Questo primo numero di Parchi del 2004 non
reca la firma dell’editore Maggioli. La decisione di riprenderne
direttamente la stampa è dovuta alla esigenza di rilanciare la
rivista, accrescerne i lettori abbonati ed anche di raccogliere una
pubblicità che ci aiuti nello sforzo intrapreso. Obiettivi che
non ci sarebbe stato possibile realizzare con l’editore.
Le ragioni di questa scelta, che sappiamo benissimo richiederà un
notevole e non semplice impegno da parte della redazione e di Federparchi,
risiedono innanzitutto nella crescita della nostra associazione che ha
superato le 130 adesioni. Praticamente tutti i parchi nazionali e regionali
e numerose altre aree protette anche marine fanno capo alla nostra federazione.
Da qui l’esigenza di far corrispondere sempre più la nostra
rivista alle necessità molteplici di un sistema di aree protette
forte, diffuso e maturo. Necessità che attengono sia alla diffusione
che ai contenuti della rivista.
Per quanto riguarda la prima bisogna finalmente riuscire a raggiungere
tutte le aree protette e i tanti amministratori e operatori impegnati
in una gestione che richiede sempre maggiore informazione e approfondimento
politico, culturale, tecnico dei problemi e delle molteplici e varie esperienze
in corso.
Questo sforzo di allargamento della diffusione deve essere sostenuto
da un uguale impegno perché la rivista anche nei contenuti riesca
a rappresentare ed esprimere più compiutamente e validamente le
nuove esigenze e i risultati conseguiti in questi anni. Sappiamo di partire
da una esperienza a tradizione ormai consolidati, riconosciuti e apprezzati,
il che ci rende fiduciosi per il futuro. Un futuro che molto probabilmente
vedrà altri strumenti affiancarsi alla rivista per iniziativa anche
di privati e che quindi arricchirà complessivamente la nostra presenza
nel panorama della informazione e comunicazione. Questo ulteriore salto
della rivista richiederà sicuramente nuovi coinvolgimenti, nuovi
apporti qualificati dall’interno e dall’esterno del mondo
dei parchi e delle aree protette, perché i contributi riescano
a coprire l’intera gamma delle problematiche attinenti alla gestione
e al ruolo di un soggetto istituzionale non più precario o in prova.
Che ciò avvenga in un momento di crescita per noi ma anche di delicati
problemi sul piano generale di cui sono testimonianza le troppe situazioni
a rischio per tensioni, bracci di ferro ed anche azioni chiaramente illegittime
(quali i troppi commissariamenti), non può che essere di sprone
a fare bene ciò che ci compete. Siamo certi che per questo rilancio
della rivista non mancheranno gli apporti indispensabili che oggi i parchi,
più di ieri, sono in grado di assicurarci.
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