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Monumento Naturale Pietra Pendula



L'Area Protetta

Mappa di Avvicinamento
  • Ente Gestore: Comunità Montana del Triangolo Lariano
  • Sede: Via Vittorio Veneto, 16 - 22035 Canzo (CO)
  • Tel: 031/672000
  • Fax: 031/670248
  • E-mail: gev@cmtl.it
  • Superficie: 0,00 ha
  • Provincia: Como
  • Istituzione: 22 maggio 1984


La Pietra Pendula è un blocco di granito ghiandone, posto a 650 m. di quota, proveniente dalla Val Masino. Poggia su un basamento di roccia calcarea locale, foggiata dall'uomo in modo da simulare un fungo, per far risalire il blocco di granito.
La Pietra Pendula è situata al margine alto del Sasso Piatto in Comune di Torno ed è raggiungibile tramite la mulattiera che sale all'abitato di Montepiatto


Il territorio lariano e, in particolare la zona del Triangolo Lariano, sono caratterizzati dalla presenza dei cosidetti "massi erratici" o "trovanti". Le grandi colate glaciali, che a più riprese durante il Quaternario scesero dalle Alpi fino ai margini dell'alta pianura, trasportavano enormi quantità di detriti rocciosi derivati dall'attività di escavazione e di abrasione delle rocce su cui passavano. Quando il clima ritornava ad essere più mite, il ghiaccio fondeva e questo materiale - costituito da massi, ghiaie, sabbie ed argille - veniva abbandonato a formare i depositi morenici. Gli erratici sono invece massi isolati, di notevole dimensioni, anch'essi trasportati e depositati da ghiacciai; in genere sono costituiti da graniti, gneiss o serpentini provenienti dalla Valtellina o dalla Valchiavenna, quindi da rocce diverse da quelle prealpine calcaree. Fu il naturalista Antonio Stoppani nel secolo scorso a intuirne per primo l'origine, che espose in un suo scritto "...sul dorso dei colli, sui fianchi dei monti, sui margini dei laghi... dappertutto... vedrete o solitari, o in gruppi fantastici, o allineati in modo mostruoso... pezzi enormi di graniti, di porfidi, di serpentini, di rocce alpine di ogni genere evidentemente divelti dai monti lontani portati giù, a centinai di miglia di distanza e posti a giacere così rudi e informi, ove possono meglio stupirci...". Quello dei trovanti è un argomento pieno di risvolti storici, culturali, economici; le loro dimensioni, la loro "diversità" rispetto alle rocce su cui poggiano, hanno incuriosito e attratto l'uomo fin dall'antichità. Molti trovanti sono stati oggetto di incisioni preistoriche , soprattutto in forma di coppelle, ovvero piccole concavità scavate nella roccia, di significato ancora incerto, forse rituale. Particolarmente interessante sono i massi avelli, misteriose tombe probabilmente preistoriche a forma di vasca scavate nei massi erratici che costituiscono una singolarità della nostra zona. Molte epigrafi romane e paleocristiane sono incise su are, cippi o stele ricavate dai trovanti: nei secoli tali rocce vennero pure utilizzate come materiale da costruzione o per elementi ornamentali di case e chiese, per manufatti vari come macine da cereali, olive, sale.
Ai trovanti sono pure legate storie e leggende di Santi, diavoli, folletti, maghi e streghe. La pietra pendula (Montepiatto) non e accompagnata da alcuna leggenda: la base di calcare venne sicuramente lavorata dall'uomo per accentuare la caratteristica forma di fungo. Alcuni tra i massi erratici più notevoli sono stati dichiarati "Monumenti Naturali" della regione Lombardia, con l'intento di tutelarne l'integrità. In particolare, la zona di Montepiatto, sopra Torno, è ricca di trovanti di cui tra i più notevoli vi è la Pietra Pendula : in comune di Torno, è un blocco di granito ghiandone poggiato su uno stretto pilone calcareo, forse assottigliato ad opera dell'uomo. Altri trovanti sono invece trasformati in massi avelli (Avello del Maas, Avello di Rasina, Avello delle Piazze, Avello Negrenza, Avello delle Cascine di Negrenza).