PARCHI | |
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali NUMERO 32 - FEBBRAIO - 2001 |
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Formambiente: é nata la società di formazione con i parchi protagonisti Grande novità per la formazione in campo ambientale, soprattutto per quella che interessa e coinvolge le amministrazioni pubbliche: è nata il 27 febbraio a Roma una Società consortile con l'obiettivo di contribuire alla promozione ed all'affermazione di "un rinnovamento strutturale, culturale e gestionale ,della Pubblica Amministrazione verso un'azione di governo orientata ai principi della sostenibilità ambientale, allo sviluppo del sistema nazionale e regionale dei parchi e delle riserve naturali e ad un aumento dell'occupazione impegnata nei comparti ambientali". Si tratta di "FormAmbiente", iniziativa che può contare all'avvio su una ventina di soci - Università, Associazioni, Istituti, alcune Arpa - tra i quali, con quote di partecipazione rilevanti, il Formez - Centro di Formazione e Studi - e la Federazione Italiana dei Parchi. Le principali attività della neonata ma già robusta Società saranno costituite da: ricerca tecnologica, trasferimento delle innovazioni e prestazione di assistenza tecnica agli associati; promozioni di accordi di programma con le Amministrazioni Pubbliche centrali, le Regioni, gli Enti Locali, gli Enti Parco, ed altri soggetti pubblici e privati; predisposizione, progettazione, sperimentazione e diffusione di iniziative formative, di servizi integrativi dell'azione formativa e di iniziative di sviluppo occupazionale, specificamente indirizzati all'affermarsi dei principi della sostenibilità ambientale nell'azione pubblica di governo; sviluppo di una rete coordinata di centri di formazione specializzati sulle tematiche ambientali, collegati alle diverse realtà locali e alle esperienze positive già in corso. La Società consortile, la cui nascita costituisce per la Federparchi il coronamento di una esperienza che viene da lontano e l'ha vista lungamente impegnata in attività fortemente innovative in campo formativo, si propone anche come strumento per la sperimentazione e la diffusione di azioni di divulgazione e aggiornamento circa l'evoluzione normativa e metodologica, e come sede di raccolta e documentazione di casi di studio di interesse comunitario, nazionale, regionale e locale. Giornata europea: Ampie collaborazioni. Ad aprile il primo programma La prima scadenza per i Parchi è fissata al 10 aprile. Entro quella data dovranno segnalare il proprio programma alla Segreteria della Federparchi, che provvederà a redigere e pubblicare il "cartellone" degli appuntamenti, a cominciare dalle pagine del sito www.parks.it, sulle quali sarà possibile tenersi aggiornati in tempo reale a partire dal 15 di aprile. In effetti già molti Enti hanno fissato tempi e caratteristiche delle loro iniziative: alcuni, come Gargano, Gran Paradiso, Foreste Casentinesi, Val Grande, Cilento, Gigante e Dolomiti Bellunesi, ne hanno persino fatto oggetto di comunicazione "turistica" fin dalla Bit di Milano. L'Agenzia dei Parchi del Lazio, come segnaliamo al punto successivo di questo notiziario, sta alacremente lavorando alla preparazione di un convegno internazionale. La novità della tematizzazione - "Parchi e mondo rurale" - introdotta per questa edizione, ha avuto un positivo effetto sui rapporti con alcune Regioni: Toscana ed Emilia Romagna hanno già annunciato di voler contribuire alla manifestazione sostenendo le attività promosse dai rispettivi sistemi di aree protette. Anche le Associazioni del settore agricolo, Cia, Coldiretti e Confagricoltura, hanno segnalato il proprio patrocinio e, così come Aiab e Slow Food, collaboreranno all'organizzazione. La "Giornata" si sta insomma caratterizzando, ancor più dello scorso anno, come un momento catalizzante di tante energie, un'occasione di mobilitazione unitaria in grado di coinvolgere e di far collaborare organizzazioni dalle differenti caratteristiche. ...Con un Convegno internazionale a Roma organizzato dall'ARP La scadenza della Giornata Europea è stata quella scelta dall'Agenzia Regionale per i Parchi del Lazio e dal Comitato Europeo della Commissione per l'Educazione e la Comunicazione dell'IUCN per l'organizzazione di una Conferenza internazionale che affronterà temi strettamente legati con quello scelto come motivo conduttore della manifestazione. A Monte Porzio Catone, nella Villa Mondragone dell'Università di Roma "Tor Vergata", dal 23 al 26 maggio 2001, si discuterà infatti di "Biodiversità e Paesaggio: comunicare e condividere valori in un mondo che cambia". Si tratta di un evento di grande rilievo, al quale parteciperanno in qualità di relatori alcuni tra i principali esperti europei della materia, indirizzandosi tanto agli educatori quanto a coloro che lavorano nelle aree protette o nelle organizzazioni che si occupano di conservazione, di educazione, di comunicazione ambientale. Un'occasione di incontro e scambio di esperienze, di presentazione di casi di studio, di individuazione di pratiche d'eccellenza al cui centro saranno i valori sociali, i fattori economici e biologici, le altre componenti che producono i cambiamenti globali che influenzano anche il patrimonio di biodiversità e paesaggio. Saranno chiamati ad esporre il proprio punto di vista - e quello del gruppo che rappresentano - anche esponenti di gruppi che detengono interessi specifici nelle diverse categorie della vita sociale, delle problematiche ecologiche, economiche, agricole, sociali, e del mondo dell'arte. Gruppi di lavoro affronteranno poi argomenti specifici (la trasmissione dei valori della biodiversità attraverso l'arte; strumenti, competenze e percorsi per l'educazione alla biodiversità; comunicazione e partecipazione nei processi di pianificazione; biodiversità, alimentazione, salute e qualità della vita) con lo scopo di individuare i modi in cui vari concetti e punti di vista, a volte divergenti, possano essere collegati e come, attraverso azioni informative ed educative, possano essere superate le differenze di atteggiamento nei confronti dei problemi prodotti dai cambiamenti ambientali globali. APE è realtà: al via i primi interventi... Il progetto APE, Appennino Parco d'Europa, è entrato concretamente in attuazione. Il capostipite tra i grandi progetti di sistema, il programma che ha segnato, prima sul piano culturale e poi su quello pratico, la svolta nella concezione degli interventi per le aree interne del Paese e per la saldatura tra attività di conservazione ambientale e di sviluppo locale, può realizzare i suoi primi investimenti. Il Cipe ha definitivamente assegnato, nei primi giorni di febbraio, 35 miliardi di lire; Enti Locali, Enti Parco e Regioni contribuiranno con un cofinanziamento di altri 46 miliardi alla realizzazione di quattro interventi pilota, individuati in un programma integrato di sviluppo sottoscritto a gennaio dal Sottosegretario Valerio Calzolaio, dai rappresentanti delle Regioni capofila Abruzzo, Calabria e Toscana e delle associazioni Upi, Uncem e Federparchi. Due interventi interessano il centro-nord ("Una città di villaggi tra Padania e Tirreno", per poco più di 4 miliardi e "Infrastrutturazione ambientale della Valle del Sentino", per un miliardo) e due il sud ("Le vie materiali e immateriali della transumanza", per 16 miliardi e "L'Appennino meridionale: il monachesimo ed il latifondo", per quasi 15 miliardi). La scelta è stata frutto di una intensa attività istruttoria che ha visto impegnate le istituzioni e le organizzazioni in un'opera di sollecitazione alla progettazione, in particolare nei confronti dei Parchi. Alla grande soddisfazione per il risultato raggiunto si è subito aggiunto l'auspicio per le nuove tappe future che dovranno vedere il Cipe intervenire nuovamente per attivare altri progetti pilota già presentati da molte realtà appenniniche (Parchi, Province e Comunità Montane) anche per riuscire a riequilibrare la ripartizione finanziaria di questi primi 35 miliardi di cui l'85% è andato alle aree obiettivo 1 e il 15% alle regioni del centro e del nord. Del resto Ape si configura ormai come un grande processo che coinvolge in uno sforzo comune e generale una grandissima quantità di istituzioni e dal quale vengono proposte e stimoli in continuazione. La stessa Federazione dei Parchi, che ha assunto l'incarico dell'animazione nei confronti dei propri associati, sta lavorando alla raccolta e catalogazione dei progetti già realizzati, in corso di realizzazione o proposti da parte dei Parchi ed alla predisposizione di un quadro sinottico degli stessi, proprio ai fini dell'implementazione del programma integrato di sviluppo previsto dalla Delibera CIPE dell'agosto del 2000. ...Mentre continuano ricerche e confronto E' intensissima anche l'attività di confronto, nelle diverse realtà regionali e da parte dei diversi attori istituzionali, sugli obiettivi concreti e sull'avanzamento delle diverse attività programmatorie riguardanti Appennino Parco d'Europa. In pochi giorni ben tre appuntamenti: - a Norcia, il 25 febbraio, nel quadro delle manifestazioni della 38ª Mostra mercato internazionale del Tartufo, Ministero dell'Ambiente e Legambiente hanno organizzato il convegno "Le Province per Ape", frequentato da un foltissimo pubblico, che è risultato l'occasione, per ciascuna organizzazione partecipante, di esporre lo stato del proprio contributo all'avanzamento dell'iniziativa: il Servizio Conservazione della Natura, attraverso il Direttore Cosentino, nel sostegno alla partecipazione dei Parchi nazionali; Legambiente, con Fabio Renzi, nel raccordo con l'opinione pubblica più ampia; Federparchi, con Giuseppe Rossi, nel lavoro di raccolta, catalogazione e definizione in un quadro sinottico, dei progetti proposti; Upi e Caire, con Forte Clò e Ugo Baldini, nella realizzazione del quadro sinottico della pianificazione territoriale nelle aree di Ape; - a Bagno di Romagna, il 5 marzo, per iniziativa del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi e del Parco regionale del Sasso Simone e Simoncello, con il concorso di quattro Province e di nove Comunità Montane della Romagna, della Toscana e delle Marche, è stato convocato un Convegno per discutere del Programma d'Azione Locale per l'Appennino Centro-settentrionale "Il Montefeltro e l'Appennino Tosco-Romagnolo", impegnativa prospettiva di valorizzazione di una delle aree più tutelate e meglio conservate della dorsale montana; - a Roma, il 7 marzo, ancora Ministero dell'Ambiente e Legambiente hanno indetto, con la collaborazione di Upi, Uncem e Federparchi, il Convegno nazionale "Ape, dall'idea ai progetti - confronto sulla prima fase attuativa del programma d'azione", al quale parteciperanno Silvano Moffa, Ermete Realacci, Aldo Cosentino, Fabio Renzi, Forte Clò, Enrico Borghi, Enzo Valbonesi, Massimo Desiati, Dionisio Gallo, Edoardo Fornaciari e che sarà concluso da Valerio Calzolaio. Worshop dei parchi per informare meglio Il comunicato stampa, la conferenza stampa e il modo di far diventare "notizia" le molteplici attività delle aree protette piemontesi sono stati l'oggetto di una giornata di lavoro organizzata dalla rivista regionale "Piemonte Parchi". A raccontare e spiegare ai partecipanti i fondamentali dell'informazione sono stati Roberto Moisio, responsabile della direzione comunicazione della Provincia di Torino e Mariano Guzzini, presidente del parco regionale del Conero (Marche), direttore della rivista della Federparchi "Parchi", entrambi giornalisti. La giornata, tenutasi il 23 marzo al rifugio "La fontana del Thures", nell'omonima località della val Susa, si inserisce in un programma di potenziamento dell'attività di informazione in corso nelle aree protette del Piemonte. Fare più informazione ma anche meglio; non soltanto per esigenze di visibilità, ma anche per riuscire a trasmettere meglio il messaggio strategico dei parchi: cura del territorio e della natura per un futuro migliore. Di per se la notizia non sarebbe rilevante se non segnalasse una cresciuta sensibilità su questi temi di un settore "oggetto" e "soggetto" di informazione soltanto quando si parla di fauna, flora e bei panorami. I parchi però, sono, e vogliono essere, qualcosa di più: messaggio di un rapporto diverso con la natura, strumento ed opportunità per le popolazioni locali. Per questo risulta negativo che i parchi, impegnati in diversi compiti istituzionali (dalla protezione alla gestione del territorio, dall'educazione ambientale al turismo) non badino alla comunicazione che oggi è quanto mai strategica. L'informazione locale deve affiancare quella che "centralmente" Regioni, od altre agenzie realizzano sul territorio e la cultura della sua cura. Ed oggi, la comunicazione e l'informazione costituiscono un terreno complesso e difficile in cui improvvisare significa il più delle volte, vanificare gli sforzi. E' nata da queste considerazioni l'esigenza di un percorso formativo che proseguirà nei prossimi mesi da parte del mensile regionale piemontese. La giornata di lavoro ha permesso agli operatori dei parchi che si occupano di questa questione (spesso in mezzo a molte altre) di affinare le loro capacità e conoscenze. L'obiettivo è quello di sviluppare la massima iniziativa locale che affianchi la comunicazione ad ampio spettro che da quasi vent'anni viene realizzata dalla rivista regionale. Valerio Calzolaio sulla convenzione delle Alpi Il Governo, attraverso il sottosegretario Valerio Calzolaio, è stato di parola. Come annunciato a Milano, il 4 dicembre scorso, ad un convegno di Cipra dedicato all'attuazione della Convenzione delle Alpi, ha elaborato una bozza di Accordo di Programma, presentandola agli interlocutori nel corso nell'ultima riunione della Conferenza Stato-Regioni per l'arco alpino. Sembra così potersi raggiungere l'obiettivo di approvare l'importante intesa entro la fine della legislatura. La bozza, su cui dovranno ora pronunciarsi gli altri soggetti interessati - e in particolare la Regione Lombardia in quanto Regione capofila delle regioni e province autonome dell'arco alpino - si propone di promuovere il "Programma d'azione per lo sviluppo sostenibile delle Alpi", come previsto dall'articolo 2 della legge 426 del '98, per mettere in atto una strategia complessiva di conservazione della natura e di sviluppo sostenibile del sistema territoriale delle Alpi, a partire dalla rete delle aree naturali protette e in attuazione della Convenzione delle Alpi, con particolare riferimento alle attività agro-silvo-pastorali, all'agriturismo e al turismo ambientale nonché alla difesa del suolo e allo sviluppo sostenibile del sistema infrastrutturale e dei trasporti. La proposta del Governo prevede tra l'altro la costituzione presso il Cipe di un Gruppo di lavoro, formato da rappresentanti del Ministero dell'Ambiente e della Regione Lombardia - al quale potranno partecipare rappresentanti di Anci, Upi, Uncem, Federparchi e Cipra - e il coinvolgimento di molti altri soggetti interessati al Programma d'azione: rappresentanti della comunità scientifica, delle associazioni ambientaliste, delle organizzazioni sindacali, imprenditoriali, artigianali e cooperativistiche. Il Santuario dei cetacei Se il buon giorno si vede dal mattino, il Centro studi per la protezione del mare che il 22 marzo scorso ha iniziato la sua navigazione con il seminario sul Santuario dei cetacei, all'Acquario di Genova, può ben sperare per il futuro. Il tema scelto per questo battesimo era innegabilmente suggestivo e stimolante per i molteplici e inediti profili che presentava rispetto alle tradizionali' aree protette; presentava però anche referenti e riferimenti al momento ancora vaghi e quasi tutti da esplorare, che potevano far pensare ad una scarsa efficacia mobilitante di questa iniziativa. Il fatto che proprio alla vigilia del seminario la Camera dei Deputati avesse approvato una leggina per la istituzione della cabina di pilotaggio per il Santuario, immediatamente inviata al Senato con la speranza di una approvazione definitiva, aveva naturalmente accresciuto anche sotto il profilo istituzionale l'interesse di un pubblico che si è rivelato fortunatamente numeroso, disponibile e soprattutto impegnato e informato. Anche per questo la composizione della cabina di pilotaggio che in un primo momento prevedeva tre rappresentanti di ministeri, tre rappresentanti di associazioni ambientaliste con funzioni consultive e nessuna rappresentanza regionale era apparsa decisamente anacronistica dal momento che tre regioni, Liguria, Toscana e Sardegna sono comprese nel santuario. All'ultimo "tuffo" un emendamento aggiuntivo ha stabilito che la Conferenza delle Regioni designerà un suo rappresentante: meglio tardi che mai, anche se la correzione appare oltrechè significativamente tardiva, stiracchiata. Ma il seminario pur stuzzicato' da queste notizie che ancora una volta mostravano la scarsa capacità di leale collaborazione' tra le sitituzioni, ha spaziato anche grazie ad una ricca e interessante relazione introduttiva di Notarbartolo di Sciara e al contributo importante dei rappresentanti francesi e del Principato di Monaco su tutta la gamma - vastissima- di questioni che riguardano il Santuario. E la prima, felice sorpresa è stata scoprire' che i soggetti impegnati a vario titolo nelle ricerche, negli studi sul Santuario, sono davvero tanti e molti l'hanno appreso lì, segno, da un lato, dei rischi di frammentazione che si corrono se verrà a mancare nel futuro una vera cabina di pilotaggio nazionale e internazionale, e dall'altra del valore di iniziative che puntano ad un aperto confronto volto ad aggregare forze, coordinare interventi, studiare proposte comuni. Questo è stato infatti il clima del seminario in cui rappresentanti di istituzioni - merita in particolare una menzione la Regione Liguria che ha presentato un primo interessante bilancio del suo lavoro per il Santuario specialmente nel campo della educazione ambientale- ma anche la ricerca sulla presenza dei cetacei alla nelle acque del parco nazionale de la Maddalena presentata da due tecnici del parco, ricercatori di vari istituti regionali, nazionali e internazionali, ambientalisti e non per ultimo il contributo dei dirigenti amministrativi e scientifici dell'Acquario hanno messo a confronto conoscenze, dati, idee ed esperienze. Unica nota stonata, l'inspiegabile e ingiustificabile assenza del Ministero dell'Ambiente che ha perso una occasione importante per ascoltare' venendo meno anche al suo dovere' di informare per far sapere innanzitutto cosa sta facendo e come su questo problema. Ora uno dei problemi più urgenti e delicati è definire gli strumenti e le modalità di gestione di questa grande e specialissima area protetta. Il Centro studi della Liguria, a conclusione del seminario, si è impegnato a promuovere nuove e diversificate occasioni perché questi aspetti siano approfonditi per poter giungere anche alla formulazione di ipotesi e di proposte. La Federparchi, la Regione Liguria e l'Acquario di Genova possono essere soddisfatti di questa prima sortita che premia in particolare il lavoro di chi ha creduto che valesse la pena, dopo l'esperienza del Centro Studi Valerio Giacomini, di dedicare ai temi della protezione del mare una Centro Studi. Primi impegni per il coordinamento dei Parchi del Po Prima riunione "di lavoro" dopo quella formale di costituzione del Coordinamento dei Parchi fluviali del Bacino del Po. Riuniti a Parma, i rappresentanti dei quattordici Enti gestori - e con la presenza di rappresentanti della Provincia di Parma e delle associazioni Legambiente e Wwf - hanno definito il programma delle future attività, indirizzate ad avviare la costruzione di rapporti per la discussione e lo scambio di documentazioni, proposte e progetti e per la collaborazione con tutti gli organismi interessati o coinvolti nella gestione territoriale. I primi impegni saranno costituiti da incontri istituzionali: con la Conferenza delle Regioni, per illustrare le finalità del Coordinamento ma soprattutto per avanzare proposte riguardanti nuove modalità di gestione delle aree demaniali dei fiumi; con l'Autorità di Bacino, per l'esame dell'iter di approvazione del Piano di Assetto Idrogeologico; con le Province rivierasche del Po, che sono legate da un accordo riguardante la valorizzazione socio-turistica dei territori spondali. Nel frattempo sarà effettuata una ricognizione sulle aree demaniali di competenza dei parchi - per conoscere dimensione e livello di criticità della questione - e sarà avviata una raccolta degli studi sulla conservazione degli elementi naturali, con lo scopo di avviare la progettazione di reti ecologiche di collegamento e di realizzare una relazione con l'attività di pianificazione ambientale e paesaggistica affidata alle Province. Infine sarà concordato un documento da presentare alla 1° Conferenza sulla Manutenzione del Territorio che si terrà il 9 marzo a Torino. Parco e sistema rurale si incontrano a Porto Conte (Alghero) Due sono i parchi naturali regionali della Sardegna: quello di Molentargius, a Cagliari, e quello di Porto Conte, a due passi da Alghero. Molentargius ha sue problematiche molto specifiche, relative ai fenicotteri che popolano gli omonimi stagni, mentre Porto Conte, con i suoi 5350 ettari di superficie, la costa, il monte, la vegetazione, i grifoni, i sentieri ed i panorami mozzafiato rappresenta il prototipo di ulteriori possibili interventi regionali volti alla tutela della natura ma anche alla valorizzazione di un territorio particolarmente interessante e particolarmente valido per raccogliere le sfide dell'educazione ambientale, del turismo destagionalizzato e di qualità, nonché della sperimentazione di un nuovo sviluppo eco sostenibile. Su questo ultimo aspetto il ruolo della ricerca scientifica e della realtà rurale sono gli assi nella manica di ogni possibile innovazione. Di questo si è parlato in un importante convegno (al quale non a caso la stampa sarda ha dedicato ampi resoconti e richiami in prima pagina) organizzato da "PortoConte Ricerche" nella sua prestigiosa sede di Tramariglio. Le relazioni sono state tenute da Salvatore Piras, che si è occupato del sistema agricolo della Nurra; dal prof. Antonio Farris - animatore della iniziativa - e dal suo collaboratore dott. Luca Pretti, che hanno parlato di biodiversità e produzioni agro alimentari tipiche; dai professori Lorenzo Idda, Roberto Furesi, Pietro Pulina, che si sono occupati dell'area protetta di Porto Conte in quanto opportunità e vincoli per lo sviluppo del sistema agro alimentare locale; il dott. Davide Beccu ha illustradi il progetto delle strade dei sapori, il dottor Salvatore Masia ha illustrato le opportunità dello sviluppo di un sistema agro alimentare attraverso il marketing territoriale, mentre il dott. Mariano Guzzini ha illustrato l'esperienza del rapporto con il mondo agricolo in atto nel parco regionale del Conero, e il dott. Francois Casabianca ha dato conto dell'esperienza del parco regionale Corso. La rivista "Parchi" tornerà sulle problematiche emerse nel corso della giornata, che riguardano molte delle questioni che la Federparchi affronta sistematicamente, a partire dal rapporto con le organizzazioni agricole, codificato in uno specifico protocollo d'intesa nazionale, e dal legame tra tutela della natura e mondo agricolo, al quale legame non a caso è stata quest'anno dedicata la giornata europea delle aree protette. Tuttavia, pur rinviando ogni approfondimento al prossimo numero, va segnalato subito che il convegno di Porto Conte si è svolto unitamente ad una esposizione e degustazione di prodotti tipici organizzata nel piazzale del centro "Porto Conte Ricerche" da varie decine di produttori, di gestori di strutture agrituristiche e di aziende leader come la Sella & Mosca, che hanno dato vita ad una sorta di festa popolare che si è svolta all'insegna della forte sottolineatura dell'utilità di un rapporto nuovo tra parco regionale, mondo agricolo e ricerca scientifica. E' il caso di aggiungere che il parco regionale - dopo una difficile gestazione - è in fase di avvio con una perimetrazione che esclude le aree agricole. Ed è anche il caso di aggiungere che la dirigenza del parco non ha ritenuto opportuno partecipare all'incontro. Il Presidente della "Porto Conte Ricerche", prof. Antonio Farris, che ha aperto le strutture di ricerca agli operatori agricoli e a quanti intendono raccordare sempre meglio lo sviluppo dell'agro-alimentare con le sorti del parco regionale si è dichiarato particolarmente soddisfatto del successo dell'iniziativa, impegnandosi a non lasciare senza seguito le richieste poste nel corso del convegno da molti degli intervenuti, a cominciare dall'esigenza di approfondire il tema dello sviluppo eco sostenibile, che può essere realizzato molto meglio e molto prima se entrassero in piena sintonia e sinergia il centro di ricerca, il parco ed il mondo rurale. I Parchi Umbri chiedono attenzione e risorse adeguate Il Coordinamento regionale dei Parchi dell'Umbria, costituito dai sei Enti che gestiscono aree protette (del Tevere, di Colfiorito, del Trasimeno, del Subasio, del Nera e del Monte Cucco) ha indetto, con la collaborazione di Federparchi, un incontro, presso la sede della Provincia di Perugia, per discutere delle prospettive del loro funzionamento alla luce del programma regionale e dei collegamenti con le politiche di tutela e sviluppo territoriale. La riunione, alla quale hanno partecipato i rappresentanti regionali di Legambiente e LIPU, è stata aperta dal Coordinatore dei Parchi umbri Manlio Marini, Presidente del Parco di Colfiorito, e conclusa da un intervento dell'Assessore ai Parchi della Provincia di Perugia Katia Marini, nella sua qualità di Presidente facente funzioni del Parco di Monte Cucco. Vi ha partecipato anche il Presidente della Federparchi Enzo Valbonesi il quale ha sostenuto con forza l'esigenza che il sistema dei Parchi umbri venga sostenuto con maggiore convinzione e con mezzi più consistenti da parte della Regione. E' infatti stata espressa da tutti gli intervenuti preoccupazione per la limitatezza delle risorse per le spese di funzionamento a disposizione dei Parchi che sono per questo nell'impossibilità di affermarsi nel ruolo innovativo che spetta loro nell'azione per promuovere lo sviluppo durevole e la crescita dell'economia locale insieme con la conservazione dell'ambiente naturale e del paesaggio. La preoccupazione sembra essere stata avvertita dal Presidente della Giunta Regionale Rita Lorenzetti la quale, in un breve incontro seguito alla riunione, si è impegnata ad affrontare con urgenza l'argomento insieme ai responsabili regionali della Programmazione dell'Agricoltura e dell'Ambiente e a verificare la possibilità che gli atti principali della Programmazione regionale (DOCUP, Piano di Sviluppo Rurale, Leader plus) tengano conto delle esigenze di decollo e di promozione delle aree protette. Le ultime notizie dai futuri parchi nazionali Appennino Tosco-Emiliano - In dirittura d'arrivo - L'istituzione del Parco nazionale sembra ormai questione di giorni. La riunione del Comitato di Coordinamento (composto, oltre che dal Ministero, dalle due Regioni, dalle quattro Province, dai 15 Comuni, dalle quattro Comunità Montane e dai due Parchi regionali del Gigante e dell'Alta Val Parma) tenutasi a Roma il 23 febbraio, ha sancito l'accordo sul testo del decreto istitutivo e sull'allegato che disciplina la tutela transitoria. La perimetrazione concordata comprende circa 26.000 ettari, tre quarti dei quali in Emilia e i rimanenti in Toscana. La tutela investe anche due zone (i Gessi triassici e la Pietra di Bismantova) che sono esterne al perimetro e che occorrerà dunque collegare con una zonizzazione per la quale è stato indicato il termine del 31 dicembre del 2001. Il 7 marzo i Comuni della provincia di Reggio Emilia terranno seduta contemporanea per conferire solennità al loro atto di assenso. La Conferenza Stato-Regioni dovrebbe poi esprimere il parere già l'8 marzo. Gennargentu - A dopo le elezioni - Sembra ormai unanime il consenso sulla proposta, a suo tempo avanzata da Legambiente per superare il lunghissimo stallo e le tensioni tra le istituzioni, di ritiro del decreto istitutivo e di una sua sostituzione con uno nuovo, contenente in una prima fase la sola perimetrazione. Lo stesso Presidente dell'associazione, Realacci, è tornato sulla proposta, invitando a seguirla dopo le elezioni, per sottrarre il provvedimento "alle tensioni insite nell'attuale scontro tra le forze politiche". Sembra abbracciare ora questa soluzione anche il Wwf che, in un documento inviato ai sindaci, alla provincia di Nuoro, alla Regione Sardegna, dichiara che, pur di raggiungere l'obiettivo, è possibile ridiscutere tutto e ricavare da un tale confronto "le strategie più adatte a coniugare la volontà delle popolazioni locali, lo sviluppo economico e le ragioni della difesa ambientale". Brevi dalle Regioni Abruzzo - Parco del Gran Sasso: consuntivo di cinque anni di presidenza - Platea delle grandi occasioni attorno al Presidente Giuseppe Rossi, giunto a compimento del proprio mandato quinquennale. Insieme Al Presidente della Federparchi Valbonesi e ai massimi dirigenti di Legambiente Realacci e Renzi, ha partecipato alla conferenza stampa, tenutasi a l'Aquila il 10 febbraio, una folla di amministratori locali, sindaci in testa, di operatori del Parco e delle tante Cooperative ad esso collegate. Un'occasione per svolgere un consuntivo dei cinque anni trascorsi dall'insediamento degli organi - del resto riassunto dallo stesso Rossi in tre volumi della collana del Parco "Le Orme", presentati durante l'incontro -, per guardare ancora avanti, ai tanti problemi che ancora si trovano sulla strada futura della grande area protetta - dall'assetto territoriale alle grandi operare sempre incombenti -, ma soprattutto per salutare e ringraziare (come ha fatto Legambiente, con un simpatico dono) un intelligente e infaticabile presidente, che ha dedicato al proprio Parco tutto se stesso. Abruzzo - Verso il Parco della Costa chietina - Cinque Comuni della costa abruzzese del chietino - Rocca San Giovanni, San Vito, Treglio, Fossacesia e Torino di Sangro - hanno illustrato nei giorni scorsi il loro progetto di dar vita ad un parco naturale che integri la gestione delle risorse marine con quelle offerte dal pregiato entroterra. Per l'avvio dell'iniziativa, che si fonda sul biotopo di una splendida lecceta, sulla pineta di Vallevò, sulle antiche e già tutelate macchine da pesca (i trabocchi) e sull'istituenda riserva della "Grotta delle farfalle", sono già disponibili 350 milioni di finanziamento per la realizzazione di sentieri naturalistici ed è stato inaugurato il Centro di documentazione ambientale di Vallevò. Lazio - Gemellaggio per il Parco del Circeo - I rapporti che Italia e Algeria hanno avviato per contribuire alla costituzione di una rete di aree protette nel bacino del Mediterraneo hanno prodotto un primo importante risultato, costituito dal gemellaggio tra il Parco nazionale del Circeo e il Parco algerino di El Kala. I due parchi, che sono simili dal punto di vista naturalistico e degli ecosistemi tipici - si tratta infatti di territori costieri che includono laghi, stagni e foreste - hanno recentemente presentato l'avvio delle prime attività comuni - programmi di rimboschimento, produzione di sementi e piantine, ricerche e scambio di materiali e informazioni - in un incontro tenutosi a Sabaudia. Toscana - E' nata la rivista del Coordinamento dei parchi toscani - Si chiama "Toscanaparchi", sarà stampata in quattromila copie tre volte l'anno e verrà distribuita, oltre che nell'ambito delle aree protette della regione e nelle amministrazioni pubbliche, anche nelle scuole e a coloro che ne faranno richiesta. Le finalità dell'iniziativa - e il primo numero, 24 pagine di interventi generali descrittivi del sistema toscano di aree protette - sono state presentate in una Conferenza stampa a Firenze, alla quale hanno partecipato l'Assessore regionale Tommaso Franci e il Coordinatore toscano Giampiero Sammuri, e in due incontri a Pisa e Grosseto. Il recapito per contattare la rivista è il seguente: tel. 050.539205 (S. Biagini) - Il primo numero è consultabile su internet all'indirizzo: http://www.parks.it/federparchi/toscanaparchi/ www.parks.it - Per il portale internet i record non si contano più L'unione ancora una volta ha fatto la forza. E la qualità ha fatto il resto. "Parks.it", il portale elettronico di ingresso al mondo delle aree protette italiane, ha reso noti i dati di consultazione registrati nel 2000. Si tratta di cifre impressionanti che, con il milione di visitatori per un totale di poco meno di 6 milioni di pagine scaricate, posizionano il sito molto in al |
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