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Aspetti generali e legislativi
D-1: Quante aree protette ci sono in Italia? In che percentuale il territorio italiano è protetto?
- R: Allo stato attuale in Italia ci sono più di mille aree protette (l'Elenco Ufficiale del Ministero dell'Ambiente, in via di aggiornamento, ne riporta 772). Più dell'11% del territorio italiano risulta protetto.
D-2: Qual è il quadro legislativo per la gestione delle aree protette?
- R: La Legge quadro sulle aree protette, n. 394 del 6 dicembre 1991, detta principi fondamentali per l´istituzione e la gestione delle aree naturali protette riguardanti la missione, la classificazione e la governance. Essa detta anche le disposizioni per le aree naturali protette nazionali e regionali
D-3: Quali sono le diverse figure di protezione previste dalla legislazione italiana?
- R: La legge 394/91 definisce la classificazione delle aree naturali protette. Ora il sistema è classificato come segue:
- Parchi nazionali; costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l'intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future.
- Parchi naturali regionali e interregionali; costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore naturalistico e ambientale, che costituiscono, nell'ambito di una o più regioni limitrofe, un sistema omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali.
- Riserve naturali; costituite da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per la diversità biologica o per la conservazione delle risorse genetiche. Le riserve naturali possono essere statali o regionali in base alla rilevanza degli elementi naturalistici in esse rappresentati.
- Zone umide d'interesse internazionale; costituite da aree acquitrinose, paludi, torbiere oppure zone naturali o artificali d'acqua, permanenti o transitorie comprese zone d'acqua marina la cui profondità, quando c'è bassa marea, non superi i sei metri che, per le loro caratteristiche, possono essere considerate di importanza internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar.
- Altre aree naturali protette sono aree (oasi delle associazioni ambientaliste, parchi suburbani, ecc.) che non rientrano nelle precedenti classi. Si dividono in aree di gestione pubblica, istituite cioè con leggi regionali o provvedimenti equivalenti, e aree a gestione privata, istituite con provvedimenti formali pubblici o con atti contrattuali quali concessioni o forme equivalenti.
- Aree di reperimento terrestri e marine indicate dalle leggi 394/91 e 979/82, che costituiscono aree la cui conservazione attraverso l'istituzione di aree protette è considerata prioritaria.
D-4: Quale sono le autorità nazionali da cui dipendono le aree protette?
- R: I parchi nazionali e le aree marine dipendono dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare, i parchi regionali dalle Regioni. Esistono inoltre Riserve che dipendono dal Ministero delle Politiche agricole, ed aree che dipendono dalle Province, dai Comuni e da privati.
Va precisato però che, una volta costituiti, i parchi sono gestiti da Enti autonomi dotati di personalità giuridica.
D-5: Come sono finanziate le aree protette? Hanno meccanismi d'autofinanziamento?
- R: Le aree protette sono finanziate con fondi pubblici dello Stato e delle regioni.
Molti parchi hanno meccanismi d'autofinanziamento, attraverso servizi turistici, attività d'educazione ambientale, vendita di prodotti artigianali e altro.
Aspetti gestionali
D-6: Chi è responsabile della gestione delle diverse aree protette terrestri e marine?
- R: I responsabili della gestione delle aree protette possono essere, secondo il tipo di area, Enti autonomi pubblici, nazionali e regionali, Consorzi, Comuni, Associazioni. Per le aree protette marine, sono coinvolte nella gestione anche le Capitanerie di Porto. Le Riserve Naturali Nazionali sono ancora gestite direttamente dal Corpo Forestale dello Stato che dipende del Ministero delle Politiche agricole, ma la legge prevede il loro trasferimento ai Parchi.
D-7: Com'è strutturato il personale delle aree protette?
- R: In genere, salvo in caso di organigrammi diversi, la struttura è la seguente:
- Direzione
- Settore Istituzionale
- Servizio Scientifico
- Fauna
- Flora
- Sorveglianza
- Didattica Istituzionale
- Pianificazione
- Settore Amministrativo
- Programma finanza bilancio
- Organizzazione
- Contabilità e Patrimonio
- URP Rapporti con il Publico
- Amministrazione Organi
- Manutenzione Impianti
D-8: Quali sono gli strumenti de pianificazione delle aree protette?
- R: Piano del Parco, in generale e in particolare per i parchi nazionali o, per alcuni parchi regionali, il Piano Territoriale di Coordinamento: approvato dal consiglio direttivo e dalle regioni.
Piano Pluriennale Economico e Sociale: approvato dalla comunità del Parco.
Regolamento del Parco: approvato dal consiglio direttivo e Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
D-9: Come funziona la zonazione delle aree protette terrestri e marine? Che tipo di attività sono permesse in ogni zona?
- R: La zonazione consiste nella suddivisione in 4 zone del territorio del Parco:
- Zona A: Riserva Integrale. Non sono ammesse attività umane se non quelle di ricerca scientifica.
- Zona B: Riserva Generale. Ammesse soltanto attività umane tradizionali e le attività turistiche sono controllata dal Parco.
- Zona C: Pianificazione delle attività turistiche e agrosilvopastorali autorizzate dal parco.
- Zona D: Sviluppo. Comprende i centri abitati, possibili attività sostenibili. Piani Regolatori Comunali.
D-10: Esistono terreni de proprietà privata dentro le aree protette? Come si gestiscono? Esistono meccanismi di compensazione? Quali?
- R: Si, la maggior parte dei è di proprietà privata dentro le aree protette. Vengono utilizzati per attività private, regolamentate dal parco. Gli unici indennizzi previsti sono quelli per alcuni danni da fauna selvatica.
D-11: Chi è responsabile del controllo e sorveglianza delle aree protette terrestre e marine? Com'è organizzato?
- R: Il responsabile del controllo e sorveglianza nei parchi nazionali è il Corpo Forestale dello Stato. Nei parchi regionali e in alcuni nazionali (Parchi Abruzzo e Gran Paradiso).ci sono i guardaparco.
Nelle aree marine la sorveglianza e delle Capitanerie di Porto con il loro personale, insieme alle polizie comunali e nazionali (guardie comunali, vigili urbani, carabinieri, polizia di Stato, Agenti finanzieri, etc
)
D-12: Che tipo di strumenti utilizzano i parchi per la comunicazione?
- R: Notiziari, riviste, brochure, manifestazioni ed eventi, pubblicazioni, libri, CD, DVD, servizi giornalistici giornali periodici, televisioni, conferenze, workshop. Il maggior canale di comunicazione è il web, oltre ai siti dei singoli parchi è attivo il portale nazionale.
Aspetti economici
D-13: Che tipo di sfruttamento delle risorse naturali è consentito nelle aree protette?
- R: Sfruttamento parziale e controllato. Parziale taglio dei boschi nelle zone B. È consentito il pascolo con regolamento. La raccolta di frutti naturali e prodotti del sottobosco con regolamento. In alcuni casi è consentita la cattura e la commercializzazione regolamentata di animali (es. cinghiale) per necessità di gestione faunistica.
D-14: Che tipo di attività agricole e di pastorizia sono permesse e promosse nelle aree protette?
- R: Agricoltura tradizionale e di qualità- non intensiva- Allevamento ovino, bovino in particolare- Di qualità e non intensivo.
D-15: Com'è organizzato il turismo nelle aree protette italiane terrestri e marine? Esiste un piano generale di gestione del settore?
- R: Non esiste un piano- ogni parco si organizza autonomamente, anche se ci sono indirizzi e indicazione generali sulle caratteristiche del turismo natura. Turismo controllato e sostenibile, organizzato dai servizi del Parco Ricettività alberghiera privata.
D-16: Esistono progetti di sviluppo locale per imprenditori nelle aree protette terrestri e marine? Chi li sviluppa e come?
- R: Alcuni parchi hanno sviluppato progetti, spesso con fondi europei. La maggior parte riguarda formazione e organizzazione delle aziende, e promozione dell´imprenditoria giovanile e femminile. Vi operano molte cooperative locali.
Aspetti di protezione e conservazione
D-17: Esiste un piano nazionale di gestione della biodiversità? E piani regionali?
- R: No, esiste qualche iniziativa regionale incompleta. Il Piano Nazionale è in preparazione.
D-18: Che tipo di progetti realizzano i parchi per la gestione della biodiversità e per la lotta alle specie aliene? Vi è cooperazione tra parchi in questo settore?
- R: Si tratta essenzialmente di progetti di ricerca o di Piani di gestione. Per alcune specie importanti e rare esistono Piani di Azione Nazionali, come le direttive ai parchi e agli altri organismi di conservazione.
Spesso i parchi si uniscono per realizzare progetti, specialmente quelli comunitari (es. Life).
Non esistono ancora progetti importanti contro le specie aliene, ed ogni parco si organizza autonomamente.
D-19: Com'è regolata la caccia nelle aree protette? E la pesca?
- R: La caccia nelle aree protette è vietata, salvo qualche eccezione dove è permessa per “tradizione”. In questi casi è regolamentata per i periodi di caccia e per il numero di prede cacciabili, oltre che per le specie.
In genere la pesca sportiva è permessa, salvo nelle zone di riserva integrale o in particolari tratti di fiume.
Collaborazioni tra parchi e aspetti internazionali
D-20: Esistono progetti di collaborazione tra i diversi parchi? Di che tipo di progetti si tratta?
- R: Si, esistono progetti nazionali ed europei. Si tratta ad esempio di Progetti Life, Progetti Interreg, Progetti di ricerca su specie animali e vegetali (Orso, Camoscio, Stambecco, Grifone, etc) per monitorare le popolazioni e conoscerle meglio, oppure per reintroduzioni faunistiche. Molti progetti riguardano anche le promozione dello sviluppo locale (es. marchi d' area, servizi, progetti finanziati dalle Regioni).
D-21: Esistono parchi italiani internazionali o transfrontalieri?
- R: Costituiti legislativamente non esistono. Di fatto ne esistono diversi (in qualche caso si sta anche lavorando per ottenere il riconoscimento): P. Regionale Alpi Marittime/ P.N. Mercantour, P.N. Gran Paradiso / P. N. Vanoise, P. N. Stelvio/ P. N. Eugadina, R. Naturali Tarvisio/ P. N. Triglav, Parco Internazionale del Carso (proposta). L'Italia, insieme alla Francia e al Principato di Monaco, ha istituito il Santuario internazionale dei cetacei.
Domande generali finali
D-22: Quali sono i principali problemi delle aree protette italiane terrestri? E marittime?
- R: Mancanza di chiarezza normativa, scarsa disponibilità di risorse finanziarie, riconoscimento completo del ruolo d'Istituzione territoriale ad ogni effetto. Assenza di programmi nazionali di coordinamento e sostegno.
Per le aree marine protette mancanza di un organismo uniforme di gestione e di norme chiare; carenza di una relazione organica con le rispettive gestioni a terra; assenza di risorse predefinite.
D-23: Quali sono le principali potenzialità delle aree protette terrestri e marine per il presente e il futuro?
- R: Costituzione di un Sistema forte ed efficiente. Conservazione di una biodiversità eccezionale e valorizzazione della stessa a fini socioeconomici compatibili. Sviluppo locale, partecipazione delle popolazioni e democrazia, crescita civile e culturale, recupero di identità territoriali.
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