Federparchi
Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali


PARCHI
Rivista della Federazione Italiana Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 53



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Appennini

Decolla l’Appennino delle aree protette

Si organizzano proposte di agriturismo sostenibile e ci sono prospettive nuove per il Parco della Vena dei Gessi. Buone notizie per tradurre in realtà le speranze di un Appennino Parco d’Europa.
Fa fatica a tradursi in realtà praticata, il progetto di una colonna dorsale d’Italia votata al verde, alla valorizzazione dei suoi paesaggi, delle sue culture, dei suoi saperi, delle sue tradizioni.
Eppure, lungo l’Appennino, scorre una linfa vitale da cui può partire la scommessa di una nuova Italia e di un nuovo sviluppo che riscopra il sapore intimo delle tipicità locali, sacrificate alla rincorsa di una mondializzazione senza identità e dunque drammaticamente spersonalizzante. Per fortuna c’è chi non si rassegna alla deriva della globalizzazione e trova nuovi stimoli per costruire prospettive innovative. Le occasioni da cogliere sono innumerevoli, anche se, per troppo tempo, trascurate in una sorta di autoemarginazione, di autoesclusione, la cui causa originaria va ricercata in un deficit di convinzione nelle proprie capacità e di una pericolosa caduta di orgoglio nei propri trascorsi e nell’abilità di progettare un futuro che si alimenta dalle radici solide dell’eredità avuta dalle generazioni che ci hanno preceduti.
In questa solidità che viene da lontano e che rimane capace di affrontare la modernità si possono trovare nuove strade di futuro.
Ne presentiamo un paio, declinate sulla comune decisione che, nella competizione tra territori, è sempre più necessario trovare coesione e identità di prospettive. "Eco", per dire agriturismo nei parchi di Parma e Piacenza. Una realtà che si concretizza con il progetto di qualificazione ambientale delle imprese dei parchi e delle riserve regionali.
Ne è l’emblema un simpatico papero dalla maglietta verde che tiene in mano un bel fiore rosso.
Ne sono protagonisti, nel territorio parmense e piacentino, diverse istituzioni: la Soprip, la Provincia di Parma, il Sistema delle Aree Protette Regionali della Provincia di Parma e Piacenza che sostengono il «progetto di qualificazione ambientale delle imprese dei parchi e delle riserve regionali».
Le aree protette coinvolte vanno dal Parco fluviale del Taro al Parco Boschi di Carrega; dal Parco delle Valli del Cedra e del Parma - Parco dei Cento Laghi al Parco fluviale dello Stirone, fino alla Riserva naturale del Monte Prinzera.
L’obiettivo è quello di raccogliere le aziende che vogliono lavorare nel pieno rispetto del territorio e hanno sottoscritto il "disciplinare di qualità ambientale" elaborato nel rispetto del regolamento nazionale predisposto dal Ministero dell'Ambiente nel 2004. Le aziende che vi aderiscono possono avvalersi di azioni concrete di supporto che vanno dal finanziamento per gli adattamenti necessari al raggiungimento dei parametri imposti dal disciplinare, all'assistenza e aggiornamento agli imprenditori interessati e agli operatori delle aree protette.
Tutte le strutture che raggiungono gli obiettivi definiti dal disciplinare sono riconoscibili attraverso il marchio “Eco” che riporta il papero con il fiore.
L'obiettivo dell’iniziativa è quello di creare un modello imprenditoriale innovativo, coerente con la valorizzazione e la tutela dell'ambiente nelle aree protette: un modello altamente competitivo nel mercato turistico di qualità che pone la sostenibilità ambientale e l'attenzione al territorio come elementi distintivi, al centro dell'agire, per un'offerta turistica di grande qualità. Il progetto si propone di coinvolgere l'ospite delle aree protette in un processo di sensibilizzazione che intende suggerirgli comportamenti eco-compatibili sia in vacanza sia a casa.
Sempre in area appenninica va segnalata la costituzione dell’Ente di gestione del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola istituito dalla legge regionale 10/2005, consorzio obbligatorio composto dai 10 enti locali il cui territorio insiste nel perimetro di delimitazione del Parco stesso (Provincia di Ravenna, Provincia di Bologna, Comunità Montana dell'Appennino Faentino/Unione di Comuni, Comunità Montana Valle del Santerno, Comuni di Brisighella, Casola Valsenio, Riolo Terme, Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Fontanelice).
Superata una lunga fase di contrattazione sembra davvero essere all’orizzonte l’alba di un nuovo percorso capace di tradurre in realtà amministrativa un progetto di valorizzazione del territorio della collina faentina e imolese atteso da trent’anni.
«Ora -ha dichiarato il Presidente della Comunità Montana dell’Appennino Faentino e Sindaco di Casola Valsenio, Giorgio Sagrini- si può, finalmente, procedere alla costruzione del Parco, potendo contare sul coinvolgimento e sulla partecipazione di tutti i soggetti interessati alla tutela e alla valorizzazione dell’area della Vena del Gesso Romagnola, per farne una potente opportunità decrescita del territorio collinare e montano. Questa è la sfida che abbiamo di fronte e che, tutti insieme, istituzioni locali, forze economiche e ambientaliste, dobbiamo affrontare con grande determinazione».

Severino Gianulio