PARCHI | ||
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali NUMERO 31 - OTTOBRE 2000 |
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Progetto Coste Italiane Protette. Il ruolo delle aree protette nella gestione integrata delle coste Federica Zandri |
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Grande interesse ha suscitato alla quinta edizione di "Parcoproduce" - ad Ancona - il convegno dedicato al progetto Coste italiane protette, l'ultimo dei progetti d'area vasta al quale, a differenza di altri, partecipa in prima persona la Federazione italiana dei parchi e delle riserve naturali. Lanciato per la prima volta proprio a Parcoproduce tre anni fa, CIP è sancito da una Convenzione tra Federparchi, parchi costieri delle Marche e Regione Marche, risalente al febbraio scorso, e dotato di un articolato piano di lavoro, licenziato di recente dal Comitato nazionale Coste italiane protette. Ad introdurre "Progetto CIP. Il ruolo delle aree protette nella gestione integrata delle coste", lo stesso Presidente dell'Ente Fiera di Ancona, Sandro Barcaglioni ed il Vicepresidente della Federparchi, Salvatore Sanna. "Avvertiamo tutti la necessità di arrivare quanto prima ad un processo di integrazione terra-mare" - ha posto in evidenza Sanna. Una questione, come gli amministratori dei parchi sanno bene, non adeguatamente definita dalla normativa vigente. Un punto di partenza condiviso dal responsabile del Comitato nazionale, Mariano Guzzini, Presidente del parco del Conero e del Coordinamento parchi delle Marche. "La costa non è il confine tra terra e mare - ha puntualizzato. Tra i due ambienti c'è continuità. Non si può tutelare la biodiversità della costa prescindendo dal mare e viceversa. Più steccati si alzano, peggio è per tutti". Nella sua lunga ed articolata relazione, oggi integralmente consultabile sul sito www.parks.it, Guzzini ha ripercorso le tappe dell'iniziativa nazionale, anticipata in qualche modo con una giornata di studio nel dicembre 1996, iniziativa mirata a riqualificare le aree costiere italiane , il che equivale a circa 8000 chilometri, di cui oltre 1000 danneggiati dall'erosione; 630 comuni, circa il 30% della popolazione. Un territorio provato da agenti naturali e da una fortissima pressione antropica che significa speculazione edilizia (seconde case, alberghi, residence ecc.), opere portuali (97 porti commerciali e industriali, 500 approdi turistici), infrastrutture stradali e ferroviarie. I dati sono del WWF. "Il Progetto CIP - ha sottolineato Guzzini si rifà da sempre all'impostazione data dalla Commissione europea alla questione della gestione integrata delle zone costiere. Secondo l'U.E. le nostre coste sono aree di importanza strategica". Allo stato attuale il progetto, che ha trovato particolare attenzione nelle Marche, è all'avvio della fase sperimentale e di propaganda. "Useremo i 500 milioni assegnati dalla Regione Marche per sperimentare qui una parte del futuro atlante delle coste su una porzione di costa marchigiana rappresentativa di molteplici problematiche: questa parte costerà 70 milioni. Altri 200 serviranno per elaborare due studi progetto anti-erosione sul litorale; per interventi sul turismo e per propagandare il progetto abbiamo un budget di 70 milioni". Ma per CIP servono ben altri finanziamenti e serve l'appoggio dei ministeri, delle regioni e di tutti i parchi costieri: "non possiamo abbandonare al degrado le nostre coste -ha detto ancora il promotore - mentre ci occupiamo di recuperare Appennini ed isole minori. Anche se i tempi di maturazione dei progetti sono differenti, mi risulta difficile credere sia impossibile collegare i progetti e le misure previste per APE, Alpi, Itaca con quelli di CIP." Al convegno hanno partecipato esponenti di Federparchi, Legambiente, WWF e l'assessore all'Ambiente della Regione Marche, Roberto Ottaviani, che ha tratto le conclusioni. Franco Perilli, di Legambiente, ha presentato i due strumenti quadro già proposti per APE ed applicabili al progetto delle Coste e da definirsi con un apposito accordo di programma: la Convenzione per lo sviluppo sostenibile ed il Programma di azione sostenibile delle coste italiane. Stefano Maestrelli, Presidente del Parco Migliarino-S.Rossore, Massaciuccoli e tra i primi a condividere il progetto, ha insistito sulla protezione del mare attraverso le azioni da farsi a terra e su una programmazione che non escluda altre attività, come la pesca. A corredo dell'iniziativa, un'ampia mostra, realizzata dal giornalista Giulio Ielardi, articolata in 30 pannelli, che raccontano la storia delle coste italiane, delle diverse forme di degrado naturale e antropico che hanno subito e degli interventi -normativi e tecnici-finora piuttosto sporadici. La mostra si chiude con una parte dedicata alle coste marchigiane, regione-campione del progetto, e con una spiegazione dei termini del progetto Coste Italiane Protette. Una mostra itinerante che ha lo scopo di sensibilizzare gli italiani su un intervento complessivo non procrastinabile. |
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