PARCHI | |
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali NUMERO 43 - OTTOBRE 2004 |
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UN CASO DI BUON USO DELLA CARTA EUROPEA PER IL TURISMO DUREVOLE |
Ad Acquapendente, nella riserva del monte Rufeno |
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È un fatto ormai noto che le attività turistiche possono causare forti impatti all'ambiente che le accoglie. Allo stesso tempo, però, tali attività possono subire un danno dallo stesso degrado ambientale, causato da chiunque, attraverso lo svolgimento delle proprie attività, alteri il paesaggio, inquini i fiumi, riduca la biodiversità, incida negativamente sulla qualità dell'aria, sul rumore o sull'intensità del traffico. Il turismo, quindi, al pari dell'agricoltura, può essere la causa e/o la vittima del degrado ambientale. Un dato certo, comunque, è che un turismo disattento, indirizzato unicamente all'ingordo arricchimento di pochi e cieco di fronte alle esigenze delle popolazioni locali, può causare al territorio un impatto veramente notevole. Non è un caso che lo stesso mondo del turismo abbia sentito l'esigenza, molto prima che i principi della sostenibilità entrassero nelle politiche nazionali e internazionali, di stabilire delle regole per l'esercizio di un'attività rispettosa dell'ambiente, degli aspetti sociali e della cultura dei luoghi di villeggiatura. Già nel documento strategico sul turismo sostenibile, elaborato nel 1980 a Manila nell'ambito della Conferenza mondiale del turismo, si leggeva che "... la soddisfazione della domanda turistica non deve pregiudicare gli interessi sociali ed economici della popolazione residente, l'ambiente e, soprattutto, le risorse naturali e i siti storico-culturali, che costituiscono la principale attrattiva per i turisti". Si deve però giungere al 1990, con la Comunicazione del Parlamento Europeo intitolata "Lavorare insieme per un turismo sostenibile", prima di avere un secondo documento di importanza strategica. I principi per la sostenibilità del turismo hanno raggiunto maggiore concretezza a partire dal 1992, quando il turismo sostenibile è stato preso in considerazione nel documento di Agenda 21 prodotto dal "summit della Terra" di Rio de Janeiro. Molto importante è stata senz'altro la Conferenza mondiale per il turismo sostenibile, tenutasi nel 1995 a Lanzarote (Canarie), che ha prodotto il primo documento organico in materia: la Carta mondiale per il turismo sostenibile. Tale documento è diventato il riferimento di base per tutte le iniziative e i progetti di turismo sostenibile successivi. Nel 1996 il World Travel and Tourism Council (WTTC), la World Tourism Organisation (WTO) e l'Earth Council hanno redatto insieme un documento di "Agenda 21 per l'industria dei viaggi e del turismo"; nello stesso anno il Consiglio d'Europa ha emesso una risoluzione relativa alla "Cooperazione euromediterranea nel settore del turismo". Nel 1998 la Commissione Europea ha presentato la "European Community Strategy to support the development of sustainable tourism in the developing countries"; mentre, nell'ambito della Convenzione delle Alpi, è stato definito il protocollo sul turismo, siglato dall'Italia solo nel 2001. Nel 1999 la UN Commission for Sustainable Development ha adottato una decisione su turismo e sviluppo sostenibile che include un programma di lavoro internazionale su questo tema; il relativo Piano di attuazione (Implementation plan) è stato presentato a Johannesburg nel 2002.
Per la parte operativa, devono essere sviluppate otto azioni prioritarie:
Come si vede, il concetto di "qualità", inteso in senso lato, è forte e centrale in tutta la strategia della Carta Europea per il Turismo Durevole, in quanto la qualità è considerata un fattore di competitività estremamente importante. Ma un rilievo notevole è dato anche a tutti gli aspetti ambientali, sociali ed etici che riguardano il territorio e i cittadini locali. All'elaborazione e alla stesura della Carta Europea del Turismo Durevole hanno collaborato, per l'Italia, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e il Parco delle Alpi Marittime (Regione Piemonte), che in tal modo sono risultati essere i primi parchi ad aver affrontato l'adesione alla Carta. Una recentissima esperienza di applicazione della Carta, però, è stata realizzata anche dal Comune di Acquapendente, responsabile della gestione della Riserva Naturale del Monte Rufeno, nella Regione Lazio. Nell'applicazione della Carta Europea del Turismo Durevole ad Acquapendente è stato fatto tesoro della possibile integrazione della Carta con altri strumenti volontari. Acquapendente e la Riserva di Monte Rufeno potranno facilmente integrare, in accordo con gli operatori locali, i meccanismi messi in moto per promuovere il turismo sostenibile; questo attraverso un Sistema di Gestione Ambientale che garantisca all'ente pubblico il controllo adeguato del processo e dell'evoluzione degli impatti ambientali, dei benefici sociali, della domanda e dell'offerta, nonché del miglioramento continuo della qualità per tutto quel che riguarda il "pacchetto turismo". L'analisi ambientale, impostata secondo lo schema DPSIR (Determinanti, Pressioni, Stato, Impatto e Risposta) proposto dall'Agenzia Europea dell'Ambiente e sostenuto dall'APAT, ha posto le basi metodologiche per ampliare, in futuro, l'analisi ambientale ai fini di un eventuale sistema di gestione ambientale, di una Agenda 21 locale, della Contabilità ambientale, o dell'Ecolabel. L'indagine svolta ad Acquapendente ha messo in rilievo come, allo stato attuale, la qualità del territorio sia piuttosto buona e non vi siano pressioni tali da suscitare preoccupazioni, né da parte del turismo, per come è esercitato allo stato attuale, né dalle altre attività economiche, come l'agricoltura o la piccola industria, né, ancora, dal fenomeno dell'urbanizzazione. A parte piccoli episodi di abbandono dei rifiuti, l'unico problema rilevato riguarda la qualità dell'acqua del fiume Paglia, che arriva nel territorio di Acquapendente già inquinato. Sarà necessario, quindi, che il Comune sensibilizzi le ammi nistrazioni dei territori attraversati dal Paglia che si trovano a monte di Acquapendente affinché mettano in atto azioni più incisive per garantire la qualità del corso d'acqua. L'Ambiente di Acquapendente, quindi, ha ancora una buona capacità di carico e il turismo, anziché essere frenato o limitato, può essere senz'altro promosso, purché venga esercitato in maniera tale da non incidere negativamente sull'ambiente. Ad Acquapendente vi sono ancora molti margini per la promozione di un turismo durevole: esistono ambienti e attrattive storiche e culturali, anche al di fuori della Riserva, che non vengono affatto valorizzate. I questionari somministrati a cittadini e turisti hanno evidenziato come il territorio comunale, la Riserva e i servizi esistenti siano poco conosciuti, non solo dai turisti contattati nei paesi vicini come Bolsena, Orvieto o San Casciano dei Bagni, ma anche da chi è stato intervistato nel paese. La ricettività locale è abbastanza ampia, soprattutto per quanto riguarda gli agriturismi, ma tali strutture non sono collegate tra loro e non riescono a creare un'offerta integrata maggiormente destagionalizzata e tale da richiamare il pubblico per permanenze superiori a 1-2 giorni. Le attività di informazione, formazione e coinvolgimento degli operatori turistici in appositi Forum hanno evidenziato come vi sia una buona disponibilità, sia da parte della pubblica amministrazione, sia da parte dei privati, ad avviare iniziative concrete per un turismo durevole fondato sulla qualità dei servizi e dei prodotti, sulla promozione delle tipicità locali, sul rispetto dell'ambiente e del paesaggio e su una maggiore attenzione a tutte le classi sociali. Per ottenere risultati duraturi è necessario migliorare i metodi di comunicazione, sia tra i soggetti interessati (pubblici e privati) che verso l'esterno, nei confronti di nuove clientele che possano apprezzare ciò che è offerto dal territorio di Acquapendente. Soprattutto, è stata messa in evidenza l'esigenza di una rete costruttiva tra il Comune e tutti gli operatori turistici locali e dei comuni limitrofi. Attraverso la rete si devono offrire al pubblico esperienze di qualità e si devono attirare nuovi clienti in tutte le stagioni grazie ad iniziative sempre diverse. D'altronde, la domanda "Cosa cercate nella vostra vacanza?", posta ai turisti, ha evidenziato che, oltre ai parcheggi, le visite guidate, i maneggi e la possibilità di noleggiare biciclette, le cose più richieste ed apprezzate sono proprio le esperienze di qualità nell'accoglienza, che dovrebbe essere calda ed ospitale, nella ristorazione con prodotti tipici, nell'offerta enogastronomica, nell'informazione e nella ricettività, ove la pulizia è ritenuta elemento di spicco. Una visione integrata delle problematiche ambientali, sociali ed economiche, cioè una gestione integrata del territorio che faccia ricorso ai diversi strumenti volontari per la sostenibilità, è sicuramente vincente nell'impostare uno sviluppo locale, ivi compreso il turismo, compatibile con la qualità dell'ambiente e la vita dei cittadini, in modo tale da portare frutti per molto, molto tempo. di Lucia Naviglio (Ricercatrice Enea (Casaccia)) e Enrico Martini (Economista dell'Igeam) |