Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 45 - GIUGNO 2005




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LIBRI

Notizie storiche sul parco nazionale dello Stelvio

di Franco Pedrotti
Temi Editrice, Trento
Settembre 2005
Pag. 374 - 18 euro

Il parco nazionale dello Stelvio compie settant'anni, e per l'occasione si ripropone attraverso un libro scritto da Franco Pedrotti, che è un personaggio noto a chiunque si occupi di parchi, e che pur avendo legato il suo nome ai convegni e agli studi dell'Università di Camerino è legato allo Stelvio anche per ragioni che hanno a che fare con le sue radici, essendo nato a Trento un anno prima dell'istituzione di quel parco. Nella prefazione Pedrotti precisa di aver cominciato a frequentare lo Stelvio nel 1961 su proposta di Vittorio Marchesini per effettuarvi ricerche sulla flora e sulla vegetazione, e di essere rimasto subito coinvolto anche dai problemi della vita del parco avendone predisposto nel 1966 un piano di valorizzazione naturalistica su incarico del ministero dell'Agricoltura e Foreste. Nel 1994 il ministero dell'Ambiente gli affidò il coordinamento di una nuova indagine relativa alla pianificazione ed alla ridelimitazione del parco. Oggi Franco Pedrotti presenta un saggio di quasi quattrocento pagine che consiste soprattutto in una cronaca commentata degli eventi che si sono succeduti nel 70 anni di vita del parco, e nei 25 anni propedeutici alla sua istituzione. Si tratta di nodi spesso problematici, che si rincorrono in un rimbalzo continuo e incessante dai ministeri e dalla Corte costituzionale alle Regioni, Province e Comuni della Lombardia e del Trentino Alto Adige, alle redazioni dei giornali, alle sedi delle associazioni protezionistiche fino alle montagne e agli abitanti degli ultimi casolari delle valli più sperdute. Il lavoro di Franco Pedrotti si articola in tre parti. Nella prima vengono fornite le notizie generali sul parco dello Stelvio: il suo territorio, l'ambiente naturale, l'amministrazione dell'ente, lo stemma, nonché il rapporto con il movimento protezionistico. Una terza parte è dedicata ai documenti (mozioni, voti, ordini del giorno, esposti). Mentre il cuore del volume è rappresentato dalla seconda parte ("Vicende storiche") e si distende in sei capitoli e in un epilogo.
Si va dalle proposte per l'istituzione di aree protette nelle Alpi centrali avanzate all'inizio del secolo (tra il 1910 e il 1934) al periodo che va dall'istituzione del parco alle fine della seconda guerra mondiale, registrando accanto all'attività svolta le critiche e le prime proposte di ampliamento o di istituzione del parco del Brenta e dell'Adamello. Il terzo capitolo della seconda parte si occupa degli anni "dal 1953 al 1972: il rilancio del parco e la sua disfatta". Nel ripercorrere le vicende di quegli anni, Pedrotti riesce a ricostruire lo scenario delle forze in campo, e ricorda un giudizio che nel 1971 l'allora presidente della Federnatura Valerio Giacomini diede sulle difficoltà nelle quali si trovava il parco dello Stelvio che di li a poco avrebbero portato al ricorso alla Corte costituzionale presentato dalla Provincia di Bolzano. Il quarto capitolo ripropone i venti anni "di polemiche e di contrasti" intercorsi dal 1972 al 1993, inserendo le vicende del parco dello Stelvio in avvenimenti nazionali ormai "storici": il primo convegno di Camerino dell'ottobre 1980, l'approvazione della legge 394/1991. Un avvenimento non secondario fu anche la relazione predisposta da Mario Di Fidio, dirigente del servizio tutela ambiente naturale e parchi della Regione Lombardia, intitolata "Riorganizzazione del Parco Nazionale dello Stelvio" nella quale si propone di costituire un consorzio fra stato, province autonome e regione al fine di avviare una gestione unitaria del parco. Come è noto la delegazione lombarda del WWF ritenne impossibile accettare o anche emendare la proposta Di Fidio, e il dibattito continuò negli anni successivi. Il capitolo quinto (intitolato: dal 1972 al 1993, 20 anni di polemiche e di contrasti) da conto della soluzione giuridica della questione del consorzio per la gestione del parco inserita nel cosiddetto "pacchetto" per l'Alto Adige; tra le critiche motivate a quella soluzione viene citato anche un articolo che Mario Di Fidio pubblicò proprio sulla rivista "Parchi". Il capitolo si chiude con i ricorsi alla Corte costituzionale presentati dalla Provincia autonoma di Bolzano contro l'istituzione del ministero dell'Ambiente e contro la legge quadro sulle aree protette. Il sesto ed ultimo capitolo informa il lettore degli avvenimenti succedutisi dopo il 1993. Il titolo generale è "L'istituzione del consorzio e il nuovo rilancio del parco". Come in una bella fiaba, sembra che le nuvole si siano dissolte e il sole torni a splendere sui monti. Nella sua prefazione, Franco Pedrotti scrive tra l'altro: "Mentre ricostruivo le vicende del parco, sovente mi sono domandato che significato potesse avere presentarne la storia. La risposta che posso dare è triplice." Evitare gli errori compiuti in passato. Conoscere i fatti così come si sono svolti, in quanto parti della storia più generale. E infine - terzo significato - un interesse crescente dimostra che la storia dell'ambientalismo merita sempre maggiore attenzione. Franco Pedrotti, con questo importante volume, ha messo sul tavolo un ventaglio di argomenti che meritano non solo approfondimento, ma anche confronto e dibattito. Speriamo che il tutto non si riduca a un volume in più nei nostri scaffali...


Le stagioni danno i frutti

142 attività pratiche
per scoprire il meraviglioso
mondo della natura.
a cura di
Maurilio Cipparone
e Alessandra Somaschini
Roma, ottobre 2005
Pag 144 (+ CD) - s.i.p.

Fin dal 1995 le Shelburne Farms utilizzavano, nel lontano Vermont, un manuale a sostegno dell'attività delle fattorie educative omonime. Il Comune di Roma (assessorato alle politiche educative), Roma Natura nel quadro del progetto tendente a istituire fattorie educative nelle proprie aree protette e l'Istituto Pangea, onlus hanno avuto l'eccellente idea di farsi autorizzare a tradurre quel manuale usato negli Stati Uniti per impostare l'attività educativa nel più grande comune agricolo d'Europa, che è appunto il Comune di Roma, supportando il lavoro che si svolge nella rete delle fattorie educative che negli ultimi due anni ha già coinvolto ben 30.000 bambini e ragazzi per un totale di 1.300 classi delle scuole romane. Gli attori del progetto sono bambini e ragazzi, indirettamente anche i genitori, gli insegnanti e gli operatori delle fattorie che si occupano di educazione ambientale. Nella versione americana il libro (e il CD) si chiamano "Project Seasons". Megan Camp, direttrice dei programmi della fondazione Shelburne Farms, sostiene che si tratta di una splendida collezione di idee didattiche creative e di attività pratiche, indirizzata agli educatori che vogliono includere nei programmi d'insegnamento una educazione ambientale basata su elementi scientifici. Project Season si basa sulla convinzione che il contatto diretto, in tenera età, con il mondo agricolo e con la natura sia capace di determinare un impatto forte e duraturo proprio nella fase in cui il bambino inizia a sviluppare autonomamente una sorta di "etica della conservazione". Le attività pratiche di Project Season sono state sviluppate per dimostrare ai bambini come tutte le cose che li circondano siano interconnesse, per alimentare la loro naturale curiosità. Attraverso le diverse attività di ricerca gli insegnanti potranno contribuire ad accrescere l'alfabetizzazione scientifica dei loro alunni ed a stimolare in loro una fondamentale "etica della responsabilità". Il CD ed il volume cartaceo propongono una ampia serie di attività didattiche da svolgere in campagna, suddivise in stagioni (autunno in gioco; inverno in gioco; primavera in gioco e infine nella sezione "una occhiata a casa nostra") e in sotto sezioni (ad esempio l'autunno in gioco comprende: il raccolto, la vita in fattoria, suolo e vermi, foglie e fantasia). Ogni sotto sezione a sua volta si articola in numerose attività pratiche ciascuna delle quali è accompagnata da indicazioni sugli obbiettivi, le fasce d'età, le modalità di lavoro, il materiale occorrente ed il tempo previsto. L'opera non si trova in libreria e non è per il momento acquistabile. Può essere richiesta a Roma Natura (posta@romanatura.roma.it) Via Gomenizza, 81, 00195 Roma, che la invierà gratuitamente ai richiedenti.


Come difendersi dagli ambientalisti

di Tullio Berlenghi
Prefazione di Fulco Pratesi
Illustrazioni di Sergio Staino
Edizioni Ibiscus - Valmontone
(Rm) - Ottobre 2005
Pag. 130 - 12 euro

Come si può intuire dai nomi dell'autore, del prefatore e dell'illustratore il libro non è un attacco all'ambientalismo ma è un tentativo di veicolare i contenuti della cultura ecologista utilizzando la chiave ironica e l'espediente comico. Già è molto pericoloso sostenere seriamente e monotonamente le ragioni dell'ambientalismo. Avventurarsi in una differente dimensione, e quindi affidarsi al senso dell'umorismo degli interlocutori è operazione quant'altre mai azzardata che rasenta l'autolesionismo ed il suicidio. Questa azione avventata e irrazionale viene tentata da Tullio Berlenghi, attualmente responsabile dell'ufficio legislativo del Gruppo dei Verdi alla Camera dei Deputati, 42 anni spesi a costruire per uso proprio la figura del deplorevolissimo amico ambientalista contro i cui pessimi comportamenti e contro le cui pazze idee è tuttavia indirizzato il libro, che è un vero e proprio manuale di autodifesa. Ovviamente - ma forse è meglio chiarirlo - si tratta di un gioco arguto (forse troppo) e luciferino per esporre paradossalmente alcune verità. Niente a che vedere, quindi, con libri del calibro de "le bugie degli ambientalisti" dovuto alle penne congiunte di Riccardo Cascioli e di Antonio Gaspari, con tanto di prefazione di Tullio Regge, che a sconto dei suoi peccati Mariano Guzzini ha recensito sul numero 43 della nostra rivista… In quel caso gli autori intendevano veramente denunciare "bugie". In questo caso la verità è mascherata da bugia solo per divertirci in famiglia, scherzando amaramente su temi quali l'acqua, l'energia, i rifiuti, la mobilità, il tempo libero, i rettili insetti e altri animali, l'alimentazione, i pesci, l'inquinamento, la terra e il territorio, l'ambiente, il gas serra, i buchi nell'ozono, le foreste e altre sciocchezze (sic!), i beni culturali, artistici e del paesaggio, la pace e il pacifismo,la spesa ecologista, le intimidazioni linguistiche. Il libro di Berlenghi è di piacevole e rilassante lettura, anche se dietro molti spunti ironici si profila l'inquietante stato presente delle cose che non ci lascia presagire niente di spiritoso o di allegro nel futuro del pianeta. In appendice un piccolo dizionario "ambientalista" completa il quadro. Trascrivo alcune voci. Parco naturale. Se trovate un cartello con questa scritta lungo la vostra strada effettuate le seguenti operazioni: frenate, rallentate, accostate, accertatevi che nessuno provenga da entrambe le direzioni, innestate la prima e fate una veloce inversione a U allontanandovi in tutta fretta da un posto dove è meglio non avventurarsi a meno che non si abbiano vocazioni ascetiche. Raccolta differenziata. Inutile perdita di tempo che costringe onesti cittadini a raccogliere in casa e sui balconi in maniera differenziata i rifiuti: vetro, lattine, carta, umido, secco … trasformando la propria abitazione in una pattumiera da terzo mondo. Ma dove siamo: a Calcutta? Sostenibile (mobilità, sviluppo). Temibile aggettivo che, unito ad un qualunque sostantivo, lo svuota di significato. Fulco Pratesi, nella sua prefazione, tanto per aumentare la confusione avvicina questo libro a quelli di Bjorn Lomborg e al già citato "Le bugie degli ambientalisti". Tornato lucido, Pratesi paventa il pericolo che qualcuno prenda sul serio le contestazioni finte ed ironiche. E aggiunge: "A parte tutto questo, il libro è una magnifica miniera di dati, di informazioni, di consigli e di prese di posizione che chiunque, accattivato dal tono scherzoso e dallo stile piano con cui è scritto, potrà utilizzare con molto maggior divertimento che non leggendo i soliti manuali di sopravvivenza di un certo ecologismo di maniera di cui tutti ormai abbiamo, non lo si può negare, piene le tasche". Condividiamo.


La Natura in Città Atlante Fotografico delle Aree naturali protette di Roma

a cura di Antonella Lo Re,
Carlo Moccaldi,
Alessandra Reggi

Non è usuale incontrare un volume che illustra i pregi di un sistema di aree protette regionali, finanziato con il contributo anche del ministero dell'Ambiente. Già questo aspetto è di rilevante interesse, e merita di per se una segnalazione. Inoltre il volume si raccomanda per l'altra Roma che pagina dopo pagina e scheda dopo scheda si presenta agli occhi e alla fantasia del lettore. Chi avesse l'impressione di sapere abbastanza di Roma, avendone assorbiti i monumenti e l'atmosfera attraverso moltissimi film, libri e fotografie, si disilluda. Esiste anche la Roma delle aree naturali protette, che ci introduce ad una geografia del tutto differente e a spazi, vegetazioni, edifici e biodiversità difficilmente immaginabili. Il volume, finito di stampare nel giugno 2005, può essere richiesto a Roma Natura.


A Selection of Advanced River Cities in Europe

a cura di Biagio Guccione
Edifir edizioni, Firenze 2005
Pag. 108 - s.i.p.

Nel quadro di un progetto Interreg IIIC denominato "River Links" dialoghi di eccellenza per un rapporto sostenibile tra la città ed il fiume, è stato pubblicato un interessante volume che - in lingua inglese - da conto dei partner del progetto (Bordeaux, Bremen, Dresden, Firenze, Sevilla e Tallinn, ciascuna delle quali illustra in due o tre paginette i progetti in corso di attuazione volti a costruire un nuovo dialogo tra i fiumi che le attraversano e le città stesse) e dei progetti più interessanti in corso di realizzazione nelle città di Bilbao, Brema, Budapest, Colonia, Lisbona, Lione, Padova, Parigi, Oporto, Praga, Ratisbona, Roma, Strasburgo, Torino e Vienna. I singoli progetti sono illustrati anche da poche righe di spiegazione in cinque lingue europee. Un articolo del curatore di questo libro, Biagio Guccione, è pubblicato nella sezione "Area contigua". Li il lettore troverà ulteriori indicazioni sui progetti Interreg III C dei quali da conto questo volume.


Beni ambientali e proprietà: i casi del National Trust e del Conservatoire de l'espace littoral

di Carlo Desideri
e Emma A. Imparato
con una presentazione
di Carlo Alberto Graziani
Giuffré Editore, Milano 2005
Pag 165 - 18 euro

Attraverso lo studio dei casi di due strutture che hanno come compito di istituto l'acquisizione in proprietà di territori particolarmente pregiati dal punto di vista ambientale per proteggere la natura e l'ambiente rurale in Gran Bretagna (con lo strumento privato del National Trust) e per proteggere le zone costiere in Francia (con lo strumento pubblico del Conservatoire) gli autori affrontano il tema della proprietà ambientale, del rapporto tra diritto di proprietà e tutela attiva, nonché dei riflessi di queste problematiche sulle prospettive italiane. Lo studio quindi si raccomanda oltre che per la completezza della documentazione che consente al lettore di rendersi conto nel dettaglio dello spessore e dei risultati dei due casi esaminati, anche per la novità delle questioni che solleva. Carlo Alberto Graziani, nella sua presentazione, aggiunge al doveroso esame delle questioni più specificamente giuridiche (la nuova dimensione del concetto di proprietà ambientale) una indicazione di lettura della ricerca come possibile strumento per esercitare la tutela ambientale attraverso l'acquisizione di beni pregiati a rischio di devastazione o di scomparsa. Sia per quanto riguarda le politiche di tutela attiva che le aree protette intendono attuare, sia per la conservazione e valorizzazione di beni culturali, naturalistici e paesaggistici non compresi nei perimetri delle aree protette lo strumento dell'acquisizione da parte di enti simili al National Trust britannico o al Conservatoire de l'espace Littoral francese appare molto adatto, anche se opposto alle tendenze alla dismissione ed alla monetizzazione oggi in atto nel nostro Paese. Gli autori fanno riferimento al Fai e al Wwf come a soggetti che già oggi svolgono compiti analoghi. E citano i casi di parchi proprietari di parti del loro territorio come eccezioni ad una regola differente. Sarà il caso, anche come rivista, di approfondire il ragionamento sviluppato da Carlo Desideri, Emma A. Imparato (e da Carlo Alberto Graziani nella presentazione) quantificando con maggiore completezza le attuali proprietà delle aree protette nazionali e regionali, e prefigurando nuove forme di tutela e di valorizzazione strettamente collegate alla proprietà dei beni.


Biodiversità e aree naturali protette

a cura di Sandro Pignatti
Edizioni ETS, Pisa 2005
Pag. 240 - 14 euro

Un editore che si affaccia con una nuova collana al mondo delle aree naturali protette è un evento vero e proprio, da segnalare ai nostri lettori. Quando poi la nuova collana (che si chiama "le aree naturali protette") è diretta da un nostro antico punto di riferimento, direttore e fondatore di questa rivista, vale a dire da Renzo Moschini, la recensione può rischiare di debordare diventando altro (una cantata, un peana, un suono di banda…). Invece è sufficiente riferire come se si trattasse di un libro come gli altri, per far capire l'importanza della collana e di questo suo primo titolo. La biodiversità è certamente tema che non invecchia, al centro dell'interesse di quanti si occupano professionalmente o per loro interesse della tutela dell'ambiente. Quindi è una gran buona notizia il fatto che il botanico Sandro Pignatti, il genetista Marcello Buiatti, l'etologo Enrico Alleva, l'ecologo Longino Contoli, lo zoologo Sandro Lovari, il botanico Cesare Lasen nonché Giampiero Sammuri, presidente del parco della Maremma, il naturalista Corrado Battisti e l'insegnante Paolo Tescarollo riconducano il tema della biodiversità nella dimensione più agevole ed operativa delle aree protette italiane. Il libro è importante anche perché è probabilmente il primo e il solo che affronta il tema della biodiversità in rapporto ai risultati conseguiti dalle aree protette in questo campo. A tutti i parchi aderenti a Fedenatur che si apprestano ad individuare le problematiche e le esperienze comuni da confrontare nella prossima giornata tecnica di Parigi questo volume potrà essere particolarmente prezioso.


Parchi e sapori di Lombardia

a cura di Elena Chiurlo
e Franco Grassi
Grafiche Cattaneo, 2005
Pag. 176 - s.i.p.

Esce a cura dell'Ersaf (ente regionale per i servizi all'agricoltura e alle foreste) lombardo e con il patrocinio della Regione Lombardia questa interessante guida che ha come sottotitolo "percorsi tra i prodotti tipici e le tradizioni nelle aree protette. Una chiara piantina, un quadro d'insieme e precise istruzioni consentono una agevole consultazione anche ai fruitori meno esperti. Il quadro d'insieme elenca ed evidenzia i 23 parchi naturali regionali, il parco nazionale dello Stelvio, le sette riserve e monumenti naturali ed i cinque parchi locali di interesse sovracomunale (Plis). Successivamente per ciascuno di questi luoghi è possibile conoscere storia, caratteristiche, immagini particolarmente significative. Piccoli ma completi box informano sulle caratteristiche degli enti gestori, propongono itinerari escursionistici precisandone il percorso, la durata, i dislivelli, le difficoltà, il tipo di percorso, il periodo dell'anno consigliato. Altri box spiegano il modo per raggiungere l'area protetta, e solo a questo punto vengono introdotti ulteriori spazi informativi sui prodotti tipici. Sia che si voglia vivere meglio il parco Nord Milano, in piena città, sia che ci si voglia spingere lungo i fiumi, in riva ai laghi o nelle montagne dell'Adamello o delle Orobie questa pubblicazione dall'apparenza dimessa e dal profilo basso è in grado di fornire molte indicazioni e molte emozioni a chi ne verrà in possesso richiedendola all'Ersaf (via Copernico, 38, Milano) alla Regione Lombardia o alle stesse aree protette lombarde.


Le risorse preziose: lo sguardo del giurista

a cura di
Carlo Alberto Graziani
Giuffré Editore
Milano, 2005
Pag. 250 - 25 euro

Sono gli atti del quinto incontro del Club dei giuristi dell'ambiente. La prima sezione è dedicata all'acqua, terra, biodiversità, energie rinnovabili, paesaggio, e raccoglie contributi di Paolo Dell'Anno, Carlo Alberto Graziani, Domenico Amirante, Eugenio Piccozza, Filippo Salvia, Alessandro Rossetti e Pasquale Rago. In questa prima sezione di particolare interesse appaiono due interventi dedicati alle questioni poste dagli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e da impianti eolici. La seconda sezione è dedicata ai profili del danno ambientale, con contributi di Giovanni Cordini, Gianfranco Tamburelli, Franco Tamassia, Nicola Assini, Carlo Amirante, Antonino Cella, fRanco Giampietro, Emma A. Imparato, Carlo Alberto Graziani e Vincenzo De Falco. In questa seconda sezione appaiono di notevole interesse il contributo di Graziani sulle responsabilità degli enti parco per i danni da fauna selvatica, e il vero e proprio saggio di Franco Tamassia (da pagina 130 a pagina 204) nel quale si cita tra l'altro l'effetto nimby: si tratta di un acronimo di derivazione anglosassone desunto dall'espressione But Not In My Backyard, (però non nel mio giardino). Sempre nel medesimo saggio di Tamassia sono elencati molti casi di reazione della collettività in presenza di danno ambientale che raramente si trovano tutti insieme e tutti così agevolmente confrontabili.


La Provincia al bivio: sviluppo o declino?

AA.VV.
Provincia di Milano, 2005
Pag. 28 - S.i.p.

L'Amministrazione provinciale di Milano ha riunito in questo fascicolo undici interviste ad esperti per tradurre in concetti comprensibili e soprattutto in impegni precisi l'inquietudine provocata dal dubbio indicato nel titolo: come produrre sviluppo e non declino? Le undici questioni riguardano aria, acqua, suolo, biodiversità e parchi, agricoltura e ambiente rurale, ambiente urbano, energia, mobilità, rifiuti, imprese e lavoro ambientale, sostenibilità e sviluppo. Come premessa del fascicolo spicca una affermazione di Mikhail Gorbaciov: "Oggi è necessario accettare che le risorse del pianeta sono limitate, con conseguenze potenzialmente terribili per tutte le regioni del mondo". Accanto alle interviste, molto brevi, vengono riportate tabelle e dati significativi. Ci pare giusto citarla per il raccordo esplicito che viene affermato e documentato tra le politiche di sviluppo sostenibile ed il potenziamento delle aree naturali protette.