Aree Protette per il futuro: un intervento di Roger Croft
Pubblichiamo con grande piacere nello spazio dedicato allOsservatorio Parchi Europei questo contributo indirizzatoci da Roger Croft, vicepresidente della sezione Europa della IUCN, che ben focalizza le sfide che attendono i nostri parchi negli anni a venire.
Lespansione delle aree protette è ormai questione celebrata in tutto il mondo. Un trend decisamente positivo, in particolare è benvenuto linteressamento di sistemi marini e costieri. LItalia in questo processo di espansione è un paese guida che possiede una grande varietà di aree protette nel suo sistema nazionale. Se i parchi vorranno esercitare e sviluppare il loro ruolo nella salvaguardia dei più preziosi paesaggi naturali e culturali e delle eccellenze di geomorfologia, wilderness e paesaggio, si delineano per il futuro una serie di sfide da affrontare.
In primis, le aree protette non possono rimanere isolate una dallaltra di fronte alla frammentazione causata dallo sviluppo delle infrastrutture ed alle incertezze derivanti dal cambio del clima a livello globale. Sarà essenziale, per garantire che le aree protette siano parte di una rete spaziale e non solo punti su una carta geografica, lo sviluppo di connessioni naturali attraverso aree corridoio,. Le iniziative Europee per la connettività, specialmente la Rete Ecologica Pan-europea del Consiglio dEuropa, mostrano che cosa può essere fatto. Le richieste dellArticolo 10 delle Direttive Habitat e Specie per limplementazione della Rete Natura 2000 implicheranno lo sviluppo di nuovi approcci alla questione connettività. Il programma italiano APE, sullAppenino, è un ottimo esempio dei criteri necessari.
In secondo luogo, connettere le aree protette alle comunità umane che vivono al loro interno e nelle immediate vicinanze è già una priorità. Troppo spesso nel passato, queste aree sono state viste come riserve per la scienza e gli specialisti trascurando il loro ruolo ed il loro contributo alla società. Portare le comunità locali allinterno della sfida che affrontano le aree protette è obiettivo che può essere perseguito in differenti modi: attraverso una nuova governance, costruendo la loro capacità di contribuire e creando nuovi posti di lavoro ed opportunità di business. Terzo elemento necessario è definire una chiara strategia per monitorare lefficacia dellazione delle aree protette alla luce di tutte le sfide, sia naturali che umane, che deve affrontare. E necessario raccogliere informazioni ed aggiornare le banche dati, utilizzandole per migliorare e facilitare la gestione. Le iniziative della Commissione Mondiale per le Aree Protette della IUCN, come la Rete PALNet ed il Database mondiale delle aree protette, sono strumenti utili che vanno in questa direzione.
Quarto, è la crescente necessità di salvaguardia degli ambienti marini, indispensabile per far sì che non venga meno quella risorsa ricca e varia di nutrimento per molte comunità naturali ed umane che dipendono dal mare. Ciò esige nuovi metodi per conoscere ed analizzare le dinamiche naturali del mare in tre dimensioni, e richiede di regolamentare quelle attività che possano comprometterle od entrare in conflitto con esse, come le tipologie di pesca che danneggiano i fondali creando scompensi e danni alla riproduzione di diverse specie. La Commissione Mondiale della IUCN può essere daiuto nellindirizzare tutte queste sfide. La nostra rete globale di esperti, che conta circa 1400 componenti (di cui 270 in Europa), ha esperienza e professionalità in tutti i campi che interessano le aree protette. I membri italiani forniscono già un grande contributo e possono e devono condividere sempre di più il loro lavoro e le loro conoscenze con gli altri colleghi della rete. Lavorando insieme possiamo evitare di ripetere i medesimi errori che altri hanno fatto nel passato, essere aggiornati sulle idee più innovative, condividere le migliori esperienze pilota, e migliorare la nostra preparazione attraverso corsi comuni ed iniziative di training.
In tal senso, saluto con calore ed entusiasmo liniziativa di Federparchi che raggruppa insieme le aree protette italiane ed anche il lavoro del Comitato Italiano della IUCN con il forte supporto ed indirizzo del Ministero dellAmbiente italiano.
Daniela Talamo
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