Voci verso la III conferenza
La Terza Conferenza Nazionale delle Aree Protette rimane un obiettivo cui il mondo dei parchi non può rinunciare. Nello scenario nazionale e internazionale in cui diviene dirimente compiere scelte oculate tra le priorità per il futuro -economia ed ecologia in primo piano- non si può prescindere dalla necessità di unoccasione di riflessione a trecensosessanta gradi. Un dibattito che ponga di fronte eventuali opinioni, anche divergenti, per trovare una progettualità strategica condivisa che sia in grado di governare con saggezza il futuro del nostro ambiente di eccellenza, che leggi specifiche hanno voluto sottoporre a uno speciale regime di tutela.
È urgente avere a disposizione un luogo di stringente discussione -capace di superare diversità di punti di vista politici- che possa dare risposte, di lungo periodo, alle domande sui destini delle nostre più preziose, rare e fragili fette di territorio.
Lo dobbiamo fare per offrire loro lopportunità di essere protagoniste nella progettazione di quel futuro sostenibile dal quale non possiamo prescindere e per il quale sono però necessari non solo vani pronunciamenti, ma concrete decisioni operative, in grado di segnare rotte imprescindibili perché possa realizzarsi.
Alla sfida dobbiamo partecipare tutti: forze politiche, sociali, culturali, mondo dellimpresa, della scuola del turismo, del commercio, operatori del terzo settore...
Siamo tutti coinvolti, nessuno si può chiamare fuori.
Non è in gioco solo il destino di parchi e aree protette.
In discussione vi è una concezione di vita e di futuro che la recente, traumatizzante, crisi del sistema finanziario internazionale ha messo in ginocchio.
Diventa allora ineludibile cercare risposte credibili e praticabili, dopo che i due grandi sistemi ideali di società cui si è sin qui fatto riferimento hanno dimostrato la loro fallacità e la loro inefficienza.
Perché, inutile negarlo, se qualche anno fa è stato il caso del comunismo, oggi il tracollo ha colpito al cuore il capitalismo con la crisi profonda del neoliberalismo, del mito del mercato capace di autoregolarsi.
Occorrono parametri nuovi per affrontare le sfide della modernità e quello della sostenibilità sociale a ambientale emerge come uno di quelli su cui si può fondare una nuova speranza di futuro.
Purché si sappia cogliere loccasione.
Il sistema dei parchi e delle aree protette vanta un consolidato campionario di idee e di buone pratiche che può utilmente mettere a servizio del Paese e della più vasta governance internazionale per un nuovo modello di sviluppo.
Bisogna, al più presto, dargli occasioni per rivelarsi.
Un esempio della qualità dellelaborazione di pensiero raggiunta è ben rappresentato dal documento che di seguito sottoponiamo allattenzione dei lettori.
Si tratta di quella Carta di Feltre promossa dal Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi in occasione del ventennale della sua istituzione e sottoscritta, ad oggi, da centinaia di soggetti, persone, istituzioni, associazioni.
Per chi desiderasse aggiungersi alla lista, lo può fare andando allindirizzo www.dolomitipark.it
Ai Parchi è affidata la responsabilità:
1) di coinvolgere sempre di più le genti quali attrici delle politiche di conservazione, che sono alla base di ogni possibile sviluppo davvero sostenibile e durevole;
2) di mettere in atto politiche, strategie e progetti capaci di contrastare ed arrestare la grave perdita di biodiversità, che è una minaccia gravissima per il futuro dellumanità;
3) di essere punti di riferimento per la diffusione di politiche innovative per la conservazione delle risorse naturali e della biodiversità a tutto il restante territorio nazionale, per evitare che la frammentazione degli habitat porti ad una perdita di biodiversità naturale e coltivata;
4) di mettere in rete il mondo dellUniversità e della Ricerca per attingere a tutte le conoscenze e le esperienze maturate nella gestione di territori fragili e bellissimi;
5) di operare per una concreta integrazione delle politiche territoriali (natura, paesaggio, sostenibilità economiche e sociali);
6) di essere nel contempo strumento e luogo di conservazione del patrimonio storico e culturale della nostra nazione in cui in modo originale natura e cultura si intrecciano in un indissolubile insieme di valori in mille espressioni della cultura locale e nelle tradizioni che vivono nelle diverse realtà locali;
7) di divenire strumento e soggetto della crescita culturale continua e della formazione permanente delle genti, degli amministratori, degli operatori economici e culturali, in attuazione dei principi di cittadinanza responsabile e del long life learning promossi e richiesti a livello internazionale;
8) di essere aperti al monitoraggio permanente di efficacia ed efficienza della loro gestione e alla valutazione dei passi effettuati per onorare la loro missione e per raggiungere gli obiettivi istituzionali;
9) di essere sportello per le genti allinterno dei territori governati al fine di rendere sempre più trasparente ed efficace il rapporto tra Cittadino ed Istituzioni;
10) di attivare coerentemente spazi e processi partecipativi con le comunità di riferimento;
11) di essere protagonisti attivi dei processi di trasformazione dello Stato Italiano nellambito delle politiche dellUnione Europea, poiché in ogni esperienza occidentale i Parchi sono strumento di governo locale delle eccellenze e delle emergenze ambientali della Nazione;
12) di contribuire a creare nuovi giovani, nuove conoscenze, competenze e visioni, per una classe dirigente consapevole delle sfide del futuro;
13) di lanciare il cuore oltre lostacolo e di non perdere di vista, nel mutare delle esperienze gestionali e delle stagioni politiche, lesigenza di lavorare per il futuro di coloro i quali devono ancora nascere.
Alla Politica, ad ogni livello, chiediamo:
1) che ponga fine allemergenza e guardi, finalmente, ai Parchi come ad uno strumento duraturo di pianificazione e gestione del territorio, di aree sensibili e risorse insostituibili;
2) che determini la certezza di risorse finanziarie, umane, legislative in grado di garantire il raggiungimento degli impegnativi obiettivi prefissati;
3) che valorizzi appieno lautonomia di gestione degli enti a livello territoriale, ma al contempo rafforzi efficacemente le politiche di coordinamento e di intervento straordinario, dando piena attuazione alle politiche di sistema;
4) che promuova e consolidi un Sistema di Aree Protette anche attraverso la creazione di una task force nazionale dei Parchi con esperienze miste a livello centrale, regionale e delle autonomie gestionali;
5) che semplifichi la gestione amministrativa allinterno dei parchi demandando agli Enti di gestione i compiti del rilascio delle autorizzazioni ambientali, paesaggistiche e culturali ad ogni livello, ferme restando le autorizzazioni edilizio- urbanistiche di competenza dei Comuni;
6) che sia data piena attuazione allarticolo 7 della legge 394/91 che stabilisce priorità nei finanziamenti ai progetti pubblici e privati nei comuni dei Parchi;
7) che semplifichi il governo dei Parchi dando effettivamente in gestione agli Enti le proprietà demaniali comprese nei perimetri delle Aree naturali Protette;
8) che favorisca la costituzione in tutte le Aree Naturali Protette di nuclei di sorveglianza alle dirette dipendenze degli enti di gestione, da affiancare eventualmente al Corpo Forestale dello Stato, che svolgano anche compiti di interpreti ambientali, di educazione civica e di supporto cittadino;
9) che consideri i Parchi laboratori istituzionali, bipartisan, in cui come è giusto in un Paese normale e gentile, si valorizzino i gioielli naturali, le migliori esperienze di gestione, le persone capaci: a prescindere da ogni connotazione di parte;
10) che favorisca e promuova strategie di comunicazione per accrescere la consapevolezza, nel Paese, del ruolo e dellimportanza delle aree protette, come insieme di identità locali e di valori nazionali, da difendere e da restituire alle future generazioni.
Valter Giuliano
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