Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 52 - GIUGNO 2008



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Voci verso la III Conferenza

Parola al "padre" della legge quadro spigolature, appunti e riflessioni di Gianluigi Ceruti

Quale miglior modo per cominciare il nostro percorso,
verso la Terza Conferenza, tra le personalità che si occupano delle politiche per le aree protette, se non da quello che è considerato il "padre" della legge quadro, una normativa attesa dalla fine degli anni Sessanta del Novecento e andata in porto solo nel 1991?

Gianluigi Ceruti, allora parlamentare dei Verdi, giunse a quel risultato portando in dote la lunga esperienza maturata come dirigente di Italia Nostra, associazione che, insieme a Cnr e Pro Natura, fu tra le prime a sollecitare una normativa in materia. Ne è stato, infatti, consigliere nazionale per oltre vent'anni e vicepresidente nazionale dal 1980 al 1990.
Deputato nella decima legislatura (1987-1992), Ceruti ha legato il proprio nome, in particolare, proprio alla legge generale sui Parchi nazionali e altre aree naturali protette terrestri e marine, ma è stato anche primo firmatario di altre proposte di legge sull'ambiente e sui beni culturali approvate dal Parlamento come quelle sulla dismissione dell'amianto, sulla difesa del suolo, sulla tutela delle specie animali e vegetali in pericolo di estinzione ed ha svolto un ruolo decisivo nell'approvazione della legge statale di finanziamento dell'Istituto Regionale per le Ville Venete. Per l'azione svolta a favore dei parchi italiani è stato insignito del "Premio Airone 1991"; dal 1992 al 2003, con un intervallo, è stato Presidente della Consulta tecnica per le aree naturali protette, organo di alta consulenza per i profili scientifici del Ministero dell'Ambiente. Avvocato patrocinante dinanzi alle magistrature superiori, Gianluigi Ceruti è titolare di uno studio legale che, nel settore del diritto ambientale e urbanistico, opera in campo nazionale per conto di pubbliche amministrazioni e di privati e ha un incarico di insegnamento nell'Università di Camerino.
A lui abbiamo chiesto di svolgere alcune considerazioni sullo stato delle aree protette in Italia, sulla cultura che le sorregge, sui problemi che le attanagliano e sulle prospettive che intravede per l'immediato futuro.
Una conversazione a tutto campo che ha provato a spigolare nel vasto campo delle sue esperienze e del suo pensiero e di cui riferiamo, di seguito, una sintesi.

A quindici anni dalla "sua" legge, quale bilancio si sente di fare?
«Quando nella decima legislatura (1987-2002) presentai la proposta di legge sui Parchi nazionali e le altre aree naturali protette, sfociata poi nella legge 394/1991, avevo piena la consapevolezza che quella normativa era troppo in anticipo rispetto alla società politica e a larghi strati della società civile non ancora raggiunti da una adeguata preparazione e sensibilità.
Occorreva, ma occorrerà ancora, del tempo perché il contenuto sostanziale della normativa sia assimilato appieno. Il ritardo è favorito dalla ventata, non ancora passata, di liberismo selvaggio in cui si esalta il rifiuto delle regole che debbono invece presiedere all'organizzazione e all'attività di ogni raggruppamento umano».

Alla legge 394 si addebitano alcune rigidità che si vorrebbero ammorbidire ed è per questo che periodicamente affiora l'esigenza di apportare modifiche alla normativa vigente.
«Uno sport molto diffuso è quello di volere a tutti i costi modificare la legge 394/1991. Ogni tanto biologi o architetti scoprono in se stessi questa vocazione senza avere dietro di sé, né un bagaglio di esperienza legislativa, né la cultura giuridica necessaria, ma soprattutto senza avere nozione delle insidie che si annidano nel Parlamento tutte le volte in cui si mette mano alla revisione di una legge. E qui siamo in un settore molto delicato in cui gruppi di pressione collegati a interessi ben precisi mirano a scardinare il nucleo fondamentale garantistico della legge 394/1991.
Spesso poi si propongono variazioni normative quando invece le disfunzioni potrebbero essere eliminate con semplici atti amministrativi o con regolamenti e non con leggi. O addirittura quando potrebbero bastare comportamenti corretti di amministratori o direttori di Parchi.
In una temperie politica come l'attuale in cui sembra imperare l'approssimazione, l'impreparazione, la carenza di senso dello Stato di diritto, la sfrenata ricerca del "particulare" contrabbandato per esercizio di libertà, avviare un processo di cambiamenti legislativi di una normativa che tratta una materia così fragile è operazione pericolosa. Chi ha veramente a cuore la conservazione della natura e degli ecosistemi è bene accantoni questi propositi. Non è il momento».

Anche a livello più generale assistiamo, sempre più spesso, alla tentazione di trovare soluzioni "morbide", di compromesso, per le questioni ambientali, nel rapporto tra le esigenze della tutela ed esigenze e quelle locali di tipo economico...
«Per gli ambientalisti di facciata, quelli disposti a scendere a indecorosi compromessi con il potere pubblico o con i portatori di interessi particolaristici, ho coniato due neologismi: "ecolabili" e "ecolabilità". A queste definizioni sono affezionato perché mi sembra esprimano efficacemente un atteggiamento affiorante talvolta anche nel mondo dei Parchi; l'attitudine al cedimento e al ribasso, mentre va tenuta sempre alta la barra del rigore».

Sul versante delle positività, registriamo sempre più un interesse a conoscere e frequentare le aree protette da parte di scolaresche e famiglie. Dunque la politica dei parchi non è solo conservazione del territorio e tutela delle natura, ma può essere anche opportunità di nuova economia che trascina con sé possibile imprenditorialità innovativa.
«Un'indagine demoscopica di qualche anno fa ha rivelato che in Italia il turismo giovanile - studentesco è orientato, in misura di gran lunga prevalente rispetto ad altre destinazioni, verso le aree naturali protette e segnatamente verso i Parchi nazionali e regionali. Questo non è soltanto un segnale promettente, ma anche una eloquente risposta ai detrattori della politica di conservazione della natura che, in genere, per interessi di categoria o di rozza speculazione, negano l'importanza economica delle aree naturali protette.
I Parchi e le riserve analoghe vanno realizzati e correttamente condotti perché la conservazione è in sé un valore, ma, se ben gestiti, promuovono anche attività economiche e generano nuova occupazione. Per conto dell'editore De Agostini ho realizzato sei documentari sui Parchi italiani.
Sapendo della mia presenza nel territorio delle Foreste Casentinesi, il presidente degli albergatori locali chiese di incontrarmi. Aderii all'invito preparandomi a ricevere chissà quali contumelie, insulti e rimproveri. Fui invece smentito dall'accoglienza calorosa di un uomo entusiasta che voleva ringraziarmi riconoscendo alla legge 394/1991 il merito di avere favorito, durante l'intero arco dell'anno, un turismo scolastico che in precedenza non esisteva in quei luoghi per un periodo così esteso».

Il Ministro Pecoraro Scanio ha garantito, nelle ultime Finanziarie, un aumento degli investimenti dedicati alle aree protette. In tempi di rigore per la spesa pubblica si tratta di uno sforzo non indifferente.
«Alle aree naturali protette Parlamento e Governo debbono destinare ogni anno risorse finanziarie adeguate. Esse vanno impegnate nei tempi prescritti e impiegate in iniziative di riconosciuta validità avendo sempre di mira i livelli di qualità della conservazione cui spetta la priorità assoluta.
Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare deve vigilare costantemente sulla spesa e non decidere mai distribuzioni di risorse a pioggia ispirate da scelte clientelari».

Lei ha spesso lamentato una certa indifferenza, o per lo meno non il coinvolgimento che ci si poteva attendere, da parte del mondo della ricerca e dalle Università, nei confronti delle opportunità aperte, anche a un settore fondamentale per il Paese come quello della conoscenza, dalla legge quadro.
«Alle Università italiane la legge 394/1991 ha aperto spazi nuovi nei Consigli direttivi degli enti di gestione dei Parchi nazionali, nelle attività di ricerca, nella didattica sul campo.Ebbene posso contare sulle dita di una mano il numero di docenti universitari che hanno sostenuto la legge 394/1991 nei frequenti momenti difficili del suo iter di approvazione o che abbiano avuto parole di riconoscimento all'indirizzo di chi si era prodigato in un diuturno, logorante impegno».

Nello scorso numero della rivista, una specifica inchiesta ha messo in rilievo una composizione degli organi dirigenti dei parchi non sempre all'altezza, spesso più rispondenti a logiche di spartizione politica -quasi che la "partitocrazia" abbia invaso anche questo settore- che a una effettiva preparazione nell'affrontare le esigenze di un settore "speciale" che richiede competenze specifiche, sensibilità particolare, capacità di inventiva per immaginare e applicare politiche che si fondano sulla innovazione e sulla necessità di percorrere.
«Io continuo a ritenere che la scelta dei presidenti, degli altri amministratori e dei direttori dei parchi debba cadere su persone sufficientemente sensibili e preparate sia in materia di conservazione della natura sia nei bilanci di pubbliche amministrazioni.
Vedrei con favore periodici corsi di aggiornamento anche per gli amministratori degli enti parco giacché i Consigli di gestione sono chiamati ad approvare indirizzi su questioni delicate e spesso non reversibili».

Passano gli anni, ma c'è una parte della legge che sembra proprio non riuscire a trovare la strada giusta per essere applicata e garantire adeguate misure di gestione efficace: è quella relativa alla tutela delle coste e del mare.
«Il ritardo nella istituzione delle aree protette marine previste dalla legge 394/1991 va colmato al più presto.
In questi anni la conoscenza dei nostri spettacolari paesaggi marini è stata diffusa da eccellenti programmi televisivi, in particolare da "Linea Blu" condotto mirabilmente da Donatella Bianchi».