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Naturpark Südheide


Naturpark Südheide
Lente d'ingrandimento

Alla lunga anche viaggiare stanca soprattutto se i km scorrono lenti sotto i piedi e davanti agli occhi si para inesorabile un orizzonte di basse colline coltivate e macchie di foresta. Tappa dopo tappa il paesaggio della Germania centrale così tranquillo e ameno, è diventato noioso; si aggiunga a questo che con il passare delle settimane di marcia, i dolori articolari si acuiscono e i problemi podologici aumentano (stiamo esperendo una sorta di vecchiaia precoce, d'altronde è ovvio che, avendo concentrato in pochi mesi i km che molti percorrono nell'arco di anni, le nostre giunture si siano usurate velocemente). Considerati tutti questi fattori non stupisce dunque che Laura, forse più saggia di me, abbia optato per un diversivo e si sia concessa qualche giorno di vacanza a Berlino lasciando a me l'onere di camminare da Hannover ad Amburgo. Per fortuna a rallegrare la mia solitudine durante quei giorni, è intervenuto un drastico cambiamento del paesaggio: dalle colline coltivate sono passata bruscamente a un territorio sabbioso cosparso di cespugli e betulle chiamato heide. Il primo incontro con questo nuovo ambiente è stato nel Parco naturale Südheide
nell'area tra Celle e Munster. L'ingesso in questo parco non è stato dei più beneaugurali; poco dopo aver lasciato la magnifica città medievale di Celle, ho cominciato a veder passare truppe in esercitazione e ben presto a udire spari nel cuore della foresta. Intimidita poi dai cartelli che minacciavano ogni sorta di punizione nel caso si fosse entrati nella zona militare, ero quasi restia a seguire i segnali dell'E1 che mi portavano sempre più vicina al luogo dove probabilmente si stavano tenendo esercizi di tiro. Dopo aver passato una mezz'ora di inquietudine lungo le recinzioni dell'area militare ho infine potuto godere dello strano, inquietante, paesaggio dell' heide. Quasi all'improvviso il sentiero un po' fangoso che attraversava il bosco, si è trasformato in una pista di sabbia che rendeva difficile il mio incedere. Tutt'intorno si ergevano i fusti bianchi delle betulle, spettrali come ossa diseccate dal sole. A rendere ancor più onirico il mio passaggio nell'heide, è stata la completa assenza di antropizzazione del luogo ecezzion fatta per l'enorme caserma da cui ancora si sentivano provenire scoppi.