Rassegna del 01 Aprile 2005

Preoccupazioni di ambientalisti, vertici degli enti gestori ma anche delle categorie economiche

Parchi trentini

Si propone una gestione dei Parchi naturali lasciata troppo in mano alla politica e alle comunità locali (Comuni e Asuc) a discapito delle competenze tecniche e della professionalità, che rischia di compromettere l'equilibrio non facile da raggiungere - e che gli stessi estensori della norma dichiarano di avere come obiettivo ultimo - tra tutela e promozione degli ambienti naturali. È questa una delle principali preoccupazioni espresse ieri dalle associazioni ambientaliste, ma anche dal Coordinamento provinciale imprenditori e dai presidenti e direttori del Parco Adamello Brenta e del Parco di Paneveggio Pale di San Martino ascoltati della terza commissione del consiglio provinciale, presieduta da Roberto Pinter (Sdr) in merito al disegno di legge di riforma della normativa provinciale sui Parchi, presentata da Marco Depaoli (Margherita) ma firmata anche dal verde Roberto Bombarda. La riforma Depaoli, che gode della condivisione di tutto il gruppo della Margherita, prevede una profonda modifica dell'organizzazione dei Parchi naturali con il dichiarato obiettivo di renderli più indipendenti e autonomi dalla Provincia, alla quale si riserva solo la funzione di indirizzo, rafforzando la presenza delle Asuc e dei Comuni nel comitato di gestione e nella giunta esecutiva ed eliminando quella dei dirigenti provinciali, i tecnici. Ma non solo. Si elimina pure la previsione di una figura di direttore scelto per concorso - come avviene oggi - introducendo quella di un direttore a termine (mandato di cinque anni) scelto dalla giunta esecutiva. È sufficiente che come requisito sia laureato e abbia "provata esperienza di direzione tecnica o amministrativa". Insomma, potrà essere un funzionario qualsiasi, senza una specifica competenza. E si è molto lontani dunque dalle caratteristiche della persona iscritta all'Albo dei direttori di Parco, come previsto, ad esempio, dalla norma nazionale. In sostanza si pensa a un Parco controllato dagli enti locali, con un direttore- garante del rispetto delle norme provinciali, nazionali ed europee sull'ambiente, legato a doppio filo a chi lo ha nominato . Il consigliere Depaoli ha spiegato che questa logica è in linea con la riforma degli enti locali che prevede un segretario comunale non più scelto per concorso ma uomo di fiducia del sindaco. Ieri in commissione la questione è venuta fuori. Nel documento consegnato, Antonello Zulberti e Claudio Ferrari (rispettivamente presidente e direttore del Parco Adamello Brenta) e Sergio Bancher ed Ettore Sartori (presidente e direttore del Parco di Paneveggio) hanno chiesto di rivedere questo punto. "Si ritiene necessario - hanno scritto - che il direttore sia in possesso di requisiti tecnici, vista la particolarità dell'incarico, che rende inadeguato l'affidamento della direzione a un funzionario amministrativo". E ancora: "Si ritiene utile il mantenimento del concorso per assicurare la trasparente individuazione di una figura adeguata, in alternativa potrebbe essere prefigurata l'istituzione di un albo dei direttori". Accanto alla questione del "direttore di fiducia", Coordinamento imprenditori, nel documento firmato dal presidente Flavio Tosi, e ambientalisti hanno evidenziato come nella legge prevalga in modo preoccupante la componente politica rispetto a quella tecnica. "Non si comprendono le motivazioni - scrivono nelle loro osservazioni le categorie economiche - in base alle quali si esclude la tecnostruttura della Provincia sia dal comitato di gestione sia dalla giunta esecutiva. A nostro giudizio vi è la necessità di preservare l'importante compito di queste componenti quali organismi tecnici e non politici in grado di esprimere pareri di ampio respiro sulle tematiche delle aree soggette a parco". Le categorie economiche chiedono inoltre di essere anch'esse rappresentate e definiscono spropositata la presenza delle Asuc. Gli ambientalisti (il documento è firmato da Cipra, Italia nostra, Mountain wilderness, Lav, Legambiente, Lipu, Pan-Eppaa, Wwf) si dicono altresì contrarie all'"estromissione dai dirigenti provinciali preposti a servizi di pubblico interesse così come il tentativo di ridurre il valore, la responsabilità e il significato dei parchi naturali a questione interna dei Comuni su cui ricadono le aree a parco". A ciò si aggiunge che gli ambientalisti sono esclusi dalla giunta esecutiva mentre è previsto il rappresentante dei cacciatori. I vertici degli enti gestori dei Parchi scadono in autunno e quindi Depaoli e Bombarda vorrebbero che la legge venisse approvata entro l'estate, ma il percorso potrebbe rivelarsi più lungo. (L'Adige)

"Prima di istituirne altri sei valutiamo se hanno funzionato"

Parchi trentini
Critiche a Bombarda: proposta una Conferenza di informazione


Le audizioni di ieri in terza commissione hanno riguardato non solo il disegno di legge a firma Depaoli-Bombarda che mette mano alla gestione dei Parchi naturali, ma anche il disegno di legge che porta la firma del solo Roberto Bombarda (Verdi) che propone l'istituzione di sei nuovi parchi naturali da affiancare ad Adamello Brenta, Paneveggio e Parco nazionale dello Stelvio. I parchi proposti sono: Cadria-Tenno, Lagorai-Cima d'Asta, Latemar, Monte Baldo-Garda Trentino, Monte Bondone, Pasubio-Piccole Dolomiti-Lessini. A parte le associazioni dei cacciatori, Federcaccia e Unione, che hanno espresso un fermo no all'istituzione di nuovi parchi, tutte le altre voci sentite, tra cui oltre a categorie economiche, ambientalisti, Sat, anche Consorzio dei Comuni e Asuc, hanno espresso l'esigenza che eventuali nuovi parchi non siano calati dall'alto ma condivisi dai territori interessati. L'attuale Pup prevede, ad esempio, che si possano istituire parchi senza che sia necessaria una variante urbanistica prima della legge istitutiva se la richiesta viene espressa in ambito di patto territoriale. E questa potrebbe essere una strada percorribile. Molte voci hanno però fatto presente che non si può pensare a istituire nuovi parchi o a modificare sostanzialmente l'organizzazione dell'ente gestore se prima non viene fatta una ricognizione a tutto campo dei risultati ottenuti dalla legge in vigore. E così sia il Coordinamento imprenditori che le associazioni ambientaliste hanno chiesto l'organizzazione di una Conferenza di informazione. Gli ambientalisti hanno sottolineato che non si possono ignorare le gravi incongruenze esistenti: tra le finalità della legge dei parchi e la presenza di cave, come in val Genova, o la previsione di nuovi impianti sciistici all'interno dei parchi. E poi non ci sono solo i parchi ma altre aree di tutela come i sic, i biotopi, tutte aree protette che andrebbero gestite in "rete" tra loro e quindi, è stato detto, forse servirebbe una legge quadro che riorganizzasse tutto il settore non solo i Parchi. (L'Adige)

L'ambiente al centro del nuovo numero di "Parco Ticino"

Malpensa - L'ultima uscita del giornale del parco del Ticino sarà incentrata sulla valutazione ambientale strategica e sullo stato del territorio che circonda l'hub

Le nuove infrastrutture di accessibilità all'hub internazionale, le azioni che il Parco intende attuare per rendere sostenibile la convivenza tra l'area naturale e le esigenze di sviluppo della comunità: questi gli argomenti al centro dell'edizione speciale monografica del giornale La Valutazione Ambientale Strategica, il sistema dei trasporti in relazione al territorio, l' inquinamento acustico e dell'aria, gli effetti sulla flora e sulla fauna dovuti alla presenza dell' hub internazionale, la definizione di una rete ecologica come strumento per coniugare gli obiettivi di salvaguardia dell'ambiente con quelli di uno sviluppo sostenibile del territorio. Sono questi gli argomenti del nuovo numero del giornale "Parco Ticino", in distribuzione da oggi e dedicato interamente alle problematiche che scaturiscono dalla presenza dell'aeroporto di Malpensa e delle infrastrutture collegate. Particolare importanza riveste la decisione, presa del Consiglio di Amministrazione del Parco del Ticino, di aver affidato a un team di esperti il compito di individuare, attraverso la VAS (Valutazione Ambientale Strategica), lo "stato dell'arte" dell'ecosistema dell'area di Malpensa e delle criticità che lo contraddistinguono. La VAS, infatti, sarà lo strumento principale con cui tutti i soggetti che si occupano di pianificazione territoriale dovranno confrontarsi. "Malpensa c' è, esiste. Noi dobbiamo pretendere - afferma Milena Bertani, presidente del Parco del Ticino, nel suo editoriale - in questa fase che il dibattito sposti la sua attenzione su un altro aspetto: come sarà il territorio del Parco o, per comprendere meglio gli estremi ai quali riferirci, come diventerà il territorio a ovest di Milano in confine con il Piemonte dopo la realizzazione di tutti gli interventi infrastrutturali ipotizzati?" In questo quadro il Parco del Ticino ha saputo conquistarsi un ruolo strategico, riuscendo a spostare il dibattito affinché tutto ciò che è attinente a un'infrastruttura importante come l'hub internazionale possa consentire la salvaguardia dell'ambiente. I cantieri dell'Alta Velocità e il prolungamento della sede stradale di collegamento tra l'aeroporto di Malpensa e l'autostrada Milano - Torino, stanno mutando l'assetto territoriale: terreni verdi che spariscono per sempre, modificando l'economia di un territorio che per due terzi ha vocazione agricola. "Non possiamo pensare che il parco - continua il presidente Bertani nel suo editoriale - abbia l'autorevolezza di promuovere azioni finalizzate alla progressiva riduzione di Malpensa nello spazio e nel numero dei voli "gestiti", fino a immaginarne un epilogo che lo trasformerebbe in una cattedrale nel deserto. Di converso non intendiamo assolutamente assistere, impotenti, ad uno sviluppo incontrollato di questa infrastruttura e di quelle stradali di collegamento senza che sia affrontato il vero nodo critico della vicenda. Il vero problema non sono le opere di mitigazione o compensazione ambientale finalizzate a rendere compatibili queste infrastrutture con il Parco. Queste azioni sono atti dovuti. Non vogliamo però che si possa pensare di "monetizzare" il valore del territorio del nostro Parco per consentire lo sviluppo infrastrutturale ed economico". (Varese news)

Riviera del Cònero. Il sindaco di Ancona, Sturani: "Condivido il progetto ma solo se c'è il consenso dei residenti"

Parco marino, Due Sorelle off limits

Aree integrali: accesso e balneazione potrebbero essere interdetti anche al Trave


Parco Marino del Conero: la discussione è aperta. A favore si schierano Comune (ma più che un sì si direbbe un nì) e Provincia di Ancona. Contro il Comune di Sirolo. Perplessi il Comune di Numana e le innumerevoli associazioni di pescatori. Perché l'area marina protetta, così come "disegnata" dal ministero dell'ambiente dovrebbe estendersi per circa 18 km di costa dal Passetto alla foce del Musone, con alcune fasce di protezione al suo interno. Il che equivale a dire: buona parte della Riviera del Conero sarà sottoposta a una serie di vincoli più o meno restrittivi. A cominciare dalle due zone A, ovvero di protezione integrale, individuate a ridosso del Trave e delle Due Sorelle nelle quali si potrebbe arrivare ad interdire tutte le attività, dall'accesso alla balneazione. Per proseguire con le due zone B, o di riserva generale estese, attorno alle prime, soggette a vincoli quali il divieto di ancoraggio, di pesca professionale e di attività sportive, fatte salve alcune eccezioni. Il progetto, elaborato dal Ministero dell'Ambiente e illustrato alle istituzioni interessate il 16 marzo scorso in un incontro a Roma, è stato accolto favorevolmente dal sindaco di Ancona Fabio Sturani: "L'interesse che il Ministero dell'Ambiente riveste da qualche tempo verso la costa del Conero - commenta - va giudicato positivamente. In Italia ci sono migliaia di chilometri di coste, un tesoro inestimabile, da proteggere e valorizzare e solo venticinque tra riserve e aree marine protette. Nessuna fin'ora tra Trieste e il Gargano". Secondo il primo cittadino dorico però "un futuro parco marino potrà portare vantaggi alla comunità solo se sarà dalla parte dei cittadini. Il punto è questo. L'istituzione dell'area protetta potrà verificarsi solo se partirà dal basso, con il consenso delle parti in causa e delle popolazioni interessate". Punto sul quale concordano tutte le amministrazioni coinvolte e lo stesso ministro all'Ambiente Altero Matteoli, che nel corso di un tour elettorale delle Marche aveva sottolineato come la realizzazione dell'Area Marina Sensibile è sì prevista dalla legge, ma può avvenire solo in accordo con gli enti coinvolti. A chiedere un coinvolgimento diretto anche le varie associazioni di categoria. Dagli albergatori ai pescatori. In particolare i rappresentanti della "piccola pesca" sotto costa. "Il vincolo assoluto al Trave - spiega Moreno Monaco, vicepresidente della cooperativa pescatori di Portonovo - rappresenta un problema per chi vive di pesca di cozze. Parliamo della zona in assoluto più prolifera. Vogliamo chiarezza e partecipare ai tavoli di concertazione". (Il Messaggero)

Maxidiscoteca sul Gran Sasso

Illustrato alla presenza del sindaco il progetto faraonico per il recupero dell'ex cantiere Cogefar
Previsti anche 80 residence, un drive-in e tanti parcheggi


Un progetto faraonico per far diventare finalmente il Gran Sasso un attrattore turistico. È stato presentato nella sala Baiocco, alla presenza del sindaco Biagio Tempesta, del consigliere comunale Ferdinando Colantoni e dell'imprenditore Luigi Scipioni (nella foto) , un piano di recupero e riuso dell'area ex cantiere Cogefar. Un progetto di svariati milioni di euro per una cubatura di circa 13 mila metri. L'area si trova intorno ai mille metri di altitudine, nella parte sinistra per chi imbocca il traforo del Gran Sasso. "Facciamola diventare la più importante industria turistica del Centro Italia, che non chiuderà mai per mancanza di commesse". Questo lo spot del piano, che peraltro verrà presentato mediante proiezione di diapositive oggi alle ore 20 allo "Small City" di Pizzoli (al Cermone). "Questo progetto - ha esordito Colantoni - creerà parecchi posti di lavoro e diverrebbe un volano per il turismo". Si parla di 200 nuovi posti in attesa naturalmente del via libera del piano d'area (già approvato da Regione e Ente Parco) da parte del Consiglio comunale. La società (Ag Investiment Gs), che fa capo a Scipioni, è formata da una cordata di imprenditori aquilani che è intenzionata a realizzare la più grande discoteca d'Europa (6 mila posti con tetto apribile per ballare realmente sotto la neve), pub ristorante, 80 residence, 14 attività commerciali, minigolf, drive-in, campo di calcio ed altro, tutto attorniato da una serie di parcheggi. "L'operazione non è speculativa - ha detto Scipioni - ma è un progetto serio che dovrà essere preventivamente visionato dagli ambientalisti e dai Beni separati di Assergi. Inoltre l'area è a 35 minuti dal mare, a 25 dal lago di Campotosto e ad un quarto d'ora dall'Aquila. Per questo abbiamo previsto anche bus navetta. Il 50% degli introiti, inoltre, verranno riutilizzati per la realizzazione del palaghiaccio e di una piscina". L'atto finale però è il casinò. "Ci vuole una legge nazionale - ha concluso il sindaco - e ci proveremo. Il progetto è sconvolgente, una mentalità differente. Del resto non c'è alternativa se si vuole salvare il Gran Sasso". (Il Messaggero)

Fai, Italia Nostra e Wwf: "Basta nomine politiche Presidente "super partes" per il Parco nazionale"

Un presidente "super partes" per il Parco nazionale d'Abruzzo: lo chiedono Fai, Italia Nostra e Wwf al Ministero dell'Ambiente e alla Regione. Le associazioni ambientaliste sono allarmate dopo la notizia, anticipata dal nostro giornale, dell'arrivo di Fernando Ferrara, capo della segreteria del sottosegretario Nino Sospiri, alla presidenza del Pna. "Crediamo -affermano in una nota congiunta- che il Parco debba avere un livello di rappresentanza che gli consenta un vero rilancio. Il presidente del Parco è chiamato ad interloquire a livello mondiale non solo con le più importante aree protette del mondo, ma con enti, università, soggetti istituzionali di primario livello. Occorrono, dunque, esperienza e prestigio, formazione e credibilità individuale. Per garantire questo occorre uscire dalle logiche che troppe volte hanno caratterizzato le nomine nelle nostre aree protette". E avanzano una terna di candidati: "Piero Craveri, docente all'Università di Napoli, grande conoscitore della realtà abruzzese; Annamaria Fontana, già direttore generale del dipartimento Aree protette della Regione Lazio; Giuseppe Rossi, direttore generale di Federparchi, già presidente del Parco del Gran Sasso". (Il Messaggero)

Parco, un seminario su natura e archeologia

Delta del Po

Aspettando le nomine dei nuovi vertici dell'Ente Parco, attese da parecchi mesi ed ora annunciate per fine aprile, la prossima settimana il Centro turistico di San Basilio ospiterà un seminario per fare il punto sul "sistema museale rurale diffuso e il parco naturalistico archeologico del Delta del Po". "Il Delta può offrire un'ulteriore possibilità di visitazione - spiega Laura Negri, assessore provinciale alla Cultura - dando vita ad un parco naturalistico ed archeologico che avrebbe il suo cuore proprio ad Ariano, dove i turisti potrebbero assistere "in diretta" agli scavi". "In Europa questo tipo di offerta turistica ha registrato un incremento dell'8 per cento nelle presenze - sottolinea Vincenzo Melone, vicepresidente del Parco - e il nostro Ente può svolgere un importante ruolo nella promozione di questa opportunità di sviluppo del territorio". L'appuntamento è quindi per venerdì 8 aprile, dalle 10 a San Basilio, con un convegno che vedrà la presenza di funzionari ministeriali, regionali e del direttore del Museo archeologico di Adria, Simonetta Bonomi. (Il Gazzettino)

Il sindaco di Rodi new entry al Parco

Gargano

Cambio della guardia alla Comunità del Parco Nazionale del Gargano, la struttura di controllo formata da sindaci e amministratori dei centri garganici. Al posto dell'uscente Antonio Squarcella, ex-sindaco di San Giovanni Rotondo, entra in consiglio direttivo, in qualità di presidente, il primo cittadino di Rodi Garganico, Carmine D'Anelli. La "staffetta" simbolica è avvenuta l'altra sera presso la sede dell'Ente Parco. Nell'esecutivo della Comunità entra anche il sindaco di Lesina, Antonio Schiavone, chiamato a "rimpiazzare" Matteo Tenace, ex-primo cittadino di San Marco in Lamis. All'appuntamento erano presenti tra gli altri il presidente Giandiego Gatta, l'assessore provinciale Antonio Angelillis e il presidente della Comunità Montana del Gargano Antonio Mazzamurro. Per finire, va precisato che la Comunità del Parco svolge funzioni consultive e propositive di carattere generale e decisionale in ordine allo sviluppo economico-sociale e che non ha nulla a che vedere con l'organo direttivo della riserva nazionale, presieduto dallo stesso Gatta (è composta dai sindaci dei comuni garganici, dal Presidente della Regione Puglia, dal presidente della Provincia di Foggia e da quello della Comunità montana). (La Gazzetta del Mezzogiorno)


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