|
Il Convegno, intitolato: Las Áreas
Protegidas y la Gente, si è tenuto a Neuquén dal 27 al
29 maggio 2003 incentrandosi su alcune tematiche che sarebbero poi state
oggetto del V Congresso Mondiale sui Parchi, svoltosi a Durban lo scorso
settembre.
La caratteristica principale di tale evento è l’aver dato
luogo ad un vero e proprio dibattito interdisciplinare tra studiosi, amministratori
e rappresentanti dei più disparati gruppi d’interesse, nell’intento
di creare le basi per una migliore gestione funzionale delle aree protette
e per privilegiare una maggiore interazione con la gente, nel rispetto
dell’integrità naturalistico ambientale.
Popolazioni indigene, amministrazioni locali ed un’utenza in continua
crescita influenzano oggi in termini sempre più rilevanti, lo sviluppo
ed il funzionamento di parchi, riserve, ecc.
In particolare alcune popolazioni autoctone in molti casi si
sono trovate inglobate entro i confini di un’area soggetta a vincoli
di protezione, il che ha influenzato, e talvolta in maniera considerevole,
il già complesso rapporto tra ambienti naturale e sociale.
Al di là dei limiti territoriali, socioculturali, economici, la
gente e soprattutto un buon rapporto tra quest’ultima ed il mondo
istituzionale e scientifico sono il segreto per l’effettivo decollo
delle aree protette di tutto il mondo.
I lavori del convegno sono stati articolati in quattro tavole
rotonde corredate da altrettante sessioni di poster.
Gli atti sono stati diffusi in un CD Rom che raccoglie quarantasette
tra le numerose relazioni e comunicazioni presentate ed una sintesi di
tutti i poster. Tali contributi rispecchiano la divisione tematica adottata
durante lo svolgimento dei lavori.
La prima parte, relativa a Nuove alleanze: nuove forme di lavorare
insieme, è anche la più consistente. In essa sono infatti
raccolte ben ventuno comunicazioni che trovano una ideale linea comune
nel richiamo alle necessità di una sempre più attenta cooperazione
tra i diversi attori sociali allo scopo di realizzare modelli gestionali
conformi allo sviluppo sostenibile.
In termini più specifici vi si possono riscontrare tre principali
motivi d’interesse, riguardanti problematiche connesse alla presenza
di comunità indigene locali, l’interdisciplinarietà nella
formulazione e nella realizzazione dei progetti ed infine particolari
casi di studio.
Le comunità indigene locali, costituite da popolazioni mapuche,
presenti oggi in estese aree di Argentina e Cile, sono oggetto di ben
otto contributi. L’aver dato spazio al punto di vista di tali gruppi
costituisce un passo avanti verso il riconoscimento della loro identità e
di tutto ciò che ne consegue: in particolare emerge l’idea
che per delimitare nuove aree protette non siano necessari interventi
coercitivi (come l’espropriazione) ma che si possano serenamente
attuare pratiche alternative a quelle tradizionale che, non minando gli
interessi locali, possano generare ben più estesi benefici sociali
ed economici.
Sono ad esempio discussi i casi del Parco Nazionale di Lanín, di
Mapu Lahual e di alcune comunità comprese tra le province di Rio
Negro e Neuquén (Argentina). Qui, pur in misura diversa ed adeguata
alle contingenze locali, la gestione del patrimonio naturale tiene conto
delle esigenze delle popolazioni indigene, così come dello sviluppo
di un modello turistico rispettoso del patrimonio naturale e culturale,
interpretato come un valido completamento economico delle attività tradizionali
quali la pastorizia.
Infatti difficilmente esistono politiche di sviluppo sostenibile
avulse dalla reale partecipazione delle popolazioni residenti nelle aree
protette o in zone alle quali si sta cercando di estendere un qualche
modello di protezione.
Qualsiasi politica ambientale deve perciò partire dal presupposto
che non possano essere creati conflitti tra l’uso tradizionale della
terra e delle risorse e gli obiettivi degli interventi di salvaguardia.
Fermo restando l’ovvietà di un approccio multidisciplinare
sia nell’elaborazione quanto nell’effettiva fase di realizzazione
dei vari progetti, sono posti in evidenza una serie di esempi relativi
ad ambienti e realizzazioni differenziate tanto in termini spaziali quanto
operativi. È il caso della progettazione relativa alla regolamentazione
della pesca nel lago Traful o dell’accrescimento degli standard
di sicurezza dei sentieri del parco nazionale Nahuel Huapi o ancora del
contenimento degli incendi boschivi in molti distretti della Patagonia
(Argentina). In ogni caso le varie progettazioni sono sempre strettamente
correlate ad una convergenza tra amministrazioni pubbliche, settore privato,
comunità scientifica e popolazione locale.
I casi di studio più dettagliati (quattro) si riferiscono al parco
Noel Kempff (Bolivia) la cui superficie è stata recentemente duplicata,
alla zona lacustre del Chocán (Argentina), ove si sta cercando
di trovare un giusto equilibrio fra architettura e natura per identificare
un modello turistico culturalmente ed ambientalmente sostenibile, ai nuovi
modelli di cooperazione tra i parchi nazionali italiani e le aziende di
promozione turistica, ed in fine all’identificazione ed alla perimetrazione
delle zone umide ubicate nei pressi di Bahía Blanca (Argentina).
Nella seconda parte, dedicata a Sostenibilità: sviluppo e miglioramenti
della capacità amministrativa, sono esaminati i vincoli esistenti
tra aree protette, sviluppo sostenibile e capacità di pianificazione
per le generazioni future.
I vari interventi (undici), seppur riferiti a diverse entità territoriali,
pongono in evidenza problematiche, esigenze e soluzioni comuni mirate
a risolvere le incongruenze gestionali e di pianificazione poste in essere
da un modello di sviluppo economico che riconosce nell’attività turistica
la sua massima espressione. Sono ad esempio evidenziate le perplessità metodologiche
imputabili all’applicazione di un modello di zonizzazione partecipativa
che intravede nell’approccio qualitativo lo strumento più consono
per raggiungere risultati ottimali.
In tal senso sono ricordati i casi relativi ai parchi nazionali
Lanín, Nahuel Huapi, all’area naturale protetta di Bahìa
de San Antonio, alla riserva naturale ad uso multiplo di Bahía
Blanca ed alla comunità locale di Pampa de Achala (Argentina) ove
la perimetrazione e l’elaborazione di piani gestionali hanno favorito
lo sviluppo di un turismo sostenibile che permetta di ottimizzare l’impiego
delle risorse e quindi un miglioramento generale della qualità della
vita.
Un miglioramento dello stile di vita delle comunità locali può anche
attuarsi, come nel caso della Patagonia settentrionale, mediante la realizzazione
di spazi ricreativi ubicati all’interno di piccoli o medi centri
urbani.
Talvolta l’elaborazione di piani di sviluppo pone invece in essere
tutta una serie di conflitti, pubblici e privati, come nelle aree protette
della Provincia di Neuquén.
All’ottimizzazione della capacità amministrativa delle aree
protette argentine può aver contribuito anche l’evoluzione
della figura del guardia parco che si è trasformato da semplice
vigilante in tecnico specializzato, volto all’assistenza ai visitatori
così come a compiti di ricerca. In Patagonia invece la creazione
di una di una rete di aree costiere marine risulta condizionata dall’istituzionalizzazione
di una nuova figura professionale: l’agente di conservazione.
Nella terza sezione, comprendente tredici contributi e relativa
a Soluzioni pratiche per mantenere l’integrità nel presente
e nel futuro, è posto in risalto come la realizzazione di modelli
di gestione o di individuazione di zone d’interesse naturalistico
e culturale contribuisca a risolvere problematiche ambientali relative
allo sviluppo di attività economiche, come ad esempio la pesca
o lo smaltimento dei rifiuti, o sociali legate alla difesa dell’identità culturale
e/o dei beni artistici.
Sono riportati gli studi relativi alla delimitazione cartografica
dei parchi provinciali Dog River/Matawin e Quetico, localizzati al nord
est della regione dell’Ontario (Canada), nonché delle trentasei
aree protette argentine ubicate nella eco regione Valdiviana, ove è data
prioritaria importanza all’individuazione dei principali siti d’interesse
naturalistico in maniera tale da poter pianificare al meglio la loro gestione.
La necessità di un capillare recupero di informazioni è visto
come elemento di grande importanza per conservare le zone umide ubicate
nei pressi di Bahía Blanca (Argentina), così come per l’utilizzo
ludico ricreativo di tutte, o quasi, le aree protette argentine.
Il turismo, inteso come una delle principali attività economiche
correlata ad un’attenta politica ambientale, è visto come
elemento rilevante per la realizzazione di un sistema d’irrigazione
a basso impatto ambientale nella comunità mapuche de ruca e per
la conservazione del patrimonio archeologico rupestre ospitato nel vasto
territorio nazionale.
Le politiche applicate alla Valle di Calingasta e ai territori
aborigeni della Patagonia pongono in evidenza la necessità di conservare
non solo il patrimonio naturalistico ma anche quello socioculturale che
contribuisce in maniera sostanziale alla protezione ambientale ed alla
valorizzazione delle aree protette. L’importanza di salvaguardare
le peculiarità culturali del paesaggio emerge anche dal percorso
ideale realizzato in alcune rappresentazioni iconografiche della Patagonia.
La promozione di attività educative nella zona di alta montagna
dell’area protetta Nahuel Hauapi, e la creazione di un’area
di pesca gestita nella parco della Laguna Blanca (Argentina) sono mirate
a ristabilire l’equilibrio biologico in maniera tale da poter recuperare
una certa integrità ambientale.
Con le medesime motivazioni il bacino del fiume Sali nella provincia
di argentina di Tucumán è stato candidato per essere dichiarato
area protetta.
Tra le possibili soluzioni atte a mantenere l’integrità dei
luoghi si annovera in fine la realizzazione, nel parco provinciale Aconcagua
(Argentina), di un sistema di smaltimento dei rifiuti che permetta di
ridurre al minimo una delle principali cause di contaminazione ambientale.
L’ultima parte, relativa al Finanziamento delle aree protette, affronta
il tema dello sviluppo dei meccanismi di finanziamento. Le esperienze
presentate sono due. Una riguarda la valutazione di differenti proposte
mirate ad assorbire il costo finanziario del trattamento e/o riciclaggio
dei rifiuti nella penisola del Valdés (Argentina), che ospita l’omonima
area protetta.
L’altra spiega la destinazione dei fondi relativi al finanziamento
per lo sviluppo delle aree protette nella provincia di Mendoza (Argentina)
alla luce della legge 6045/93 e del decreto 237/01.
di Stefania Mangano |