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Dal parco del Gran Sasso e dei Monti della Laga siamo passate rapidamente in quello dei monti Sibillini, senza dimenticare di fermarci ad assaporare un'autentica amatriciana in quel di Amatrice. L'inizio del trekking in territorio laziale fu tra i più entusiastici grazie al festoso incontro con un gruppo di aspiranti guide della FIE, che ci hanno salutato con calore e ammirazione, infondendoci così le forze necessarie a proseguire sui prati sterminati che separano Accumoli da Forca Canapine, quel giorno percorsi da un terribile vento tagliente che ci stava esasperando. Continuammo poi il cammino, ormai sul far della sera, alla volta di Castelluccio, attraverso la celebre piana, nota soprattutto per la fioritura delle lenticchie.
Il giorno seguente ci alzammo di buon mattino perchè sapevamo che ci attendeva una tappa piuttosto lunga: Castelluccio di Norcia- Visso. Sì, la tappa sarebbe stata abbastanza lunga, ma noi riucimmo ad allungarla terribilmente. Per cominciare optammo per un sentiero attraverso il bosco che avrebbe dovuto risparmiarci qualche km rispetto alla pista principale. Purtoppo però tale sentiero si rivelò scarsamente mantenuto (come moltissimi sentieri umbri!) e ci portò letteralmente "a perdere" con il risultato di farci perdere, oltre all'orientamento, anche la pazienza e tempo prezioso. Ritrovammo dopo parecchio lo stradello principale da cui avevamo deviato in favore della presunta scorciatoia...o forse credemmo soltanto di averlo trovato, visto che dopo averlo seguito lungamente su crinali cosparsi di scheletri di pecore e malagevoli per il forte vento finimmo a Campi, completamente fuori rotta. Scoprendo di esserci di nuovo smarrite non ci lasciammo (stranamente!) prendere nè dall'ira nè dallo sconforto. Proseguimmo piuttosto con serafica rassegnazione nella direzione indicata dai segnali per Visso. Se non altro, pensavamo, quella via era ben segnata e non ci saremmo perse ulteriormente...ebbene non sapevamo ancora quanto sibillini siano i Sibillini e la loro segnaletica: al primo incrocio grande seguimmo ignare per Visso fidandoci del cartello senza pensare che il cartello poteva essere stato girato dal vento come una banderuola!! In breve ci trovammo al tramonto su sentieri in quota chiaramente lontanissime da ogni centro abitato...Poi, deus ex machina, arrivò un signore in jeep che passava di lì per puro caso, dopo aver accompagnato all'eremo di S.Fiorenzo l'eremita che era sceso a valle per la messa domenicale. Questi ci riportò all'incrocio, ci spiegò la strada giusta e ci permise di giungere, ormai con il buio, a Visso.
Laura Meneguzzo e Ligeia Lugli |