Parchi d'Europa
Verso una politica europea per le aree protette
Roberto Gambino, Daniela Talamo, Federica Thomasset
Edizioni Ets, Pisa 2008
315 pp, 28,00 Euro
Uno sguardo d'insieme oggi è cosa quanto mai rara. Il mondo dei parchi non fa eccezione; pochi infatti, anche tra gli addetti ai lavori, hanno presente quale sia l'effettivo scenario delle aree protette su una scala che vada oltre i confini della regione in cui operano.
Ecco allora una pubblicazione che permette di fare un po' di chiarezza, di avere sottomano un quadro complessivo dei parchi d'Europa, di analizzarne la portata, l'evoluzione negli anni, le diversità gestionali, amministrative e costitutive, etc
per abbracciare e percepire un universo variegato e ricchissimo in continua espansione e movimento. Il libro si apre con un'ampia introduzione (in versione italiana e inglese) di Roberto Gambino che mette in luce gli intenti e le difficoltà di questa pubblicazione di ricerca, alle prese con più di 100 tipologie differenti di aree protette distribuite nei 39 paesi presi in esame. Un'eterogeneità eccessiva che rende difficile trovare un linguaggio e un significato comune capaci di unire i parchi nell'ardua impresa di far fronte alle emergenze ambientali ed alla perdita di biodiversità in corso.
Riconoscimento, consistenza, dinamiche di crescita, differenziazione sono temi che vengono approfonditi in dettaglio tramite l'elaborazione effettuata dal CED-PPN (Centro Europeo di Documentazione sulla Pianificazione dei Parchi Naturali presso il Politecnico di Torino) di dati e tavole a partire dalle fonti più illustri in materia: EEA (European Environmental Agency), WDPA-IUCN (Word Database of Protected Areas), Corine Landcover 2000, ESPON (European Spatial Planning Observation Network). Si passa quindi ad affrontare politiche e orientamenti internazionali ed europei in materia di aree protette, risalendo per l'Europa alle radici storico-culturali dei differenti assetti istituzionali e normativi nei vari paesi.
Ampio spazio viene poi dedicato al tema spinoso della classificazione, tracciando linee ed ipotesi per lo sviluppo di un linguaggio universale per i parchi. Un ultimo capitolo tratta l'applicazione della classificazione IUCN al sistema italiano delle aree protette. Anche letto a spizzichi qua e là, data la sua corposa struttura e l'impostazione accademica, il testo offre un'opportunità di enorme importanza di realizzare cosa si stia muovendo a livello internazionale ed europeo nel variegato mosaico delle aree protette. Opportunità che diventa esigenza nel momento per chi voglia contribuire alla nascita di un vero sistema di tutela, promuovendo un'ottica reticolare capace di collegare questa miriade di aree europee (più di 75.000 corrispondenti a quasi il 18% del territorio preso in esame) rendendo sinergici e sensati i singoli sforzi di ciascun parco, che di per sé tendono invece a diventare sempre meno significativi se rimangono isolati e scollegati.
Conoscere il panorama complessivo non è quindi solo utile a livello di cultura generale, ma deve soprattutto diventare spunto per definire con efficacia il lavoro di ogni giorno all'interno di ogni singola area protetta ed avere elementi concreti e al passo con i tempi per orientarne e sostenerne finalità e azioni, nella prospettiva di essere parte di qualcosa di molto più grande.
(Giulio Caresio)
Atlante delle Alpi
Società Economia Ambiente
Tappeiner Ulrike, Borsdorf Axel, Tasser Erich
Spektrum Akademischer Verlag, 2008
292 pp., 48,55 Euro
Realizzato nell'ambito del progetto Diamont, sostenuto da finanziamenti europei e degli stati dell'arco alpino, mediante un'ampia collaborazione tra vari gruppi di lavoro con decine di componenti l'Atlante delle Alpi è strumento essenziale per conoscere il più esteso ed elevato sistema montuoso d'Europa, profondamente diversificato negli aspetti naturali, per la convivenza di lingue e dialetti e per l'alternanza di aree pertinenti a sette stati europei. L'intera superficie delle Alpi, in questo atlante viene analizzata mediante indicatori, ed il risultato è rappresentato in oltre 100 tavole; spiegazioni e commenti, chiari ed essenziali, sono forniti in tutte le lingue alpine (francese, italiano, sloveno e tedesco) con l'aggiunta naturalmente dell'inglese. I risultati dell'indagine sono riportati in 102 tavole in colori, realizzate con metodo strettamente unitario, completamente sovrapponibili, e di alta qualità grafica. Gli indicatori scelti riguardano nella prima parte (17 tavole) le caratteristiche generali (fisiografia, clima, vegetazione, limiti amministrativi), alle quali seguono approfondimenti per i seguenti campi d'indagine: Società - Riguardano soprattutto la popolazione, e mettono in evidenza come la densità di questa sia molto più bassa nelle Alpi Occidentali rispetto alle Orientali, inoltre il grave deficit demografico in Italia (esclusa la provincia autonoma di Bolzano), la situazione famigliare e la partecipazione alla vita politica ed amministrativa.
Economia - Le numerose tavole mostrano come in Austria si abbia una politica agricola stabile ed equilibrata con la tendenza verso aziende medio-grandi, in Italia un grande frazionamento delle imprese, in Germania e Svizzera la quota più elevata di popolazione impiegata e tra la popolazione attiva, di donne, in Slovenia la quota più elevata di donne lavoratrici nella fascia d'età di 25-45 anni, in Svizzera si lavora per più anni, e così via. Ambiente - Le carte riguardano soprattutto le superfici forestali (massime in Austria ed in progressiva diminuzione verso sud e verso occidente), la diversità degli usi del territorio (che raggiunge il massimo nella fascia prealpina del settore francese), l'emerobia come trasformazione del territorio per usi antropici, con valori elevati sul versante settentrionale da Salisburgo a Ginevra. Le tavole 87-89 sono dedicate all'estensione delle aree protette come Siti di Importanza Comunitaria (SIC), Zone di Protezione Speciale (ZTS) e percentuale delle aree Natura 2000 sulla superficie comunale: in queste destinazioni, Slovenia e Lichtenstein sono alla testa. Caratteristiche aggregate - Confermano un gradiente est - ovest con un massimo di sostenibilità in Austria ed al contrario un massimo di diversità territoriale sulle Alpi e Prealpi francesi, mentre la porzione italiana appare in ritardo per quanto riguarda la terziarizzazione ed il lavoro femminile. L'esame comparato di questa ampia casistica fa emergere una visione d'assieme del sistema alpino, e di come le caratteristiche ambientali ed economiche arrivino a condizionare lo sviluppo delle attività umane, disegnando settori che solo grossolanamente corrispondono alle aree delimitate dai confini nazionali. Nell'ambiente alpino si sta sviluppando un processo di integrazione tra popoli diversi per lingua, cultura e tradizioni, ma uniti nell'attaccamento alla terra natia.
(Sandro Pignatti)
Antropologia del paesaggio
Eugenio Turri
Marsilio Editori, Venezia 2008
312 pp, 26,00 Euro
A tre anni ormai dalla scomparsa di Eugenio Turri, l'editore Marsilio ripropone in una nuova edizione "Antropologia del paesaggio", uno dei suoi testi più innovativi divenuto un classico in materia. Pubblicato nel 1974 nella sua prima edizione e successivamente nel 1981, presenta ancora oggi spunti di grande attualità e dettagli per delineare scenari futuri, proponendosi come un punto di riferimento per chi si occupa e si interessa a quelle complesse relazioni che legano l'uomo al territorio su cui vive ed opera.
E' necessario superare l'accezione romantica ed ottocentesca di un paesaggio campestre e idilliaco di vita naturale, forse mai esistito - ma concepito e percepito come tale da chi poco si è sporcato le mani con la terra - forse più semplicemente ormai cancellato. Per chiunque guardi il mondo con occhi, mente e cuore, in ogni caso, oggi tale concezione appare anacronistica e irreale, sia fuori che dentro di noi. Parafrasando il titolo di un testo successivo di Turri, il paesaggio è infatti teatro della commedia umana: una scenografia delle nostre esistenze, ricca di segni più o meno visibili lasciati dalla mano dell'uomo, prodotto di gesti talvolta amorevoli, attenti e consapevoli, ma più spesso violenti e senza consapevolezza.
Ne risulta sul territorio una complessa partitura di note più o meno armoniche, sovrapposizione storica di correnti, epoche e tendenze, intreccio profondo tra cultura e natura che da sempre caratterizza il nostro paese. Si lascia da parte allora la nozione di paesaggio estetico e pittorico, per volgere lo sguardo alla società, alle sue manifestazioni, strutture produttive, architetture, rappresentazioni, etc
Un'attitudine che ci permetterà di calcare il suolo su cui viviamo in un modo diverso, pronti a coglierne messaggi e simboli e farne tesoro.
Come scrive Franco Farinelli nell'introduzione al testo, questa è una «operazione straordinaria, bellissima, fondamentale, che allarga la nostra coscienza di viventi terrestri, che fa del paesaggio il nostro riferimento costante, lo specchio di noi, del nostro agire, del nostro progettare forme da aggiungere alle forme ereditate. In questo senso il rapporto col paesaggio, il guardarlo, leggerlo, studiarlo è un'operazione vitale quanto poche altre e oggi più che mai necessaria in un pianeta tutto umanizzato, la cui difficile gestione presuppone una coscienza sempre vigile del posto che occupiamo nella natura, del senso e della misura delle nostre trasformazioni».
Proprio questa dimensione antropica è al centro dell'attenzione, non solo di questo libro, ma di tutto il pensiero intrigante di un autore con cui, per chi ancora non l'abbia fatto, questa riedizione può presentare occasione preziosa per entrare in contatto.
(G.C.)
Praterie fanerogame marine Le acque sotterranee Fiumi e boschi ripari
AA. VV.
Collana Quaderni Habitat - Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Museo Friulano di Storia Naturale, Udine 2008
160 pp. circa a volume, S.I.P.
Ecco gli ultimi tre dei ventuno volumi finora usciti di una ricca collana nata dalla collaborazione tra Ministero dell'Ambiente e Museo Friulano di Storia Naturale di Udine e realizzata per presentare la varietà straordinaria degli habitat di pregio, spesso a rischio di degrado o scomparsa, della nostra amata penisola. Si va dalle grotte del Carso alle foreste planiziali, dalle torbiere montane alle dune costiere, dalla macchia mediterranea alle faggete appenniniche, dagli ambienti nivali agli stagni retrocostieri, etc
La tavolozza dei colori più pregiati con cui è dipinto il nostro territorio, in cui ogni porzione di paesaggio naturale è a sua volta un mosaico che ha per tessere elementi di fauna, flora e vegetazione sapientemente combinati a costituire un ecosistema. La collana si rivolge ad un pubblico di esperti e appassionati e guida alla scoperta di questo patrimonio con occhio scientifico e ricchezza di dettaglio su dati e ricerche degli ultimi anni. Ogni volume è articolato in una serie di articoli a firma di nomi più o meno noti del mondo universitario italiano che analizzano elementi generali di biologia ed ecologia, aspetti faunistici, vegetazionali, idrogeologici, di conservazione e gestione, nonché forniscono una serie di proposte didattiche rivolte ad alunni delle scuole secondarie superiori ed a studenti universitari.
Il n.19, aperto da un introduzione di Giulio Relini, ci conduce a conoscere gli ambienti sommersi costieri costituiti dalle fanerogame marine, un gruppo di angiosperme, piante con fiore simili al grano (e non alghe come spesso si sente dire), la cui specie più importante è sicuramente la Posidonia Oceanica. Le praterie di queste piante costituiscono un habitat di grande pregio paesaggistico ed ecologico.
Il n.20 presenta invece la biodiversità e l'importanza di quel polmone idrico, perfuso e diffuso, dal quale dipende, tra le altre cose, la nostra sopravvivenza: le acque sotterranee. Un regno nascosto di biodiversità, poco visibile e poco conosciuta, dove non esistono piante verdi e dominano organismi animali, tra cui specie relitto come il celebre Proteus anguinus, cucciolo di drago proveniente da tempi remoti.
Alle acque dolci superficiali che scorrono nei fiumi, modellano il paesaggio e sono fonte di sostentamento per ricchissimi ecosistemi acquatici e spondali è invece dedicato il volume successivo, il n.22.
Un viaggio tra pesci, invertebrati, anfibi e uccelli, passando dalla vegetazione acquosa, che resiste tenace alle correnti, ai salici sulle sponde, che con la loro attitudine flessuosa salutano le acque e gli abitanti del fiume.
Tre volumi sono ancora previsti a completamento dell'opera: "Biocostruzioni marine" (n.22), "Lagune, estuari e delta" (n.23) e "Gli habitat italiani" (n.24). Al pari di molte pubblicazioni scientifiche di pregio promosse dal Ministero, anche questi volumi rischiano di passare in sordina, tuttavia non sembra essere il loro destino finire al macero o distribuiti a pioggia in qualche manifestazione pubblica, come talvolta è accaduto in passato. Risultano infatti già esauriti diversi numeri della collana. Per gli altri si può far richiesta direttamente al Museo Friulano di Storia Naturale di Udine. Tutti i volumi si possono in ogni caso trovare in versione digitale integrale (in formato pdf) sul sito del Ministero: www.minambiente.it
(G.C.)
|