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ARoma, su proposta del presidente Fusilli
approvata per acclamazione dai componenti del direttivo dell’associazione,
sono stato confermato direttore di questa pubblicazione dal mio editore
collettivo di riferimento, che, dal prossimo anno e dal prossimo numero,
sarà per intero Federparchi, e non più il tandem Federparchi – Maggioli.
L’indicazione proposta da Matteo Fusilli e pienamente confermata
da me riguarda la sostanza del nostro progetto editoriale (che resta
immutato), e la … biodiversità del target interessabile,
che sarà ampliato soprattutto da Roma, che gestirà gli
aspetti finanziari dell’operazione (abbonamenti, pubblicità,
promozioni, numeri speciali a pagamento e quant’altro).
IL livello di quanto stiamo producendo è stato giudicato buono
da tutti, ma, si capisce, si può fare di più.
Nel ringraziare di una fiducia che casualmente (ma forse anche significativamente)
cade in un momento particolarmente fragile del mio attuale snodo esistenziale,
e nel ringraziare il parco di cui non sono più presidente ma che ha deciso
di ospitare i locali e la strumentazione tecnica della nostra non certo elefantiaca
direzione, comitato scientifico e redazione, prometto al lettore e a tutti gli
altri che mi hanno mostrato fiducia che resterò quello che ormai hanno
imparato a conoscere, industriandoci per individuare il giusto equilibrio tra
le moltissime iniziative che il mondo delle aree protette di fatto attua, facendo
ogni sforzo per mantenere quel famoso livello che ti fa uscire dal labirinto,
senza fare la fine di Icaro. A questa promessa aggiungo la vera novità del
2004, che dovrebbe essere l’uso del colore nella nostra già più volte
rinnovata confezione grafica.
Siamo parte di un mondo che cambia più velocemente di quanto avrebbero
mai immaginato pessimisti ed ottimisti di ogni fazione culturale. Quasi tutto è in
crisi, e sappiamo il doppio valore del termine.
Personalmente, molto personalmente, ritengo che la fatica non indifferente che
in molti viene finalizzata a indirizzare globalizzazione, crisi, degrado, entropie
di ogni genere e quant’altro verso una bolla di saggezza ed una uscita
da qualcuna delle crisi che elenchiamo liturgicamente nei convegni avrà risultati
sorprendenti, clamorosi e decisivi.
Ma non sono stato a Fatima, non conosco i segreti dell’aldilà. Dopo
il seminario con Fedenatur (importante, molto importante) sono andato a riposarmi
ad Amsterdam, che forse non è il posto migliore per assumere sostanze
del buon consiglio. Finisca come dovrà finire, noi intanto teniamo il
dito nella diga. Caro lettore, aiutaci a darci il cambio spesso, e a rendere
sempre più sostenibile quello che la diga ancora riesce a difendere.
Siamo meno di quanto immagini, ma potenzialmente potremmo essere moltitudini.
Aiutaci nell’annullare questa dolorosa e infame contraddizione.
Non ti si chiede solo l’abbonamento. Ti si chiede un rapporto con l’intera
Federparchi, a partire dall’area protetta più vicina al tuo punto
d’osservazione, ti si chiede di guardare – come si è detto
a Durban, oltre lo sviluppo sostenibile che le aree protette già realizzano
(quando lo realizzano, altrimenti vanno aiutate a battere chi lega loro mani
e piedi, incontrando situazioni spesso imprevedibili), Ti si chiede di fare un
lavoro generoso, convincendo il nostro target naturale ad abbonarsi per essere
sempre meno portati al malessere dell’intelligenza, e per potere almeno
una volta al millennio godere della serenità della volontà che,
dopo avere lavorato ottimisticamente dalla parte della soluzione dei problemi
né vede chiaramente risolti alcuni. Magari molti.
Arrivederci al prossimo numero, e a risentirci molto prima, magari in uno dei
tanti convegni e delle tante fiere che – da hidalghi d’altri tempi,
e quasi con le pezze al culo – frequentiamo a testa alta come fossimo i
nuovi imperatori, perché anche un minimo di faccia tosta, non ha fatto
mai male a nessuno. Auguri di ricevere questo fascicolo senza doverlo accattonare
a destra e a manca, auguri di non buttarlo senza leggerlo appena ne entrerai
in possesso, pago della conquista sportiva, auguri a noi per primi per il 2004,
e buon lavoro a tutti.
di Mariano Guzzini |