La Regione Mediterranea rappresenta uno dei luoghi al mondo che esprime i più alti valori di diversità biologica, paesaggistica e culturale. Crocevia di tre continenti, questa regione ha subito da sempre profonde trasformazioni ad opera dell'uomo determinate dal continuo avvicendarsi di civiltà che nei secoli hanno creato il rischio della riduzione della biodiversità naturale. Questi caratteri peculiari costituiscono una base di un'identità condivisa che lega tra loro i Paesi del Mediterraneo determinando la necessità di un lavoro comune che punti all'integrazione delle politiche euro-mediterranee e allo sviluppo di scenari di cooperazione tra le diverse sponde del Mediterraneo.
Il progetto Rete dei Parchi si inquadra nel tema generale della collaborazione tra Paesi della Regione Mediterranea e vede coinvolti sei Stati Membri dell'Unione Europea -Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Malta- e tre Paesi dell'area MEDA -Algeria, Tunisia, Israele. Al momento anche il Marocco ha prodotto adesione formale al progetto.
Il Programma INTERREG IIIC SUD ha finanziato il progetto Rete dei Parchi con una cifra complessiva di 1.371.200,00 Euro.
Le attività di progetto hanno una durata complessiva di 36 mesi (ottobre 2004 -settembre 2007).
Le aree protette del Mediterraneo rappresentano il 4,3% del territorio dell'ecoregione. Anche su di esse le influenze antropiche sono così significative da rendere difficile il connubio tra la finalità della conservazione della natura e la necessità dello sviluppo dei territori. Gli Enti gestori di tali aree sono detentori di un patrimonio di informazioni e di esperienze innovative soprattutto nel campo della gestione sostenibile dei territori che spesso non ha un approccio globale per la mancanza di luoghi di incontro/scambio attivo. In assenza di un confronto reale ogni azione locale rischia di perdere la sua credibilità mentre azioni di cooperazione, come la Rete dei Parchi, sono invece orientate a benefici non limitati geograficamente e replicabili in contesti diversi che si rapportano allo scenario più generale della ristrutturazione in senso ecologico del Vecchio Continente.
Le aree protette del Mediterraneo hanno anch'esse caratteristiche che le accomunano, dovute all'utilizzo antropico dei territori. Sono come isole geografiche per le quali non è possibile ipotizzare, per la Rete Ecologica, corridoi ecologici di rilevante ampiezza, ma vanno valorizzati gli spazi rurali a naturalità diffusa. Al loro interno convivono spesso zone marginali che hanno preservato l'integrità delle risorse e dei valori, ma risentono di un rallentamento nello sviluppo, e zone sovrautilizzate dove si verifica la stagnazione dei redditi e la perdita dell'identità locale. Queste peculiarità rendono urgente la necessità di valorizzare tutte le sinergie derivanti dalla messa in rete di risorse, esperienze gestionali e competenze in territori che presentano valori culturali comuni e profondi legami storici oltre che la stessa diversità biologica e di paesaggio.
La costruzione della Rete Ecologica stessa è puramente teorica se il know how non è messo in comune a partire dai livelli di governo più decentrati, come le aree protette, che per loro finalità sono più radicati al territorio e hanno un rapporto più stretto con le popolazioni locali e sono in grado di modificarne, con le azioni di sensibilizzazione,i comportamenti in senso ecologico.
La Rete dei Parchi ha come obiettivo generale pertanto quello di Realizzare una nuova forma di dialogo su temi di gestione ambientale condivisi attraverso la costruzione di una rete tra aree naturali protette del Mediterraneo al fine di contribuire alla individuazioni di strategie comuni da implementare nell'ambito di una cooperazione duratura".
I temi selezionati per lo scambio sono:
- La gestione delle specie problematiche
- La gestione forestale
- La gestione del turismo
- L'utilizzazione dei finanziamenti comunitari
La focalizzazione sui temi specifici di cooperazione è determinata da un duplice scopo: quello, da un lato,di far sì che le gli enti gestori di aree naturali protette possano disporre, a livello operativo, di strumenti e conoscenze utili al confronto su questioni precise e di interesse condiviso e quello, dall'altro, di far emergere i differenti approcci adoperati in ciascun contesto e sui quali tutti i partners, attraverso la cooperazione, saranno pronti a misurarsi e a confrontarsi e ad adottare punti di vista, metodologie, approcci e strategie comuni sui temi di dibattito.
La condivisione di saperi e di tecniche tra enti gestori può realizzarsi attraverso processi di tipo empirico su sperimentazioni nei singoli contesti locali che vengono valutate ex post rispetto ad una possibile riproposizione in contesti analoghi. Questo scambio di know how supporta la crescita dei contesti locali laddove alla sua conclusione si costruisce una repository delle conoscenze resa disponibile e fruibile attraverso il web e per la quale siano individuate già con questo progetto ulteriori forme di cooperazione attivabili attraverso gli strumenti finanziari dell'UE.
di Rossella Barile
|