Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 38 - FEBBRAIO 2003


PER CONOSCERE MEGLIO L'AVIFAUNA ...
...nel Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna
Il Parco del Delta del Po dell'Emilia-Romagna possiede caratteristiche territoriali ed ecologiche che lo rendono unico nel suo genere. Copre una superficie complessiva di circa 52.000 ettari e tutela un complesso di aree palustri, lagunari e boscate tra le più importanti d’Italia e dell’Unione Europea.
Il Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna è composto da 6 Stazioni distinte: “Volano-Mesola-Goro”, Centro Storico di Comacchio”, Valli di Comacchio”, “Campotto di Argenta”, “Pineta di San Vitale e Pialasse di Ravenna”, “Pineta di Classe e Salina di Cervia”.
L’elemento naturale che più di altri connota il territorio del Delta è l’acqua.
È il rapporto instabile tra acqua e terra, il loro sempre precario equilibrio, che nel Delta del Po ha determinato un paesaggio così mutevole in cui boschi, pinete e foreste allagate si alternano a zone umide interne d’acqua dolce o a stagni e lagune costiere salmastre o salate.
La biodiversità nel comprensorio deltizio è straordinaria.
Gli uccelli del Delta del Po costituiscono un patrimonio di straordinario valore, con oltre 280 specie segnalate, di cui 144 nidificanti e 141 svernanti. Essi fanno del parco la più importante area ornitologica italiana ed una delle più rilevanti d’Europa.
Questa straordinaria diversità di specie è dovuta alla grande complessità ambientale, originata dall’incontro tra le acque del mare Adriatico e quelle del fiume Po e dei torrenti appenninici, con vaste lagune salmastre accanto a paludi d’acqua dolce, corsi d’acqua, boschi igrofili e termofili, praterie e dune. Per molte specie il Delta rappresenta una vera roccaforte a livello europeo o nazionale, così è per la Sgarza ciuffetto, l’Airone rosso, il Mignattaio, la Volpoca, la Moretta tabaccata, il Falco di palude, la Beccaccia di mare, il Cavaliere d’Italia, il Gabbiano corallino, la Sterna zampenere, il Fraticello.
Alcune specie nidificanti costituiscono vere rarità di livello internazionale, come il Marangone minore, con l’unica colonia dell’Europa occidentale, la Sterna di Rüppell, con le uniche coppie nidificanti dell’intero continente, il Fenicottero, con una delle pochissime colonie europee; altre specie hanno scelto il Delta come unico sito riproduttivo in Italia, come lo Svasso piccolo, la Spatola, il Beccapesci.
In inverno le specie che hanno nidificato in nord Europa scendono con migliaia di individui verso le tranquille acque delle valli salmastre e delle saline, dove si concentrano enormi stormi di anatre (alzavole, mestoloni, fischioni, codoni, moriglioni) e limicoli (avocette, pivieri dorati, piovanelli pancianera, gambecchi, pettegole).
In primavera e autunno, in corrispondenza dei picchi di migrazione, centinaia di specie diverse frequentano le zone umide del parco; gli uccelli sostano qualche giorno per alimentarsi e riposarsi prima di riprendere il volo verso le aree riproduttive o i quartieri di svernamento in Africa.
Questi periodi riservano le osservazioni più straordinarie: Cicogna nera, Aquila anatraia maggiore, Falco pescatore, Gru, Falaropo beccosottile, Croccolone, Sterna maggiore, sono solo alcune delle rarità che è possibile osservare.
Un simile patrimonio necessita un’accurata gestione, possibile soltanto attraverso una approfondita conoscenza, costantemente aggiornata.
Solo la conoscenza, infatti, permette di scegliere le più appropriate azioni gestionali e di intervento sul territorio, per conservare le specie che prioritariamente necessitano di interventi di tutela e per gestire nel modo migliore la fauna selvatica.
La conoscenza del patrimonio naturale è fondamentale strumento anche per la valorizzazione del territorio, come avviene nel Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna con il progetto “birdwatching” che sta attirando l’attenzione degli appassionati di tutta Europa su quest’area di straordinario interesse ornitologico.
Cosciente dell’importanza di studiare approfonditamente e con continuità la comunità ornitica del parco, l’ente di gestione, in collaborazione con la Provincia di Ravenna, ha elaborato un ambizioso programma di monitoraggio dell’avifauna, che non trova eguali in nessun altro parco italiano, per estensione e valore delle ricerche da mettere in atto.
Proprio per questo è in fase di elaborazione un protocollo per ottenere la costante collaborazione dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, al fine di garantire il massimo rigore scientifico alle diverse fasi di realizzazione del progetto.
Il censimento esaustivo dell’ornitofauna presente in una data regione è un’attività complessa e molto articolata in rapporto tanto alle intrinseche caratteristiche ecologiche proprie delle specie ornitiche, come la grande mobilità e le ampie variazioni del comportamento in rapporto alla fenologia stagionale e alle diverse specie, quanto alle caratteristiche dell'area di studio, ossia estensione, eterogeneità ambientale, posizione biogeografica, elevato numero di specie presenti. La raccolta di dati qualitativi e quantitativi in relazione alla fenologia delle diverse specie ed alle diverse fasi del ciclo biologico annuale dell’anno rende tale analisi ancor più problematica.
Per questo sono stati elaborati 8 diversi sub-progetti, ciascuno caratterizzato da proprie complesse metodologie di indagine, estremamente specializzate ed adattate alle diverse specie o gruppi di specie e ai diversi periodi dell’anno.
Le attività in progetto hanno anche evidenti ricadute in termini di immagine dell’area protetta, poiché le informazioni raccolte possono essere usate per dare enfasi al ruolo del parco nella conservazione della natura e nel mantenimento della biodiversità, e possono servire per iniziative collaterali da sviluppare nell'ambito dello scambio di ricercatori con i parchi gemellati, dell'educazione ambientale rivolta alle scuole anche mediante la partecipazione diretta alle ricerche, dell'offerta turistica per il birdwatching nel parco, di iniziative divulgative come l’adozione di un fenicottero o di un airone, tramite l’acquisto dell’anello con cui è marcato e la successiva periodica informazione circa gli spostamenti e gli episodi salienti della vita dell’esemplare adottato.
I progetti sono stati elaborati considerando la base della divisione in stazioni del territorio del parco, le diversità ecologiche ed etologiche delle specie coinvolte che richiedono specifiche e distinte metodologie di studio, la grande complessità delle situazioni ambientali, l'integrazione con progetti organizzati a livello nazionale ed internazionale che attestano l'interesse dell'attività proposta e ne garantiscono sin da subito un ritorno in termini di risultati ed immagine.
Questi, di seguito, gli otto progetti elaborati.

1) Censimento degli uccelli acquatici svernanti e migratori delle zone umide: questo progetto prevede l’adesione ai censimenti invernali promossi da Wetlands International e coordinati a livello nazionale dall'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica e l’estensione del monitoraggio a cadenza mensile per tutto il corso dell’anno in tre zone umide campione, sufficientemente isolate e rappresentative della diversità ambientale del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna: Valle Gorino, le Valli di Argenta, il sistema della Salina di Cervia e dell’Ortazzo.
Verranno conteggiati tutti gli uccelli acquatici presenti in periodo invernale in tutte le zone umide del parco e gli uccelli presenti nelle tre zone umide campione per tutto l’arco dell’anno.

2) Monitoraggio delle popolazioni nidificanti e migratrici dei piccoli Passeriformi: la ricerca sulle specie nidificanti viene eseguita mediante la tecnica di cattura marcatura e ricattura, nell'ambito del progetto “Constant Effort Sites” promosso dall'EURING e realizzato in Italia con il progetto PRISCO dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, da maggio ad agosto; la ricerca sulle specie migratrici viene condotta con le stesse metodologie durante il periodo da settembre ad aprile. Entrambe le ricerche sono eseguite mediante inanellamento a intervalli regolari in tre siti campione: Val Campotto, Punte Alberete, l’Ortazzino.
I piccoli Passeriformi saranno catturati con apposite reti verticali, che non causano loro alcun danno fisico o stress, per marcare ciascun esemplare con anello numerato e rilevarne specie, età, sesso, stato della muta del piumaggio ed alcuni importanti parametri biometrici.

3) Censimento Uccelli nidificanti: è questo uno dei progetti più complessi, prevede il censimento qualitativo e quantitativo di tutto il territorio del Parco, mediante l’esecuzione di circa 400 punti di ascolto dei canti territoriali dei maschi e di osservazione delle coppie in attività riproduttiva, in cui vengono rilevate tutte le specie contattate in un arco temporale di 10 minuti; ciò permetterà di conoscere la distribuzione e la consistenza di quasi tutte le specie nidificanti nel territorio del parco.
Inoltre, si prevedono ricerche mirate per specie particolarmente elusive o difficili da localizzare con il metodo precedente, come il Tarabuso, i rapaci diurni e notturni, i Galliformi, alcuni Rallidi e Coraciformi, il Topino, con uso di richiami acustici elettromagnetici e sopralluoghi mirati presso gli habitat più idonei alla riproduzione.

4) Monitoraggio del Cormorano e degli Uccelli ittiofagi presso gli allevamenti ittici: è il progetto con le più importanti ricadute gestionali; scopo della ricerca, infatti, è quello di valutare il reale impatto delle specie ittiofaghe, e, in particolare, del Cormorano, sugli allevamenti ittici presenti nelle valli salmastre del parco.
Gli esiti della ricerca devono fornire tutti i dati per stabilire il danno arrecato dalle specie selvatiche e devono fornire elementi che contribuiscano alla risoluzione del problema.
Si prevede di monitorare costantemente le colonie e i dormitori invernali di cormorani nel parco e di censire settimanalmente la presenza di tutte le specie ittiofaghe (Cormorano, Airone cenerino Airone bianco maggiore, Gabbiano reale) presso tutti gli allevamenti.

5) Censimento delle colonie di Ciconiformi e Caradriformi nidificanti: questa ricerca riguarda le specie di maggiore importanza conservazionistica del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna, riunite in grandi colonie che spesso ospitano la gran parte o la totalità della popolazione italiana e rappresentative quote di quella mondiale.
Si prevede di monitorare costantemente le garzaie di Ardeidi e altre specie coloniali su alberi (Garzetta, Nitticora, Sgarza ciuffetto, Airone guardabuoi, Marangone minore, Mignattaio) e canneti (Airone rosso, Airone cenerino, Airone bianco maggiore) e le colonie di Caradriformi ed altre specie su dossi e argini delle lagune salmastre e delle saline (Cavaliere d’Italia, Avocetta, Pernice di mare, Beccaccia di mare, Gabbiano reale, Gabbiano comune, Gabbiano roseo, Gabbiano corallino, Sterna zampenere, Sterna comune, Fraticello, Beccapesci, Sterna di Rüppell, Spatola).

6) Controllo del prelievo venatorio nelle aree di pre-parco: l’attività venatoria rappresenta una delle attività che maggiormente influenzano la conservazione delle popolazioni ornitiche, soprattutto per le specie acquatiche (principalmente anatidi e folaga) che durante la stagione autunno-invernale si concentrano nelle poche zone umide residue; la ricerca si propone di raccogliere informazioni precise ed il più possibile realistiche sul prelievo venatorio, in particolare sugli uccelli acquatici, analizzando i tesserini venatori compilati dai cacciatori e raccogliendo informazioni dirette sulle abitudini dei cacciatori e sui carnieri.

7) Monitoraggio degli Anatidi: il parco è un sito cruciale per la nidificazione, la sosta e lo svernamento di varie specie di Anatidi; nel Delta nidificano nove specie (Volpoca, Germano reale, Canapiglia, Alzavola, Mestolone, Fistione turco, Moriglione, Moretta tabaccata, Moretta), con i più importanti popolamenti nazionali.
La ricerca intende monitorare la distribuzione e l’entità della popolazione delle specie nidificanti e, inoltre, studiare le specie in periodo post-riproduttivo e di migrazione/svernamento, mediante attività di inanellamento con raccolta di informazioni sulla biometria, il rapporto tra sessi, la composizione per classi di età, lo status fisiologico.

8) Inanellamento del Fenicottero: la Salina di Comacchio è da tre anni sede di una colonia nidificante di Fenicottero, sin dal primo anno di insediamento, oggetto di ricerca da parte dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, che esegue il monitoraggio e l’inanellamento dei pulli, mediante una battuta cui partecipano numerosi inanellatori.
Con tecniche che evitano loro ogni stress, i pulli sono pesati, misurati e marcati con anello metallico e anello colorato; quest’ultimo serve a seguire gli spostamenti dell’animale, durante la sua vita adulta, senza necessità di ricattura: la visibilità e le dimensioni dell’animale, e dell’anello, consentono, infatti, l’osservazione e la lettura a distanza, in modo da permettere l’identificazione individuale dei diversi soggetti.
Infine, si prevede l’elaborazione dei dati ricavati per la stesura dell’Atlante degli uccelli nidificanti nel parco, che, oltre a fornire fondamentali elementi per la conoscenza e la gestione del territorio, costituisce un importantissimo e prestigioso elemento di promozione del parco.