Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 40 - OTTOBRE 2003


OPERATIVITÀ ED EFFICACIA GESTIONALE: IL CASO DEI PARCHI LIGURI

Il merito del buon lavoro svolto va all’Ufficio Parchi della Regione Liguria nonch è ai singoli enti di gestione

Dal Piano della tutela al Piano pluriennale economico e sociale: nel nostro paese la politica dei parchi è stata egemonizzata da un approccio progettuale e dalla forte centralità attribuita al piano e alla sua cogenza, poggiante sugli inadeguati dispositivi della perimetrazione e della classificazione delle aree; ciò è avvenuto a scapito della dimensione gestionale. Ci sono fior di ragioni che motivano questo particolare approccio, che qui non è il caso di richiamare; quello che conta è che oggi, se guardiamo agli esiti di questa vicenda, vediamo che i piani sono sì serviti ad assicurare le condizioni di base per l'esistenza dei parchi, ma la loro affermazione sul territorio, in termini di tutela e fruizione, è dipesa soprattutto dalla efficacia delle politiche gestionali, specie se operanti prima, durante e dopo la loro formazione.
Appaiono sempre più deboli quei piani che pretendono di prefigurare scenari di tutela e sviluppo onnicomprensivi e obiettivi di cambiamento facilmente evocabili ma difficilmente realizzabili. Appaiono invece più convincenti quelli di più recente formazione, connotati da una sempre maggiore attenzione agli aspetti gestionali connessi alle previsioni.
In questi ultimi i quadri conoscitivi e propositivi mostrano una tendenza al dimagrimento - o quantomeno a una loro elaborazione articolata nel tempo - che va a vantaggio della definizione del piano come processo, alla sua distinzione tra livello strutturale e livello attuativo, all'attenzione riservata all'interazione con i soggetti locali: è quello che sta avvenendo, con le dovute distinzioni, alla pianificazione generale di livello comunale.
Da un lato i piani sono chiamati a ridefinire, o definire ex novo, i confini tra prescrizione, indirizzo, sostegno, sussidiarietà, partecipazione, comunicazione. In questo processo di innovazione i loro contenuti e la loro forma si avvicinano a quelli dei piani dei parchi d'oltralpe, che presentano impianti meno deterministici, con contenuti più semplici ma con una forte connotazione gestionale.
Dall'altro lato gli enti di gestione sono sempre più chiamati ad assumere un ruolo manageriale, competitivo, negoziale. Devono attuare le previste forme di tutela, fruizione, infrastrutturazione, ma cominciando con il mettere a sistema i progetti e le risorse socio-economiche esistenti e prospettabili.
A questo fine i parchi dispongono del Piano pluriennale economico e sociale (PPES) individuato dalla L. 394/91. Questi, benché finalizzato alla "promozione della attività compatibili" (art. 25), contiene una parte significativa del programma gestionale del parco. Dette attività sono infatti quelle che il parco promuove attraverso "iniziative coordinate con quelle delle regioni e degli enti locali interessati, atte a favorire la crescita economica, sociale e culturale delle comunità residenti". Un complesso di attività che finiscono per assorbire tutte le risorse umane e temporali dell'Ente parco e al cui finanziamento possono concorrere l’UE, lo Stato, le Regioni, gli Enti locali, organismi vari e privati.
La sua formazione e attuazione costituisce dunque un efficace indicatore della capacità gestionale di un parco.

I soggetti del parco
Siamo abituati a trattare le questioni attinenti l'efficacia dei piani dei parchi come se gli enti di gestione fossero un sistema di soggetti pubblici uniforme, un fattore costante.
Sappiamo che non è così. Gli enti di gestione sono dotati di poteri, strutture logistiche, tecniche e amministrative, strumenti di programmazione, pianificazione e gestione, nonché di risorse finanziarie, tra loro a volte molto differenti.
Le ragioni di questa differenza sono principalmente due: la vicenda storica propria della formazione di ogni parco e i fattori politici contingenti. Una cosa è un parco istituito ex novo dalla legge quadro nel '91, altra cosa quello risultante da un lungo processo di sedimentazione, come i 68 anni trascorsi dalla sua prima individuazione nel caso di Portofino; in altri termini il parco e il suo ente gestore sono una diretta espressione della società e del territorio cui appartengono.
D'altra parte l'ente gestore risente della mutevolezza del quadro politico locale.
I parchi italiani sono in maggioranza di recente formazione, i loro enti di gestione ancora debolmente strutturati e al variare delle amministrazioni locali componenti le Comunità del Parco si possono verificare delle significative inversioni di tendenza.
Sbagliamo dunque se nel ragionare sull'efficacia dei piani non consideriamo quanto essa sia condizionata da fattori preordinati o quantomeno separati dai loro contenuti, come nel caso del principale soggetto del parco: l'ente gestore.
In altri termini l'operatività di un piano dipende molto, oltre che dalla interazione politica dei membri della Comunità del parco, dalla capacità dell'ente gestore di implementare le politiche di cui è titolare, di favorire l'interazione tra tutti i soggetti presenti sul territorio.
Ma chi sono questi soggetti?
Sono quelli istituzionali già attivi e quelli attivabili, gli operatori di fatto e quelli attivabili solo dalle risorse connesse agli interventi. Sono insomma un insieme di figure istituzionali, imprenditoriali, dell'associazionismo, ecc., che interagiscono con il parco e l'attuazione del suo piano nelle forme più disparate.
Nell'evocare i soggetti interessati dalle politiche del parco è spesso implicita una accezione positiva della loro concorrenza nell'attuazione delle previsioni del piano.
Ma paradossalmente sono soggetti del parco anche quelle componenti sociali che ad esso si oppongono fieramente, spesso influenti nel ridisegnarne i confini e l'operatività.
Questa constatazione ci impone di relativizzare la nozione di soggetto e di indagarne le complesse implicazioni.
Facciamo l'esempio dei cacciatori.
Sono essi "soggetti" nelle politiche dei parchi? Al di là dei nominalismi sono certamente gruppi di interesse che ne hanno condizionato spesso riduttivamente l'affermazione, in Liguria come in molte altre regioni.
Per contro nel caso di alcuni parchi piemontesi si è verificata una loro concorrenza positiva ai fini della tutela naturalistica.
Generalmente l'insieme dei soggetti è tenuto in scarsa considerazione nelle analisi e nelle previsioni dei piani, ma talora li troviamo chiamati in causa dalle retoriche del piano o in riferimento a singoli progetti senza considerane appieno l'effettiva fungibilità, accomunati in "reti" dalle improbabili qualità taumaturgiche. In molti casi invece che definire reti virtuose i soggetti evocati rischiano di configurare reti virtuali, bacini di potenzialità non date ma da verificare.
Per lungo tempo il ruolo dei soggetti delle politiche dei parchi è stato oscurato dalla prevalenza degli obiettivi sui mezzi per conseguirli. Ancora oggi lo ritroviamo appesantito entro prospettive buoniste che finiscono per non affrontare con la dovuta chiarezza le ragioni che condizionano negativamente le politiche dei parchi.
È vero, gli urbanisti si occupano più delle trasformazioni fisiche e meno delle interazioni sociali, ma si dà il caso che le loro proposte cercano spesso fondamento in reti, siti web e quant'altro, che finiscono per nascondere le condizioni di operatività del piano. Non è quindi superfluo ribadire che occorre una più chiara distinzione tra retoriche e dati della realtà.
A partire da questa riflessione sul rapporto tra efficacia gestionale ed operatività dei piani, si vogliono qui di seguito mettere a fuoco alcuni aspetti e alcuni risultati riguardanti l'attività dei due soggetti istituzionali che hanno segnato la politica dei parchi in Liguria: l'Ufficio parchi e aree protette della Regione Liguria (Dipartimento pianificazione territoriale) e gli Enti di gestione dei parchi.

I parchi liguri, dagli enti sede agli enti di gestione
La lunga vicenda che porta all'attuale costituzione del sistema della aree protette liguri, dall'individuazione della prima area protetta (il Monte di Portofino, con legge 1251/1935) ad oggi, è segnata da due fasi principali, riferibili all'attuazione delle leggi regionali del '77 e del '95.
Nella prima fase la Lr 40/77 porta all'istituzione di un cospicuo gruppo di aree protette, dal 1982 al 1989, che individuano come aree da tutelare il 25% del territorio regionale.
I parchi sono definiti “Sistemi di aree di interesse naturalistico-ambientale”, diretti da un “Comitato di Coordinamento” (composto da rappresentanti degli Enti locali).
Le rispettive amministrazioni sono appoggiate presso un “Ente Sede” (Provincia, Comunità Montana o Comune).
La loro gestione viene indirizzata da uno specifico piano o inquadrata dalla disciplina del Piano territoriale di coordinamento paesistico del 1989, che ne prefigura una prima modalità di tutela.
Nella seconda fase la Lr 12/95, di “Riordino delle aree protette” e adeguamento alla legge quadro del '91, attualizza la precoce e innovativa disciplina del 1977 i cui contenuti mostravano obiettivi limiti nell'obiettivo di integrare conservazione e sviluppo.
Oltre a ridefinire le tipologie di area protetta la legge cambia in parte la geometria dei sistema dei parchi.
Nel 1996 avviene il primo insediamento degli organi dei sei Enti per i parchi esistenti. Agli Enti Parco, dotati di autonomia amministrativa e funzionale, sono affidati nuovi compiti gestionali.
Al 1998 tutti i parchi concludono il processo di costituzione di tutti gli organi previsti dai rispettivi Statuti.
Con l'istituzione del nuovo organo della "Comunità del parco" entra in gioco una forte rappresentanza degli interessi locali. Allo strumento fondativo del piano viene associato il Programma pluriennale socio-economico. Si creano così le premesse per una gestione attiva sostenuta e condizionata dalle comunità locali, volta a cercare partner, contenuti e finanziamenti nei programmi ministeriali e comunitari.
Nell'arco di un quarto di secolo, nel passaggio dalla fase fondativa ad oggi, viene così a maturazione il riconoscimento della rilevanza della funzione gestionale del parco.
A sostegno di tale funzione accanto ai singoli Enti assume una forte funzione di coordinamento, ma anche gestionale, l’Ufficio Parchi e Aree Protette della Regione, in quanto competente per l’esame dei piani e lo sviluppo di progetti nell’ambito di programmi comunitari e statali.
Occorre ricordare che la Liguria pochi anni addietro appariva come una Regione "ammazza parchi". Le ultime competizioni politiche avevano visto vincitrici le formazioni con componenti che avevano impostato la loro campagna politica contro i parchi. Tuttavia, un poco perché si è capito che il futuro economico delle aree interne non può fare a meno delle opzioni di sviluppo proprie alle aree protette, un poco perché la presente amministrazione ha prodotto forse il miglior compromesso possibile alle condizioni attuali, si può dire che la politica dei parchi in Liguria abbia finalmente preso il volo.
Se da un lato questo compromesso ha portato alla drastica riduzione della superficie delle aree protette, dall'altro esso ha portato alla formazione e all'approvazione di tutti i piani oggi vigenti. I parchi possono finalmente dedicarsi alla realizzazione degli interventi invece che aspettare la ricomposizione dei conflitti sociali.
Nel processo di riordino delle aree protette l'Ufficio parchi e aree protette ha avuto molteplici funzioni, preordinate alla gestione:
- di sostegno alle scelte politiche (la Regione è la sede in cui si è concluso l'arbitrato sulla perimetrazione dei parchi regionali, tutti di recente approvazione);
- amministrativo, per la distribuzione delle risorse economiche;
- gestionale, per il supporto alla definizione di interventi cofinanziati;
- tecnico, per il supporto fornito alla elaborazione di alcuni piani, tra cui quello di Portofino, e al coordinamento dei progetti.
Gli Enti di gestione dei singoli parchi hanno svolto funzioni che potremmo definire secondo due opposti profili:
- ordinarie, cioé predeterminate dalle competenze istituzionali;
- straordinarie, cioé frutto di azioni caratterizzate dalla "personalizzazione" dei compiti assunti, e qui parliamo specialmente dei direttori, spinta fino a livelli di appassionato "volontariato".
Attraverso un efficace coordinamento a livello regionale, si sono associate alle risorse regionali alcune importanti risorse aggiuntive, statali e comunitarie, pervenendo in sintesi a questo quadro di interventi:
- Piano di valorizzazione del Sistema regionale delle aree protette finanziato dal CIPE;
- Fondi regionali assegnati agli enti parco per l’attuazione di “Progetti per lo sviluppo e la riqualificazione del turismo verde” (Lr 22/98);
- Ministero dell’ambiente, PTTA-1° Programma triennale di tutela ambientale;
- Intesa istituzionale di programma, Progetto “Ripristino e manutenzione sentieri a scopo turistico e antiincendio boschivo”;
- FESR-Fondo europeo di sviluppo regionale, Programma obiettivo 5b misura 3.8 “Interventi in aree protette”;
- Progetti sperimentali per l’handicap grave (l. 162/98), progetto “Le risorse turistiche della val di Magra a favore degli handicappati gravi”;
- Programma stralcio di tutela ambientale, Progetto 5 iniziativa b) valorizzazione turistica delle aree interne: Progetto “treno dei parchi”;
- Programma APE - Appennino parco d’Europa;
- Obiettivo 3 2000-2006: Piano di sviluppo locale – Progetto integrato sviluppo di risorse umane “Parchinforma”.;
- Programma comunitario Interreg II Italia-Francia;
- Programma comunitario “Life Natura”;
- Accordo di Programma Quadro in materia di aree protette tra Regione Liguria e Ministero dell’Ambiente e tutela del territorio;
- Progetto Interregionale di lavori socialmente utili, “Ambiente - Parchi e aree protette”.

Nell'ambito di questi interventi i risultati più importanti sono quelli conseguiti con il “Piano di valorizzazione del Sistema Regionale delle aree protette” e con l'" Accordo di Programma Quadro in materia di aree protette tra Regione Liguria e Ministero dell’Ambiente e tutela del territorio".
Il “Piano di valorizzazione...", coordinato dalla Regione, Ufficio Parchi e Aree Protette è articolato in undici sottoprogetti proposti dagli Enti parco. Il progetto, presentato dalla Regione Liguria al primo posto tra numerosi progetti riguardanti i più diversi settori di intervento è stato proposto per il finanziamento di cui alla Delibera CIPE 12/7/96, volta a sostegno dello sviluppo socio-economico delle aree depresse. L'attuazione degli interventi previsti da questo piano ha costituito così un forte impulso alla operatività dei parchi e al loro radicamento nel contesto economico locale.
Si tratta di interventi di vario tipo, come il recupero di aree degradate, il riuso di manufatti dismessi, il completamento di interventi già parzialmente attuati, tutti ormai ultimati o in fase conclusiva. Si sono così creati posti di lavoro qualificati nonché le condizioni per sviluppare altre attività.
Ne è conseguito il manifestarsi di contenute ma nuove dinamiche di sviluppo, che denunciano un evidente affinamento delle strategie di gestione, avvenuto contemporaneamente alla ricomposizione del conflitto sociale sulla questione della perimetrazione, alla elaborazione dei piani, all'attuazione di numerosi progetti.
Queste azioni si sono realizzate in parte autonomamente in parte sinergicamente e questo fatto si riflette nell'architettura dei piani, che oggi si caratterizza molto di più sotto il profilo della gestione e della prefigurazione di processi invece che come rigidi scenari di sviluppo.
Tuttavia a tale accresciuta funzione gestionale non corrispondono adeguate strutture tecnico-amministrative.
In pratica ciascun Ente dispone del solo direttore e di un dipendente di ruolo (fa eccezione l’Ente parco di Portofino) più una quota di personale a tempo parziale o prestato da altre amministrazioni.
I contributi regionali prevedono due capitoli di spesa: quelle per le spese correnti, proprie al funzionamento degli enti di gestione, e quelle in conto capitale, per attività e interventi nelle aree protette regionali, provinciali o locali”.
Le risorse per le spese correnti, al momento a totale carico della Regione non consentono una adeguata dotazione di personale e in queste condizioni gli Enti rischiano di non raggiungere quella soglia minima funzionale che permette loro di attivare meccanismi di parziale autofinanziamento, di moltiplicare le ricadute dei propri interventi e di acquisire una adeguata competitività nei contesti statale e comunitario. Minore sofferenza caratterizza, a un primo esame, il pacchetto di finanziamenti in conto capitale provenienti anche da fonti statali e comunitarie.
Va tuttavia riconosciuto che dal '96 si registra una crescita significativa dei finanziamenti regionali, per le spese correnti e in conto capitale, che vede triplicare le risorse dai 2.300 milioni di vecchie lire nel '96 [nel '96 però il personale di Portofino era pagato a parte, essendo personale regionale], ai 6.910 del '01 e ai 3 milioni 950 mila euro nel 2002. Gran parte delle risorse per interventi sono oggi attribuite su progetti prioritari individuati di concerto tra la regione e i singoli parchi.
Per ottimizzare le risorse disponibili e coordinare il raggiungimento di determinati esiti è stato previsto che i parchi regionali e i relativi Enti possano operare come sistema, per condividere le esperienze.
E così all'Ufficio parchi della Regione è stato affidato anche il ruolo di supporto tecnico-informativo, con funzioni di centro di documentazione. All’Ente parco di Portofino, poiché dotato di una sede e una struttura già ben organizzate, sono stati attribuiti compiti amministrativi riguardanti tutti gli Enti parco. Altri Enti parco sono di volta in volta chiamati a svolgere un ruolo di capofila per progetti trasversali di interesse del Sistema, ad esempio nel campo della formazione, dell’educazione ambientale, dell’informazione.
Per quanto riguarda i 127 Siti di Importanza Comunitaria (SIC) individuati nell’ambito del Progetto BioItaly, Rete Europea Natura 2000, al fine di assicurare una maggiore efficacia e continuità nella loro tutela la Regione Liguria prevede una loro gestione integrata a quella dei Parchi ad essi vicini.
A tal fine sono stati di recente approvati due primi provvedimenti: uno di carattere generale (D.G.R. 646 del 8.6.2001, che regolamenta la Valutazione di Incidenza nei SIC liguri, assegnando la verifica agli Enti parco per i SIC in tutto o in parte interessati) e uno riguardante il Parco di Portofino (Lr 29/01, che attribuisce all’Ente Parco l’elaborazione degli indirizzi di pianificazione e di gestione, oltre alla valutazione di incidenza di piani e progetti dei SIC con esso confinanti).
La questione gestionale è stata al centro del dibattito anche in riferimento alle aree protette marine. Come noto la gestione dell’area naturale marina protetta delle “Cinque Terre” (D.M.A. 12.12.1997) è stata affidata al Parco Nazionale omonimo. Per contro l’Area naturale marina protetta di Portofino (D.M.A. 6.6.1998), è stata affidata in gestione ad un Consorzio (Provincia, Università di Genova e Comuni di Camogli, Portofino e S. Margherita Ligure).
Questo fatto, oltre ad avere comportato notevoli ritardi per l'avviamento della gestione, appare in contraddizione con l'obiettivo di efficacia ed unitarietà dell’azione amministrativa. Appaiono infatti evidenti le ragioni di una forte integrazione con il parco terrestre, anche al fine di ottimizzazione l’uso delle risorse logistiche e tecnico-amministrative già esistenti...
Per quanto riguarda la formazione dei PPSE nella regione si registrano finora due esperienze. Nel caso del PPSE del Parco del Beigua si è definito un quadro di interventi così caratterizzato:
- definito secondo indirizzi recepiti all'interno del Piano Territoriale Regionale, di cui ne costituisce una sorta di appendice, unitamente a quelli in corso di redazione dei parchi Antola e Montemarcello-Magra;
- definito in seguito a una concertazione con i soggetti attivi nel territorio;
- definito sulla base di due gruppi di progetti: 16 progetti puntuali (recupero di strutture edilizie, recupero della piazza di Alpicella, ecc.), da realizzare entro 4 anni; 14 progetti di sistema, che coinvolgono aziende agricole e agrituristiche e che abbisognano di ulteriori definizioni (nel parco sono ormai attive 10 aziende agroturistiche che hanno usufruito delle sue attività promozionali, come il "marchio territoriale"). Grazie alle attività imprenditoriali e per la fruizione poste in essere il territorio del Parco è candidato a far parte di un "sistema turistico locale" individuato dalla legge regionale per il turismo di prossima pubblicazione. Nel caso del PPSE del Parco dell'Aveto abbiamo invece un programma di interventi appesantito dalla mutuazione delle previsioni della omonima Comunità montana e reso in parte inattuale dalla decadenza di alcune filiere di finanziamento. Di conseguenza esso si caratterizza più come quadro di intenti, da portare in esecuzione quando si manifestano le condizioni operative, che come quadro di una verificata operatività. Un discorso a parte è quello riguardante il parco nazionale delle Cinque Terre, che si distingue dal resto dei parchi liguri soprattutto per un fatto: la forte adesione della comunità locale alle finalità di tutela e sviluppo proprie del parco.
È l'unico caso nella Regione in cui non sono stati i conflitti sulla perimetrazione ad averne segnato la vicenda evolutiva (o involutiva, in altri casi). Al contrario le stesse comunità locali hanno promosso una agguerrita politica di autopromozione in un ambito di maggiore visibilità quale è quello del parco Nazionale.
La sua istituzione, avvenuta non senza lacerazioni rispetto alla precedente collocazione regionale e ai perimetro preesistente, è avvenuta con D.P.R. del 6.10.99. Le comunità locali, con una scelta di grande responsabilità e cultura, consapevoli della necessità di onerosi interventi per arrestare il degrado del loro territorio, hanno deciso di indirizzare il loro sviluppo sulla conservazione dell’ambiente puntando sul parco nazionale come strumento di maggior efficacia rispetto al parco regionale, al fine di ottenere maggiori risorse finanziarie per il suo recupero.
Il questo caso il peso assunto dalle politiche di piano e di gestione è stato rilevante.

I parchi giocano in controtendenza
Rispetto alle dinamiche socio-economiche più trascinanti i parchi giocano in controtendenza. Il prodotto degli interventi per l'incremento della biodiversità, il miglioramento della qualità dell’ambiente, la diffusione della conoscenza della cultura dei luoghi, costituisce un'offerta che fa fatica a trovare un adeguato mercato.
Per superare tale difficoltà, nell'ambito dei parchi, occorrono strumenti d'intervento efficaci, occorre soprattutto una forte capacità imprenditoriale, che veda coinvolti enti pubblici, imprenditori privati e cittadini.
È una strada irta di difficoltà, sia per la competizione nel mercato del "prodotto ambiente" sia per la competizione all'accesso alle risorse pubbliche.
La morfologia particolarmente accidentata del territorio ligure presenta condizioni morfologiche (poche pianure, forte acclività, valli strette) che hanno costituito un ostacolo allo sviluppo insediativo.
La difficile accessibilità ha determinato di fatto l’isolamento di molte aree interne, e di alcuni tratti costieri, dunque la loro emarginazione economica. Questo fatto ha evitato la compromissione di vaste aree di rilevanza ambientale e culturale e così la Liguria, anche per la presenza di una diversificata cultura insediativa, dispone oggi di consistenti risorse ambientali. Il mancato sviluppo delle sue aree interne e di alcune di quelle costiere pone così le premesse per un diverso tipo di sviluppo, fondato sulle risorse naturalistiche, ma la comunità ligure non ha ancora puntato con la necessaria determinazione in questa direzione.
Come prima riportato in Liguria si sono compiuti alcuni primi importanti passi in questa direzione, grazie a finanziamenti regionali e soprattutto grazie ai cospicui finanziamenti dell’Unione Europea e del CIPE, ma molto resta da fare.
Restano i limiti strutturali propri all'azione degli Enti gestori, cioè la forte carenza di risorse umane ed economiche. Queste ultime potrebbero apparire non particolarmente carenti, se confrontate alla ridotta superficie dei parchi e alla loro caratterizzazione di aree prevalentemente montane, scarsamente interessate da insediamenti. Ma occorre considerare che in tre casi su quattro (Antola, Beigua e Aveto) si tratta delle sole aree dell'entroterra ligure che esprimono una qualche istanza di sviluppo. Il resto dell'entroterra, ben più vasto, non ha neanche queste prospettive.
Né va dimenticato che di tutte le politiche poste in essere la grande cenerentola resta quella della tutela naturalistica. Assumono rilevanza gli interventi rivolti verso una generalizzata fruizione turistica e restano sempre sfumate le azioni che interessano quello che resta l'oggetto principale della tutela.
Si realizza una tutela in forma indiretta, mediante dispositivi di freno all'urbanizzazione e resta marginale quella realizzata attraverso interventi diretti.
Il paesaggio si teatralizza in funzione di una sempre più distaccata fruizione.
E restano sostanzialmente inesplorati i meccanismi della sua riproduzione, del come si contrasta la indiscriminata dismissione del territorio agrosilvopastorale.

di Giuseppe Cinà
 INU Liguria - Facoltà di Architettura UNIGE

 

AREE PROTETTE LIGURI

FINANZIAMENTI REGIONALI 1996-2001

anno
conto corrente
conto capitale
1996
1.300.000.000 (*)
1.000.000.000
1997
2.500.000.000 (*)
1.300.000.000
1998
3.100.000.000
1.350.000.000
1999
3.100.000.000
3.050.000.000
2000
3.725.000.000
3.050.000.000
2001
3.760.000.000
3.150.000.000
(*) valori al netto di stipendi ed oneri per personale regionale in distacco presso l ’Ente parco di Portofino

PIANO DI VALORIZZAZIONE DEL SISTEMA REGIONALE DELLE AREE PROTETTE LIGURI

PARCO DEL BEIGUA
Completamento di interventi edilizi necessari al recupero di Villa Bagnara a Masone (GE), per la realizzazione di un centro visitatori   475.000.000

Recupero di antichi sentieri e potenziamento del centro di educazione ambientale a Urbe (SV)

  276.000.000
Recupero e riuso del forte Geremia, nel Comune di Masone (GE), come
polo attrezzato per la sosta, il ristoro e il pernottamento a servizio dei fruitori
del parco e dell’Alta Via dei monti Liguri
  960.000.000
Riqualificazione del parco del Castello di Campo Ligure (GE), di epoca
medievale, con la messa in opera di attrezzature e arredi.
  312.000.000

PARCO DELL’ANTOLA

Recupero ambientale della discarica di inerti del Rio Laccetto a Torriglia (GE) con la creazione di un centro di servizi per il turismo equestre con annessa foresteria;

  893.000.000
Realizzazione, in area da recuperare, di parcheggio per i visitatori ed elettrificazione a servizio del Castello della Pietra a Vobbia (GE) e del relativo punto di ristoro.   710.000.000

PARCO DELL’AVETO

Recupero a fini turistici e didattici della miniera di manganese di Gambatesa in Val Graveglia, Comune di NE (GE), e realizzazione di un centro visita con annesse attrezzature di servizio, tra cui un trenino minerario per le visite guidate all’interno della miniera (oltre a un primo finanziamento regionale per l’area protetta)

  1.280.000.000
Acquisizione, completamento e allestimento di un edificio da destinare alla sede dell’Ente Parco a Borzonasca (GE);   608.000.000
Ripristino di itinerari escursionistici collegati con l’Alta Via dei Monti Liguri e recupero di una malga come rifugio a Borzonasca (GE).   678.000.000

PARCO DELLE CINQUE TERRE

Completamento del recupero funzionale del Castello di Riomaggiore (SP), già oggetto di finanziamenti per le aree protette, per la realizzazione di un centro visite per il parco

  397.000.000

PARCO DI MONTEMARCELLO MAGRA

Realizzazione di itinerari pedonali e piste ciclabili lungo il fiume Magra in località Ameglia (SP) nel quadro del Programma di Accessibilità e Percorsi pubblici previsto per il Parco.

  941.000.000
 

TOTALE PIANO £

7.530.000.000

Interventi realizzati o in corso nelle aree protette liguri grazie a finanziamenti regionali, statali e comunitari, avviati successivamente al riordino delle aree protette regionali operato con la L.R. 12/95.

FONDI REGIONALI ASSEGNATI AGLI ENTI PARCO PER L’ATTUAZIONE DI “PROGETTI PER LO SVILUPPO E LA RIQUALIFICAZIONE DEL TURISMO VERDE” (L.R. 22/98)

ANNO 1999
intervento parco
finanziam.to concesso
1° Ripristino sentieri Area parco
PORTOFINO
52.563.000
2° Sentieri natura Area parco
BEIGUA
64.000.000
3° Recupero sentieri Area parco
AVETO
74.635.000
TOTALE
191.198.000
ANNO 2000
intervento parco
finanziam.to concesso
1° Percorsi escursionistici Area parco
ANTOLA
80.000.000
TOTALE
80.000.000

Nota: Con la stessa legge, grazie alla priorità conferita loro dal fatto di ricadere in area parco,sono stati altresì finanziati progetti a privati ed amministrazioni comunali per un importo complessivo di circa L. 1.200.000.000.

MINISTERO DELL’AMBIENTE PTTA-1° PROGRAMMA TRIENNALE DI TUTELA AMBIENTALE

intervento
beneficiario
parco
finanz. concesso(milioni di lire)
1° Restauro conservativo al castello di Riomaggiore - centro visita.
Comune di Riomaggiore
Cinque Terre
120
2° Ristrutturazione palazzo Gervino per centro informazione e attività culturali.
Comune di Sassello
Beigua
364
3° Recupero edilizio eremo di S. Antonio di Niasca e attrezzam. per centro di informazione e per educazione ambientale.
Ente Parco Portofino
Portofino
618*

TOTALE

1.102
*più 400 milioni di finanziamento regionale integrativo

ACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO IN MATERIA DI AREE PROTETTE TRA REGIONE LIGURIA E MINISTERO DELL’AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO

 
MINISTERO £
REGIONE lire
TOTALE lire
PARCO DELL’ANTOLA
Recupero e riqualificazione Area di Sviluppo D4 - Monte Antola
460.000.000
520.000.000
980.000.000
Recupero e riqualificazione Area di Sviluppo D5 - Lago del Brugneto: Interventi finalizzati alla fruizione turistico-sportiva del lago 150.000.000 170.000.000 320.000.000

PARCO DELL’AVETO
     
Rifugio Pratomollo: Riqualificazione del rifugio escursionistico con interventi di elettrificazione e adeguamento impianti 70.000.000 80.000.000 150.000.000
Completamento recuperio struttura ricettiva al passo del Bocco (Comune di Mezzanego) attraverso lavori di ripristino, arredi interni e opere di allacciamento all’acquedotto 180.000.000 213.000.000 393.000.000
Realizzazione di una struttura polifunzionale ad uso di Ente Parco, Comune di Rezzoaglio e ASL n. 4 Chiavarese, adibita per servizi all’utenza (informazioni, ricezione, prestazioni sanitarie 80.000.000 92.000.000 172.000.000
Recupero edificio di proprietà dell’Ente Parco nel nucleo rurale di Ventarola, come punto di riferimento del turismo equestre 250.000.000 250.000.000 500.000.000

PARCO DEL BEIGUA
     
Ripristino e riuso infrastrutture e strutture interne alla Foresta Regionale “Deiva” (Sassello): Adeguamento rete viaria carrabile di servizio con previsione di interventi di ingegneria naturalistica, rifacimento con previsione di interventi di ingegneria naturalistica, rifacimento tipico seccatoio 400.000.000 510.000.000 910.000.000
Allestimento centri visita e punti informativi del Parco in strutture già recuperate dal Parco: Villa Bagnara (Masone), Palazzo Gervino (Sassello), Prariondo (Cogoleto), Badia (Tiglieto) 130.000.000 170.000.000 300.000.000
Completamento ristrutturazione edificio per la realizzazione di un centro ornitologico all’interno della Foresta Demaniale “Lerone” (Arenzano) 150.000.000 170.000.000 320.000.000

PARCO DI MONTEMARCELLO-MAGRA
     
Restauro del Ponte Medioevale di Brugnato per la creazione di un percorso pedonale di attraversamento del fiume 610.000.000 690.000.000 1.300.000.000

PARCO DI PIANA CRIXIA
     
Opere di regimazione acque del versante su cui è situata l’emergenza geologica del Fungo di Piana Crixia 30.000.000 40.000.000 70.000.000
Nuova pavimentazione in pietra di langa. Riqualificazione dell’area compresa tra l’oratorio, già recuperato a fini di servizio del Parco, e l’accesso al monumento naturale del Fungo di pietra in loc. Borgo 70.189.742 84.020.000 154.209.742

PARCO DI PORTOFINO*
     
Riqualificazione funzionale e ambientale dell’asse viario di servizio principale del Parco - Portofino Vetta-Portofino Mare - a fini antincendio, per l’escursionismo, il transito di mezzi di servizio e di soccorso, la realizzazione di interventi selvicolturali 584.020.000 615.980.000 1.200.000.000

TOTALE
3.164.209.742 3.605.000.000 6.769.209.742
* Al Parco di Portofino, è stato riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente un ulteriore inanziamento straordinario di Lire 2.000.000.000, per la realizzazione di interventi ritenuti prioritari dalla Regione Liguria.

PROGETTO INTERREGIONALE DI LAVORI SOCIALMENTE UTILI, “AMBIENTE - PARCHI E AREE PROTETTE”

obiettivi:

  • creare occupazione venendo incontro alle necessità operative degli enti parco;
  • porre le premesse per la formazione di piccole imprese innovative multiservizi o l’evoluzione e crescita di imprese esistenti.

attività:

  • lavori di ripristino ambientale per il miglioramento dell’accessibilità interna al parco;
  • promozione del “prodotto parco” come contatto tra parco, cittadini e operatori economici;
  • catalogazione della documentazione esistente sulle aree protette al fine di aggiornare e rendere utilizzabili le indagini già effettuate;
  • gestione amministrativa delle procedure contabili riguardanti il progetto e le attività degli enti parco.

enti:

  • regione - enti parco

sottoprogetto per 156 lavoratori:

  • alcuni lavoratori, in particolare nel parco di montemarcello-magra, hanno trovato uno sbocco occupazionale nel settore, attraverso la costituzione di cooperative, che collaborano alle varie attività legate al parco.

Fonte: Ufficio Parchi e Aree Protette, Regione Liguria