PARCHI | ||
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve
Naturali NUMERO 31 - OTTOBRE 2000 | ||
Notes Notizie della "carta della natura" Cesare Lasen * |
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Il 20 ottobre a Pedavena, nel Parco nazionale Dolomiti Bellunesi, si è svolto un importante workshop, seguito il giorno dopo da una mirata escursione nelle Dolomiti d'Ampezzo, che ha favorito un serio ed operativo confronto tra i soggetti incaricati della redazione di Carta della Natura e le realtà periferiche (non solo dell'area dolomitica, scelta in quanto considerata base sperimentale per le rilevazioni cartografiche) attive nella gestione del territorio. L'incontro, al quale hanno partecipato un centinaio di studiosi, tecnici e dirigenti, è stato organizzato dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente (Anpa) e dal Dipartimento per i servizi tecnici nazionali (Dstn). L'obiettivo primario era quello di trasferire al sistema delle agenzie regionali e provinciali per la protezione dell'ambiente e a quello delle aree naturali protette, le esperienze condotte negli ultimi anni dall'Anpa, dal Dstn e dall'International association for biodiversity and system ecology che hanno da tempo avviato una stretta collaborazione per sviluppare nuove metodologie di identificazione dei processi ecologici che determinano la biodiversità di un territorio. Questi studi, che per la prima volta in Italia hanno utilizzato una tecnica d'analisi integrata tra immagini ottenute con i satelliti, foto aeree e rilievi diretti sul terreno, sono stati condotti nell'area dolomitica e hanno consentito di ottenere mappe tematiche elaborate al calcolatore. Tra gli altri obiettivi, quello della messa a fuoco di una metodologia standardizzata e confrontabile è stato tra i più discussi nel dibattito che ha concluso la giornata di lavoro. In mattinata sono intervenuti l'ing. D'Amico (dell'Anpa) che ha condotto la sessione, Marisa Amadei (Dstn) che ha relazionato proprio sulle attività condotte dal gruppo di lavoro per la Carta della Natura, Bonan, presidente del parco ospitante, Lasen (in rappresentanza della Federparchi) sulle iniziative delle aree protette in ordine alla conservazione della biodiversità, Onori (Anpa) che ha utilizzato tecniche di presentazione assai evolute richiamando la necessità di approcci omogenei e sistemici nella protezione dell'ambiente, Pignatti (Forum Plinianum, botanico, componente anche della Consulta tecnica) sulla carta della biodiversità, Oriolo (Univ. di Trieste) sulla cartografia degli habitat da immagini satellitari, Orazio Andrich (forestale) che sta curando il progetto speciale selvicoltura nel Parco ospitante (con cartografie di notevole dettaglio esposte in anteprima). Nella sessione pomeridiana sono intervenuti Orazio Rossi (Univ. di Parma), che può essere considerato il responsabile scientifico della metodologia valutativa di Carta della Natura, per la scala di analisi 1 : 50.000, Campagnari (direttore del Parco Dolomiti Bellunesi) che ha illustrato le attività in corso con speciale riferimento alla ricerca, Ramanzin (Univ. di Padova) che si è soffermato sul monitoraggio faunistico e sulle rappresentazioni cartografiche, Crepaz (Arpa Veneto) sui programmi dei Gal della provincia, Moltrer (Appa TN) sul progetto di sviluppo sostenibile in Trentino, e i rappresentanti dell'Alto Adige che hanno relazionato sulla gestione delle unità di paesaggio. Molto partecipata anche la successiva discussione che non ha mancato di sottolineare pregi e limiti di un progetto potenzialmente strategico (su Carta della Natura sono state impegnate risorse consistenti e ancor oggi vi è viva attesa) ma che stenta ancora a raggiungere gli obiettivi previsti. Va rilevato che in questi ultimi due anni si sta cercando di recuperare in parte il tempo perduto e che lo scambio di informazioni tra centro e periferia avviene, oggi, con maggiore regolarità. Ciò non significa che non si debbano riconoscere errori e sottovalutazioni che hanno tagliato fuori delle realtà (i parchi dell'area dolomitica lo hanno dimostrato in questo workshop) che avrebbero potuto contribuire a fornire al sistema di Carta della Natura in fase di impostazione e rilevazione, una spinta determinante. Gli stessi organizzatori, rilevando i contributi critici ma costruttivi che sono emersi, si sono impegnati a favorire un confronto, un coinvolgimento ed una partecipazione sempre più estesi ed articolati. Si è avuta la sensazione che se fin dalle fasi iniziali, si fosse pensato di attivare le risorse umane e tecniche presenti nelle realtà decentrate, si potrebbe oggi disporre di un quadro di riferimento molto più dettagliato e affidabile (i problemi relativi alla scelta delle scale, si rivelano tutt'altro che secondari, nel caso non ci si voglia limitare a una semplice rappresentazione per finalità estetiche o di pura immagine). È inoltre emersa l'opportunità di agire sulla formazione per favorire la condivisione delle metodologie, punto di partenza irrinunciabile per evitare sprechi e dispersioni di risorse. L'escursione del giorno seguente nelle Dolomiti d'Ampezzo ha consentito, per un più ristretto ma sempre molto qualificato gruppo di partecipanti, di verificare direttamente sul campo i principi ispiratori delle scelte che sono state effettuate per definire le unità di paesaggio e gli altri indicatori biologici. L'alta qualità degli interventi e del dibattito lasciano ben sperare (anche se è mancata la rappresentanza del Ministero dell'ambiente) che il Progetto di Carta della Natura possa finalmente decollare ed avviarsi alla fase conclusiva. Il coinvolgimento reale delle variegate realtà periferiche, oltre che consentire una migliore ottimizzazione delle risorse, può garantire quella costruzione dal basso che resta una base essenziale per realizzare sistemi informativi complessi che diventa sempre più oneroso ipotizzare di poter gestire direttamente dall'alto. Sulla base dell'interesse suscitato si è infine ipotizzato di poter ripetere annualmente il confronto e lo scambio di esperienze. * Coordinatore segr. Tenica Federparchi |
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