alla collocazione ed al bacino d'utenza, il dato relativo al Gran
Paradiso (38.000 segnalazioni) non sorprende, come non sorprende quello
dello Stelvio (27.000), per la mancanza di tali ragioni è da considerare
notevolissimo il risultato dei giovani parchi del Gargano (27.000), dell'Arcipelago
Toscano (21.300) e delle Dolomiti Bellunesi (21.600). Al Gran Paradiso,
che in base allo stesso sondaggio risulta essere il più visitato,
precedendo nella graduatoria Abruzzo, Stelvio, Cinque Terre e Gargano, andrà
dunque il "premio", 190 milioni in strutture in materiale riciclato,
destinati dal Conai al sostegno dell'iniziativa.
Ancora esiguo il riciclaggio dei rifiuti nei parchi
Legambiente ha reso noti i dati di un rapporto sulla gestione dei rifiuti
in quattro aree protette cam pione, scelte con criteri geografici e relativi
all'affluenza stagionale: Cilento e Aspromonte a sud, Arcipelago Toscano
e Dolomiti Bellunesi a nord. Si tratta di dati ancora lontani dall'essere
soddisfacenti: solo il Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi raggiunge
il livello di raccolta differenziata richiesto dal decreto Ronchi, superando
il 15%; per gli altri le percentuali sono bassissime, quasi trascurabili.
Anche il dato del riciclaggio dei rifiuti organici presenta lo stesso andamento.
Anche in questo caso solo il Parco delle Dolomiti Bellunesi presenta cifre
valutabili (compostaggio domestico svolto da circa l'8% delle famiglie)
posizionandosi comunque a quote assai lontane, per esempio, da quelle dei
comuni più impegnati nella raccolta differenziata. Ed è proprio
ai comuni, che hanno la diretta competenza del servizio rifiuti, che l'indagine
rivolge la critica più severa e la sollecitazione più forte
ad operare in questo campo drastici interventi, se vogliono davvero essere
laboratori di sviluppo sostenibile. Infine da menzionare un dato risaputo
ma sempre di grande importanza: è l'andamento stagionale delle presenze
turistiche uno dei guai maggiori, dal momento che la produzione di rifiuti
raddoppia mediamente nei mesi di alta stagione. |