Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 51 - GIUGNO 2007



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Coste

Coste italiane protette

Luci e ombre dalla Maddalena a Procida

Il parco sardo senza pace, ancor più in discussione ora che sarà smantellata la base militare americana.
Ma buone notizie arrivano dal Lazio che si impegna per la gestione sostenibile della fauna ittica, mentre a Procida gli allevatori giapponesi di tonno fanno i furbi...
Futuro incerto per il Parco Nazionale della Maddalena. Il consiglio comunale dell’arcipelago ha votato, per due volte in tre mesi, mozioni in cui si chiede l'abrogazione della legge che, nel 1994, ha istituito l'area naturalistica protetta.
A sostegno una raccolta di firme per la richiesta di un referendum consultivo che verifichi il parere dei cittadini. La maggioranza consiliare fa riferimento a una lista civica, di larga rappresentanza, che coinvolge esponenti di sinistra e di destra e che, alle ultime elezioni, ha avuto ragione sia della lista della Casa delle libertà, sia dell'Unione. In ogni caso, contro il parco la votazione è stata unanime. Per quanto concerne i promotori del referendum la geografia politica è analoga, dai Comunisti Italiani ad Alleanza Nazionale, passando per sedicenti «Comitati per la legalità e la sicurezza», alcuni iscritti all'Udc, nonché il gruppo di Forza La Maddalena. Perché questo accanimento trasversale? Ciò che è in gioco sono beni demaniali (civili e militari) dismessi, la cui destinazione, secondo la legge istitutiva del parco, spetta all'ente parco. Si tratta di valori dell’ordine di centinaia di migliaia di metri cubi: l'arsenale della Marina, le caserme dell'ammiragliato, le fortificazioni nella parte alta dell'isola madre. Che della loro futura destinazione si occupi il parco, evidentemente non va bene a nessuno dei consiglieri comunali della Maddalena. Chi avrà le chiavi delle strutture che i militari stanno per abbandonare controllerà, infatti, i denari che giungeranno da Stato e Regione. Un affare a tanti zeri. Come quelli che arriveranno perla riunione del G8 prevista nel 2009. Il Presidente del parco, Bonanno, nominato pochi mesi fa da Pecoraro Scanio dichiara di non comprendere l'atteggiamento ambiguo del Comune: «Da una parte firma con noi protocolli di intesa, dall'altra vota mozioni per abrogare il parco. Vorrei si uscisse da queste logiche. Sto definendo con l'assessore regionale all’ambiente gli ultimi dettagli per uno stanziamento da oltre un milione di euro che sarà destinato a ripulire i fondali e alla istituzione di un corpo di ranger con il compito di controllare tutto il territorio che ci è affidato. La Regione mi ha inoltre assicurato che, entro la fine di agosto, nominerà il suo membro all'interno del consiglio di amministrazione del parco. Solo il Comune, a quel punto, resterà senza un suo rappresentante nel Consiglio di amministrazione, a significare la sua scarsa volontà di partecipare».
Da parte sua il Sindaco, Marco Poggi sottolinea quelli che, a suo giudizio, sono i troppi fallimenti nella gestione del parco: «Per noi è importante far sentire il peso della comunità all'interno dell'ente. Non accettiamo più scelte imposte da Roma. Il nodo delle dismissioni resta centrale, ma è solo un aspetto. Dobbiamo difendere anche l'autonomia del nostro territorio».
Mentre si sviluppa la lite, i problemi rimangono insoluti; in particolare quello della bonifica dell'arcipelago, segnata da decenni di presenza militare americana e da una base con sommergibili atomici, i cui effetti sull’ambiente e sulla salute rimangono da valutare scientificamente. Intanto Legambiente annuncia che, un mese prima del G8, radunerà a La Maddalena i più grandi esponenti dei parchi e delle aree protette del mondo per stilare un documento programmatico da sottoporre ai partecipanti del vertice. Si tratta di un progetto lanciato d’intesa con l’IUCN e il parco nazionale ed accolto dalla Regione Sardegna.
Nel presentare l’iniziativa, Legambiente si è associata alle istituzioni locali nella richiesta al Ministero della Difesa di una certificazione di carattere ambientale che garantisca la totale bonifica degli ex siti militari in via di dismissione, affinché siano restituiti alla Regione Sardegna e alle comunità locali condizioni di sicurezza ambientale e sanitaria.
La questione riguarda, in particolare, la base militare della Us Navy per sommergibili a propulsione nucleare. Il progetto di riconversione della base dovrà impiegare la manodopera dismessa dalle basi per riqualificare questi luoghi, cominciando dalla qualità delle acque e dalle discariche, in maniera da garantire la restituzione a La Maddalena di tutte le sue potenzialità ambientali, turistiche ed economiche.
Se dalla Sardegna arrivano nubi cariche di conflittualità, dal Lazio sembra partire una nuova stagione per le politiche di tutela e di sviluppo delle zone costiere e dell'ambiente marino. A sostenere questo ottimismo è il Protocollo firmato dalla Regione Lazio e dalle organizzazioni della pesca e approvato dalla Giunta regionale, con cui, tra l’altro, si istituisce un Tavolo ambientale sulla pesca per monitorare i problemi del settore ittico e il suo impatto sull'ambiente marino, con la presenza delle direzioni regionali di Ambiente e Agricoltura, del Ministero, dell'Università e delle organizzazioni professionali di settore. Il tavolo beneficerà di un Fondo per lo sviluppo sostenibile per progetti sul turismo nei parchi regionali, il ripopolamento delle risorse ittiche e la sperimentazione di procedure di pesca compatibili con l'ambiente e di forme di energia alternativa a bordo dei pescherecci. L’accordo ha un particolare significato, se si considera che il settore della pesca laziale rappresenta circa il 4% di quello nazionale, con la produzione di 16.000 tonnellate annue di pescato, per un valore di 65 milioni di euro e un'occupazione diretta di circa 2.500 persone.
Il tema della corretta gestione delle risorse ittiche è stato al centro di un intervento della Capitaneria di porto di Napoli che, su sollecitazione di Greenpeace ha segnalato che sulle enormi vasche in cui si allevano tonni al largo di Procida sarebbero state accertate una serie di irregolarità sia per quanto riguarda gli atti concessori sia nella gestione degli impianti di allevamento, situati in una delle baie più belle dell'isola.
Le contestazioni riguardano proprio l'occupazione abusiva del braccio di mare in cui sono situate le gabbie con i tonni rossi; il soprannumero delle gabbie presenti; la mancata manutenzione dei segnali luminosi sistemati per segnalare, nelle ore notturne, il posizionamento delle vasche. Il Comune di Procida, inoltre, avrebbe dato le concessioni anche in assenza della prevista valutazione d'impatto ambientale.

Delfino Olivero