Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 52 - GIUGNO 2008



Ordina questo numero della rivista

Mediterraneo

Aree Marine Protette del Mediterraneo in rete: quali successi, quale futuro.

Con la Conferenza della Rete delle Aree Marine Protette del Mediterraneo (24-27 ottobre 2007, Porquerolles, Parco Nazionale di Port-Cros. Francia), si è concluso, per ora, il progetto MEDPAN.

La rete di aree marine MEDPAN (Mediterranean Protected Areas Network) era nata già nel 1990 con il sostegno della Banca Mondiale. Dopo alterne vicende, però, era rimasta "sopita", fino a quando, nel 2001, il WWF Francia aveva rilanciato l'iniziativa attraverso vari contatti e poi con un progetto INTERREG IIIC Sud, durato dal 2005 al 2007, che si è chiuso, appunto, con la Conferenza finale di Port-Cros.
In questi anni, molta strada è stata fatta.
Al progetto INTERREG hanno partecipato 23 partners di cui 14 europei e 9 di paesi non UE, per un totale di 11 paesi coinvolti: Francia, Italia, Spagna, Grecia, Malta, Slovenia, Marocco, Tunisia, Algeria, Croazia e Turchia. Per l'Italia, hanno partecipato le aree di Miramare, Cinque Terre e l'Asinara. Inoltre, altri enti (come Federparchi) ed altre aree marine di vari paesi sono stati contattati e resi partecipi di alcune iniziative e studi.
Il progetto ha avuto un forte sostegno dal Centro delle Attività Regionali per le Aree Marine Specialmente Protette (SPA-RAC) dell'UNEP-MAP e dal Centro per la Cooperazione per il Mediterraneo dell'IUCN di Malaga.
Gli obiettivi del progetto sono stati:
- favorire i contatti e gli scambi di esperienze tra i gestori delle aree marine e costiere protette del Mediterraneo
- contribuire alla formazione dei gestori
- mettere a disposizione di tutti il know-how acquisito da ciascun gestore, in una prospettiva di sviluppo sostenibile
- far emergere e sostenere azioni concrete di gestione e di sensibilizzazione riguardo le aree marine e costiere protette
- favorire lo sviluppo delle aree protette e costiere protette del Mediterraneo
Il progetto ha quindi organizzato seminari e workshop su educazione e comunicazione, piani di gestione, gestione sostenibile del turismo, gestione sostenibile della pesca, finanziamenti e ricadute economiche, concertazione ed infine gestione degli ambienti. Inoltre, ha realizzato e messo in comune molti documenti tecnici e di buone pratiche, prodotti dai diversi partners o direttamente dal progetto (disponibili anche sul sito www.medpan.org ).
E' evidente che MEDPAN ha avuto, volutamente e fin dalla sua ideazione, un approccio essenzialmente tecnico, in quanto progetto destinato ai gestori e agli amministratori delle aree marine protette: in quest'ottica gli obiettivi sono stati certamente raggiunti.
E' inevitabile, però, che una rete, anche se tecnica, si trovi a confrontarsi con le scelte politiche del suo settore. Per questa ragione, durante la Conferenza finale è stata proposta ed approvata all'unanimità dei partecipanti (più di 120 esperti della conservazione marina del Mediterraneo, facenti parte degli organismi di gestione, di pubbliche amministrazioni, di organizzazioni non governative, intergovernative e internazionali e della comunità scientifica), la Dichiarazione di Port-Cros, destinata ai decisori politici, in cui si ribadisce l'importanza cruciale delle aree marine protette come strumento per la conservazione della biodiversità e le risorse del Mar Mediterraneo.
La Dichiarazione invita alla collaborazione per creare una rete ecologica coerente, rappresentativa ed efficacemente gestita di aree marine protette entro il 2012, e caldeggia la cooperazione tra le diverse sponde del Mediterraneo e la condivisione di conoscenze e di esperienze, al fine di rafforzare l'efficacia di gestione. Nel documento, inoltre, viene ribadita la necessità di realizzare piani di azione per risolvere i tanti problemi attuali, preservare l'immenso patrimonio naturale mediterraneo e favorire lo sviluppo armonioso delle comunità che vi vivono, anche attraverso la messa a disposizione di risorse finanziarie e umane adeguate. La Dichiarazione, che è stata sottoscritta anche da Federparchi, sarà presentata alla prossima Riunione dei Governi dei Paese aderenti alla Convenzione di Barcellona per il Mediterraneo, nel gennaio 2008 (il testo completo della Dichiarazione di Port-Cros è disponibile in inglese e francese nella Sezione "Documents" del sito di MEDPAN).
Il progetto INTERREG si è quindi concluso, ma la volontà finale espressa da tutte le parti in gioco è stata quella di trovare il modo per continuare il cammino intrapreso. La prima difficoltà, quella economica, potrà essere superata se verranno approvati due nuovi progetti, uno per i paesi europei e l'altro per i paesi non membri dell'UE, attualmente in elaborazione e destinati ad essere presentati su due diversi strumenti di finanziamento: fondamentale sarà poi trovare i meccanismi per far dialogare i due progetti.
I partners di MEDPAN sono però andati più in là nella loro riflessione, ipotizzando una "istituzionalizzazione" della rete, in modo che essa possa funzionare aldilà dei singoli finanziamenti a termine. Le modalità concrete su come raggiungere questo obiettivo sono ancora in discussione e si incentrano su tre possibilità: "risuscitare" la prima rete MEDPAN, che era stata riconosciuta dall'ordinamento francese; diventare una struttura all'interno di SPA-RAC (UNEP-MAP); creare una nuova istituzione sotto un'altra organizzazione "ombrello".
Un gruppo di lavoro ad hoc è stato incaricato di approfondire il tema ed individuare la soluzione migliore, per conciliare le diverse necessità di rapidità dei tempi di realizzazione, di mantenimento dell'autonomia della rete e di garanzia di legittimità internazionale agli occhi di tutti i partecipanti.
Qualunque siano le decisioni future, in ogni caso l'esperienza di MEDPAN si è rivelata molto utile per i partecipanti e molto stimolante per gli osservatori: è quindi fortemente auspicabile che la rete continui ad operare con successo e si estenda a sempre più aree marine mediterranee. L'augurio è anche quello che le aree protette italiane, fino ad ora poco presenti, trovino il modo, direttamente o attraverso Federparchi, secondo le modalità che saranno ritenute più adatte, di partecipare più attivamente, anche in considerazione della centralità geografica dell'Italia nel Mar Mediterraneo e dell'importanza del tema per la conservazione della natura e lo sviluppo sostenibile nel nostro paese.

Stefania Petrosillo