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Dichiarazione Ambientale
2003-10-19
Parco naturale Mont Avic
pp.62, s.i.p.
L’ente parco del Monte Avic, al fine di dotarsi di un valido strumento
operativo per la gestione delle proprie attività istituzionali
e di poter valutare e migliorare le proprie prestazioni ambientali in
modo da garantire e promuovere la conoscenza, conservazione e valorizzazione
degli aspetti naturalistici, territoriali e culturali dell’area
protetta, ha attivato nel 2001 un progetto di implementazione di un sistema
di gestione ambientale conforme ai requisiti della norma UNI EN ISO 14001
e del Regolamento Emas con il contributo della Regione Autonoma Valle
d’Aosta, Servizio Gestione Risorse naturali ed il supporto scientifico
del Settore Ecologia Applicata del Dipartimento di Georisorse e Territorio
del Politecnico di Torino. Il Sistema di Gestione Ambientale implementato
presso il Parco ha ottenuto la certificazione UNI EN ISO 14001 nel febbraio
2003 (certificato EMS -367). Il presente documento costituisce il principale
strumento per la comunicazione al pubblico ed alle parti interessate di
informazioni ambientali convalidate relative al miglioramento continuo
delle prestazioni ambientali dell’organizzazione e, di conseguenza,
dello stato di conservazione e valorizzazione del territorio, degli ecosistemi
e della biodiversità.
Parco nazionale
Kornati
Croazia
Pp48 s.i.p.
Un piccola guida realizzata dall’ente parco nazionale delle Isole
Kornati per invogliare – se ce n’è bisogno - gli italiani
a visitare questo ecosistema di grande fascino. Un centinaio di isole
e scogli disseminati in uno specchio d’acqua dove il fondale è ricchissimo
di specie ittiche. Un piccolo paradiso da proteggere, proclamato area
protetta nel 1980 dalla Repubblica di Croazia.
Il quinto parco nazionale croato, che la legge istitutiva prevede
sia aperto ai visitatori senza restrizioni.
Il Parco nazionale
dei M.ti Sibillini nel sistema dell’Appennino
A cura di Andrea Filpa
PROCAM- dipartimento di progettazione e costruzione
dell’ambiente, Facoltà di Architettura- Università degli
Studi di Camerino
Sala Editori, 2000
Pp 153, s.i.p.
La presente ricerca è stata commissionata dall’Ente parco
dei Monti Sibillini al PROCAM (Dipartimento di progettazione e costruzione
dell’Ambiente) della Facoltà di Architettura dell’Università di
Camerino. La ricerca si è svolta con il coordinamento scientifico
di Piergiorgio Bellagamba e fa parte di un più ampio programma
(PLANECO, Planning in Ecological Work) condotto congiuntamente dalle Facoltà di
Architettura dell’Università di Camerino, di Ingegneria dell’Università di
L’Aquila e di Architettura dell’Università di Chieti-Pescara.
Le motivazioni di base del lavoro sono al centro dell’attuale dibattito
culturale e disciplinare che affronta i problemi della “continuità ambientale” e
del ruolo strutturante da riconoscere ai parchi nei confronti dell’intero
ambito territoriale vasto di cui essi fanno parte.
Notevoli limiti pesano sul modo di affrontare tali problemi:
da un lato connessi alla difficoltà di integrare correttamente
le diverse discipline (geologia, ecologia, botanica. Zoologia, pianificazione
territoriale, ecc) che collaborano alle operazioni di controllo delle
trasformazioni del territorio; dall’altro pesano le difficoltà connesse
alla mancata integrazione delle strutture di governo della P.A.
Sono ancora estremamente carenti, infatti, gli strumenti che
consentono di attuare il metodo della concertazione e copianificazione
tra i diversi enti che hanno responsabilità di decisione sul territorio.
In tale quadro è aperto il problema di individuare metodi e strumenti
da utilizzare affinché il parco contribuisca a massimizzare le
competenze e le capacità degli enti locali, in quanto “sistema
territoriale a finalità multiple” nel quale devono essere
rese compatibili strategie diverse. L’area di studio (500.000 ha)
presenta caratteri particolarmente idonei per verificare la tesi della
ricerca e per sperimentare metodi capaci di condurre alal definizione
di strumenti scientifici e culturali innovativi.
F.Z.
Problematiche della foresta
mediterranea
Sei atelier per discutere della foresta mediterranea
Programma comunitario Interreg II C Mediterraneo Occidentale
Alpi latine
Edizione italiana
del documento di sintesi
a cura di Carlo Bifulco
Ente Parco del Vesuvio-2003
pp.191, s.i.p.
Si sta ormai consolidando a livello europeo la consapevolezza
di dovere affrontare unitariamente con serietà e rigore scientifico
gli scottanti temi della gestione forestale sostenibile. Un modello di
sviluppo gestionale sostenibile delle foreste mediterranee deve essere
fondato su tre componenti: la sostenibilità ecologica, la sostenibilità e
conomica e la sostenibilità sociale. L’integrazione tra queste
tre componenti ed il peso che ciascuna di esse deve assumere nella gestione
delle foreste mediterranee determina gli indirizzi gestionali delle stesse.
L’importanza del Programma Europeo Interreg II “Problématique
de la foret méditerranéenne” si intuisce anche solo
considerando il fatto che le specificità ecologiche dell’area
mediterranea sono assai differenti da quelle delle altre regioni bioclimatiche
nel nostro pianeta.
Ed è stato proprio Interreg II C che ha fornito all’Associazione
internazionale per le Foreste mediterranee ed al Parco del Vesuvio l’occasione
per affrontare e svolgere importanti tematiche come quella della co-evoluzione
complessa tra civiltà umane ed ambienti naturali. Dalla lettura
di questo testo si comprende che l’obiettivo di “Foret” è stato
pienamente raggiunto con soddisfazione dell’ente parco che non mancherà di
venir meno al suo impegno perché la rete divenga ancora più solida,
a salvaguardia dello straordinario patrimonio forestale degli ecosistemi
mediterranei.
F.Z.
Solar energy
in architecture
and urban
planning
A cura di Thomas Herzog
Prestel Munich-New York
pp.223- s.i.p.
Il ruolo dell’architettura quale professione responsabile è quello
di dare espressione ad una forma di rispetto verso una situazione generale
che esige un rapido e fondamentale riorientamento del nostro modo di pensare:
il consumo della metà dell’energia in Europa è impiegato
per la gestione degli insediamenti umani, in aggiunta, un 25% si deve
stimare per il traffico. Per sopperire a questo fabbisogno di energia
vengono usate enormi quantità di combustibile non rinnovabile,
senza contare le emissioni derivare e le conseguenze da esse derivate
per l’ambiente. Ecco perché in futuro gli architetti –e
questo lavoro spiega come, nella pratica- dovranno esercitare un’influenza
di quanto fatto finora. Lo scopo del loro lavoro, in futuro, deve essere
quello di progettare edifici e spazi urbani in maniera tale da salvaguardare
le riserve naturali ed impiegare quanto più ampiamente possibile
forme rinnovabili di energia per evitare molti dei possibili indesiderabili
sviluppi. Un volume corredato da foto, disegni e grafici che non mancherà di
avvincere anche i non addetti ai lavori, ai quali comunicherà nuovi
stimoli e farà vedere le città e gli ambienti sotto una
nuova luce.
F.Z.
Adriatico
Rivista quadrimestrale
di politiche territori culture
N.3 maggio 2003-10-19
Associazione Culturale Abruzzo Futuro-Pescara Rubbettino Editore
Pp 206, 10 euro
“
I paesaggi della convivenza” (editoriale di Lucina Caravaggi) è il
filo conduttore del numero 3 di “Adriatico”. Il presupposto è che
una nuova attenzione per le connessioni trasversali tende a rafforzare
la “costellazione di differenze” che costituisce il grande
patrimonio dei paesaggi adriatici. Questo, senza porsi in alternativa
ai collegamenti lungo la costa, rafforzando anzi la necessità di
immagini unitarie, proiettate verso una rinnovata koinè adriatica,
imperniata su infrastrutture efficienti e tra loro complementari,
in grado di garantire il funzionamento unitario dei territori adriatici
e permettere
a questi di partecipare alla competizione internazionale.
I paesaggi della convivenza tra spazi, funzionamenti, usi tradizionali
e innovazione sembrano infine i più adatti anche per coltivare
l’attitudine alla tolleranza, che lungo la costa adriatica è da
sempre carattere storico distintivo e costitutivo.
Le sezioni che compongono la rivista affrontano temi quali ipotesi
e strategie future, reti- economie- territori, locale-globale
e culture e sono affrontate da conoscitori esperti delle diverse
problematiche.
Insediamenti e paesaggi
dell ’entroterra ligure
Un laboratorio
per la rinascita di Villanella
a cura di Giuseppe Cinà
Franco Angeli (Urbanistica)
Milano 2002
p.p 112- euro 21
Al centro dell’opera i progetti di riqualificazione e sviluppo sostenibile
per il borgo di Villanella ed il circostante ambiente agroforestale, oggetto
di un’esperienza didattica presso la Facoltà di Architettura
dell’Università di Genova (Laboratorio di progettazione del
quinto anno).
Con la raccolta il curatore – il prof. Giuseppe Cinà, professore
di Tecnica ed Urbanistica presso quella facoltà, dove tiene corsi
di Pianificazione dei parchi naturali- si è proposto di realizzare
un consuntivo dell’attività di didattica ed al contempo fornire
un nucleo di conoscenze e di proposte che possano costituire un volano
all’approfondimento dell’esperienza di cooperazione interistituzionale
avviata.
Il lavoro ha visto in parte coinvolti alcuni degli attori dello
sviluppo dell’area – un ventaglio di soggetti responsabili
di politiche già avviate o da avviare; ha prodotto un insieme di
contributi tendente a dare una “descrizione fondativa” dell’assetto
insediativi esistente; ha elaborato alcune proposte di rilancio
con il merito particolare di inaugurare un processo di esplorazione progettuale
e di interazione fra i soggetti locali.
Le ipotesi progettuali presentate sono portatrici di una forte
istanza conservativa –nel senso della valorizzazione delle risorse
presenti- ed al tempo stesso di una forte istanza di trasformazione. “Un
processo che –spiega l’architetto Cinà nell’introduzione
alla pubblicazione, edita da Franco Angeli- è promosso dall’Università (in
quanto) istituzione che ha il compito di produrre, in primo luogo,
formazione e conoscenza scientifica, ricerca e progetto.
Ma che sceglie di intervenire come “provocatore” di processi
di sviluppo territoriale”.
Tra i vari patrocini al lavoro, anche quello dell’Ente Parco dell’Aveto.
F.Z.
Piemonte Parchi/gli speciali Ecomusei
Uomo, memoria, territorio
Supplemento al n.8/2003 Pp 50
È
dedicato agli ecomusei ed alla memoria lo speciale n. 1 del 2003
della rivista “Piemonte Parchi”. Il Piemonte conta oggi diciassette
realtà istituite dalla regione e dalla Provincia di Torino che
annovera oltre cinquanta “luoghi della memoria”; l’obiettivo
attuale è quello di mettere in rete gli ecomusei e fare sistema.
In che cosa si distinguono gli ecomusei dai musei tradizionali? Rappresentano
una sorta di memoria collettiva della comunità, sono “l’espressione – come
precisa Gianni Boscolo, direttore di “Piemonte Parchi” e autore
egli stesso di svariati articoli sull’argomento - di cultura materiale,
saperi, relazioni, interazioni tra uomo e territorio”. Valori che
la storia ha sempre trascurato concentrandosi su date e battaglie. E in
questa azione di “recupero” vale la pena proporre possibili
ricadute economiche grazie al turismo di piccola scala, basandosi su mestieri
di cui si va perdendo memoria e sapienza. “Istituzione di Ecomusei
del Piemonte “ (14 marzo 1995, n.31) è la Legge regionale
con cui la Regione ha creato le premesse per tutelare e valorizzare le
specificità del proprio territorio. La legge promuove la ricostruzione
di ambienti di vita tradizionale, tramandando le testimonianze della cultura
materiale prevedendo che gli ecomusei vengano istituiti con deliberazione
del Consiglio regionale, dopo una valutazione dei progetti da parte del
Comitato scientifico. L’ecomuseo può essere proposto da enti
locali, associazioni culturali ed ambientaliste, istituti universitari.
Parchi, Province, Comunità montane, Comuni e Associazioni appositamente
costituite possono occuparsi della gestione.
La Regione riveste un ruolo di coordinamento generale, partecipa
finanziariamente all’avvio ed all’esecuzione di progetti con
un apposito capitolo di bilancio; incentiva e segue campagne
promozionali e di comunicazione.
Ma se in Piemonte la legislazione in materia è avanzata, nel resto
del Paese siamo ancora ai primi passi e “permane ancora – osserva
Valter Giuliano, assessore? ... -il concetto di museo-collezione, strumento
di tutela del patrimonio anziché quello di meseo-narrazione, mezzo,
strumento per raccontare l’evoluzione di una comunità”,
vale a dire la sua memoria.
Nello speciale sono contenuti anche articoli dedicati ad esperienze
sviluppate in Olanda, Francia,Svizzera.
E agli Ecomusei è stato dedicato dal 9 al 12 ottobre un Incontro
nazionale a Biella, al quale hanno partecipato esperti e amministratori
da tutte le regioni.
Guida
al turismo“ en plein air”nei parchi
del Lazio
a cura di
Giulio Ielardi
supplemento al n.372/373 luglio-agosto 2003
di “Plein Air”
pp. 103
Al popolo dei fruitori del turismo plein air è dedicata questa
guida distribuita insieme all’omonima rivista –una delle più autorevoli
del settore in Europa- nei mesi di luglio e agosto scorsi.
Un’iniziativa fortemente voluta dal Consiglio di Amministrazione
dell’Agenzia dei parchi del Lazio con l’obiettivo di aprire
lo straordinario forziere costituito dal Sistema regionale delle
Aree protette e mettere i suoi gioielli di natura e cultura a
disposizione di chi vuole conoscerli ed apprezzarli.
Un viaggio guidato dalla penna e dall’occhio fotografico di un giornalista
tra i più esperti di questioni ambientali e di aree protette ma
anche camperista egli stesso, capace per questo di raccogliere gli stimoli
più nascosti dei parchi del Lazio e di svelarli ai suoi colleghi
che condividono la stessa passione.
Una pubblicazione unica, nel suo genere, che rende giustizia
a quella moltitudine di persone- coppie di tutte le età, famiglie
con bambini, gruppi di amici- che sceglie il turismo itinerante
come mezzo di scoperta, di conoscenza diretta e autentica del
paesaggio, delle tradizioni,
della storia e della cultura del proprio e di altri Paesi.
Un viaggiare in punta di piedi, non invasivo, responsabile, che
non lascia tracce e che non entra mai in contrasto con la comunità residente:
dall’altra parte una popolazione- quella del Lazio- tradizionalmente
ospitale e consapevole della ricchezza del proprio patrimonio.
Perché le aree protette del Lazio sono una risorsa per tutti ed
hanno molto, molto da far conoscere ed apprezzare.
Dieci anni
con il parco
Edizioni dell’Ente Parco
Villa S. Remigio
28922 Verbania Pallanza (VB)
tel 0323.557960
fax 0323.556397
Il volumetto prodotto dal parco nazioinale Val Grande non è un
semplice rendiconto delle multe, pregevoli attività realizzate.
È
una storia. E le storie concepite e redatte in modo intelligente
spiegano una infinità di perchè, forniscono una mole
di dati introvabili e consentono agli innamorati del parco una fruizione
più attenta e più completa, e agli altri una critica
meno preconcetta, ancorata a precisi dati di fatto. Ha ragione Franca
Olmi presidente dell’ente parco a dichiarare nella presentazione
di attraversare un momento importante. Lo sta attraversando con grande
attenzione alle ragioni dei residenti nei comuni dell’area
protetta e con una serie di iniziative che non dimenticano il panorama
nazionale. Ci sembra l’atteggiamento migliore. “Dieci
anni con il parco” è la testimonianza che non si tratta
solo di buone intenzioni, ma di un modo di lavorare che viene
da dieci anni di storia, e che guarda almeno ai prossimi dieci.
M.G.
Plinius
Periodico di informazione del
parco nazionale del Vesuvio
Puntualissimo, equilibratissimo, ricchissimo di informazioni
locali (il protocollo d’intesa, la politica antincendi, i comuni
dichiarati siti d’interesse nazionale); nazionali (l’anniversario
di Salvo D’Aquisto, la storia del vino del Vesuvio); internazionali
(i vesuviani in Terra Santa, i bambini palestinesi in visita
sul Vesuvio).
La storia della robinia, tesori come la lepre e come il coniglio
e Boscoreale, il comune perla degli angioini. Come si fa a
scegliere uno solo di questi articoli e riprodurlo nel TAM
TAM? Plinius va
letto tutto.
M.G. |