30 enti di gestione, 11 giornali: un terzo
dei parchi piemontesi ha il proprio organo di stampa. Un dato incoraggiante
sotto il profilo quantitativo, ma -come vedremo- non altrettanto dal
punto di vista della qualità dell'informazione. Dal momento della
loro istituzione ad oggi, molti parchi sono diventati un importante
punto di riferimento sul territorio con capacità di animare,
proporre, coinvolgere per dar vita ad un ventaglio di attività originale
e diversificato. A manifestazioni e iniziative (serate a tema, feste,
stages, piccoli convegni), si sono aggiunti l'impegno per la ricerca
e per l'editoria con la pubblicazione di depliant e manifesti, opuscoli,
libri e guide, mentre il settore dei periodici pubblicati dai singoli
parchi, è un insieme di luci e ombre.
Tutti i giornali sono distribuiti gratuitamente (tranne “Messaggi”,
venduto in abbonamento) e si rivolgono principalmente alla popolazione
locale.
Alcuni periodici nascono su proposta del personale del parco
(direttori e guardaparco) e sono interpretati come un'occasione per valorizzare
e far conoscere al pubblico il lavoro svolto all'interno. Altre volte
sono frutto della sensibilità degli amministratori del parco, mossi
dall'esigenza di render nota la trasparenza con cui viene gestito l'ente.
L'attenzione, in entrambi i casi concentrata esclusivamente sulle cose
da mostrare, molte volte impedisce di curare il modo e la forma con cui
l'informazione viene trasmessa al lettore, scivolando spesso in una comunicazione
autoreferenziale, didascalica o ermetica.
Nella maggior parte dei casi, i giornali si presentano come una
vetrina del parco e solo raramente stimolano dibattiti sulle problematiche
riguardanti il territorio del parco e dell'immediato intorno. Hanno un
ruolo importante, ma offrono un'informazione poco articolata che raramente
propone un confronto interlocutorio e critico fra differenti opinioni
e spesso si limita a presentare sintesi di documenti scritti con uno stile
impersonale incapace di coinvolgere il lettore.
Ci sono esempi lodevoli come “Messaggi” e “Parco Ticino” che
nonostante l'esiguo numero di pagine, hanno le caratteristiche di una
vera e propria rivista, che pur trattando dettagliatamente le tematiche
del parco, sviluppa interessanti collegamenti generali con il mondo della
protezione ambientale, ma ci sono anche curiose anomalie, come quella
che vede la produzione di ben cinque testate in due soli due parchi (Alpi
Marittime e Sacro Monte di Crea).
Sfogliando quei giornali ci si accorge subito che uno solo, “Messaggi”, è un
notiziario rivolto alla generalità dei cittadini, mentre gli altri
sono strumenti di una comunicazione specializzata, rivolta a fasce di
pubblico estremamente selezionate (ornitologi, botanici/zoologi, esperti
del paesaggio sacro).
Alla cronica mancanza di personale specializzato destinato a
svolgere compiti d'informazione, si aggiungono l'episodicità delle
pubblicazioni e la scarsa appropriazione dell'idea di giornale. Una periodicità troppo
diluita nel tempo (trimestrale, quadrimestrale o addirittura semestrale),
non risponde a requisiti di efficacia e non garantisce un servizio giornalistico
continuativo, capace di motivare e creare affezione nel lettore.
In molti casi, la periodicità dichiarata è irregolare e
non viene rispettata, perciò ci sono giornali che uscendo una o
due volte all'anno, possono alimentare forme latenti di disinteresse con
ricadute negative sul parco-editore. La maggior parte dei giornali non
sono registrati al tribunale come testate autonome, ma risultano supplementi
di “Piemonte Parchi”.
Un escamotage che si dimostra un'arma a doppio taglio, perché mentre
da una parte favorisce il superamento delle difficoltà burocratiche
di avvio della pubblicazione, dall'altra alimenta un senso di scarsa responsabilizzazione
nei confronti della testata, che porta ad uno scarso impegno nel rispetto
delle regole e dei tempi che caratterizzano la pubblicazione. Molti giornali
risultano improvvisati, non solo per la mancanza della figura di un vero
responsabile, ma anche per la composizione di gruppi redazionali indefiniti
o estremamente mutevoli nel tempo, formati da personale che s'incontra
saltuariamente e spesso ignora i capisaldi elementari del giornalismo:
il lavoro di redazione diventa così routinario e marginale rispetto
ad altri compiti, col risultato che presto serpeggia disinteresse e disaffezione
verso la testata.
Le linee informative dei giornali riflettono l'individualità di
ciascun parco e mostrano una vasta gamma di posizioni.
Ci sono testate simili a bollettini che riportano gli estratti
delle deliberazioni di giunta, senza neppure mediare il tradizionale linguaggio
tecnico/burocratico della Pubblica Amministrazione (es. “Trinitàinforma”),
mentre altri propongono testi di esperti naturalisti sulle caratteristiche
ambientali dell'area protetta, utilizzando un linguaggio tecnico/scientifico
difficile da comprendere per i non addetti ai lavori (es. “Il martin
pescatore”).
Ci sono poi giornali che si rivolgono ad un pubblico iper-specializzato
come i due editi dal Sacro Monte di Crea “Biomonf”, col sottotitolo “Atlante
informatico della Biodiversità delle colline del Basso Monferrato” e “Atlas”,
con articoli in italiano e inglese, rivolti ai cultori di Sacri Monti,
Calvari e Complessi devozionali di tutta Europa e i due editi dalle Alpi
Marittime (“Gipetoinforma” e “Informamigrans” sulle
attività di monitoraggio del gipeto e delle migrazioni degli uccelli).
La maggior parte dei periodici intende far conoscere le particolarità della
propria area protetta, ma non sempre il proposito divulgativo trova il
modo appropriato per giungere al lettore. Negli esempi migliori (“Messaggi”, “Il
fischio della marmotta”, “Informafiume”, “Un Po
d'informazione”, “Parco Ticino”) si nota un mixer oscillante
tra un'informazione mirata a descrivere l'attività amministrativa
dell'ente (corredata da approfondimenti su aspetti collaterali della mission
del parco, come esperienze didattiche o problematiche territoriali) e
le peculiarità ambientali dell'area (con aperture verso gli aspetti
culturali del parco, comprese le proposte di fruizione, eventi e manifestazioni),
cioè fra un target interno, indirizzato a chi abita nel parco e
un altro destinato agli outsiders (individuato sostanzialmente nei turisti).
Dunque non è facile trovare la formula ottimale, capace di soddisfare
le esigenze di un'informazione sul parco e non è semplice farlo
in modo corretto ed efficace. Tale difficoltà rispecchia il generale
contesto culturale della nostra epoca e sembra accentuarsi fra quegli
amministratori e direttori che interpretano il parco come un Ente istituzionale
di tipo tradizionale, finalizzato all'espletamento di funzioni tecniche
e amministrative: una connotazione ereditata dalla storica incapacità di
comunicare ai cittadini, tipica della pubblica amministrazione italiana.
Solo in due casi, gli amministratori dei parchi piemontesi dimostrano
un concreto interesse ad informare: “Il fischio della marmotta” (direttore
responsabile è lo stesso Presidente del parco), rivolto ai residenti
e ai turisti e “Trinitàinforma” (scritto interamente
dal Presidente della riserva), un resoconto degli atti approvati, che
purtroppo non è neppure un giornale, ma un "foglio di informazione
stampato in proprio".
Alcuni direttori, pur non avendo un'adeguata preparazione nel
campo dell'informazione, sono restii a delegare ad altro personale la
cura dei rapporti con i soggetti che operano all'esterno dell'Ente e oberati
da altri impegni, trascurano spesso l'intero settore, spesso col risultato
che quando le notizie non sono curate dal direttore, non vengono divulgate.
Chi opera nel settore dell'informazione sa bene quanto sia importante
coltivare le pubbliche relazioni con chi agisce sul territorio e dedicarsi
con costanza ai rapporti con gli addetti alla stampa locale per stimolare
confronti, interesse e attenzione. In caso contrario, s'innesca un processo
di noncuranza e disinteresse da parte degli operatori locali che si occuperanno
del parco solo quando "fa notizia", cioè quando diventa
protagonista di fenomeni eccezionali, in genere catastrofici o spettacolari.
Bisogna comunque riconoscere che non è facile realizzare un giornale,
concentrandosi su argomenti circostanziati e ristretti ad un'area limitata,
scarsamente popolata come quella del parco, dove le notizie giornalistiche
sono poche e diluite nel tempo e non si vuole sottostare all'artificiosità adottata
dalla stampa commerciale. Va detto che fra gli addetti all'informazione,
c'è spesso una sorta di "accanimento terapeutico" nel
considerare la stampa come lo strumento esclusivo, indispensabile e strategico
per la diffusione delle notizie, mentre invece suscita una sempre minore
attrazione nella gente, ormai abituata a trovare informazioni dettagliate
e complete in altri modi, sia in strutture pubbliche che incominciano
a funzionare bene anche a livello decentrato come gli URP (Uffici Relazioni
con il Pubblico), sia consultando siti Internet aggiornati e sempre più ricchi
di dettagli come www.parks.it. Tre soluzioni testimoniano il rinnovamento:
l'Alpe Veglia e Alpe Devero hanno scelto il canale telematico per veicolare
una propria newsletters; il Po (tratto vercellese-alessandrino) pur pubblicando
già una newsletters su Internet, ha deciso di continuare le pubblicazioni
della rivista cartacea, edita dal 1995; il Po (tratto torinese) che ha
scelto Internet per pubblicare un vero e proprio magazine on line con
periodicità bimestrale. Sono esempi che confermano come nel mondo
dell'informazione non esista una formula ottimale prestabilita e quella
che oggi può apparire la più idonea, domani potrà essere
superata.
Il concetto di parco è in continua evoluzione e nel corso degli
ultimi tre decenni è cambiato rapidamente. La 'vocazione' attuale è orientata
a favorire un turismo di qualità, abbinato alla vendita di prodotti
artigianali tipici e biologici e alla valorizzazione dell'enogastronomia:
un mixer di saperi e sapori legati alle tradizioni del luogo.
Sono molti i parchi con pluralità di relazioni paesistiche, culturali,
economiche, sociali, ed è sempre più difficile pensare al
sistema dei parchi in funzione esclusivamente naturalistica. Secondo Roberto
Gambino, in questi anni si sta avviando «il passaggio dal concetto
di rete ecologica a quello di 'infrastruttura ambientale', che implica
la considerazione integrata di valori naturali e culturali, andando oltre
la tradizionale contrapposizione tra natura e cultura.
Al centro dell'attenzione si colloca allora il concetto di paesaggio,
le cui tutela e gestione stanno assumendo un ruolo crescente nelle politiche
per i parchi europei.
A diversi parchi d'Europa, l'Unesco ha già attribuito la qualifica
di 'paesaggi culturali' facenti parte del patrimonio mondiale dell'umanità.
È
in questa più ampia cornice concettuale che le politiche del paesaggio
possono fruttuosamente interagire con le politiche dei parchi nel contesto
europeo» (Piemonte Parchi, n. 127, mag. 2003). Un'affermazione confortata
dalla realizzazione di nuove forme di tutela territoriale come gli Ecomusei
(in Piemonte: 17 regionali + 26 nella Provincia di Torino) che impone
una nuova riflessione sul significato che le aree protette potranno assumere
nel prossimo futuro. Occorre ampliare le prospettive per progettare tipi
d'informazione capaci di relazionarsi alle specifiche esigenze della popolazione
e del territorio, senza cadere nell'isolamento o nel localismo, rispettando
le linee di tendenza condivise a più larga scala. In questa epoca
di grandi cambiamenti, è certo che nel campo dell'informazione
ci sono ancora molte strade da aprire e i giornalisti devono lavorare
perché gli occhi della gente continuino a vedere, i cuori continuino
a sentire e i cervelli continuino a pensare.
Stampa e periodicità
La stampa in Piemonte ha caratteristiche particolari rispetto
al resto d'Italia, per la presenza di moltissimi periodici d'interesse
locale che svolgendo un servizio d'informazione capillare anche nelle
realtà più piccole e nei luoghi più remoti, possono
entrare in competizione con il giornale del parco. Il semplice confronto
quantitativo fra le testate pubblicate in ambito regionale e la situazione
a livello nazionale mostra come la straordinaria carenza di quotidiani
sia compensata da un altrettanta straordinaria elevata presenza di giornali
con periodicità settimanale e di trisettimanali e bisettimanali
inseriti nella voce 'Altro'.
Inoltre, la pubblicazione ventennale del periodico regionale
Piemonte Parchi col suo ruolo di coordinamento informativo dell'intero
sistema dei parchi, ha assorbito e in molti casi limitato la possibilità delle
singole aree protette (soprattutto quelle di minori dimensioni) di stampare
un proprio giornale.
di Enrico Massone
vice direttore “Piemionte Parchi” |