Miglioramento della vegetazione perifluviale: azione pilota sul Bormida a Piana Crixia
Nell'ambito delle attività del Centro Studi sulle aree protette e gli ambienti fluviali istituito dal Parco di Montemarcello-Magra, e con la collaborazione dell'Ufficio Parchi della Regione Liguria, nel marzo 2008 è stata siglata una Convenzione tra il Comune di Piana Crixia, gestore dell'omonimo parco naturale regionale, e l'Ente Parco per lo svolgimento di studi conoscitivi e proposta di linee di intervento, tesi a realizzare interventi di miglioramento vegetazionale in un'area perifluviale collinare di circa 3 ha situata in sponda sinistra del fiume Bormida in prossimità della località Borgo.
Il progetto, conclusosi recentemente rappresenta un'azione pilota che potrà essere riproposta in altre aree fluviali con peculiarità similari a quelle del fiume Bormida (i dati completi sono reperibili sul sito www.parcomagra.it).
Questo e altre iniziative dell'Ente Parco, in particolare il Progetto Life + Natura: P.A.R.C. "Petromyzon And River Continuity" avviato lo scorso gennaio, verranno presentati in occasione del primo Convegno Italiano sulla Riqualificazione Fluviale, organizzato dal CIRF in collaborazione con il Centro Studi, che si terrà a Sarzana (SP) dal 18 al 20 Giugno 2009.
Lo studio si è sviluppato nel corso del 2008 con l'obiettivo di ottenere una migliore conoscenza di un tratto perifluviale nel Comune di Piana Crixia finalizzata al miglioramento boschivo e vegetazionale e alla valorizzazione degli aspetti naturalistici e storico-forestali.
Le indagini floristico-vegetazionali, condotte mediante transetti e rilevamenti fitosociologici, sono state estese su una superficie di circa 25 ettari compresi tra le località Molino e Borgo nel territorio del Comune di Piana Crixia (SV) che decorre lungo la riva sinistra del Fiume Bormida di Spigno.
Lo studio è stato condotto al fine di indirizzare gli interventi selvicolturali e di valorizzazione acquisendo informazioni su caratteristiche vegetazionalie forestali dell'area mediante:
valutazione dello stato fitosanitario del bosco;
indagini fitosociologiche, floristiche e forestali;
predisposizione di cartografia della vegetazione.
In dettaglio, per i rilevamenti fitosociologici si è seguita la metodologia classica di Braun-Blanquet, stimando l'abbondanza/dominanza delle specie per ciascuno strato della formazione vegetale (secondo la scala: + : <1%; 1: 1-5%; 2: 5-25; 25-50; 3:50-75%; 4: 75-100%). Particolare attenzione è stata dedicata anche alle indagini micologiche in relazione sia a fenomeni fitopatologici sia alla presenza di specie di particolare interesse scientifico o produttivo e ai rapporti fra gli habitat valorizzati dal contesto fluviale. L'indagine si è sviluppata soprattutto lungo un transetto suddiviso in segmenti lunghi circa 20 m; l'approssimazione del sezionamento dipende dalla notevole irregolarità morfologica e dalla eterogeneità ambientale; peraltro tale sezionamento è in parte idoneo alla successiva formulazione di ipotesi di intervento per la valorizzazione del sentiero. Nel tratto indagato è stato possibile evidenziare diversi e molteplici caratteri floristici con accostamenti di un certo interesse. Ciò dipende dalla presenza di habitat sinantropici e naturali diversi connessi a variazioni inerenti il substrato litologico, la morfologia, l'esposizione, il livello della falda idrica e la distanza dal corso d'acqua, nonché dagli interventi umani recenti o del passato. Purtroppo tali diversità non sono sempre facilmente percepibili se non da parte di soggetti dotati di discrete nozioni botaniche o di persone del luogo, che hanno mantenuto un rapporto stretto con il territorio e la natura. Nell'area sono state riscontrate specie proprie del bosco mesofilo di faggio accanto a quelle dei querceti relativamente più xerotermofili, specie a gravitazione continentale accanto a specie che provengono per irradiazione dagli ambienti mediterranei, specie delle rupi calcaree accanto a specie idro-igrofile delle zone umide (pozze, ripe, greti), specie di interesse selvicolturale accanto a specie ancora oggi oggetto di raccolta e impiegate per vari usi tradizionali, specie spontanee autoctone e specie introdotte e spontaneizzate.
Su basi fisionomico-strutturali e fitosociologiche sono stati individuati 18 tipi principali (vedi tabella) di comunità vegetali di cui quelli più strettamente connessi col geosigmeto fluviale ricoprono circa il 62% della superficie del territorio indagato. Al di là delle comunità vegetali riscontate nel territorio d'esame sono state evidenziate anche alcune emergenze faunistiche che comprendono specie ancora presenti negli habitat naturali di Piana Crixia. Tra queste il mollusco bivalve Unio mancus (compreso nell'Allegato V della Direttiva 92/43 e dichiarato "Near Endangered" in base alla classificazione IUCN), minacciato dall'inquinamento delle acque, dalla distruzione e alterazione dell'habitat e dall'introduzione di specie aliene, e Lucanus cervus un cervo volante riportato nell'Allegato II della direttiva 92/43, Zerynthia polyxena inserita nell'allegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE e protetta dalla Convenzione di Berna (All. II). Tra le specie ittiche incluse nell'Allegato II della direttiva 92/43 sono presenti il Vairone Leuciscus souffia, il barbo comune Barbus plebejus e la lasca Chondrostoma genei. Sulla base delle osservazioni condotte durante la redazione della carta della vegetazione e il rilevamento a transetto si sono potute evidenziare alcune problematiche a carico delle comunità forestali. Le principali riguardano:
1. Invasione di specie non indigene
Alterazione fisionomico-strutturale delle principali comunità e in particolar di quelle di appartenenza potenziale al bosco misto di querce e al bosco misto ripario alluvionale dovuto a ingresso e diffusione di Robinia pseudoacacia che ancora per un lungo periodo (anche in assenza di interventi) eserciterà una concorrenza vincente sulla maggior parte delle specie autoctone. Risultano particolarmente svantaggiate le querce, gli ontani e i pioppi. La presenza della robinia pur avendo risvolti positivi nella produzione del miele, costituisce un deterrente per la valorizzazione dei percorsi turistici e la piena fruizione del territorio.
2. Diffusione di micosi
Si sono evidenziati almeno due specie di funghi agenti di carie bianca: Polyporus alveolaris e Trametes gibbosa. Tuttavia molto più preoccupanti sono le condizioni di salute della maggior parte delle querce per le quali si è rilevato un quadro generale di deperimento. E' probabile, ma non del tutto accertato che una delle concause di tale deperimento sia rintracciabile nella presenza di Hypoxylon mediterraneum, che ha probabilmente maggiromente influito in annate caratterizzate da accentuata aridità.
3. Diffusione di parassiti animali e vertebrati "nocivi" Sono stati osservati sintomi poco significativi di insetti fillofagi su diverse piante (faggio, olmo, querce), così come di insetti xilofagi (tra cui Lucanus cervus). Sul platano è stata osservata la presenza di Chorythuca ciliata. Notevole preoccupazione desta la diffusione del capriolo, del quale si sono osservate le tracce, con particolare riguardo all'incidenza che tale animale ha sul tasso di rinnovamento delle piante forestali. Minore ma non insignificante influenza ha il cinghiale che altera localmente l'equilibrio del suolo, danneggia singole piante e riduce la possibilità di rinnovamento soprattutto delle querce.
A conclusione dello studio sono state predisposte alcune ipotesi di intervento relative a Interventi selvicolturali di miglioramento boschivo, di ingegneria naturalistica e di realizzazione di un percorso attrezzato con punti di interesse.
In dettaglio gli interventi riguardano gli ambiti seguenti:
- messa in sicurezza dei tratti percorribili dai visitatori: pulizia del sottobosco, abbattimento di alberi morti e/o pericolanti, realizzazione di palizzate e staccionate, sistemazione dei sentieri;
- miglioramento ambientale (forestale): interventi di taglio selettivo ed eradicazione di robinia, messa a dimora di latifoglie e conifere, diradamento di conifere o altre piante per favorire un più armonico sviluppo delle piante sottomesse;
- prevenzione fitopatoloica: rimozione del legname che presenta i parassiti;
- valorizzazione: ripulitura e messa in evidenza dei manufatti e dei principali elementi naturali, posizionamento di cartellonistica, segnaletica e totem lungo i sentieri e nei punti di interesse, stampa di materiale illustrativo-divulgativo e predisposizione di cassette per itinerario tattile.
Patrizio Scarpellini
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