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Ritorno al passato
Sarà inaugurato il 6 aprile sul Monte Barro, il museo Etnografico dellAlta Brianza.
Oggetti, voci e gesti di vita popolare.
Il Parco regionale del Monte Barro è conosciuto nel Lecchese e nellarea lombarda per le iniziative dedicate alla salvaguardia dellambiente ma anche alla valorizzazione delle ricchezze storiche e culturali, oltre che naturalistiche, del proprio territorio e di quello circostante.
Per questo, dopo avere promosso le ricerche archeologiche culminate con il ritrovamento di un importante insediamento di età gota, il Consorzio che gestisce il parco regionale si è attivato per la costituzione di un nuovo istituto culturale.
Si tratta del Museo Etnografico dellAlta Brianza, dedicato agli usi e costumi della gente della Brianza storica, una regione collinare in buona parte compresa nella provincia di Lecco, a ridosso del lago di Como e delle Prealpi.
Il museo
Il museo è dedicato al lavoro, alle usanze, alle credenze, alle forme espressive delle classi popolari nei secoli XIX e XX unepoca che dalletà preindustriale conduce fino al Novecento, attraverso notevoli trasformazioni ma anche significative permanenze di lunga durata. Il museo raccoglie oggetti, testimonianza orali, immagini e documenti scritti, indispensabili per studiare e fare conoscere pratiche, saperi, relazioni sociali e atteggiamenti mentali delle donne e degli uomini vissuti in questo territorio. Perciò il museo, oltre a conservare oggetti come testimonianza del loro contesto sociale e culturale, è impegnato a curare la testimonianza del passato e della sua memoria, attraverso fotografie, filmati, registrazioni sonore, che almeno in parte si ritrovano nel percorso delle sale.
La cultura delle classi popolari si caratterizza, rispetto a quella delle élites, per il prevalere della comunicazione orale e di quella visiva nella trasmissione del sapere, nellespressione artistica, nella definizione dei modelli di comportamento. Pertanto, per studiarla, sono fondamentali lindagine sul campo e le interviste, il rapporto diretto tra ricercatore e testimone. Una sala del museo è dunque destinata alla visione di documentari riguardanti gli aspetti delletnografia della Brianza e del Lecchese. Il museo propone in forma permanente ambienti e attività che hanno segnato il territorio brianteo.
Le prime sezioni esposte al pubblico riguardano la bachicoltura, la coltivazione del granoturco, la viticoltura, la vinificazione, la fienagione, la stalla, i trasporti, il flauto di Pan.
Il museo ospita inoltre mostre temporanee per valorizzare il patrimonio dei depositi e sviluppare la ricerca su nuove tematiche di interesse etnografico, anche in collaborazione con altri musei e istituti culturali.
Si vogliono, infatti, offrire al visitatore - e in particolare ai giovani occasioni nuove di conoscenza, di riflessione e di confronto tra culture diverse nel tempo e nello spazio.
La sede
Il museo, il cui spazio espositivo è di circa 600 mq, si trova nel nucleo rurale tardo-medievale di Camporeso, nel comune di Galbiate (LC). Il museo intende valorizzare le emergenze di interesse etnografico situate anche nei pressi della sede e nel territorio circostante con percorsi guidati che permettono al visitatore di conoscere quel che rimane del lavoro e della cultura tradizionali (attività, colture, manufatti, parti del paesaggio ed edifici).
Linaugurazione è prevista per laprile 2003 con lapertura al pubblico nei giorni di martedì, mercoledì, venerdì (mattina); sabato e domenica (mattina e pomeriggio).
Per ulteriori informazioni e per la prenotazione necessaria ai gruppi occorre telefonare alla sede del Parco.
Un convegno sul museo
Linaugurazione del Museo Etnografico dellAlta Brianza sarà preceduta, venerdì 4 e sabato 5 aprile 2003, da un convegno intitolato Oggetti, segni, contesti. Ricerche e prospettive di un museo etnografico, che si terrà a Galbiate. Lincontro è rivolto a studiosi, operatori museali, insegnanti e amministratori pubblici e saranno presentate, attraverso relazioni e filmati, le ricerche più recenti promosse dal museo. Saranno inoltre promosse le più interessanti esperienze e riflessioni sui musei etnografici e il loro ruolo in Italia e in Francia.
Per iscrizioni ed ulteriori informazioni:
tel 0341.542266, parco.barro@tiscalinet.it |
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RADIO LUPO
Notiziario ufficiale
del Parco nazionale della Majella
Dicembre 2002
Via Occidentale 6
66016 Guardiagrele (Ch)
tel O871.800713 fax O871.800340
Il piano pluriennale
economico e sociale
Il parco completa gli strumenti di pianificazione.
Un nuovo importante passo è stato compiuto dallEnte verso il completamento degli strumenti di pianificazione.
È stata infatti affidata nel giugno 2002 lelaborazione del Piano Pluriennale Economico e Sociale ai sensi della 394/91. Il Piano, in avanzata fase di predisposizione, dovrà essere consegnato al Parco entro il 30 aprile 2003.
Così dopo avere adottato, previo parere della propria Comunità, il Piano ed il Regolamento del Parco nel maggio del 1999, oggi purtroppo ancora in attesa di adozione ed approvazione da parte della Regione Abruzzo e del Ministero dellAmbiente, lEnte si appresta ora a varare il principale strumento previsto dalla legge per la promozione delle attività compatibili nel territorio del Parco.
Il tutto sotto la direzione della Comunità del Parco che, espressione diretta delle collettività locali, saprà offrire e puntualmente verificare tutte le linee guida del Piano. |
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LA VOCE DEL PARCO
Parco Nazionale delle Cinque Terre
Area Marina Protetta delle Cinque Terre
Ottobre 2002
Via T. Signorini
Riomaggiore
tel 0187.920113
fax 0187.920866
Per comunicare direttamente con la redazione: e-mail lvdpredazione@hotmail.com
Il Parco Nazionale adotta un delfino a Lampedusa.
Breve viaggio alla scoperta dellisola dove le tartarughe marine depongono le uova.
Sullesempio del ministero dellambiente Altero Mattioli, che ha adottato una tartaruga marina di Linosa e un delfino della Maddalena, anche il Parco Nazionale Delle Cinque Terre ha voluto dare il suo contributo alla campagna adozioni nelle principali riserve e aree protette dei mari italiani, adottando il delfino Alaimo, che vive e abita tuttora nelle acque dellisola di Lampedusa e che fa parte di una colonia più o meno stabile di circa 70 esemplari (quelli avvistati finora) continuamente monitorata dai ricercatori del Centro Ricerca Delfini di Lampedusa, con lappoggio dei volontari dei campi CTS.
Siamo orgogliosi di preannunciare che il Parco Nazionale Delle Cinque Terre ha intenzione, ed ha già inviato il progetto al Ministero dellAmbiente, di avviare uniniziativa molto interessante che riguarderà i delfini che ormai da anni sono abituali frequentatori del nostro tratto di mare. Partendo da unidea elaborata e sperimentata già negli scorsi anni dai ricercatori in Israele, si è constatato che il delfino può essere di grande aiuto terapeutico ai bambini disabili e in modo particolare agli autistici.
Sembra che entrare in contatto con il mondo dei gesti e dei suoni dei delfini, porti dei vistosi miglioramenti alle capacità relazionali dei bambini portatoti di handicap. Su come si potrà attuare (nel dettaglio) tutto questo, lo rimandiamo ad un prossimo numero, ma quello che ci preme anticipare, è che questi contatti avverranno con esemplari liberi, (non in cattività o rinchiusi in delfinari) che spontaneamente intrecciano le rotte del nostro mare. |
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VOCI DEL PARCO - E
STATE CON NOI
Parco nazionale del Gran Paradiso
Via della Rocca 47
10123 Torino
tel 011.8606211 fax 011.8121305
0ttanta anni di ricerca scientifica
Ci siamo mai chiesti, entrando in un centro visitatori, oppure leggendo un libro sul parco, da dove arrivano informazioni quali nel parco ci sono 6.000 stambecchi... gli abeti rossi formano boschi puri solo in Valle dAosta... ?
Ebbene, ogni informazione che viene trasmessa al pubblico, anche quella che apparentemente sembra semplicissima, deriva da anni di ricerca, di lavoro dindagine e di costi sia in termini finanziari che di risorse umane.
Per sapere per esempio quanti stambecchi ci sono nel parco, due volte lanno il servizio scientifico organizza specifici censimenti che vengono effettuati dai guarda-parco.
Per conoscere invece la distribuzione della specie sul territorio, vengono svolte catture e marcature degli animali, per poterli poi seguire a distanza in tutte le stagioni.
In taluni casi sono stati molto utili le segnalazioni dei visitatori, per esempio di animali marcati o di specie mai avvistate prima sul territorio (es. capriolo, lince, lupo).
Purtroppo le ricerche da fare sono moltissime e i fondi disponibili non bastano mai. Ecco perché questanno abbiamo pensato di chiedere il contributo dei visitatori per potere continuare una ricerca importante: quella sullo scoiattolo rosso, di cui potete leggere i dettagli nella parte che segue.
Le modalità per contribuire alla ricerca sono due:
Nei centri visitatori in cui è previsto un biglietto dingresso, la metà del costo del biglietto verrà devoluto al progetto;
In ogni centro visitatore sarà possibile comunque dare un contributo e loperatore rilascerà regolare ricevuta.
Il contributo del visitatore sarà fondamentale per il parco (anche solo con lingresso ai centri visita) per continuare le ricerche.
Lanno prossimo saremo lieti di comunicare lammontare dei fondi raccolti e i risultati delle indagini effettuate.
Grazie per la collaborazione!
Cristina Del Corso Servizio Turismo Educazione Ambientale PNGP |
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NEBRODI Il parco tra natura e cultura
Supplemento di Ambiente duemila n.60
Via Ruggero Orlando 126,
98072 Caronia (Me)
tel 0921.333211 fax 0921.333230
Il movimento Scout: la natura prima di tutto. Lupetti e Coccinelle, Esploratori e Rover: una collaborazione preziosa per lEnte Parco.
Lo scoutismo è un movimento educativo aperto a ragazzi e a ragazze, che vuole sviluppare in maniere armoniosa il carattere, la personalità, le capacità fisiche, le capacità tecniche, le capacità morali, la vita spirituale di ciascuno, in un giusto equilibrio, senza dissociare un elemento dallaltro. I nostri ideali sono quelli proposti da Lord Robert Baden Powell, nei suoi scritti e nei suoi insegnamenti, armonizzati con lindole della gioventù italiana nello spirito della fraternità scout. Lo scoutismo vuole essere per i giovani una dimensione salutare, a diretto contatto con la natura nel corso delle uscite, dei fine settimana e soprattutto nel momento forte della vita scout che è il campo. La natura per noi scout è la nostra casa, il luogo dove vivere in piena armonia con le leggi delluniverso. Il Parco dei Nebrodi dà lopportunità di entrare nel grande ciclo della vita: con le sue dorsali, i laghi, i sentieri e le radure, sprizza vitalità, dà energia e ci permette di riscoprire noi stessi.
Lattraversare il bosco a piedi, osservando ciò che ci circonda, fermarsi la sera in una piccola radura e dormire sotto le stelle, per poi essere risvegliati dalle prime luci dellalba, suscita in noi la sensazione di fare parte integrante di questi luoghi. Tantissime sono le attività che si possono fare allinterno di una struttura così vasta e ben attrezzata come il Parco dei Nebrodi; facilmente raggiungibile da qualsiasi paese del circondario, compreso tra le provincie di Messina, Catania ed Enna, il Parco consente ai suoi visitatori di conoscere diversi ambienti naturali: boschi, praterie, laghi, fiumare, grotte e rupi calcaree. Grazie al parco i giovani hanno la possibilità di potere fare attività di laboratorio, di venire a contatto con animali e piante protette ampliando le loro conoscenze naturalistiche dal vivo. Gli scout collaborano con lEnte Parco nella vigilanza durante i periodi di maggior affluenza di visitatori contribuendo a mantenere il bosco pulito. Più in generale le attività proposte nel gioco, nel lavoro allaria aperta, nellavventura, nelle uscite e nei campi, stimolano il singolo individuo, migliorandone le capacità e la voglia di vivere.
Tutto ciò arricchisce lo scout sia fisicamente che spiritualmente. |
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PLINIUS
Periodico di informazione del Parco
nazionale del Vesuvio n.8/2002
Piazza Municipio 8
80040 San Sebastiano al Vesuvio (Napoli)
tel. 081.7710911 fax 081.77188215
Caccia ai tesori del Vulcano
Federparchi e Legambiente danno vita al progetto nazionale Mappa del Vesuvio.
Indirizzata alle scuole, liniziativa mira a coinvolgere gli alunni nellelenco delle biodiversità presenti sul territorio.
Scopo della caccia al tesoro comprendere e valorizzare le peculiarità del patrimonio naturalistico e socioculturale del parco.
Parte la caccia al tesoro nel parco. Federparchi e Legambiente hanno dato vita al progetto nazionale di Educazione Ambientale Mappa del Tesoro.
Liniziativa propone alle scuole localizzate nei parchi, nelle aree collegate e nelle loro vicinanze, unattività di mappatura della biodiversità finalizzata alla presa di coscienza e valorizzazione del peculiare patrimonio naturalistico ma anche socioculturale, paesaggistico ed economico che caratterizza lItalia dei parchi: il progetto è anche unoccasione per riflettere sul rapporto tra scuola e territorio, sulla costruzione del Piano dellofferta formativa (POF) e del curricolo di scuola.
I parchi nascondono un tesoro fatto di paesaggi, di tradizioni, di prodotti tipici, di sapori e di conoscenze, una diversità che è ricchezza alla quale dobbiamo avvicinarci con rispetto per conoscerla e valorizzarla.
A chi possiamo affidare il compito di cercare questo tesoro?
Ci vogliono persone che abbiano a cuore il territorio in cui vivono, abbiano tenacia ed entusiasmo, si intendano di scienza come di storia, di letteratura come di arte e di tecnica
che sappiano porsi domande e cercare le risposte, siano in grado di fare inchieste e richiamare lattenzione delle popolazioni sui risultati delle proprie ricerche.
Chi, se non le scuole, con il loro patrimonio di insegnanti esperti della propria disciplina, di ragazzi che guardano al futuro e chiedono di capire e di contare, con la loro capacità di sviluppare progetti e costruire interesse? Insomma un consiglio per le scuole presenti nel territorio del parco: alzate le antenne e preparate gli strumenti, tra poco si apre la caccia al tesoro.
Giuseppe Ruggiero |