Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 40 - OTTOBRE 2003


A SARAJEVO PER PROTEGGERE LA NATURA

Italia e Bosnia Erzegovina per la conservazione della natura e lo sviluppo sostenibile

Si è tenuta a Sarajevo, nei giorni 24-25 luglio 2003, la “Conferenza delle Aree naturali protette: Italia e Bosnia Erzegovina per la conservazione della natura e lo sviluppo sostenibile”, promossa dalla Ambasciata Italiana, dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio- Direzione protezione della natura, dal Ministero del Commercio con l’Estero e le Relazioni Economiche Internazionali della Bosnia- Erzegovina, dall’Unesco Roste (Regional Bureau for sciences in Europe), dalla Regione Abruzzo, dalla Federparchi, da Legambiente, dall’Uncem, con la collaborazione di Agriconsulting e di Carsa e la organizzazione di Compagnia dei Parchi.
L’incontro è stato fortemente voluto dalla nostra ambasciata di Sarajevo che, con coraggio e lungimiranza, ha individuato nelle politiche ambientali in generale e in particolare in quella delle aree protette un terreno di crescita culturale, civile, istituzionale ed economica della nuova realtà della Bosnia Erzegovina.
Negli appuntamenti preparatori della Conferenza, Legambiente, Federparchi e Compagnia dei Parchi hanno potuto riscontrare il vivo interesse del mondo istituzionale, scientifico ed associativo della repubblica adriatico - balcanica per l’esperienza innovativa che l’Italia ha sviluppato negli ultimi dieci anni, con la nascita di un esteso e prestigioso sistema nazionale di aree protette.
Un apprezzamento per l’esperienza italiana, che è stato ribadito dal rappresentante della Delegazione della Commissione Europea in Bosnia Erzegovina quando ha riconosciuto nell’Italia un ottimo partner in grado di contribuire alla costruzione di un sistema di aree protette radicato nella realtà nazionale ed ispirato alle strategie europee per la conservazione della natura e lo sviluppo sostenibile.
Per questo della esperienza italiana è stata particolarmente apprezzata l’integrazione tra la legge quadro 394/91 e le Direttive Comunitarie che concorrono alla costruzione della rete Natura 2000, così come la stretta connessione tra le azioni di conservazione e quelle di sviluppo locale, che ha portato alla crescita nelle aree protette italiane, del numero di produzioni e di territori registrati e certificati sulla base delle varie normative e regolamentazioni europee e internazionali (DOP, IGP, VQPRD, Biologico, ISO 14001 e EMAS).
A dimostrazione che una innovativa e sperimentale gestione delle aree protette permette di far entrare più velocemente ed autorevolmente soggetti e territori nello scenario europeo, rendendoli più forti e in grado di competere sulla base di un progetto in grado di coniugare identità e futuro. Dall’incontro è emersa la ricchezza di competenze scientifiche, di passione civile e culturale, di concrete esperienze gestionali della realtà bosniaca, che ben fa sperare in un rilancio delle sue aree protette e che fa intravedere un suo ruolo importante nelle più vaste politiche regionali dell’area adriatico-balcanica. Infatti, sia durante i lavori che nella stesura della dichiarazione congiunta, è stata posta particolare attenzione alle politiche di sistema che sono un contributo specifico della recente esperienza italiana, soprattutto per quanto riguarda i progetti CIP - Coste Italiane Protette e APE - Appennino Parco d’Europa.
Proprio a Sarajevo è stato stipulato il primo accordo per lanciare il progetto “Montagne del Mediterraneo”, che già Legambiente aveva presentato a Mediterre nel marzo 2003, individuando nei Balcani la seconda area di sperimentazione e di lavoro dopo quella appenninica.
Sono stati giorni intensi che ci hanno fatto comprendere come sia ancora più urgente costruire una Europa di pace e di solidarietà che si lasci per sempre alle spalle gli orrori dei conflitti fratricidi, etnici e razziali.
Per questo la nostra responsabilità nel dar vita e concretezza agli impegni contenuti nella dichiarazione congiunta è ancora più grande. Lo dobbiamo a noi stessi e soprattutto agli amici della Bosnia Erzegovina che con tanta passione e speranza si sono ritrovati uniti tra di loro e con noi a riflettere e a discutere di come fare dell’Europa una patria più grande e più forte, grazie anche alla conservazione e alla valorizzazione di quella straordinaria ricchezza e diversità naturale e culturale che costituisce il carattere più profondo della sua identità.

di Fabio Renzi
 Segreteria di Legambiente