Modelli e strumenti di comunicazione sviluppati da RomaNatura, l'ente che gestisce
i parchi, ultimo lembo di patrimonio ambientale e rurale nel cuore della
città di Roma.
Comunicare efficacemente è l'aspirazione di ogni individuo nella società attuale:
se non si è in grado di comunicare non si esiste o, quanto meno, si
riduce lo spettro dei nostri potenziali interlocutori, in altri termini si
riduce notevolmente la platea di coloro che sono disposti a concederci attenzione.
Se questo è vero per gli individui, lo è ancor di più per
le istituzioni od i soggetti pubblici: lo sviluppo di una comunicazione efficace è il
compito principale che concerne l'attività di ogni pubblica amministrazione,
società od impresa, non ha importanza la qualità o la quantità delle
nostre "produzioni" se non siamo in grado di comunicarle con l'esterno.
Attraverso la comunicazione si arriva pertanto a definire l'essenza stessa
della nostra società: condividere, trasmettere, rendere visibile l'informazione
riguardo le nostre attività. Forme di comunicazione sono sempre state
presenti nella storia dell'evoluzione umana anzi è possibile individuare
una serie di «epoche» in cui i nostri progenitori realizzarono
progressi nella capacità di scambiare, tramandare, recuperare e diffondere
informazione attraverso le quali è possibile leggere la storia dell'evoluzione
umana. In ognuna di queste epoche la vita quotidiana degli individui è profondamente
cambiata per effetto dei sistemi di comunicazione fino a poter giungere a definire
la stessa evoluzione umana come una storia delle "Transizioni": l'età dei
segni e dei segnali, l'età della parola e del linguaggio, l'età della
scrittura, l'età della stampa, l'età delle comunicazioni di massa.
Per la storia delle transizioni ciascun passaggio è una fase di un processo
di accumulazione e non un periodo in sé distinto e concluso poiché i
sistemi di comunicazione si sono mescolati e combinati tra loro anziché passarsi
l'un l'altro le consegne.
Pertanto, pur essendo stata sempre presente nella storia sociale dell'umanità,
solo ora la comunicazione ha raggiunto la rilevanza che tutti le attribuiscono.
Le forme di comunicazione hanno rappresentato la struttura stessa della nostra
società, o per meglio dire la struttura e le funzioni precipue di ogni
società sono state rappresentate da una particolare, o da particolare,
forma di comunicazione. L'attuale struttura sociale è caratterizzata
da una forma "relazionale" (P. Donati, 1998), "modulare" (G.
Osti 2005), "liquida" (Z. Baumann) ovvero da una marcata rappresentazione
struttural-funzionalista di matrice Parsonsiana in cui i sistemi di reti costituiti
da individui o istituzioni modulari, ovvero funzionalmente distinti ma interconnessi,
e sostanzialmente instabili spiegano completamente il suo funzionamento.
Secondo Donati, ogni fenomeno sociale è descrivibile e comprensibile
come relazione sociale: «le realtà sociali possono essere concepite
attraverso le relazioni sociali che le costituiscono» e pertanto l'individuazione
delle relazioni sociali, che pre-esistono ad ogni fenomeno sociale, può avvenire
utilizzando lo schema Agil di Talcott Parson; nell'ambito della teoria relazionale,
questo viene inteso come la «bussola della teoria e dell'analisi sociologica».
Lo schema Agil, elaborato da T. Parsons agli inizi degli anni cinquanta, individua
le quattro componenti interne dell'azione sociale: mezzi, mete, norme e valori.
Questo schema viene generalizzato fino a comprendere l'intera realtà sociale:
ad ogni elemento dell'azione corrisponde un determinato sotto-sistema funzionale
e un rispettivo prerequisito funzionale. In questo modo si individuano quattro
quadranti o celle dello schema: il quadrante A (Adaptation) il cui prerequisito
funzionale è l'adattamento mentre il sotto-sistema funzionale è l'economia;
il quadrante G (Goal-attainment) con la realizzazione delle mete e il sistema
politico come prerequisito funzionale e sotto-sistema funzionale rispettivamente;
il quadrante I (Integration) il cui prerequisito funzionale è l'integrazione
mentre il sotto-sistema funzionale è il sistema societario; infine il
quadrante L (Latency pattern maintenance) con il mantenimento del modello come
prerequisito funzionale e il sistema culturale come sotto-sistema funzionale.
Ma nella sociologia relazionale, l'utilizzo di Agil non si conclude con l'individuazione
delle quattro componenti interne dell'azione: «quello che c'è dentro
ogni casella dello schema Agil (il tipo categoriale) è meno importante
della distinzione/legame, cioè della relazione, che lo evidenzia e lo
produce». In altre parole, l'applicazione di Agil come modello d'analisi è utile
in funzione della sua logica relazionale. Secondo questa logica lo schema si
costruisce a partire da due assi: l'asse strutturale A - I, degli standard
di coordinamento, ovvero «re-ligo» e l'asse referenziale L - G,
degli orientamenti di valore, ovvero «re-fero». Di conseguenza
la relazione sociale si concretizza nella combinazione tra i due assi: «infatti,
l'asse dell'orientamento, che rappresenta il senso soggettivamente intenzionato
dell'azione, crea norme. La normatività culturale dell'azione, che consiste
nell'attribuire significati intenzionali, si collega alla normatività strutturale».
Allo schema relazionale della società, si aggiunge il modello modulare
e differenziale di Luhmann della "Comunicazione Ecologica", in cui
il sistema sociale è un sistema di comunicazioni, separato dai sistemi
biologici e psichici, dove i ruoli rivestiti dalle persone rappresentano l'elemento
di maggiore importanza. I ruoli, pertanto, determinano differenziazione sociale,
ovvero un incremento della complessità del sistema-società attraverso
la differenziazione segmentaria, la differenziazione stratificata e la differenziazione
funzionale.
Una società differenziata e relazionale può funzionare solo se è in
grado di mettere in comunicazione le sue strutture ed i suoi sistemi, che possiedono
dei propri codici interni ed in relazione a questi sono autoreferenziali; in
questa visione la comunicazione rappresenta una forma di "potere" poiché attraverso
di essa si è in grado di veicolare l'informazione attraverso i sistemi
del modello struttural-funzionalista.
La struttura della società è dunque costituita da sistemi strutturalmente
e funzionalmente differenziati, che determinano anche i diversi ruoli e status
degli individui, che sono autonomi rispetto ai propri codici di comunicazione
interni, la grande importanza rivestita dalla comunicazione risiede nella sua
capacità di mettere in contatto i diversi sistemi sociali e di far veicolare
e comprendere l'informazione prodotta da ciascuno: la società post-moderna
può funzionare solo incrementando la riflessività interna e la
capacità di comunicazione fra i sistemi.
Per Luhmann i fatti che avvengono nell'ambiente, le catastrofi ambientali,
le carestie, etc... non hanno nessun effetto sociale fin tanto che non si comunica
su di essi, in altre parole, secondo la logica social-costruzionista che vede
i problemi ambientali come oggetti culturali, ossia come significati condivisi,
un evento ambientale esiste per la società nel momento in cui questo
viene comunicato. Il concetto è spiegato molto bene in questa affermazione
del sociologo tedesco: «Potrebbero morire pesci o uomini, il bagno nei
mari o nei fiumi potrebbe causare malattie, potrebbe non esserci più benzina
nei distributori e la temperatura media potrebbe crescere o calare: fino a
che su di questo non si comunica, ciò non ha alcun effetto sociale.
La società è certo un sistema sensibile, ma operativamente chiuso.
Osserva solo attraverso comunicazioni». Non approfondendo tutto l'apparato
teorico che Luhmann costruisce, quello che in questo momento mi interessa rilevare è che
gli eventi ambientali, ovvero gli input che l'ambiente produce, per essere
percepiti dalla società devono essere comunicati e devono avere risonanza
in ogni sotto-sistema funzionale della società, cioè gli input
dell'ambiente devono essere tradotti nei codici e nei programmi di ogni sotto-sistema,
solo così la società può rispondere alle minacce ecologiche.
I codici rappresentano il modo con cui «i più importanti sistemi
funzionali strutturano la loro comunicazione».
La comunicazione nel contesto attuale ha anche un'altra grande funzione, soprattutto
in campo ambientale, quello di formare ed informare allo scopo di aumentare
la partecipazione ed il consenso riguardo le scelte e le politiche pubbliche.
I cittadini, in particolar modo nelle questioni che afferiscono al tema dell'ambiente
e della salute, desiderano sempre più partecipare alle decisioni che
direttamente o indirettamente possono condizionare il loro futuro nonostante
il funzionamento di un sistema di delega democratica che, attraverso libere
elezioni, identifica rappresentanti a livello nazionale e locale. Eludere tali
aspetti può sfociare in veri e propri conflitti che rischiano di mettere
a repentaglio la realizzabilità di un piano o un progetto anche se tecnicamente
ineccepibile.
La partecipazione e la costruzione del consenso (consensus building) sono processi
volti a raggiungere soluzioni condivise attraverso azioni in grado di far convergere
in modo possibilmente unanime gli interessi di diversi stakeholders. Tutti
gli attori coinvolti hanno al tempo stesso il diritto di far valere i propri
interessi e la responsabilità di proporre soluzioni in grado di soddisfare
le aspettative degli altri soggetti. Naturalmente si tratta di processi volontari
in cui alcuni stakeholders possono considerare più vantaggioso starne
fuori. Nelle situazioni in cui tra le parti esista una generale convergenza
di interessi o un rapporto di fiducia, gli interventi di costruzione del consenso
possono essere limitati ad interventi di informazione e comunicazione finalizzati
a mantenere un clima non conflittuale tra gli stakeholders. Laddove la disputa
sia già manifesta, le strategie di gestione del conflitto (conflict
management) hanno l'obiettivo di aiutare le parti a ricomporre la disputa in
corso. In questo caso la comunicazione assurge al ruolo di strumento per la
costruzione di nuove forme di democrazia realmente partecipata. La differenziazione
sociale viene rappresentata e percepita soprattutto a partire dai contesti
urbani: le città rappresentano luoghi dove questa analisi della struttura
sociale prende forma e consistenza e dove pertanto i Parchi si trovano a dover
fare i conti con essa se vogliono comunicare efficacemente le proprie informazioni.
Il codice del sistema ambientale attraverso cui si esprimono i Parchi, può essere
potenzialmente impenetrabile alla comprensione dei sistemi economici o di potere
che, in gran parte, rappresentano i sistemi dominanti all'interno dei nuclei
urbani. La comunicazione dei parchi deve essere in grado di penetrare il nucleo
centrale del "paradigma urbano" anche attraverso la riproposizione
della nota "bullet theory". Questa concezione lineare degli effetti
della comunicazione presupponeva una emittente attiva e un pubblico sostanzialmente
passivo, che di fronte allo stimolo del messaggio avrebbe reagito quasi automaticamente,
in modo uniforme. Se l'effetto non sopraggiungeva, si pensava che il messaggio
non avesse raggiunto il destinatario. Perciò si paragonò la comunicazione
allo sparo di un proiettile (in inglese bullet), per rendere chiaro che non
bastava premere il grilletto, ma bisognava anche fare centro e "colpire" il
destinatario. Un'altra espressione usata per definire questa concezione meccanica
e deterministica del problema degli effetti è quella di teoria ipodermica,
con cui si vuole indicare che l'effetto della comunicazione era considerato
come simile ad una iniezione sottocutanea che determina una reazione fisiologica
dell'organismo, sia che il paziente ne sia consapevole e lo voglia oppure no.
La comunicazione, pertanto, soprattutto quella istituzionale o di una pubblica
amministrazione, deve essere tarata e costruita appositamente per cercare di
raggiungere i vari "bersagli" ovvero i vari soggetti sociali a cui
questa si rivolge. La complessità della "taratura" è dunque
funzione della complessità sociale: una società differenziata
e modulare offre una platea multiforme e variopinta di soggetti sociali a cui
rivolgersi, e determina una forte difficoltà nel costruire messaggi
che possano essere decodificati e selezionati da tutti i soggetti. La "selezione" del
messaggio è un ulteriore difficoltà soprattutto in ambito urbano:
quotidianamente gli "urban dwellers", i cittadini, sono inoltre sottoposti
ad un continuo bombardamento comunicativo che provoca confusione e assuefazione.
L'eccessiva penetrazione "ipodermica" dei flussi comunicativi può provocare
rigetto e quindi, secondo un meccanismo di autodifesa, selezione del messaggio.
La selezione come meccanismo inconscio di difesa crea un sistema di retroazione
e di crescita del flusso dei messaggi - se il soggetto sociale tenta di difendersi
rifiutando il mio messaggio cercherò di "bombardarlo" - che
provoca l'aumento dei costi comunicativi e la crescente necessità di
escogitare forme di comunicazione sempre più dirompenti in grado di
attrarre l'attenzione: la "riflessività" sociale od individuale
(U. Beck, 1986) è l'unico strumento che consente di decodificare ed
effettuare una selezione non emotiva e grossolana, oppure di non soggiacere
alle manipolazioni dei mass media.
La comunicazione dell'ente di gestione di un parco naturale è dunque
un fenomeno ed un prodotto proprio della comunicazione pubblica. Essa deve
riguardare le interazioni dei sotto-sistemi sociali in cui la realtà sociale
ed ambientale del parco si articola. Il parco deve trovare la giusta risonanza
in ciascuno dei sotto-sistemi sociali ed ambientali; inoltre, la comunicazione
dell'ente di gestione è sia una comunicazione fortemente pubblica, sia
una comunicazione fortemente ecologica in quanto ispirata alla mission fondamentale
di un'area protetta: proteggere la natura.
Cos'è la comunicazione?
Il termine deriva dal latino "communicatio" (comunicazione, partecipazione):
un vocabolo che indica propriamente il "mettere in comune", il "far
partecipi" altri di ciò che si possiede. Il termine è formato,
infatti, dall'unione di due parole "Cum" (insieme) e "Munus" (dono). "Communico" dunque,
indica originariamente un mettere in comune, un creare uno spazio comune: questo è ulteriormente
confermato dal legame che sussiste, sempre dal punto di vista etimologico,
tra il verbo "comunico", il sostantivo "communio" (comunione,
condivisione) e l'aggettivo "communis". Non significa "mandare
messaggi", ma va intesa come un atto sociale e reciproco di partecipazione,
atto mediato dall'uso di simboli significativi tra individui e gruppi diversi.
- Comunicazione come trasmissione, passaggio di informazioni.
- Comunicazione come relazione, mettere in comune, comprensione.
Gli elementi fondamentali di ogni processo comunicativo sono:
- l'emittente: è il soggetto (o i soggetti) che comunica il messaggio;
- il ricevente: è il soggetto (o i soggetti) che riceve il messaggio;
- il messaggio: è il contenuto di ciò che si comunica. Può essere
un'informazione, un dato, una notizia o più semplicemente una sensazione;
- il codice: è il sistema di segni che si usa quando si comunica e
senza il quale non avviene la trasmissione del messaggio. Può essere
sia una lingua, che un gesto, un grafico, un disegno;
- il canale: può essere inteso sia come il mezzo tecnico esterno al
soggetto con cui il messaggio arriva (telefono, fax, posta, etc…) sia
come il mezzo sensoriale coinvolto nella comunicazione (principalmente udito
e vista);
- la codifica: è l'attività che svolge l'emittente per trasformare
idee, concetti e immagini mentali in un messaggio comunicabile attraverso
il codice;
- la decodifica: è il percorso contrario svolto dal ricevente che
trasforma il messaggio da codice in idee, concetti e immagini mentali;
- il feed-back: è l'interscambio che avviene tra ricevente ed emittente
quando l'informazione di ritorno permette all'emittente di percepire se il
messaggio è stato ricevuto, capito, etc…;
- il contesto o ambiente: è il "luogo", fisico o sociale,
dove avviene lo scambio comunicativo - può incentivare o al contrario
disincentivare la comunicazione;
La comunicazione può essere:
Comunicazione verbale: utilizza le parole.
Comunicazione non verbale: espressione del volto, gesti, tono della voce, etc....
E' meno facilmente sottoponibile a "censura", e quindi tradisce gli
effettivi sentimenti, stati d'animo, opinioni.
Comunicazione simbolica: il nostro modo di vestire, gli oggetti di cui ci circondiamo,
etc…, costituiscono una parte molto significativa della nostra comunicazione.
Un utilizzo congiunto delle diverse modalità comunicative produce i
risultati più efficaci. L'apprendimento varia al variare delle tecniche
comunicative e dunque dei diversi canali di percezione.
Tecniche di comunicazione Canale di percezione % di apprendimento
Verbale solo udito 20 %
grafica-gestuale-iconica solo vista 30 %
Mista udito + vista 50 %
Mista udito + vista + discussione 70 %
mista + sperimentazione udito + vista + discussione + uso 90 %
In ogni caso occorre fare molta attenzione perché non tutto quello che
viene comunicato arriva al ricevente. Anzi, di solito:
il soggetto vuole dire 100
in realtà dice 80
il ricevente sente 50 (a causa dei disturbi dell'ambiente)
capisce 30
ricorda 20
Le attività di comunicazione ed informazione di RomaNatura
RomaNatura ha fatto proprie le difficoltà evidenziate nel fare comunicazione
in un contesto urbano. Non è facile comunicare le attività svolte
da un Ente giovane, nato da circa 8 anni, che per lungo tempo ha dovuto dedicarsi
principalmente a radicarsi ed a strutturarsi nel tessuto sociale ed istituzionale
cittadino, che ha dovuto districarsi tra difficoltà amministrative,
burocratiche, finanziarie e soprattutto di "riconoscibilità" sociale
e politica.
È stato necessario scegliere il "messaggio" che si voleva trasmettere
alla cittadinanza, ma prima è stato necessario fare i conti con le contigenze.
Il contesto è stato il primo discrimine: i parchi di Roma rappresentano
nel cuore della città l'ultimo lembo di un patrimonio ambientale e rurale
che testimonia il tessuto fortemente agricolo della nostra città ai più,
soprattutto alle giovani generazioni, sconosciuto; lo strumento era quello di
un Ente e di un sistema regolativo ignoti e perlopiù incomprensibili ai
cittadini, che non riuscivano a capire perché si dovessero applicare,
in un'area urbana, norme e divieti validi per aree dove la wilderness regna sovrana;
i mezzi sono i canali comunicativi tradizionali che per essere adeguatamente
percepiti richiedono una capillarità ed una persistenza che spesso le
risorse dell'Ente non hanno potuto sempre assicurare; la mission, la tutela e
la conservazione di aree verdi salvate dall'incipiente speculazione edilizia
e l'educazione ambientale nei confronti di questo immenso patrimonio. Attraverso
questi elementi si è proceduto ad identificare un messaggio istituzionale
che ha inteso rappresentare: la preservazione, la protezione e la fruizione.
RomaNatura è un patrimonio ambientale urbano che può essere preservato
non solo attraverso la protezione ma anche e soprattutto attraverso la fruizione:
le aree urbane che non sono fruite, ovviamente in modo rispettoso per l'ambiente,
sono abbandonate al degrado ed all'abusivismo. Per questo il messaggio comunicativo è stato
rivolto a cercare di collegare l'utilizzo rispettoso che di queste aree si può fare
ed i benefici in termini sociali, economici e sanitari che se ne possono trarre.
Se si legge lo stile ed il contenuto della comunicazione istituzionale si intravede
la volontà di coniugare l'ambiente con il tessuto storico della città,
ma anche con lo sviluppo della stessa: i parchi di RomaNatura rappresentano una
rete ecologico-sociale che in questo caso si collega, ad esempio, al Parco della
musica (auditorium), alla nuova Fiera di Roma, alle nuove centralità volute
dal nuovo PRG, ma anche agli insediamenti di Crustumerium, alla Cervelletta ed
alle tante tenute agricole residuo di un ormai antico latifondismo di natura
aristocratico-papale.
Lo stile pertanto deve essere caldo e amichevole e costruito con linee semplici,
leggere e facilmente decodificabili da parte di ragazzi e anziani e dalle famiglie
in genere, con caratteri "anticati" e colori il più possibile
reali e nei suoi contenuti deve richiamare la fauna e la flora cittadine, ma
anche le emergenze storiche come San Pietro ed il Colosseo, in una parola la
biodiversità urbana: quello che deve emergere è il connubio tra
uomo e natura che riescono a convivere in modo armonico senza bloccare lo sviluppo
di una città che è stata e sarà capitale di popoli, religioni
e culture.
La comunicazione propria dei parchi
I Centri Visita:
le Case del Parco di RomaNatura, strutture di accoglienza per i visitatori
e di introduzione alla conoscenza dell'area protetta. Le strutture già aperte
sono sei e sono dislocate in alcune delle aree gestite dall'Ente:
- Villa Mazzanti, punto informativo e sede istituzionale dell'Ente (Riserva
Naturale di Monte Mario)
- Torre di Perna, punto informativo e sede distaccata Guardiaparco (Riserva
Naturale di Decima-Malafede)
- Casale Lucernari, punto informativo e sede distaccata Guardiaparco (Riserva
Naturale della Marcigliana)
- Casale Scarpa - Casa del Fiume (Riserva Naturale della Valle dell'Aniene),
punto informativo e centro didattico con mostra permanente sull'ecosistema
fluviale
- Casale Alba, ospita il Centro di Cultura Ecologica-Lipu ed un punto informativo
dell'Ente (Parco Regionale Urbano di Aguzzano)
- Casaletto, punto informativo e di animazione del territorio, gestito da
cooperativa locale, nonchè sede distaccata Guardiaparco
La pannellistica:
- la segnaletica stradale e le insegne, l'informazione di servizio;
- le aree "dedicate", l'informazione per la fruizione. Il caso
del Parco di Proba Petronia all'interno del Parco Regionale Urbano del Pineto,
dotato di area gioco ed area cani;
- i sentieri natura, l'informazione per l'interpretazione del territorio
protetto e la sua valorizzazione. La rete di RomaNatura:
- Sentiero natura Le Querce (Riserva Naturale di Monte Mario - Collina dello
Stadio Olimpico);
- Sentiero Collina dell'Osservatorio (Riserva Naturale di Monte Mario);
- Sentiero natura Il Costone (Parco Regionale Urbano del Pineto);
- Sentiero natura Valle dell'Insugherata (Riserva Naturale dell'Insugherata);
- Sentiero natura Il fiume porta (Riserva Naturale Valle dell'Aniene);
- Sentiero natura La Cervelletta (Riserva Naturale Valle dell'Aniene);
- Sentiero natura Conoscere il Parco (Parco Regionale Urbano di Aguzzano);
- Sentiero natura I Lucernari (Riserva Naturale della Marcigliana);
- Sentiero natura Valle di Perna (Riserva Naturale Decima-Malafede);
- Sentiero natura Fosso del Ciucco (Riserva Naturale Laurentino-Acqua Acetosa);
- Sentiero natura La Torre (Riserva Naturale dell'Acquafredda).
La tabellazione:
- le tabelle perimetrali, l'informazione per il controllo e la tutela del
territorio. L'esperienza più recente: il neonato Monumento Naturale "Parco
della Cellulosa".La comunicazione tradizionale
I prodotti editoriali:
- dèpliant serie "I Parchi Naturali di Roma", realizzati
per ciascuna area protetta (varie ristampe);
- dèpliant "A volo d'uccello sulla città": lo skyline
di Roma da Villa Mazzanti;
- dèpliant istituzionale "RomaNatura" (varie ristampe);
- mappa dei parchi naturali di RomaNatura (marzo 2003);
- atlante fotografico delle Aree Naturali Protette di Roma (giugno 2005);
- brochure "Una gita in città" (ottobre 2005);
- guida ai Servizi delle Aree Naturali Protette del Lazio - I parchi di RomaNatura
(in preparazione).
La pubblicità:
- annunci su stampa quotidiana e periodica (Metropoli Agricola);
- gli spot radio (Metropoli Agricola);
- le affissioni (Metropoli Agricola, ma anche eventi minori);
- le sponsorizzazioni (Agenda d'Ateneo 2007 - Università degli studi "Tor
Vergata").
Gli eventi
- Metropoli Agricola ( Riserva Naturale di Decima Malafede, ottobre 2005);
- C'è aria di festa nei Parchi di Roma (dicembre '05 - gennaio '06);
- Inaugurazione Parco di Proba Petronia (Parco Regionale Urbano del Pineto,
marzo 2006);
- Valorizzazione creativa del legno di città. Laboratori (Riserva
Regionale Valle dei Casali, maggio 2006);
- Workshop "Local Action for Biodiversity" (Villa Mazzanti, giugno
2006);
- I Parchi di RomaNatura come museo diffuso di biodiversità (giugno-ottobre
2006);
- Amor di Mare (Area Marina Protetta Secche di Tor Paterno, giugno 2006);
- La Notte Bianca di RomaNatura (Villa Mazzanti, settembre 2006);
- Convegno AIGAE (Villa Celimontana, ottobre 2006);
- Autunno in Riserva. I parchi a tavola (Riserva Naturale di Decima Malafede,
ottobre 2006).
Le fiere
- Natura in viaggio (ARP/Regione Lazio - Gaeta, marzo 2006);
- Salone dei Parchi e del Vivere Naturale. ParkLife 2006 (Roma, aprile 2006);
- Parchi in città (Federparchi - Roma, maggio 2006);
- Festa dei Parchi (Rieti, maggio 2006);
- Forum del Libro Geografico (Società Geografica Italiana - Roma,
giugno 2006);
- Mediterre 2006 (Bari, settembre 2006).
L'ufficio stampa:
- i comunicati stampa (sia verso mezzi d'informazione generalisti che di
nicchia). L'attenzione verso i mezzi di comunicazione di settore (natura,
ambiente, turismo, informazione scientifica) interessa soprattutto stampa
periodica, portali e newsletter in formato elettronico;
- la rassegna stampa bisettimanale, su attività dell'Ente ma anche
sull'attualità delle aree protette regionali e su tematiche di interesse
ambientale.La comunicazione nell'era di Internet
I prodotti multimediali:
- video istituzionale "I parchi naturali di RomaNatura" (DVD);
- CD ROM "La Natura in città", versione multimediale dell'Atlante
fotografico delle Aree Naturali Protette di Roma;
- DVD "Roma capitale di risorse", prodotto realizzato per l'Assessorato
all'Agricoltura della Regione Lazio;
- il sito Internet istituzionale: www.romanatura.roma.it;
- le pagine dell'Ente sui portali dedicati dell'Agenzia Regionale Parchi
e di Federparchi: www.parchilazio.it e www.parks.it.
Bibliografia
Baumann Z., La società sotto assedio, Bari, Laterza, 2003.
Beck U., Risk Society: towards a new modernity, London, Sage Pubblication,
1992.
Donati P., Teoria relazionale della società, Milano, Angeli, 1998.
Luhmann N., La comunicazione ecologica. Può la società moderna
adattarsi alle minacce ecologiche?, Angeli, Milano, 1989.
G. Osti, I nuovi asceti, Bologna, Il Mulino, 2005.
Parsons T., La struttura dell'azione sociale, Bologna, il Mulino, 1968.
di Paolo Giuntarelli
Direttore Ente Regionale RomaNatura
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