Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 46 - OTTOBRE 2005




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IL TURISMO NEL PARCO DELL’ANTOLA

Un contributo ligure allo sviluppo

Il presente contributo sintetizza i principali risultati emersi da una ricerca sulla domanda turistica nel parco naturale regionale dell’Antola (provincia di Genova) condotta nel corso del 2005 dall’Osservatorio sul turismo sostenibile e co-finanziata dall’ente parco. L’Osservatorio nasce dall’impegno della fondazione Eni Enrico Mattei, della facoltà di scienze politiche e del dipartimento per lo studio del territorio e delle sue risorse (DIP.TE.RIS.) dell’Università degli studi di Genova, con l’obiettivo di:

  • Svolgere studi e ricerche, interdisciplinari e intersettoriali, sul turismo sostenibile e il monitoraggio ambientale, in collaborazione con istituzioni pubbliche e private.
  • Applicare strumenti di analisi, valutazione e monitoraggio alle risorse turistiche.
  • Promuovere, attraverso i risultati delle proprie ricerche, la conoscenza e la diffusione di strumenti di gestione delle risorse naturali, culturali e socioeconomiche.
  • Favorire la realizzazione di programmi di educazione ambientale rivolti agli operatori locali e ai turisti.
  • Diffondere la cultura del turismo sostenibile attraverso pubblicazioni, workshop e conferenze.

La ricerca, condotta tramite questionari, oltre ad aver fornito le informazioni necessarie per delineare il profilo del visitatore-tipo si è posta un altro obiettivo: fornire all’ente parco delle indicazioni utili per mettere a punto strategie di promozione e comunicazione tarate sulle esigenze di coloro che realmente fruiscono dell’area protetta. In questo modo il parco ha accettato di porsi in discussione: le opinioni espresse dai turisti evidenziano la necessità di aprire un dialogo con i diversi stakeholder locali implicati, direttamente ed indirettamente, nella gestione e nell’implementazione del turismo nel parco. Nell’ultimo decennio in Europa, così come in tutto il mondo, il numero di aree protette è cresciuto in maniera considerevole; parallelamente è aumentato il movimento dei visitatori verso tali zone. In alcuni casi i flussi turistici diretti nei parchi e nelle riserve hanno registrato cifre milionarie: in Italia si stima che nel 2004 i parchi nazionali e regionali, nel loro complesso abbiano accolto oltre 17 milioni di visitatori. I problemi causati dalla massificazione del turismo e la consapevolezza di dover basare lo sviluppo turistico sui principi della sostenibilità hanno prodotto significativi cambiamenti in termini di offerta. Negli ultimi anni i turisti natura, ovvero coloro che secondo la World Conservation Union sono particolarmente interessati ad un contatto con l’ambiente naturale, rappresentano il 10% del mercato mondiale e registrano una crescita media annua del 20%. In particolare circa il 55% di questi visitano le aree protette. Si stima che nell’ultima decade i visitatori delle aree protette abbiano registrato una percentuale di crescita superiore al 4%, valore che si approssima alla crescita media annuale del comparto turistico a livello planetario. Questa tendenza conferma che il turismo nelle aree protette è destinato nel prossimo futuro a giocare un ruolo sempre più importante. Non si può infatti dimenticare che oggigiorno la creazione di un parco si pone due obiettivi fondamentali: tutela e fruizione del territorio. La tutela rappresenta l’obiettivo primario della realizzazione di un parco, mentre il suo utilizzo può essere interpretato come un obiettivo complementare. In un’ottica di sostenibilità, il turismo nelle aree protette deve essere vincolato ad alcuni criteri di base, come la zonizzazione, la regolamentazione dei flussi e degli accessi regolati e definiti da appositi piani di gestione. Gli obiettivi della tutela e dell’uso pubblico (il turismo tra i principali) sono, almeno in apparenza, contraddittori. Da un lato bisogna infatti tenere presente che la gestione e la tutela delle aree protette implicano un cospicuo investimento di risorse finanziarie e che lo sviluppo di formule turistiche sostenibili ne agevola il reperimento. Dall’altro, bisogna invece tener presente che, sempre più spesso, lo sviluppo turistico di talune zone dipende dalla presenza di valori naturali da proteggere. Allo sviluppo del turismo nelle aree protette, così come tutte le altre formule di turismo alternativo, viene spesso attribuito l’arduo compito di risanare un settore economico strategico, entrato in crisi a seguito dell’applicazione di politiche volte alla realizzazione di profitti nel breve periodo, meno attente alla natura, e più in generale, all’ambiente. Pertanto lo sviluppo del turismo nelle aree protette si deve strutturare su una offerta ad hoc, capace di plasmare specifiche tipologie di turisti, individuando nell’ecoturista il fruitore per eccellenza. L’ecoturista è colui che viaggia mosso da un impulso etico e pertanto manifesta un grande interesse per la comprensione dei valori ambientali e culturali delle zone visitate.



Figura n.1: Localizzazione del Parco Naturale Regionale dell’Antola (elaborazione propria)

Il parco e il turismo

Il parco naturale regionale dell’Antola situato alle spalle della città di Genova (figura n° 1), a cavallo dell’Appennino ligure-piemontese, si sviluppa tra l’Alta Valle Scrivia (nei territori dei comuni di Crocefieschi, Ronco Scrivia, Savignone, Valbrevenna, Vobbia) e l’Alta Val Trebbia (nei territori dei comuni di Fascia, Gorreto, Montebruno, Propata, Rondanina e Torriglia). Sebbene il parco abbia una storia relativamente recente (la sua istituzione si deve alla legge regionale n° 12 del 1995), la frequentazione delle zone incluse entro i suoi limiti è iniziata diversi secoli or sono.
Numerose sono le tracce lasciate dall’uomo: il parco si trova infatti lungo uno degli assi commerciali che univano il porto di Genova alla pianura padana. La storica presenza antropica lungo tali valli e crinali ha infatti trasformato profondamente il paesaggio: gli estesi boschi di faggio col passare del tempo sono stati sottoposti ad importanti opere di disboscamento, volte a favorire lo sviluppo delle attività agro-pastorali. Tali trasformazioni hanno così dato vita al tipico paesaggio a mosaico che costituisce oggi, insieme alle numerose testimonianze storico-artistiche (piccoli borghi e fortificazioni quali ad esempio il Castello della Pietra), una delle principali ricchezze del parco. La catena del Monte Antola, e in particolare il Monte Antola, nel periodo della resistenza è entrata a far parte dell’immaginario collettivo dei genovesi: rappresentava un rifugio sicuro dal quale numerosi partigiani hanno potuto continuare la propria lotta. Negli anni del secondo dopoguerra l’affezione verso tale contesto territoriale ha continuato ad essere alimentata: il turismo di ritorno ha fatto sì che anche le nuove generazioni avessero la possibilità di conoscere il patrimonio naturale e storico-artistico ospitato lungo le pendici e le valli dell’Antola, tanto che oggi il Monte Antola viene identificato dagli abitanti del capoluogo ligure come il monte dei genovesi. Localizzati ad una distanza media di trenta chilometri da Genova, e facilmente accessibili, i territori del parco e quelli limitrofi sono diventati mete classiche delle gite fuori porta dei genovesi in tutte le stagioni. Durante il periodo invernale sono numerosi coloro che si recano lungo le pendici dell’Antola, che ben si prestano alla realizzazione dello sci alpinismo. Dalle interviste realizzate ai visitatori, a più riprese, è stato palesato quanto il legame affettivo con il parco ne condizioni la frequentazione: chi si reca sull’Antola non solo fruisce dell’area protetta ma adotta comportamenti che favoriscono la sua salvaguardia. Seppur nella maggior parte dei casi sia stata rilevata una innata sensibilità ambientale in coloro che frequentano il parco, l’ente gestore, negli ultimi anni, ha intrapreso diverse iniziative volte a stimolare la crescita di un turismo sostenibile. Nel 2005, presso la cima del Monte Antola è stata avviata la costruzione di un rifugio, non solo con lo scopo di sostituirne uno in disuso, ma anche e soprattutto per dotare il cuore del parco di un centro di educazione ambientale, nonché di un punto informativo per far conoscere le risorse naturalistiche, architettoniche e socio-culturali del parco e delle zone limitrofe. Tutto ciò nell’intento di stimolare la realizzazione di una rete turistica integrata che favorisca, da un lato la messa a punto di processi partecipativi tra ente parco, amministrazioni comunali, provinciali e regionali e soprattutto con i numerosi stakeholder locali e, dall’altro, che stimoli l’arrivo di ecoturisti.

Obiettivi e struttura della ricerca

La ricerca, relativa all’analisi della domanda turistica del parco dell’Antola, è stata condotta nel 2005, poco dopo l’avvio dei lavori per la costruzione del rifugio; la messa a punto del questionario, il campionamento e l’elaborazione dei dati hanno visto impegnati i ricercatori dell’Osservatorio sul turismo sostenibile per un periodo di sei mesi. L’indagine campionaria basata sulla distribuzione di un questionario ai visitatori è stata articolata in due fasi: la prima, dalla seconda settimana di giugno alla seconda settimana di luglio; la seconda, dalla metà di agosto alla fine di settembre. La campionatura è stata effettuata mediante il metodo probabilistico casuale, in base al quale ciascun membro della popolazione in oggetto ha un’identica probabilità di essere scelto. Le interviste, invece, sono state gestite in base al metodo dell’intervista personale: il questionario viene letto al visitatore dal personale incaricato, che si limita ad annotare seduta stante le risposte. In totale sono stati raccolti 234 questionari, grazie ai quali è stato possibile profilare le caratteristiche salienti del visitatore-tipo e nel contempo raccogliere informazioni utili per stimolare e/o favorire il dialogo tra l’ente gestore, le istituzioni locali e più in generale con i diversi stakeholder, che orbitano in prossimità del parco e dei territori contigui. Sapere cosa il visitatore si aspetta di trovare nel parco e come lo percepisce, facilita infatti la gestione sostenibile del fenomeno turistico. Per raggiungere tali scopi al visitatore è stato sottoposto un questionario così articolato:

  • sezione anagrafica: contenente informazioni circa il sesso, l’età, il comune e provincia di residenza, il titolo di studio, la professione e le modalità di visita (solo, in compagnia di familiari, in compagnia di amici, in gruppo organizzato);
  • sezione 1: contenente informazioni circa il mezzo di trasporto utilizzato per raggiungere la località di partenza dell’escursione, la frequenza di visita ed il tipo di visita effettuato (escursione giornaliera o escursione nell’ambito di un soggiorno);
  • sezione 2: contenente informazioni circa la conoscenza del parco, del materiale informativo, dei principali punti di interesse del parco e delle attività gestite ed organizzate dall’Ente Parco;
  • sezione 3: contenente informazioni circa le motivazioni che hanno determinato la visita, la valutazione della manutenzione del parco (sentieri, segnaletica, aree picnic, zone di ristoro, ecc.), la valutazione del materiale informativo ed alcuni suggerimenti volti a migliorare la fruizione dell’area protetta;
  • sezione 4: contenente informazioni circa la conoscenza del progetto di costruzione del Rifugio promosso dall’Ente Parco, le previsioni relative al suo possibile utilizzo, così come le aspettative nei confronti dei servizi offerti. In estrema sintesi il questionario ha permesso di:
  • Individuare il visitatore-tipo del monte Antola e delle sue principali esigenze;
  • Evidenziare i punti di forza e di debolezza delle attività proposte dal Parco;
  • Fornire delle indicazioni volte al miglioramento della gestione e della programmazione;
  • Individuare nuove iniziative o potenziare quelle già esistenti, in funzione della domanda;
  • Conoscere le aspettative dei visitatori nei confronti del nuovo rifugio in modo di poter calibrare nel miglior modo possibile l’offerta;
  • Avere un termine di paragone per successive ed eventuali indagini, da realizzarsi dopo l’apertura del nuovo rifugio.

Il turista del parco: una fotografia

Chi è il visitatore-tipo del parco dell’Antola? Come si comporta, cosa desidera? Come valuta l’organizzazione del parco… ecc., ecc.? Sono alcuni dei diciotto quesiti contenuti nel questionario volto a delineare il profilo dell’utente del parco dell’Antola. L’elaborazione del questionario ha permesso la realizzazione della tabella n° 1, che sintetizza i comportamenti, le aspettative e i bisogni prevalenti dei visitatori del parco naturale regionale dell’Antola. I dati contenuti in tale tabella sono stati,inoltre, estremamente funzionali per delineare le caratteristiche del visitatore-tipo, definito come segue:

Tabella n.1: Comportamenti prevalenti del visitatore del Parco dell’Antola (elaborazione propria)

CATEGORIA COMPORTAMENTO PREVALENTE ED INCIDENZA %
Fascia d’età Anni 36-50 (29,0%)
Anni 51-65 (29,0%)
Provincia di residenza Genova (86,4%)
Comune di residenza Genova (43,6%)
Titolo di studio Diploma di scuola superiore (36,5%)
Professione Lavoratore dipendente (42,6%)
Come raggiunge il Monte Antola? In compagnia di amici (50,2%)
Mezzo utilizzato Auto (80,3%)
Località di partenza Casa del Romano (35,9%)
Frequentazione Abituale (59,3%)
Più volte l’anno (50,4%)
Sa che il Monte Antola ricade nel parco? Sì (96,6%)
Ha mai visto materiale informativo sul parco? Sì (70,7%)
Se sì, dove? Sedi del parco (34,4%)
Località del parco conosciute Lago del Brugneto (85,0%)
Casa del Romano (84,6%)
Attività del parco conosciute Escursioni organizzate (34,6%)
Giornale del parco “Le Voci dell’Antola” (31,2%)
Tipo di visita Escursione giornaliera (91,9%)
In caso di escursione nell’ambito di un soggiorno, dove dorme? Seconda casa (53,6%)
Perché ha visitato il monte/parco Antola? Interesse escursionistico (59,8%)
Interesse naturalistico (33,8%)
Legame affettivo con il luogo (23,5%)
Come valuta la manutenzione? Discreta (41,0%)
Buona (40,5%)
Come valuta il materiale informativo del parco? Discreto (47,9%)
Cosa suggerisce per migliorare la fruizione del parco? Maggiore disponibilità di cartine (29,1%)
Sa che l’ente parco sta costruendo un rifugio presso la cima? Sì (83,7%)
Utilizzerà il rifugio? Sì (70,6%)
Cosa si aspetta di trovare nel rifugio? Pernottamento (68,4%)
Bar/ristorante (62,0%)
Informazioni sul parco (35,0%)

Grafico n.1: Incidenza percentuale (sul totale delle risposte) delle motivazioni
che hanno indotto a visitare il Parco dell’Antola (elaborazione propria)

“ha un’età compresa tra i 36-65 anni, risiede nella provincia di Genova ed in particolare nel comune di Genova, ha un titolo di studio medio superiore ed è un lavoratore dipendente. Generalmente sceglie come località di partenza della sua escursione “Casa del Romano” e la raggiunge in compagnia di amici utilizzando l’automobile. E’ a conoscenza del fatto che il Monte Antola ricade entro i confini dell’omonimo parco naturale regionale, lo frequenta infatti abitualmente e vi si reca più volte l’anno. Ha avuto l’opportunità di vedere il materiale informativo presso le sedi del parco e le località che meglio conosce sono: il lago del Brugneto e Casa del Romano.
Tra le diverse attività realizzate dall’ente parco, quelle di cui ha maggior nozione sono le escursioni organizzate ed il giornale del parco: “Le Voci dell’Antola”. Effettua prevalentemente escursioni giornaliere, ma nel caso realizzi un’escursione nell’ambito di un soggiorno o di una vacanza, è solito alloggiare in una seconda casa. Le motivazioni che lo spingono a visitare il parco, così come il monte Antola, sono prevalentemente di carattere escursionistico, anche se la componente naturalistica e quella affettiva giocano un ruolo importante. Esprime pareri favorevoli circa la manutenzione del parco e il materiale informativo pubblicato dall’ente gestore. Ciò nonostante, desidera avere a disposizione più cartine per migliorare la fruibilità dell’area protetta. E’, inoltre, a conoscenza del fatto che l’ente parco sta realizzando un rifugio presso la cima del monte Antola e dichiara di essere propenso ad utilizzarlo. Infine, si augura che il rifugio non solo offra la possibilità di mangiare e dormire, ma anche di approfondire la conoscenza del parco. Spera, infatti, di trovare un punto informativo, ove sia possibile tanto acquistare, quanto consultare materiale sul parco, sulle emergenze paesaggistiche, ambientali e socioculturali delle zone limitrofe”.

Sapere che la maggior parte degli intervistati è stata mossa da un interesse di tipo escursionistico e naturalistico (grafico n° 1) è sicuramente un fatto positivo: gli interlocutori del parco non sono semplici e disinformati visitatori, ma hanno tutte le potenzialità per trasformarsi in veri e propri ecoturisti. Questi ultimi, come già evidenziato, sono una tipologia di turisti particolari: hanno maturato le attitudini necessarie per fruire in maniera sostenibile e consapevole delle aree naturali protette. A rafforzare questa idea, il fatto che gli intervistati abbiano ribadito a più riprese di aspettarsi di trovare all’interno del parco, nel nuovo rifugio, un punto informativo ed un centro di educazione ambientale. L’utente medio attribuisce, infatti, al parco una valenza didattica: da luogo contemplativo a laboratorio a cielo aperto.


I risultati del questionario saranno presentati integralmente il 17 maggio 2006 durante una giornata di studio che si realizzerà presso la sede del Parco Naturale Regionale dell’Antola.

Risultati

Sulla base dei dati emersi dall’indagine campionaria si è proceduto non solo a tracciare il profilo del visitatore-tipo, ma anche all’individuazione delle principali problematiche e/o emergenze cui l’ente gestore, di concerto con gli altri attori interessati, dovrà far fronte, per realizzare - nel parco e per il parco - una politica basata sui dettami della sostenibilità ambientale, economica e socioculturale. La ricerca non vuole infatti essere un documento scientifico fine a se stesso, ma uno strumento che induca a riflettere circa la messa a punto di politiche gestionali di tipo partecipativo. Le problematiche emerse sono state divise in quattro blocchi:

  • Comunicazione: in linea generale si registra una modesta conoscenza dei principali punti di attrazione del parco ed anche una scarsa utilizzazione dei diversi canali di informazione predisposti dal parco. Tale risultato si giustifica nel fatto che la maggior parte degli intervistati si sono dichiarati visitatori abituali, e probabilmente per questa ragione, meno stimolati a reperire informazioni circa un’area che frequentano con una certa regolarità da oltre dieci anni. Per lo stesso motivo, essendosi dimostrati particolarmente legati al Monte Antola, sono poco propensi a scoprire gli altri luoghi di interesse ospitati nell’area protetta. La messa a punto di strategie di comunicazione e promozione più mirate favorirebbe una più armonica conoscenza delle risorse naturalistiche ed artistico-culturali presenti.
  • Bacino di utenza: Il bacino di utenza del parco dell’Antola risulta fortemente circoscritto. La provincia di Genova registra infatti un’incidenza assai elevata: quasi la totalità dei visitatori proviene infatti dal capoluogo regionale o dal suo hinterland. Il risultato non stupisce: si allinea a quanto emerso da una ricerca sui parchi nazionali, condotta da Cannas e Solinas (2005), dalla quale si evince che la maggior parte dei visitatori delle aree protette analizzate risiede in località limitrofe. Colpisce invece il numero relativamente basso di visitatori provenienti dal basso Piemonte. Considerato che il territorio dell’area protetta confina con la provincia di Alessandria, poteva essere ipotizzabile una presenza più cospicua di turisti originari di questo comparto. E’ possibile che lavorando di concerto sulla comunicazione dell’offerta turistica con le amministrazioni limitrofe al territorio dell’area protetta il bacino di utenza del parco possa essere ampliato.
  • Sostenibilità: Sapere che il mezzo di trasporto più utilizzato dai visitatori per raggiungere la località di partenza, dai diversi sentieri che conducono al parco, è l’automobile, pone in essere tutta una serie di problemi legati da una parte alla sperimentazione della mobilità sostenibile, dall’altra alla necessità di educare l’utente verso abitudini ambientalmente meno invasive. L’auto, come noto, è il mezzo di trasporto meno sostenibile per eccellenza e che mal si adatta allo sviluppo del turismo nelle aree protette. Al riguardo sarebbe auspicabile potenziare la rete di trasporto pubblico.
  • Gestione del turismo: La disponibilità del parco a interrogarsi attraverso questa indagine apre la strada allo sviluppo di strategie di gestione partecipative e conseguentemente meno conflittuali. In quest’ottica il punto di vista dei turisti intervistati potrebbe rappresentare una base di partenza per elaborare azioni volte a migliorare la fruizione dell’area protetta.

Bibliografia

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WWF ITALIA, Ecoturismo, fiore all’occhiello dei parchi, in “Attenzione”, n° 28, 2003, pp. 1-20.

di Stefania Mangano
Università degli studi di Genova: stefania.mangano@unige.it

e Sara Sanetti
Fondazione ENI Enrico Mattei: sara.sanetti@feem.it

Anche se l’articolo è il risultato di un studio congiunto si devono a Stefania Mangano i paragrafi: “Turismo e le aree protette” e “Il turista del Parco: una fotografia”, a Sara Sanetti i paragrafi: “Obiettivi e struttura della ricerca” e “Risultati”.