Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 38 - FEBBRAIO 2003


LIBRI
Parchi e aree protette della Toscana

Guido Ceccolini, Anna Cenerini, Barbara Anselmi
II edizione aggiornata
Editrice “Il mio amico”- Roccastrada (Gr)
p.p. 320, euro 12,91

Una guida semplice e snella in grado di fornire informazioni utili ad un primo approccio a parchi e riserve della Toscana, stimoli a saperne di più e ad utilizzare meglio le risorse toscane. Nella sua seconda versione divulgativa, il lavoro rappresenta un importante incentivo all’ingresso delle aree protette, come poli di eccellenza, nel circuito già così ricco della Toscana. Un invito al corretto impiego del tempo libero e ad un’offerta turistica che sempre più si caratterizza in alti livelli qualitativi dell’offerta.
“Una visita frettolosa e superficiale alle aree protette della Toscana, come in generale a tutte le aree protette - mette in guardia il responsabile dei parchi e delle oasi Wwf in Toscana, Fabio Tognazzi- equivale quasi sempre ad una delusione.

Check-list dei vertebrati del Verbano Cusio Ossola

Quaderni di Natura e Paesaggio del Verbano Cusio Ossola- n.1
Radames Bionda, Fabio Casale
e Lucia Pompilio
Verbania, 2002 p.p.51, s.i.p.

È stato pubblicato il primo numero della collana “Quaderni di Natura e Paesaggio del Verbano Cusio Ossola” realizzato dall’ assessorato provinciale alla Tutela dell’Ambiente, con la quale ci si propone di divulgare le conoscenze relative al patrimonio naturalistico e paesaggistico del territorio provinciale e le strategie per la sua tutela e gestione. Il territorio in questione presenta una grande ricchezza, sempre più minacciata, dispersa, banalizzata, distrutta dalla poca attenzione e dall’ignoranza, riducendone sempre più gli spazi vitali. Eppure queste forme di vita esistono come pure esistono mille ragioni per difenderle: grazie a questa ed a future pubblicazioni è possibili dare il via ad una serie di studi volti ad approfondire la conoscenza di tutte le specie e gli habitat presenti sul territorio, vale a dire la biodiversità, che è la chiave dello sviluppo sostenibile. Altro passo importante: è stata attivata una collaborazione con il Dipartimento di Ecologia del territorio dell’Università degli Studi di Pavia per redigere un inventario della biodiversità presente sul territorio provinciale.

Il Santuario dei Cetacei

Centro Studi sulle Aree protette marine e costiere.
Atti del Seminario Internazionale Genova, 22 marzo 2002 - pp.134

Con questo “quaderno” si inaugura la pubblicazione dei documenti del Centro Studi sulle Aree Protette Marine e Costiere, sorto per iniziativa della Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve naturali, dell’Acquario di Genova e della Regione Liguria.
Così come per l’analoga e precedente iniziativa del Centro Studi “Valerio Giacomini”, questa collana si propone come strumento di approfondimento e di studio sulle problematiche delle aree protette, in questo caso marine e costiere, con l’obiettivo di creare partecipazione e consenso, secondo l’ispirazione e l’opera di Valerio Giacomini. Come per il “Giacomini” anche i Quaderni del Centro Studi sulle Aree Marine e Costiere raccoglieranno i contributi presentati nel corso di convegni su temi specifici, individuati di volta in volta.
I convegni verteranno su temi di importanza pratico-gestionale anche se dovranno opportunamente comprendere aspetti sia di tipo scientifico sia di tipo socioeconomico, ma finalizzati sempre a fornire indicazioni utili alla pianificazione ed alla gestione: in poche parole, un punto di incontro tra ricercatori, amministratori pubblici e gestori. Tema scelto per il primo appuntamento è stato il Santuario dei Cetacei al fine di fare il punto della situazione ed analizzare le prospettive future di questa vasta area protetta marina internazionale. Proprio nel periodo del convegno si stava discutendo in Parlamento la ratifica dell’accordo stipulato il 25 novembre 1999 tra i tre Paesi interessati. La ratifica, come è noto, non fece in tempo ad essere approvata, a causa dello scioglimento delle Camere dovuto alle elezioni politiche ed è diventata legge dello Stato il successivo ottobre 2001 con la nuova legislatura. Intento del convegno - cui hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni e delle categorie interessate - è stato quello non solo di esporre i dati scientifici ma anche e soprattutto di stabilire un dialogo ed un dibattito tra tutti gli operatori al fine di raggiungere nel modo più veloce possibile gli obiettivi gestionali e di tutela. Un resoconto - quello che vi viene proposto oggi - che merita attenzione, a due anni dall’iniziativa.

Il Turismo e la valorizzazione delle aree protette

Analisi dell’esperienza toscana
A cura di Roberto Pagni
Regione Toscana/Irpet
Pontassieve 2002
p.p.296, s.i.p.


La ricerca in oggetto - realizzata dall’ Area Tutela e Valorizzazione delle Risorse Ambientali della Regione Toscana in collaborazione con l’IRPET - affronta il tema del turismo inteso come “uno dei modi più interessanti e carichi di buone prospettive di valorizzare le aree protette nel rispetto della loro missione istituzionale e del loro ambiente.” L’inquadramento del lavoro è teorico-economico, ai fini dell’individuazione dei vari possibili percorsi di sviluppo locale per le aree protette ed i risultati-a detta di Tommaso Franci, assessore all’Ambiente della Regione Toscana- “costituiscono un importante riferimento e forniscono concrete indicazioni sulle strategie da seguire”. Da sottolineare che la comparazione di esperienze tra loro diverse dal punto di vista istituzionale, geografico e socioeconomico è stata svolta al fine di delineare un primo quadro regionale del fenomeno sapendo che, così come è stato fatto nell’analisi dello sviluppo economico, anche il turismo nelle aree protette non può che essere analizzato partendo dalle “Toscane della Toscana”.
Fondamentale, per la ricerca condotta, le interviste realizzate con testimoni privilegiati- una settantina tra imprenditori, dirigenti, amministratori di enti locali, organizzazioni di categoria, associazioni ambientaliste ecc.- e con 1250 turisti.
Ecoturismo, agriturismo, turismo sportivo, queste e svariate altre formule - integrate con altre tipologie di offerta - oltre a conoscere un crescente successo nelle aree protette toscane garantiscono una presenza umana motivata verso il rispetto ambientale, correttamente programmata in termini di affluenza e favoriscono la nascita di nuove professionalità.
Con l’economista e ricercatore dell’IRPET Roberto Pagni hanno collaborato gli autori Salvatore Bimonte, Rita Cannas, Alessandro Cavalieri, Carlotta Miniati ed Antonello Nuzzo.

Rete ecologica nazionale

Il ruolo delle aree protette nella conservazione dei vertebrati
Luigi Boitani, Alessandra Falcucci, Luigi Maiorano,
Alessandro Montemaggiori
Ottobre 2002, pp.88

In questa pubblicazione vengono presentati in forma concisa e divulgativa i risultati di un’analisi dei contenuti delle aree protette italiane soprattutto in termini di specie di vertebrati.
Lo studio è finalizzato a verificare la congruenza del sistema di aree protette con la distribuzione dei valori di biodiversità dei vertebrati e ad evidenziare le linee di azione necessarie per rendere il sistema più efficiente nella conservazione di questa importante componente della biodiversità.
È stato effettuato su richiesta della Direzione Conservazione della Natura del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, dal Dipartimento di Biologia Animale e dell’Uomo dell’Università di Roma “La Sapienza” e si basa sui dati conseguiti dallo studio completato nel febbraio 2002 sulla individuazione della Rete Ecologica Nazionale (REN) per la conservazione dei vertebrati.
In sintesi REN è un programma integrato che tende al riequilibrio dei flussi di sviluppo socioeconomico in un contesto di sostenibilità della crescita e di conservazione ottimale della biodiversità e-come tale- si articola in una complessa rete di programmi che investono i più diversi settori dell’economia, cultura, gestione del territorio e, naturalmente, anche quelli dell’ecologia e gestione della biodiversità.
In Italia quest’ultima -in termini di specie- è composta da oltre 57.000 specie animali: appare pertanto giustificato rivolgere ad esse l’attenzione prioritaria. E nell’ambito zoologico i vertebrati occupano un indiscutibile ruolo “bandiera”.

Atlante dei parchi

Guida ai servizi
e alla fruizione turistica
Supplemento al n.2
di Piemonte Parchi

La cura dell’ambiente e sensibilità culturale sono i pilastri su cui si basa la politica di tutela della Regione Piemonte. Una valorizzazione delle aree protette che da sempre è abbinata alla puntale opera di informazione con il suo elemento portante nell’Atlante dei parchi: una sorta di affresco a tutto tondo, un’aggiornata antologia dove la descrizione tecnico scientifica dei luoghi è affiancata da utili notizie sui servizi offerti dagli enti gestori e sulle opportunità di fruizione turistica. Sono le cifre – fanno presente gli assessori regionali all’Ambiente, Ugo Cavallera, ed alla Cultura, Giampiero Leo- a sottolineare l’importanza di questo “speciale” del mensile Piemonte Parchi che in sette anni ha registrato ben 5 edizioni, pubblicate in occasione di importanti eventi svoltisi in Piemonte. Questa volta l’attenzione è puntata sul capoluogo regionale, Torino, sede della II Conferenza nazionale delle Aree Protette. Un’occasione particolarmente significativa per dare nuovo impulso al futuro dei parchi nazionali e regionali, migliorarne il ruolo sul territorio e potenziare le loro capacità propositive.

Il sistema insediativo dei Monti Sibillini

Di Amos Masè
e Carlo Brunelli
Quaderni divulgativi del Parco nazionale dei Monti Sibillini
n.4, 2002 p.p. 88, s.i.p.

Funghi del Parco nazionale dei Monti Sibillini

Di E.Bini, A.Catorici,
A.Dell’Uomo, R.Falsetti, E.Orsomondo, M.Raponi
Quaderni divulgativi del Parco nazionale dei Monti Sibillini- n.10, 2002 p.p. 144, s.i.p.

Entrambe le pubblicazioni fanno parte della collana de “i quaderni divulgativi” edita dall’ente parco.
La prima offre un’indagine piuttosto dettagliata degli insediamenti del territorio dei Sibillini e “poiché- spiega il presidente del parco, prof. Carlo Alberto Graziani- gli insediamenti costituiscono un ancoraggio forte alle tradizioni, la tutela di essi diventa uno degli obiettivi fondamentali dell’azione del parco”.
Per conoscere gli insediamenti è necessario conoscerli dall’interno: una comprensione piena che richiede l’avvicinarsi ed il sostare, il soggiornare presso le cose.
In questo sta il merito dell’autore, l’architetto Amos Masè: ci addita un percorso complesso dove tener conto soprattutto della specificità dei territori attraversati , della loro diversità che è fisica, in quanto legata ai versanti del massiccio, e culturale, in quanto legata alle microstorie delle valli.
Superando la divisione tra urbanistica ed architettura, Masè guarda all’insieme degli elementi naturali, degli insediamenti, dei manufatti ricomponendoli nel quadro di quella che egli chiama “architettura della terra”.
Lo studio dell’autore- che servirà al parco come base rigorosa per articolare future iniziative ed interventi- è corredato da fotografie e grafici realizzati da Carlo Brunelli.
I funghi del territorio del parco, accompagnati da una descrizione degli ambienti naturali, di una breve presentazione della biologia e morfologia micologica e da varie e pratiche schede sono l’argomento del secondo volume che si avvale dell’ esperienza e delle conoscenze di numerosi autori.
Per il loro fascino misterioso i funghi, dono di una terra altrettanto affascinante e misteriosa, hanno sempre esercitato una particolare attrazione.
Quali esseri viventi sono parte importante di quel patrimonio straordinario che è la biodiversità dei Monti Sibillini e contribuiscono a rafforzare la capacità di automantenimento ed autoregolamentazione degli ecosistemi.
Finora il Parco dei Monti Sibillini non è stato mai oggetto di un’esaustiva ricerca scientifica inerente gli aspetti micologici e per questo gli autori, nella stesura dell’opera, hanno dovuto ricorrere oltre che alle conoscenze personali, ad interviste a raccoglitori esperti ed a sopralluoghi finalizzati a conoscere meglio gli habitat che le singole specie occupano.
Da tale lavoro è risultato un elenco composto da 263 specie di funghi, 90 delle quali illustrate con specifiche schede. Nel “quaderno”non mancano, infine, indicazioni ed avvertenze sulle sindromi da intossicazione, il glossario, l’indice dei nomi scientifici e di quelli italiani e “volgari”.

Storie d’acqua

Le canalizzazioni del Vercellese
e gli ecomusei dei Piemonte
Quaderni di Civiltà
e Cultura Piemontese
Priuli & Verlucca Editori
p.p. 128, s.i.p.

È con la rivisitazione del testo contenuto in questo volume intitolato “L’irrigazione nel Vercellese” (1970) dell’ingegnere Pietro Monti che si vuole ripercorrere alcune tappe della storia di questo territorio e dell’Associazione d’Irrigazione Ovest Sesia (oggi Ovest Sesia Baraggia) tuttora custode dei canali vercellesi e che fonda le sue origini nel lontano 1853, per volontà dell’allora Ministro Camillo Benso Conte di Cavour. L’acqua è difatti l’elemento fondamentale che ha caratterizzato non solo la morfologia ma anche il modus vivendi di un intero comprensorio, eppure la realtà irrigua del Vercellese è un patrimonio storico ed ambientale ai più sconosciuto. Percorrendo questa sconfinata campagna ci troviamo di fronte ad un reticolato fittissimo di canali che hanno origini antiche ma sono rimasti immutati, quasi fossero immuni al trascorrere dei secoli. Hanno resistito alla forza invasiva delle alluvioni, alla lenta erosione dell’acqua, ai cambiamenti del mondo circostante, divenendo quindi memoria storica delle terre d’acqua. I canali ed il territorio, dunque, quali protagonisti della Storia e testimoni di epoche passate. Perché non dar loro voce?
E la voce del nostro passato altro non è che l’Ecomuseo.
Quello delle “Terre d’Acqua” voluto dalla Regione Piemonte e dalla Provincia di Vercelli ha il compito di raccontare la pianura vercellese, dalla nascita della risicoltura ai giorni nostri, offrendo vari poli espositivi.

Turismo, ambiente, design

L’Ecoturismo come risorsa
territoriale per l’impresa…
il ruolo del design
a cura di Andrea Vallicelli
Edizioni PoliDesign, 2001
p.p. 304, euro 22,50

Sotto l’azione di molteplici fattori di natura economica, sociale e culturale, nei territori di Marche e Abruzzo, ci sono oggi le condizioni per immaginare un’offerta turistica più articolata, invitante e socialmente condivisa.
La ricerca presentata in questo Quaderno è centrata sull’innovazione, qualità e ambiente nel disegno industriale: il contesto centroadriatico tra mercato globale e risorse locali ne suggerisce una linea di crescita basata sull’interdipendenza tra miglioramento della qualità ambientale e sviluppo turistico delle aree marittime e dei parchi nazionali.
È una scelta che assume un significato strategico per la rivalutazione dei nessi tra le diverse realtà sociali, gli apparati produttivi ed il Sistema Design.
Emergono così nuove opportunità per una proposta progettuale di servizi e di sistemi prodotto, rivolta all’ecoturismo marino e terrestre: sulla costa, con la promozione di attività diportistiche ecocompatibili, nei parchi, con il rilancio delle strumentazioni scientifiche di supporto per una nuova fruizione della natura.
I testi sono di Elianora Baldassarri, Antonio Basti, Esmeralda Colucci, Donato D’Ercole, Giuseppe Di Bucchianico, Michele Lepore, Antonio Marano, Michele Platania, Valter Silvani, Andrea Vallicelli. Ai parchi, nello specifico, è dedicato il capitolo 7 scritto da Michele Lepore che traccia l’evoluzione storica delle aree protette, il quadro istituzionale, problematiche e mission, nonché sistema dei servizi e ruolo del design.

Parchi, piani, progetti
Ricchezza di risorse, integrazione di conoscenze,
pluralità di politiche

A cura di Paolo Francalacci
e Attilia Peano
G. Giappichelli Editore-
Torino, 2002
p.p 575 45 euro

Il principio di fondo che ha animato i numerosi autori di questa poderosa opera, curata da Paolo Francalacci, docente e ricercatore dell’Università di Firenze e Attilia Peano, ordinario di Urbanistica dell’ Istituto Politecnico di Torino- Facoltàdi Architettura, entrambi membri dell’IUCN, è che le aree protette costituiscono in primis una “risorsa”, un’ “opportunità” di capitalizzare i benefici dei processi naturali per le comunità locali.
Per arrivare a questo è importante che uno studio di tale portata si articoli attraverso un confronto tra discipline tra loro diverse per arrivare a costruire un percorso complesso- anche critico- nel quale si sovrappongono e si confrontano conoscenze ed analisi ottenute attraverso una pluralità di strumenti. Delle tre parti che costituiscono il volume, la prima tratta le politiche per le aree naturali protette in Europa e gli strumenti definiti dalla Comunità europea al fine di porre la protezione dei sistemi naturali, la conservazione della biodiversità, la protezione del suolo al centro degli sforzi per perseguire forme di sostenibilità attraverso il miglior assetto territoriale. Molti i riferimenti alla pianificazione come strumento di gestione dei parchi naturali ed agli indicatori di diversità biologica e paesaggistica come rappresentanti della diversità distintiva di un territorio.
La seconda si sofferma sulla disamina di politiche nazionali e regionali e su esperienze di pianificazione e gestione di aree protette, con particolare attenzione alle Regioni.
Nel terza parte il confronto si sposta sulle tecniche di analisi e di intervento: il telerilevamento, le scienze geologiche e naturali, le scienze agrarie e forestali, l’ingegneria e la biologia si affiancano quali strumenti fondamentali per migliorare lo stato di salute dell’ambiente e la tutela delle risorse con la consapevolezza dei limiti e dei gradi di incertezza connaturati a ciascun approccio.
L’obiettivo condiviso è di guardare al parco come progetto di integrazione e luogo di contaminazione di saperi e tecniche per arrivare ad una efficace difesa dell’ambiente e ad una piena tutela della vivibilità umana sulla terra.

F.Z.