Parks.it
Il Portale dei Parchi Italiani

I Parchi al Salone del Gusto 2002

La via del grano

I produttori segnalati sono presenti sull'Atlante dei prodotti tipici dei parchi italiani, promosso dal Ministero dell'Ambiente, Servizio Conservazione Natura, e realizzato da Slow Food in collaborazione con Federparchi e Legambiente.


Riso del Ticino

Parco Valle del Ticino lombardo
Parco Regionale Valle del Ticino (settore lombardo)
La coltivazione del riso in Lombardia risale al secolo XV. Le principali varietà di riso coltivate nel Parco sono Arborio e Carnaroli: risi - classificati come "superfini" - adatti per cucinare risotti: piatto simbolo di questa zona e proposto negli abbinamenti più svariati, con lo zafferano, con la salsiccia, con gli ossobuchi, con il Taleggio. Sono in costante crescita le aziende con coltivazioni biologiche, in conversione biologica o a lotta integrata (identificabili grazie al marchio "Parco Ticino Produzione Controllata").


Farro della Garfagnana Igp

Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano Graminacea coltivata da migliaia di anni nel bacino del Mediterraneo, il farro (Triticum dicoccum) è il capostipite di tutti i frumenti oggi conosciuti. È stato l'alimento base degli Assiri, degli Egizi e di tutti i popoli antichi del Medio Oriente e del Nord Africa: con la farina di farro i Romani preparavano la puls, una polenta morbida di cui si cibavano i soldati e le plebi. Il farro, che come il grano si semina in ottobre-novembre e si raccoglie a fine giugno, in Italia è coltivato, su piccoli appezzamenti, soprattutto in Garfagnana, dove è all'origine di varie ricette tipiche: zuppa di farro, farro con fagioli, torta di farro.


Pane di Cerchiara di Calabria

Parco Pollino
Parco Nazionale del Pollino
C'è n'è poco (solamente tre panifici lo producono quotidianamente) e tuttavia è un prodotto da forno straordinario. I suoi segreti sono il lievito madre, la farina di grano per il 60%, crusca (o integrale) per la restante parte, giusti tempi di lievitazione, leggera acqua di montagna (siamo a circa 700 metri d'altitudine) e cottura a legna con l'aggiunta dell'ecclesiale segno della croce fatto con la palina da forno al termine dell'infornata. Il pane di Cerchiara è un fenomeno a se stante già per le dimensioni: il peso va dai due ai tre chili e mezzo, la forma è rotonda con un rigonfiamento laterale (rasella) ottenuto ripiegando la pasta su stessa come il remoto pane casalingo.