PARCHI | |
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali NUMERO 37 - OTTOBRE 2002 |
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INNOVAZIONE DELLE POLITICHE DI SVILUPPO: IL CASO CIPRO di Angioletta Voghera |
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1. Cipro tra gli accession countries La sostenibilità è divenuta, con lapprovazione del Trattato di Amsterdam (1997), obiettivo prioritario per lUnione Europea (UE) che ha coinvolto gli stati membri e gli accession countries in strategie per integrare le politiche di sviluppo economico, sociale e di conservazione dellambiente. A richiedere il rafforzamento delle misure e degli indirizzi per coordinare a livello europeo le azioni di protezione del patrimonio paesistico ed ambientale alle diverse scale sono lo Schema di sviluppo dello spazio europeo (SSSE, 1999) e la Strategia dellUnione Europea per lo sviluppo sostenibile (COM, 2001), che collocano in posizione centrale la considerazione degli effetti dellallargamento sullo sviluppo coeso e sostenibile dellUE. LEuropa dei 15 sembra infatti destinata ad ampliarsi e ad accogliere, compiuti i processi in atto di risanamento economico, di transizione al sistema di mercato e di adeguamento allacquis comunitario, nuove nazioni che hanno fatto richiesta di adesione negli anni 90: Cipro, Ungheria, Polonia, Romania, Bulgaria, Lituania, Lettonia, Estonia, Slovenia, Slovacchia e Repubblica Ceca. L'ampliamento porterà lUE a 28 paesi determinando un aumento di popolazione pari a 170 milioni di abitanti e della superficie del territorio pari al 58%, con un sensibile incremento del patrimonio naturale (VI programma europeo per lambiente, 2001). Infatti gli undici paesi candidati sono caratterizzati da un ricco patrimonio ambientale per la presenza di zone rurali ancora intatte o soggette a pratiche di coltura estensiva, che hanno consentito il mantenimento di un alto livello di biodiversità, e di vaste aree coperte da residui di foreste primitive. Tuttavia questi paesi sono caratterizzati da insediamenti urbani con gravi problemi di congestione ed inquinamento e da centri industriali o ex basi militari che richiedono ingenti opere di risanamento; le problematiche ambientali che li contraddistinguono rischiano di aggravarsi a causa del rapido processo di sviluppo economico e sociale indotto dalle politiche comunitarie di sostegno alla competitività ed alla coesione. In proposito lUE delinea alcuni obiettivi per garantire la sostenibilità del processo di sviluppo (COM, 1998): adeguamento legislativo al corpus delle norme in campo ambientale, rafforzamento istituzionale (struttura amministrativa e coordinamento degli enti responsabili della gestione delle politiche ambientali) e adozione di strategie finanziarie . La ricerca di sostenibilità sta inducendo sensibili innovazioni negli strumenti di programmazione della crescita economica e di governo del territorio dei paesi candidati. Ogni nazione sta delineando un suo percorso di adeguamento agli obiettivi comunitari, ma è possibile rintracciare alcuni dati comuni: prime sperimentazioni di azioni e piani che integrano le strategie di conservazione della natura, del paesaggio e della diversità biologica nelle politiche di trasformazione territoriale ed urbana, valorizzazione del patrimonio naturale e culturale come risorsa per lo sviluppo turistico sostenibile, costruzione della rete ecologica nazionale per interconnettere le aree protette e sensibili, riuso del patrimonio edilizio storico e contenimento del consumo di suolo. In questo quadro, significativo è il caso di Cipro che sta delineando nuove strategie di integrazione delle misure di tutela delle risorse naturali e paesistiche con i piani ed i programmi a tutti i livelli di governo del territorio, volte a rendere lo sviluppo turistico sostenibile un settore chiave della crescita economica. Per comprendere la portata innovativa dellimplementazione delle strategie comunitarie per lo sviluppo sostenibile occorre ricostruire il quadro delle politiche settoriali di protezione del patrimonio naturale precedenti alla sua adesione allUE (1993). 2. Cipro: politica di conservazione settoriale del patrimonio naturale - Risorse naturali a Cipro Lisola mediterranea di Cipro per il suo isolamento geografico, le caratteristiche geomorfologiche e climatiche, è un territorio di rilevante interesse naturalistico, ecologico, ambientale e paesaggistico. E infatti caratterizzato da un interessante varietà di habitat, specie rare ed endemiche che variano notevolmente dalla zona semi-alpina del Massiccio di Troodos e Paphos (coperto da foreste di pinus brutia e pinus nigra, quercus alnifolia, juniperus phoeniciae, cupressus sempervirens e cedrus brevifolia), alle zone umide costiere ed alla macchia mediterranea, che si estende dal cuore dellisola al litorale. Alla biodiversità del patrimonio forestale corrisponde un ricco patrimonio faunistico, che vede la presenza di 7 specie di mammiferi, 26 di anfibi e rettili, 357 di uccelli, una gran varietà di insetti e, nei fondali marini, 197 specie di pesci, crostacei ed echinodermi. In proposito, sono stati oggetto di politiche specifiche di protezione faunistica il muflone di Cipro (Ovis gmelini ophion), specie rara ed endemica che, vicina allestinzione allinizio del 900, vanta oggi 1500 capi, e le tartarughe marine (Chedonia Mydas e Caretta caretta), difese dalla Fishering Law (1952, rivista nel 1989). Ricca e diversificata è inoltre lavifauna comprendente quasi tutte le specie che, migrando dallEuropa allAfrica, sostano nelle due zone umide costiere di importanza internazionale del Lago salato di Larnaca ed Akrotiri. Nellisola vivono infine numerosi esemplari di rapaci come il falco eleonorae e laquila imperiale. Lisola presenta infine un ricco patrimonio di specie botaniche: piante indigene di interesse sia biologico sia ornamentale, 1800 specie floristiche, di cui 128 endemiche. Nonostante la presenza di una interessante varietà di habitat ed ecosistemi terrestri e marini, la politica di protezione dellambiente precedente al 1993 non è riuscita ad arrestare la compromissione del patrimonio naturale e culturale dellisola. Infatti negli ultimi trentanni si è assistito ad un impoverimento delle risorse naturali causato dalla guerra civile e dallo sviluppo economico. Durante la guerra civile (1974) e la successiva occupazione turca del nord dellisola è stato distrutto il 16% del patrimonio forestale e gravemente compromesso il patrimonio architettonico ed archeologico locale. Il rapido sviluppo economico (legato principalmente al settore delle banche e compagnie off-shore), insediativo e turistico ha indotto forti pressioni antropiche sulle risorse naturali. Gli effetti più rilevanti dellurbanizzazione e del turismo di massa concentrato nella stagione estiva, si riscontrano nelle zone costiere dove sono stati realizzati i principali insediamenti ricettivi (Larnaca e Limassol) che hanno causato una riduzione della diversità biologica degli ecosistemi della macchia mediterranea e marino ed una trasformazione irreversibile del paesaggio. In parte corresponsabile dellimpoverimento delle risorse ambientali è il Ministero dellAgricoltura, Risorse Naturali ed Ambiente che, insieme al Consiglio per la Conservazione della Natura, avrebbe dovuto coordinare i programmi e le politiche di protezione e gestione dellambiente dei diversi dipartimenti, ma che ha delineato fino ad anni recenti politiche settoriali di tutela delle foreste, delle zone umide, costiere e marine. La politica di conservazione della natura, sin dalla Forest Law (Legge sulle foreste, 1879), approvata dallamministrazione Britannica e rimasta in vigore fino al Cyprus Act (1960) che ne ha sancito lindipendenza, ha interessato principalmente la salvaguardia del patrimonio forestale, di cui è competente il Dipartimento delle Foreste del Ministero dellAgricoltura, Risorse Naturali ed Ambiente. Le state forest areas, tra il 1879 ed il 1967, sono state oggetto di politiche di conservazione integrale del patrimonio forestale, impedendone pertanto sia luso economico (a fini agricoli, di silvicoltura e di allevamento) che fruitivo. Solo con lapprovazione della Forest Law (L. n. 14/1967), attualmente in vigore, si cominciano a promuovere politiche di conservazione e gestione ecocompatibile del patrimonio forestale. La nuova legge introduce i piani di sviluppo, strumenti di settore per la salvaguardia, valorizzazione e gestione delle foreste protette; in proposito le principali categorie di protezione sono (parte 1 - art. 3):
Per superare la settorialità delle azioni di tutela è stata approvata la Town and Country Planning Law (Legge per la pianificazione di città e campagna, 1972), finalizzata ad integrare le politiche settoriali di protezione ed uso delle risorse naturali e ambientali, ad oggi solo parzialmente attuata. Essa ha assegnato al Ministero dellAgricoltura il compito di elaborare il piano di conservazione integrato del territorio dellisola per la valorizzazione delle aree di speciale interesse sociale, storico, architettonico, culturale, naturale e piani speciali per la gestione dei flussi turistici nelle aree protette e costiere, che non sono mai stati redatti per ragioni di ordine politico ed economico. Il governo ha infatti sempre considerato la protezione dellambiente un tema di secondaria importanza di fronte alle problematiche politico-diplomatiche legate alloccupazione turca del nord dellisola; la predisposizione del piano di conservazione e sviluppo dellisola avrebbe inoltre limitato fortemente lo sviluppo del settore turistico-ricettivo, che dagli anni 70 ha preso a rappresentare una fonte importante di reddito nazionale. |