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Noi, i 3000 partecipanti al V° Congresso
mondiale sui parchi, celebriamo le aree protette, esprimiamo
la nostra preoccupazione per esse e chiamiamo ad agire in loro
difesa con la massima
urgenza. Noi testimoniamo che questi luoghi, sorgenti di ispirazione
e pregni di spiritualità, indispensabili per la sopravvivenza
delle specie e degli ecosistemi, i più vitali per la salvaguardia
delle risorse alimentari, dell’aria e dell’acqua, i più necessari
per la stabilizzazione del clima, i più singolari per il patrimonio
culturale e naturale, meritano che l’umanità presti loro
una cura attenta e particolare. Noi chiamiamo ad agire a beneficio
delle aree protette per poter conservare e ripartire equamente
i benefici generati dalle aree protette.
Ciò che siamo
Noi siamo un’assemblea di amministratori,
di scienziati, di funzionari pubblici e di responsabili d’impresa.
Contiamo tra le nostre file dirigenti di organizzazioni non
governative – piccole
e grandi -, di istituzioni internazionali e di gruppi comunitari. Abbiamo
con noi popolazioni autoctone e migranti e comunità locali. Siamo
uomini e donne, di tutte le generazioni, venute da grandi centri urbani
o da piccoli villaggi di 154 paesi. Condividiamo esperienze acquisite
nelle più selvagge regioni della Terra e nei suoi territori più degradati.
Siamo i portavoce di innumerevoli persone che, ovunque nel mondo,
esprimono le stesse preoccupazioni.
Un mondo in rapida evoluzione
Ovunque intorno a noi
si stanno producendo grandi sconvolgimenti: cambiamenti climatici,
frammentazione dei paesaggi terrestri
e marini, diffusione di specie esotiche invasive. Vediamo la
popolazione aumentare,
accelerarsi la globalizzazione, l’urbanizzazione e la decentralizzazione
mentre si fanno più pressanti le richieste di risorse alimentari,
di fibre, di combustibili, di acqua. Osserviamo impoverirsi la diversità biologica
e quella culturale e cessare di funzionare interi ecosistemi,
che sono gli organi vitali della Terra.
Noi vediamo tre miliardi di esseri umani vivere nella povertà e
lottare quotidianamente per sopravvivere.
Sotto i nostri occhi sfilano i volti dei dirigenti mondiali e
comunitari, così gravati dalle domande sociali da non potersi occupare
dei sistemi che sostengono la vita sulla Terra.
Un nuovo modello per le aree protette
In questo mondo in evoluzione, il nostro approccio alle aree
protette e al loro ruolo di fronte agli obiettivi più generali
della conservazione e dello sviluppo deve essere nuovo e originale.
Esso deve naturalmente mantenere e promuovere i nostri obiettivi
essenziali di conservazione, che dovranno tenere equamente conto
degli interessi
di tutti coloro che sono coinvolti.
È
così che costruiremo la sinergia tra la conservazione, la riproduzione
dei sistemi che sostengono la vita e lo sviluppo durevole.
Le aree protette sono, per noi, un modo vitale per realizzare
questa sinergia con efficacia e in modo fruttuoso.
Le aree protette sono, per noi, la sorgente di benefici oltre
i confini: oltre i loro confini segnati sulla carta, oltre i
confini degli Stati, oltre le società, i sessi e le generazioni.
Le ragioni per celebrare
Noi celebriamo il miracolo della diversità della natura e delle
culture depositarie della ricchezza, della saggezza e delle conoscenze
necessarie alla conservazione e all’utilizzazione sostenibile.
Celebriamo le aree protette come luoghi ove conserviamo la diversità biologica,
per il loro valore intrinseco e per il loro valore di bene pubblico
e di risorsa per il sostegno locale.
Celebriamo le aree protette come rifugio per la vita di fronte
agli sconvolgimenti ecologici rapidi e forse persino catastrofici.
Celebriamo le aree protette, che contribuiscono alla riduzione
della povertà e allo sviluppo economico e che creano e mantengono
mezzi di esistenza.
Celebriamo le aree protette come scuole viventi: luoghi straordinari
in cui l’uomo ritrova le proprie radici, in cui le culture, i sistemi
di valori e di conoscenze si trasmettono di generazione in generazione.
Celebriamo le aree protette come fattori di amicizia e di pace,
terreni d’intesa tra le nazioni che condividono un numero sempre
crescente di parchi transfrontalieri.
Celebriamo uno dei più formidabili impegni collettivi della storia
dell’umanità in materia di utilizzazione della terra: una
rete mondiale di oltre 100.000 aree protette, la cui superficie è triplicata
negli ultimi vent’anni.
Celebriamo infine i successi ottenuti, in materia di conservazione,
dalle comunità locali, dalle popolazioni autoctone, dai governi,
dagli individui e dalle organizzazioni volontarie, così come gli
sforzi profusi per fare delle aree protette luoghi di convergenza
degli interessi naturali, culturali e spirituali.
I motivi di preoccupazione
Siamo preoccupati perché numerose regioni, rifugi di una diversità biologica
insostituibile e gravemente minacciata, non sono ancora protette.
Siamo preoccupati perché molti siti, conservati nel tempo dalle
comunità locali e dalle popolazioni autoctone o migranti, non ricevono
riconoscimento, protezione o sostegno.
Siamo preoccupati perché, al di fuori delle aree protette, le regioni
selvagge e naturali sono diminuite della metà da vent’anni
a questa parte e la diversità biologica è anch’essa
sottoposta al rischio imminente di una massiccia estinzione.
Siamo preoccupati nel constatare che numerose aree protette esistono
soprattutto sulla carta, in particolare nei paesi in via di sviluppo
e in campo marino.
Siamo preoccupati nel constatare che, sebbene il 12% delle terre
emerse sia oggi protetto, meno dell’1% degli oceani, dei mari e
dei litorali del mondo beneficia di forme di protezione e che per questo
gli ambiti di pesca e le ricche riserve di diversità biologica
sono esposti al supersfruttamento.
Siamo preoccupati perché la maggior parte degli ecosistemi di acqua
dolce – riserve naturali di un fattore non negoziabile della vita
sulla Terra – non è protetta.
Siamo preoccupati perché le aree protette sono spesso isole sperdute
in un oceano di degrado, private delle risorse naturali che si
trasmettono attraverso i bacini fluviali, i corridoi di migrazione
e le correnti oceaniche
feconde.
Siamo preoccupati perché i piani di sviluppo non tengono conto
delle aree protette.
Siamo preoccupati perché molti costi delle aree protette sono assunti
a livello locale, in particolare da comunità povere, mentre i vantaggi
sono riscossi a livello mondiale e non sono ancora sufficientemente
valutati.
Siamo preoccupati nel constatare che, pur se si annuncia lo stanziamento
di fondi per la conservazione, questi risultano spesso inaccessibili
e a volte assegnati senza discernimento.
Siamo preoccupati perché i sostegni economici perversi incoraggiano
il supersfruttamento delle risorse dentro e attorno le aree protette.
Siamo preoccupati perché le aree protette esistenti registrano
una carenza di finanziamenti calcolata in circa 25 miliardi di
dollari USA, senza contare le risorse aggiuntive necessarie per
estendere i sistemi
di aree protette.
Siamo preoccupati perché molti gestori di aree protette non hanno
sufficiente accesso alla tecnologia, alle conoscenze, agli insegnamenti
e ai modelli delle migliori pratiche per poter esercitare una
gestione efficace ed adeguata.
Siamo preoccupati perché le giovani generazioni non hanno sufficienti
possibilità di prendere parte al nuovo programma per le aree protette.
Siamo preoccupati nel constatare che i cambiamenti climatici
indotti dall’uomo minacciano di annientare le nostre realizzazioni
del passato e di mettere in pericolo i nostri sforzi futuri,
senza che il mondo abbia ancora cominciato a ridurre in maniera
sostanziale le emissioni
di gas ad effetto serra.
Infine, siamo preoccupati nel constatare che un’occasione unica
ci sta sfuggendo e che, non agendo subito, noi perderemo la nostra ultima
possibilità di trasmettere un ricco patrimonio naturale e culturale
alle generazioni future.
Appello all’impegno e all’azione
Noi chiamiamo ad un impegno deciso nel riconoscere il ruolo insostituibile
delle aree protette, nel quadro dell’applicazione della Dichiarazione
del millennio sullo sviluppo, del Piano d’applicazione di Johannesburg,
della Convenzione sulla diversità biologica, della Convenzione
sulla lotta alla desertificazione, della Convenzione di Ramsar,
della Convenzione sul patrimonio mondiale e di altri accordi
mondiali.
Chiamiamo ad un impegno deciso per fare in modo che la globalizzazione
e gli accordi commerciali non siano un ostacolo alla realizzazione
degli obiettivi essenziali delle aree protette.
Chiamiamo ad un impegno deciso per definire e rafforzare gli
aspetti politici, giuridici e istituzionali dei sistemi di aree
protette e per fare in modo che essi siano ragionevoli e trasparenti.
Chiamiamo ad un impegno deciso per estendere e rafforzare i sistemi
di aree protette in tutto il mondo, stabilendo le priorità secondo
le minacce immediate che pesano sulla diversità biologica e sul
patrimonio naturale e culturale.
Chiamiamo ad un impegno deciso per salvaguardare ecosistemi,
habitat, e specie rappresentative per colmare le lacune nella
conservazione degli elementi costitutivi, insostituibili, dell’ordine
naturale della Terra.
Chiamiamo ad un impegno deciso per assumere la resilienza come
criterio nella selezione, concezione e gestione dei sistemi di
aree protette, al fine di garantire la loro sopravvivenza di
fronte ai cambiamenti climatici
indotti dall’uomo.
Chiamiamo ad un impegno deciso per inserire le aree protette
tra gli obiettivi generali dello sviluppo, con l’appoggio di larga
parte dei settori pubblico, comunitario e privato.
Chiamiamo ad un impegno deciso per la mobilitazione di risorse
tecniche e finanziarie in vista dell’avvio dell’Iniziativa
per le aree protette d’Africa e del Fondo per le aree protette d’Africa.
Chiamiamo ad un impegno deciso le industrie estrattive perché assumano
le proprie responsabilità nei confronti di una gestione attenta
delle aree protette.
Chiamiamo ad un impegno deciso per riconoscere l’esistenza di relazioni
indissolubili tra l’uomo e le aree protette, così da rispettare
tutti i diritti, gli interessi e le aspirazioni degli uomini
e delle donne.
Chiamiamo ad un impegno deciso per il coinvolgimento delle comunità locali
e delle popolazioni autoctone e migranti nella creazione, istituzione
e gestione delle aree protette.
Chiamiamo ad un impegno deciso per associare le giovani generazioni
alle attività di cura e gestione delle aree protette, riconoscendo
il loro legittimo interesse all’avvenire di questi luoghi.
Chiamiamo ad un impegno deciso ad operare perché coloro che ricevono
i benefici o l’impatto delle aree protette abbiano la possibilità di
partecipare al processo decisionale in modo giusto ed equo, nel
pieno rispetto dei propri diritti umani e sociali.
Chiamiamo ad un impegno deciso per la promozione di una gestione
delle aree protette che aiuti a ridurre la povertà e che in nessun
caso la aggravi.
Chiamiamo ad un impegno deciso per una gestione delle aree protette
che consenta alle popolazioni autoctone e alle comunità locali
di condividerne i benefici.
Chiamiamo ad un impegno deciso ad introdurre innovazioni nella
gestione delle aree protette con l’introduzione anche di strategie
adattative, collaborative e di cogestione.
Chiamiamo ad un impegno deciso a riconoscere, rafforzare, proteggere
e sostenere le aree comunitarie di conservazione.
Chiamiamo ad un impegno deciso perché vengano destinate addizionali
e sostanziose risorse finanziarie, materiali e infrastrutturali
allo scopo di mantenere e migliorare i sistemi di aree protette.
Chiamiamo ad un impegno deciso per la valorizzazione economica
delle aree protette attraverso il riconoscimento della loro importanza
per l’economia locale, nazionale e mondiale, al fine della crescita
degli investimenti e dei finanziamenti.
Chiamiamo ad un impegno deciso perché vengano adottate strategie
innovative e diversificate di generazione di entrate finanziarie
remunerative dei beni e dei servizi resi dagli ecosistemi.
Chiamiamo ad un impegno deciso per la riconsiderazione degli
aiuti perversi e la riassegnazione delle relative risorse ai
meccanismi di finanziamento delle aree protette.
Chiamiamo ad un impegno deciso al rafforzamento della capacità gestionali
delle aree protette, in particolare con servizi informativi avanzati
e attraverso il trasferimento di tecnologia.
Chiamiamo ad un impegno deciso nel riconoscere il valore e nell’utilizzare
tutti i sistemi di conoscenza sulle aree protette, tanto scientifici
che tradizionali.
Chiamiamo ad un impegno deciso ad utilizzare la comunicazione
e l’educazione per migliorare e ampliare il sostegno alle aree protette.
La nostra promessa
I nostri impegni più fermi rimarranno lettera morta se non faremo
tutto il necessario per mantenere aperte le vie del dialogo. Un dialogo
che ha bisogno di un clima di umiltà, di credibilità e di
fiducia. Perché così sia, noi promettiamo di incoraggiare
la comprensione e la collaborazione con tutti gli interessati. Promettiamo
di condividere la nostra visione di un avvenire sostenibile per l’umanità,
fondato su di una alleanza rispettosa con la natura. Promettiamo di consegnare
alle future generazioni la preziosa eredità delle aree protette.
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