Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 40 - OTTOBRE 2003


IL FUTURO DELLA RETE NATURA 2000

Studiato in un rapporto già disponibile

Natura 2000 è la rete ecologica europea istituita dalla direttiva "Habitat" (Dir.92/43/CEE). Tale direttiva è finalizzata alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali della flora e fauna selvatiche. A dieci anni dalla sua istituzione, la rete conta un numero di siti (poco più di 17.000 ) che rappresentano circa il 18% del territorio attuale (circa 60 milioni di ettari) dell'Unione europea.
Accanto al processo di individuazione e designazione dei siti si pone, in maniera sempre più evidente, la necessità affrontare i problemi derivanti dalla gestione dei siti e dalle misure di conservazione affrontando in maniera specifica il problema dei costi che, al livello comunitario, tale operazione comporta.
Per approfondire e delineare possibili soluzioni, la Commissione europea ha costituito, alla fine del 2001, un gruppo di lavoro composto di esperti e rappresentanti dei Stati membri, con il compito di esaminare le questioni relative ai costi associati alla futura gestione della Rete nei diversi paesi e formulare raccomandazioni sui fondi comunitari necessari.
I risultati sono stati raccolti in un rapporto consultabile sul sito della Direzione generale ambiente della Commissione europea. Il rapporto è concentrato sugli attuali 15 Stati membri ma risultano evidenti i riflessi che la prossima adesione avrà certamente su un ampliamento ulteriore della rete e di conseguenza sulle future esigenze di sostegno finanziario.
Le diverse analisi condotte dal gruppo di lavoro hanno riguardato i costi relativi alla gestione dei siti nella fase successiva alla designazione, in particolare quelli associati alle attività di gestione corrente, ai lavori di ripristino e valorizzazione e di fruizione da parte della popolazione dei vantaggi e delle caratteristiche specifiche dei siti. Dall'elaborazione dei dati forniti dai singoli stati membri si è arrivati ad una stima di un costo medio compreso tra 3,4 e 5,7 miliardi di euro all'anno nel periodo dal 2003 al 2013.
Tali cifre fanno comprendere la portata del problema che la Commissione europea dovrà risolvere e, in particolare come garantire per i prossimi anni il flusso di cofinanziamento comunitario per la gestione della Rete ed attraverso quale quadro giuridico attuarlo. Il rapporto propone tre diverse alternative:
a) attraverso l'utilizzo degli strumenti di finanziamento comunitario esistenti opportunamente modificati (Fondi strutturali, LIFE-Natura, Regolamento sullo sviluppo rurale, Fondo di coesione);
b) ampliando e modificando lo strumento LIFE-Natura;
c) istituendo uno strumento specifico dedicato al finanziamento di Natura 2000.
Allo stato attuale la maggior parte delle risorse comunitarie dedicate ai siti di Natura 2000 derivano dai finanziamenti apportati da LIFE Natura che dispone del 47% delle risorse complessivamente destinate allo strumento LIFE.
Il potenziale utilizzo di altri strumenti comunitari richiamati al sopracitato punto a) è allo stato attuale limitato (tra il 1996 ed il 1999 soltanto il 2,3% dei finanziamenti erogati dai Fondi strutturali e dalla PAC è stato destinato alla conservazione della natura) in parte per le diverse modalità di accesso ed utilizzo e, in secondo luogo, per la scarsa volontà degli stati membri di utilizzare questi strumenti per fini che sono secondari rispetto alle loro priorità principali di utilizzo (es. il Fondo europeo di sviluppo regionale-FESR, il Fondo sociale europeo-FSE, il Fondo agricolo di orientamento e garanzia-FEOGA, lo strumento di orientamento della pesca-SFOP).
Il rapporto, evidenziando tali limiti, valuta i punti forti e deboli delle tre alternative citate e raccomanda infine una strategia per pervenire nel breve e nel lungo termine ad un adeguato flusso di finanziamenti.
Fra le indicazioni per il breve termine si insiste sull'inserimento di chiari riferimenti alla natura ed all'ambiente negli orientamenti per il riesame a medio termine dei programmi pluriennali finanziati dai Fondi strutturali e dalla PAC, nel quadro di Agenda 2000 oltre all'aumento delle risorse a disposizione di LIFE Natura.
Nel lungo termine viene raccomandato di introdurre nei regolamenti di base dei Fondi Feoga, Fse, Fesr, Sfop, una clausola particolare che preveda l'obbligo per tali fondi di contribuire alla gestione di Natura 2000; viene sollecitato l'adozione di un LIFE rafforzato ed una maggiore integrazione nella PAC delle esigenze di protezione dell'ambiente e della natura anche attraverso l'introduzione, nella concessione di aiuti diretti agli agricoltori, della clausola della cosiddetta "ecocondizionabilità".
Accanto a queste raccomandazioni gli Stati membri dovrebbero promuovere l'elaborazione di linee guida per migliorare la rete ed adottare programmi di gestione pluriennali per consentire, fra l'altro, un'adeguata pianificazione dei finanziamenti.
Le diverse linee operative indicate impongono fin da oggi un lavoro intenso da parte della Commissione europea per individuare alternative percorribili e specifiche proposte per modificare il quadro giuridico a sostegno di un'azione comunitaria più incisiva.
Il tutto in coerenza con le conclusioni del Consiglio europeo di Goteborg del giugno 2001 laddove si individua nell'ambito della strategia comunitaria per lo sviluppo sostenibile l'obiettivo di arrestare il declino della biodiversità entro il 2010.
A breve la Commissione europea dovrebbe presentare la proposta di modifica del regolamento LIFE e si potrà verificare quindi se si andrà effettivamente in tal senso.