Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 33 - GIUGNO 2001


FLUSSI TURISTICI NEL PARCO DEL SASSO SIMONE E SIMONCELLO
Di Paolo Giuntarelli*, Flavia Carle**, Francesco Ravaglia***
  Dalla prioritaria azione di un parco, quella conservativa, è sorta l'esigenza di affrontare il presente studio, ovvero di monitorare la presenza dei flussi turistici all'interno del parco ed in particolare su alcuni suoi sentieri presi come modello.
La conservazione e la tutela degli ambienti naturali può trovare un fattore di rischio nella pressione antropica generalizzata, o localizzata, per questo l'interesse é stato rivolto nell'analisi di questo fattore, ovvero nell'individuazione dei flussi turistici che possono, data la loro consistenza nel periodo estivo, determinare uno sfasamento nella capacità portante del parco, ovvero provocare una mancata risposta omeostatica da parte di un sistema organico "abituato" a sopportare impatti antropici minori nel corso dell'anno e che per il periodo estivo si trova costretto a fronteggiare delle "emergenze" patologiche che possono danneggiarne il delicato equilibrio. Riuscire a conoscere la dimensione e come si distribuiscono i flussi dei turisti all'interno del parco è di fondamentale importanza per prevenire dissesti e per organizzare preventivamente delle barriere "immunitarie" attraverso efficaci politiche gestionali e per mezzo di una ottimale zonazione del territorio del parco che faccia leva su una tutela intelligente e non su azioni di mero vincolo generalizzato.
L'ottica nella quale si devono interpretare i fenomeni turistici è quella dell'ecoturismo: l'ecoturismo è un'approccio pianificato allo sviluppo turistico di un'area che cerca di coniugare simultaneamente l'obiettivo della conservazione e del turismo. Dal momento che il suo oculato sviluppo può generare ricchezza ed opportunità di lavoro nel territorio interessato, l'ecoturismo può determinare fenomeni di condivisione e supporto ai progetti di istituzione di aree protette da parte delle comunità locali coinvolte (R. Kramer, 1997)
Lo scopo del monitoraggio è quindi essenzialmente conoscitivo e associato fortemente con il piano del parco.
E' un indagine che viene svolta per conoscere la dimensione e la qualità del turismo che si avventura e si concentra per i sentieri del parco. Attraverso questa indagine sarà possibile:
1. Valutare l'entità e le caratteristiche della pressione antropica localizzata sull'ecosistema del parco;
2. Individuare i danni potenziali che possono essere causati agli ecosistemi;
3. Fornire elementi utili alla progettazione di interventi da attuare per far diminuire la pressione antropica su ambienti fragili deviando il turismo meno motivato verso zone attrezzate a carattere maggiormente ricreativo e vacanziero;
4. Fornire informazioni utili per l'organizzazione di attività economiche che possono produrre servizi per la fruizione eco-compatibile del parco.
Non può essere posto in sott'ordine il fatto che il turismo, pur rappresentando una fonte di possibile rischio per l'ambiente naturale, riveste la caratteristica di essere uno dei principali benefici che possono essere tratti dall'istituzione di un'area protetta.

Rilevazione dei dati
La presente ricerca è stata svolta nel parco del Sasso Simone e Simoncello localizzato nella Regione Marche in Provincia di Pesaro-Urbino. Il parco è composto di 6 Comuni: Carpegna (sede del parco), Frontino, Montecopiolo, Pennabilli, Piandimeleto, Pietrarubbia.
Per svolgere il monitoraggio dei flussi turistici sono stati individuati 6 sentieri in cui sono state ubicate le stazioni di rilevamento. I 6 sentieri, Cà Barboni, Cantoniera, Pian dei prati, Cippo, Pianacquadio, Trabocchetto, sono stati scelti per la loro caratteristica di essere base di partenza o terminale di arrivo per le escursioni nei sentieri del parco. Occorre sottolineare che le sei postazioni di rilevamento presentavano caratteristiche diverse: tutti i sentieri possono essere raggiunti con l'autovettura, tuttavia in alcuni di questi, Trabocchetto, Cantoniera e Cippo le stazioni di rilevamento erano posizionate in punti impossibili da raggiungere con autovetture normali, mentre le restanti tre postazioni erano agevolmente raggiungibili anche in macchina.
In ogni stazione erano presenti 2 rilevatori reclutati fra i giovani residenti nel parco. Il monitoraggio dei flussi turistici è stato effettuato attraverso:
1. Conteggio, in modo distinto ed attraverso un'apposita scheda, di tutti i passaggi in entrata ed in uscita ai sentieri, relativi a persone a piedi, a cavallo, in bicicletta ed ai militari;
2. Somministrazione di un questionario anonimo a risposte chiuse a tutti i visitatori che hanno accettato l'intervista, con registrazione del numero dei rifiuti.
Il questionario, ha permesso di condurre un'analisi sia quantitativa che qualitativa delle caratteristiche dei visitatori. Attraverso di esso è stato possibile conoscere il sesso, l'età la provenienza, il livello educativo, i motivi per cui ha scelto il parco e le fonti da cui ha tratto tali informazione, gli elementi che "fidelizzano" il turista al parco, proposte o suggerimenti per migliorare la qualità dei servizi presenti, oltre ad altri elementi di natura percettiva e soggettiva.


Analisi Statistica
1. Conteggio di tutti i passaggi in entrata ed in uscita ai sentieri, relativi a persone a piedi, a cavallo, in bicicletta ed ai militari;
2. somministrazione di un questionario anonimo a risposte chiuse a tutti i visitatori che hanno accettato l'intervista, con registrazione del numero dei rifiuti.

 

Dai dati riportati risulta evidente l'elevata variabilità del numero di passaggi nelle diverse giornate che suggerisce di interpretare il numero medio di passaggi per giorno con estrema cautela, dal momento che non rappresenta in modo adeguato la distribuzione delle presenze nelle diverse giornate, meglio descritta dalle giornate di picco e dal totale dei passaggi.
La giornata in cui è stato registrato il maggior numero di passaggi è stato il 26 luglio (domenica) sul sentiero del Cippo con 559 presenze. Occorre sottolineare che le prime 15 giornate in cui è sono state registrate il maggior numero di presenze vedono sempre il sentiero del Cippo come luogo d'elezione parte dei turisti, le uniche due eccezioni riguardano il sentiero del Pian dei Prati il 19 luglio (domenica) ha visto con 188 presenze e di Cà Barboni che il 15 agosto (sabato) è stato visitato da 171 persone.
Tra i punti di rilevazione esaminati, il sentiero maggiormente frequentato è il Cippo con 4402 presenze totali rilevate (fig. 1), ed è dunque il luogo del parco che subisce la maggiore pressione antropica e su cui occorre far convergere politiche di gestione volte a preservarne il delicato equilibrio ecosistemico. Ad una distanza notevole per quantità dei passaggi rilevati seguono i sentieri della Cantoniera e dei Pian dei Prati, i quali rispettivamente sono stati percorsi da 967 e 903 persone.
Nella (fig. 2) èriportata la distribuzione percentuale dei passaggi sui sentieri in funzione del mezzo utilizzato.
Ovviamente il maggior numero dei passaggi registrano la modalità "piedi", anche se viene messa in luce una carenza di controllo e sorveglianza, dal momento che si registra la presenza di auto e moto che contrastano, sia con la legislazione vigente che con la ricerca di naturalità dei fruitori di un area protetta.
Il dato più rilevante che sembra emergere, è che il parco non viene fruito dagli amanti della mountain bike o dell'escursionismo equestre.
Una grossa fetta di target turistico, ovvero il "turismo sportivo" non riesce ad essere attratto dal territorio del parco in tal modo privando gli operatori locali di una consistente fetta di guadagno.
Comunque i sentieri più "marginali", ovvero Trabocchetto, Cà Barboni e Pianacquadio, mostrano anche di essere quelli dove maggiore è la quota di passaggi motorizzati.
Occorre sottolineare, tuttavia, che questi luoghi sono anche quelli dove più frequente è stato il transito degli agricoltori locali.

Valutazione delle caratteristiche della pressione antropica: analisi del questionario
Il questionario somministrato nei 6 sentieri considerati ha permesso di analizzare le caratteristiche dei visitatori del parco.
Capire chi sono i visitatori, da dove vengono, perché hanno scelto questo luogo e come ne sono venuti a conoscenza è di fondamentale importanza per impostare un'azione gestionale che, da un lato, cerchi di incrementare ed incentivare l'afflusso turi stico e quindi di stimolare l'economia dei luoghi e, dall'altro, miri sempre a modulare la sua azione per una efficace politica di protezione naturalistica e paesaggistica.
La tabella 2 riporta il numero di risposte e le frequenze più elevate (risposte modali) ottenute per ciascuna domanda del questionario. In totale sono stati intervistati 1282 visitatori.
Nei paragrafi che seguono sono riportati e discussi i risultati dell'analisi dei questionari condotta per individuare la tipologia dei visitatori, le caratteristiche principali della visita, la conoscenza del parco da parte dei visitatori, i principali motivi di disagio dei visitatori.

Tipologia dei visitatori
Capire "chi sono" i visitatori dei sentieri dopo aver visto "quanti sono" , analizzare la dimensione sociale dei fruitori del parco è sicuramente l'aspetto più interessante da indagare poiché da tale studio si può, indirettamente, percepire il livello di sensibilità ambientale che ha raggiunto la nostra società e perché, da un punto di vista più funzionale e meno accademico, si riesce a capire il tipo ed il grado di attrattiva che l'area protetta ed i suoi sentieri in modo analitico esercitano e se questa attrattiva eserciti un'azione diversa in base alle persone che la raccolgono e quindi capire se l'azione di marketing esercitata dall'ente sia efficace oppure, richieda necessari aggiustamenti per modulare più efficacemente la sua azione.
Le variabili scelte per studiare il tipo dei visitatori in relazione al sentiero prescelto per la fruizione del parco sono 4: età, sesso, titolo di studio e luogo di residenza. Il 77% delle interviste è stato effettuato sui sentieri del Cippo (59%) e della Cantoniera (18%), il punto di rilevazione dove sono stati intervistati meno visitatori è il Trabocchetto (2%). Il test statistico utilizzato evidenzia una differenza significativa della distribuzione delle variabili considerate nei diversi sentieri.
La predominanza del sesso maschile tra gli intervistati (65% del totale dei rispondenti) è più evidente per Pian dei Prati e Trabocchetto.
L'età media degli intervistati è risultata essere 44 anni.
La distribuzione per classi di età evidenzia una maggior frequenza per le classi giovaniadulte (26-55 anni) in tutti i punti di rilevazione, con una maggior presenza dei più giovani (<25 anni) a Ca' Barboni e Trabocchetto. Questi ultimi punti di rilevazione sembrano anche caratterizzati da frequentatori con un livello culturale più elevato rispetto agli altri sentieri E' interessante osservare che ben il 50% degli intervistati era in possesso di un titolo di studio di livello superiore.
La maggior parte dei frequentatori intervistati proviene dalla provincia di Pesaro (44% del totale) e dalle regioni vicine (Emilia e Toscana. 39% del totale) per tutti i punti di rilevazione, con l'eccezione di Pian dei Prati dove circa il 60% dei visitatori proviene dalla sola provincia di Pesaro.
In generale siamo in presenza di una fruizione generalmente matura, proveniente dal territorio della provincia di Pesaro o, quasi in eguale misura, dalle vicine Romagna e Toscana, caratterizzata da una maggiore presenza maschile e da un livello culturale medio - alto.

Conoscenza del Parco
Scelta del luogo
Individuare i motivi che influenzano la scelta del Parco del Sasso Simone e Simoncello da parte dei suoi potenziali fruitori è sicuramente un elemento di notevole importanza per poter predisporre un efficace strategia di marketing comunicazionale. Vendere bene il prodotto parco risulta il punto nodale della sua stessa esistenza e della sua accettazione da parte della popolazione residente.
Dall'analisi condotta, è emerso che due sono le variabili di status che incidono sulla scelta di questo parco come luogo per fruire di una vacanza naturalistica: età e titolo di studio.
La maggior parte delle risposte sui motivi che hanno indotto alla scelta del luogo ha riguardato la modalità "altro" (48% delle risposte).
Dall'analisi dettagliata di questa risposta è emerso chiaramente il ruolo che gioca la conoscenza dei luoghi nello sceglierli come posti di vacanza, infatti il 68% di coloro che hanno risposto "altro" hanno attribuito la scelta alla conoscenza pregressa della località.
Tale motivazione della scelta aumenta con il crescere dell'età, mentre i più giovani scelgono in misura maggiore su consiglio di altri o attraverso pubblicazioni specializzate e non; la frequenza di quest'ultima motivazione tende ad aumentare fino ai 45 anni.
Anche nell'analisi dell'influenza esercitata dal titolo di studio, è interessante considerare nel maggior dettaglio la risposta "altro" e all'interno di questa la conoscenza già acquisita dei luoghi.
Tale conoscenza è maggiormente dichiarata dai visitatori con un basso livello di studio, mentre, come atteso, il ricorso a pubblicazioni è caratteristico dei livelli culturali più elevati.
Il fatto che la maggior parte degli intervistati dichiari di scegliere il parco su consiglio di amici o su elementi di conoscenza personale dovrebbe spingere l'ente parco ad accentuare l'impegno divulgativo ed informativo. E' chiaro, com'è ovvio - ma i risultati del questionario lo confermano - che per quanto riguarda le scelte inerenti alla fruizione del tempo libero e della ricreazione salutare ed ambientale, non ci si affida al caso.
Vengono prescelti quei luoghi che garantiscono, oltre alla bellezza ed alla amenità del territorio, certezze dal punto di vista logistico e dei servizi e tali certezze in assenza di altre fonti più serie ed attendibili vengono fornite principalmente dalla rete amicale e parentale. Questo è ancor più vero allorquando ci troviamo in presenza di un turismo che per il 52% è costituito da famiglie e per il 46% da persone d'età superiore ai 45 anni, le quali non possono "permettersi" di andare incontro all'ignoto per quanto affascinante possa essere. Il ruolo delle istituzioni dovrebbe essere perciò quello di sostituire questa rete informativa informale attraverso canali comunicativi chiari, rapidi ed attendibili.

Conoscenza dell'esistenza del parco
La conoscenza di cui si è cercata conferma in questo caso è legata, non tanto alla conoscenza geografica, quanto alla conoscenza dell'istituzione in quanto pubblica amministrazione ed i risultati emersi portano a considerare l'effetto su tale conoscenza del sesso, dell'età e del titolo di studio.
Soltanto il 62% degli intervistati conosceva l'esistenza del parco, con una significativa predominanza di tale conoscenza negli uomini rispetto alle donne.
La conoscenza del parco come istituzione pubblica è associata negativamente con l'età. Emerge che con l'avanzare dell'età adulta (>25 anni) c'è una maggiore disinformazione legata a questo elemento, fattore dovuto probabilmente alla complessità in aumento delle informazioni circolanti, al disinteresse ed alla disillusione degli anziani, con il tempo usi a vedere nascere e morire rapidamente enti, ed alla difficoltà di tenersi costantemente aggiornati sulle novità amministrative.
Il 51% di coloro che hanno un età >75 anni non conoscono l'ente parco, mentre il 73% degli intervistati tra 26 - 35 anni conoscono l'ente parco. E' scontato considerare la conoscenza dell'istituzione parco fortemente associata con il livello di istruzione. Un livello di cultura superiore consente l'interesse e l'elasticità mentale necessari per mantenersi aggiornati di fronte a questi mutamenti istituzionali ed amministrativi.Il dato che emerge è notevolmente significativo per quanto riguarda le valutazioni sopra esposte: il 71% dei possessori di laurea ed il 70% dei possessori di diploma dichiarano di essere a conoscenza dell'ente parco, contro un 40% circa dei livelli di istruzione più bassi.
La fonte della conoscenza del parco è rappresentata per il 52% dagli amici, per il 15% da manifesti e locandine specifiche e per il 16% da riviste, televisione e radio. Tale risultato suggerisce il bisogno di una divulgazione più attenta ed efficace delle informazioni sull'esistenza, gli obiettivi e le attività dell'ente parco.

Motivi di disagio e insoddisfazione dei visitatori
Analizzare in profondità cosa può intervenire a provocare fastidio o disturbo a chi si reca su di un sentiero di montagna, risulta di notevole interesse per vari motivi:
a) consente di attivare politiche gestionali che portino alla riduzione dei fattori di disturbo;
b) approfondisce lo studio del livello di percezione ambientale dei visitatori;
c) permette una prima valutazione della situazione ambientale ed organizzativa del parco in quanto area protetta ed in quanto ente pubblico.
Il 37% degli intervistati non ha risposto a questa domanda: benché il motivo della mancata risposta non sia stato rilevato in dettaglio, è possibile ipotizzare in tale quota di non rispondenti vi siano i soggetti che non hanno riconosciuto alcun fattore di disturbo nel parco. Coloro che hanno individuato un fattore di disturbo, hanno dichiarato di essere poco infastiditi dagli usuali incontri che possono avvenire su di un sentiero di montagna (persone, mountain bike, cavalli, 11%) e dai rumori (11%), mentre analizzando la risposta "altro" (78%) è stato possibile individuare una nuova categoria di fattore di disturbo, configurabile nella "sporcizia - rifiuti" (20%). Inoltre, questa domanda, più che altro, è stata utilizzata dagli intervistati come "sfogatoio" per effettuare suggerimenti o critiche al parco. Dall'analisi delle variabili strutturali, è emerso che le variabili associate in modo significativo alla dichiarazione del tipo di fattore di disturbo sono l'età, ed il titolo di studio. Con l'età mutano ovviamente i fattori che possono arrecare disturbo, tuttavia, ed è un dato che deve far riflettere soprattutto un parco naturale, il fastidio per la sporcizia, i rifiuti ed i sentieri mal tenuti accomuna indistintamente quasi tutte le classi di età. La gran parte del fastidio ricade infatti su questo elemento, ciò dovrebbe spingere l'ente parco a prendere iniziative che garantiscano una maggiore pulizia ed ordine dei sentieri. Il disturbo cresce in relazione all'aumento del livello di istruzione. Questo fenomeno è determinato dalla maggiore sensibilità ambientale che un maggiore livello di istruzione può determinare.

CONCLUSIONI E PROPOSTE OPERATIVE
Lo scopo di questo studio è stato principalmente quello di ottenere informazioni sulla tipologia turistica che interessa il territorio del parco.
Come abbiamo già messo in evidenza, non solo la numerosità del flusso turistico è potenzialmente dannosa per gli equilibri ecologici del parco, ma anche, e soprattutto, il tipo di turismo ed il rapporto che questo viene ad instaurare con l'ambiente naturale e sociale che lo circonda. Dannosi per l'ambiente non sono solo la sporcizia o l'inquinamento, ma anche le modificazioni al tessuto sociale, produttivo ed economico che si vengono a determinare in risposta a tipologie turistiche diversificate. Pensiamo a quale tipo di cambiamenti potrebbe portare un organizzazione turistica che si preparasse e si attrezzasse per incentivare ed esaudire le richieste di un turismo di massa.
Se queste, come crediamo, sono le motivazioni, le domande, il bisogno informativo per cui è sorta questa ricerca, riteniamo che attraverso il lavoro svolto abbiano trovato alcune delle risposte necessarie. Si è data risposta ad una contingente esigenza gestionale, finalizzata fra l'altro alla redazione del piano del parco, ma non si è esaurita la necessità analitica che lo studio e la comprensione dei fenomeni turistici richiedono.
E' ormai divenuta una realtà incontestata il fatto che gestire un parco naturale significa anche gestire delle persone che non sono solo i residenti, ma in modo sempre più crescente e vistoso, sono i turisti o fruitori del bene ambiente. I visitatori sono come abbiamo già evidenziato una delle cause principali che minacciano le risorse dei parchi, inoltre recenti ricerche suggeriscono che tali impatti siano una funzione del comportamento dei turisti, attività, modelli di utilizzo spaziali e temporali (Hammit e Cole, 1986).
Tale stato di cose determina che uno dei compiti principali dei parchi, non sia più solo quello naturalistico ed ambientale, ma anche quello sociale e psicologico di comprensione e percezione delle motivazioni ed esperienze dei visitatori (Manning, 1986).
La condivisione di questa impostazione teorica ci porta a ritenere che sarebbe necessario per ottenere un adeguato e completo spettro informativo sui flussi turistici che interessano il parco:
- ripetere l'indagine in anni successivi, in modo da poter disporre di un maggior numero di informazioni che aumentino la solidità dei risultati ottenuti e in modo da mettere a punto uno strumento di valutazione dell'efficacia degli eventuali interventi attuati nel parco;
- integrare il questionario utilizzato con una serie di items che vadano ad indagare in modo più analitico da una parte la percezione del bene ambiente e delle attività istituzionali dei parchi, dall'altra le motivazioni e le aspettative della visita in modo da poter individuare e quantificare le diverse tipologie dei frequentatori (non solo turisti) dei sentieri del parco.

* Consulente del parco
** Centro Epidemiologia, Biostatistica ed Informatica medica - Università di Ancona.
*** Direttore del Parco del Sasso Simone e Simoncello.