Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 40 - OTTOBRE 2003


L'ACCORDO FINALE DI DURBAN

Il nostro impegno mondiale per l’umanità e le aree protette della Terra

Noi, i 3000 partecipanti al V° Congresso mondiale sui parchi, celebriamo le aree protette, esprimiamo la nostra preoccupazione per esse e chiamiamo ad agire in loro difesa con la massima urgenza. Noi testimoniamo che questi luoghi, sorgenti di ispirazione e pregni di spiritualità, indispensabili per la sopravvivenza delle specie e degli ecosistemi, i più vitali per la salvaguardia delle risorse alimentari, dell’aria e dell’acqua, i più necessari per la stabilizzazione del clima, i più singolari per il patrimonio culturale e naturale, meritano che l’umanità presti loro una cura attenta e particolare. Noi chiamiamo ad agire a beneficio delle aree protette per poter conservare e ripartire equamente i benefici generati dalle aree protette.

Ciò che siamo
Noi siamo un’assemblea di amministratori, di scienziati, di funzionari pubblici e di responsabili d’impresa.
Contiamo tra le nostre file dirigenti di organizzazioni non governative – piccole e grandi -, di istituzioni internazionali e di gruppi comunitari. Abbiamo con noi popolazioni autoctone e migranti e comunità locali. Siamo uomini e donne, di tutte le generazioni, venute da grandi centri urbani o da piccoli villaggi di 154 paesi. Condividiamo esperienze acquisite nelle più selvagge regioni della Terra e nei suoi territori più degradati. Siamo i portavoce di innumerevoli persone che, ovunque nel mondo, esprimono le stesse preoccupazioni.

Un mondo in rapida evoluzione
Ovunque intorno a noi si stanno producendo grandi sconvolgimenti: cambiamenti climatici, frammentazione dei paesaggi terrestri e marini, diffusione di specie esotiche invasive. Vediamo la popolazione aumentare, accelerarsi la globalizzazione, l’urbanizzazione e la decentralizzazione mentre si fanno più pressanti le richieste di risorse alimentari, di fibre, di combustibili, di acqua. Osserviamo impoverirsi la diversità biologica e quella culturale e cessare di funzionare interi ecosistemi, che sono gli organi vitali della Terra.
Noi vediamo tre miliardi di esseri umani vivere nella povertà e lottare quotidianamente per sopravvivere.
Sotto i nostri occhi sfilano i volti dei dirigenti mondiali e comunitari, così gravati dalle domande sociali da non potersi occupare dei sistemi che sostengono la vita sulla Terra.

Un nuovo modello per le aree protette
In questo mondo in evoluzione, il nostro approccio alle aree protette e al loro ruolo di fronte agli obiettivi più generali della conservazione e dello sviluppo deve essere nuovo e originale. Esso deve naturalmente mantenere e promuovere i nostri obiettivi essenziali di conservazione, che dovranno tenere equamente conto degli interessi di tutti coloro che sono coinvolti.
È così che costruiremo la sinergia tra la conservazione, la riproduzione dei sistemi che sostengono la vita e lo sviluppo durevole.
Le aree protette sono, per noi, un modo vitale per realizzare questa sinergia con efficacia e in modo fruttuoso.
Le aree protette sono, per noi, la sorgente di benefici oltre i confini: oltre i loro confini segnati sulla carta, oltre i confini degli Stati, oltre le società, i sessi e le generazioni.

Le ragioni per celebrare
Noi celebriamo il miracolo della diversità della natura e delle culture depositarie della ricchezza, della saggezza e delle conoscenze necessarie alla conservazione e all’utilizzazione sostenibile.
Celebriamo le aree protette come luoghi ove conserviamo la diversità biologica, per il loro valore intrinseco e per il loro valore di bene pubblico e di risorsa per il sostegno locale.
Celebriamo le aree protette come rifugio per la vita di fronte agli sconvolgimenti ecologici rapidi e forse persino catastrofici.
Celebriamo le aree protette, che contribuiscono alla riduzione della povertà e allo sviluppo economico e che creano e mantengono mezzi di esistenza.
Celebriamo le aree protette come scuole viventi: luoghi straordinari in cui l’uomo ritrova le proprie radici, in cui le culture, i sistemi di valori e di conoscenze si trasmettono di generazione in generazione.
Celebriamo le aree protette come fattori di amicizia e di pace, terreni d’intesa tra le nazioni che condividono un numero sempre crescente di parchi transfrontalieri.
Celebriamo uno dei più formidabili impegni collettivi della storia dell’umanità in materia di utilizzazione della terra: una rete mondiale di oltre 100.000 aree protette, la cui superficie è triplicata negli ultimi vent’anni.
Celebriamo infine i successi ottenuti, in materia di conservazione, dalle comunità locali, dalle popolazioni autoctone, dai governi, dagli individui e dalle organizzazioni volontarie, così come gli sforzi profusi per fare delle aree protette luoghi di convergenza degli interessi naturali, culturali e spirituali.

I motivi di preoccupazione
Siamo preoccupati perché numerose regioni, rifugi di una diversità biologica insostituibile e gravemente minacciata, non sono ancora protette.
Siamo preoccupati perché molti siti, conservati nel tempo dalle comunità locali e dalle popolazioni autoctone o migranti, non ricevono riconoscimento, protezione o sostegno.
Siamo preoccupati perché, al di fuori delle aree protette, le regioni selvagge e naturali sono diminuite della metà da vent’anni a questa parte e la diversità biologica è anch’essa sottoposta al rischio imminente di una massiccia estinzione.
Siamo preoccupati nel constatare che numerose aree protette esistono soprattutto sulla carta, in particolare nei paesi in via di sviluppo e in campo marino.
Siamo preoccupati nel constatare che, sebbene il 12% delle terre emerse sia oggi protetto, meno dell’1% degli oceani, dei mari e dei litorali del mondo beneficia di forme di protezione e che per questo gli ambiti di pesca e le ricche riserve di diversità biologica sono esposti al supersfruttamento.
Siamo preoccupati perché la maggior parte degli ecosistemi di acqua dolce – riserve naturali di un fattore non negoziabile della vita sulla Terra – non è protetta.
Siamo preoccupati perché le aree protette sono spesso isole sperdute in un oceano di degrado, private delle risorse naturali che si trasmettono attraverso i bacini fluviali, i corridoi di migrazione e le correnti oceaniche feconde.
Siamo preoccupati perché i piani di sviluppo non tengono conto delle aree protette.
Siamo preoccupati perché molti costi delle aree protette sono assunti a livello locale, in particolare da comunità povere, mentre i vantaggi sono riscossi a livello mondiale e non sono ancora sufficientemente valutati.
Siamo preoccupati nel constatare che, pur se si annuncia lo stanziamento di fondi per la conservazione, questi risultano spesso inaccessibili e a volte assegnati senza discernimento.
Siamo preoccupati perché i sostegni economici perversi incoraggiano il supersfruttamento delle risorse dentro e attorno le aree protette.
Siamo preoccupati perché le aree protette esistenti registrano una carenza di finanziamenti calcolata in circa 25 miliardi di dollari USA, senza contare le risorse aggiuntive necessarie per estendere i sistemi di aree protette.
Siamo preoccupati perché molti gestori di aree protette non hanno sufficiente accesso alla tecnologia, alle conoscenze, agli insegnamenti e ai modelli delle migliori pratiche per poter esercitare una gestione efficace ed adeguata.
Siamo preoccupati perché le giovani generazioni non hanno sufficienti possibilità di prendere parte al nuovo programma per le aree protette.
Siamo preoccupati nel constatare che i cambiamenti climatici indotti dall’uomo minacciano di annientare le nostre realizzazioni del passato e di mettere in pericolo i nostri sforzi futuri, senza che il mondo abbia ancora cominciato a ridurre in maniera sostanziale le emissioni di gas ad effetto serra.
Infine, siamo preoccupati nel constatare che un’occasione unica ci sta sfuggendo e che, non agendo subito, noi perderemo la nostra ultima possibilità di trasmettere un ricco patrimonio naturale e culturale alle generazioni future.

Appello all’impegno e all’azione
Noi chiamiamo ad un impegno deciso nel riconoscere il ruolo insostituibile delle aree protette, nel quadro dell’applicazione della Dichiarazione del millennio sullo sviluppo, del Piano d’applicazione di Johannesburg, della Convenzione sulla diversità biologica, della Convenzione sulla lotta alla desertificazione, della Convenzione di Ramsar, della Convenzione sul patrimonio mondiale e di altri accordi mondiali.
Chiamiamo ad un impegno deciso per fare in modo che la globalizzazione e gli accordi commerciali non siano un ostacolo alla realizzazione degli obiettivi essenziali delle aree protette.
Chiamiamo ad un impegno deciso per definire e rafforzare gli aspetti politici, giuridici e istituzionali dei sistemi di aree protette e per fare in modo che essi siano ragionevoli e trasparenti.
Chiamiamo ad un impegno deciso per estendere e rafforzare i sistemi di aree protette in tutto il mondo, stabilendo le priorità secondo le minacce immediate che pesano sulla diversità biologica e sul patrimonio naturale e culturale.
Chiamiamo ad un impegno deciso per salvaguardare ecosistemi, habitat, e specie rappresentative per colmare le lacune nella conservazione degli elementi costitutivi, insostituibili, dell’ordine naturale della Terra.
Chiamiamo ad un impegno deciso per assumere la resilienza come criterio nella selezione, concezione e gestione dei sistemi di aree protette, al fine di garantire la loro sopravvivenza di fronte ai cambiamenti climatici indotti dall’uomo.
Chiamiamo ad un impegno deciso per inserire le aree protette tra gli obiettivi generali dello sviluppo, con l’appoggio di larga parte dei settori pubblico, comunitario e privato.
Chiamiamo ad un impegno deciso per la mobilitazione di risorse tecniche e finanziarie in vista dell’avvio dell’Iniziativa per le aree protette d’Africa e del Fondo per le aree protette d’Africa.
Chiamiamo ad un impegno deciso le industrie estrattive perché assumano le proprie responsabilità nei confronti di una gestione attenta delle aree protette.
Chiamiamo ad un impegno deciso per riconoscere l’esistenza di relazioni indissolubili tra l’uomo e le aree protette, così da rispettare tutti i diritti, gli interessi e le aspirazioni degli uomini e delle donne.
Chiamiamo ad un impegno deciso per il coinvolgimento delle comunità locali e delle popolazioni autoctone e migranti nella creazione, istituzione e gestione delle aree protette.
Chiamiamo ad un impegno deciso per associare le giovani generazioni alle attività di cura e gestione delle aree protette, riconoscendo il loro legittimo interesse all’avvenire di questi luoghi.
Chiamiamo ad un impegno deciso ad operare perché coloro che ricevono i benefici o l’impatto delle aree protette abbiano la possibilità di partecipare al processo decisionale in modo giusto ed equo, nel pieno rispetto dei propri diritti umani e sociali.
Chiamiamo ad un impegno deciso per la promozione di una gestione delle aree protette che aiuti a ridurre la povertà e che in nessun caso la aggravi.
Chiamiamo ad un impegno deciso per una gestione delle aree protette che consenta alle popolazioni autoctone e alle comunità locali di condividerne i benefici.
Chiamiamo ad un impegno deciso ad introdurre innovazioni nella gestione delle aree protette con l’introduzione anche di strategie adattative, collaborative e di cogestione.
Chiamiamo ad un impegno deciso a riconoscere, rafforzare, proteggere e sostenere le aree comunitarie di conservazione.
Chiamiamo ad un impegno deciso perché vengano destinate addizionali e sostanziose risorse finanziarie, materiali e infrastrutturali allo scopo di mantenere e migliorare i sistemi di aree protette.
Chiamiamo ad un impegno deciso per la valorizzazione economica delle aree protette attraverso il riconoscimento della loro importanza per l’economia locale, nazionale e mondiale, al fine della crescita degli investimenti e dei finanziamenti.
Chiamiamo ad un impegno deciso perché vengano adottate strategie innovative e diversificate di generazione di entrate finanziarie remunerative dei beni e dei servizi resi dagli ecosistemi.
Chiamiamo ad un impegno deciso per la riconsiderazione degli aiuti perversi e la riassegnazione delle relative risorse ai meccanismi di finanziamento delle aree protette.
Chiamiamo ad un impegno deciso al rafforzamento della capacità gestionali delle aree protette, in particolare con servizi informativi avanzati e attraverso il trasferimento di tecnologia.
Chiamiamo ad un impegno deciso nel riconoscere il valore e nell’utilizzare tutti i sistemi di conoscenza sulle aree protette, tanto scientifici che tradizionali.
Chiamiamo ad un impegno deciso ad utilizzare la comunicazione e l’educazione per migliorare e ampliare il sostegno alle aree protette.

La nostra promessa
I nostri impegni più fermi rimarranno lettera morta se non faremo tutto il necessario per mantenere aperte le vie del dialogo. Un dialogo che ha bisogno di un clima di umiltà, di credibilità e di fiducia. Perché così sia, noi promettiamo di incoraggiare la comprensione e la collaborazione con tutti gli interessati. Promettiamo di condividere la nostra visione di un avvenire sostenibile per l’umanità, fondato su di una alleanza rispettosa con la natura. Promettiamo di consegnare alle future generazioni la preziosa eredità delle aree protette.