I Dizionari oggi non scarseggiano nonostante gli apporti crescenti di dati e di informazione che, anche per ricerche specifiche e mirate in tutti i campi, vengono da internet e dai suoi motori di ricerca.
Per quanto riguarda i soggetti istituzionali il campo però si restringe decisamente e i parchi naturalmente non fanno eccezione. Ma anche il mondo dei parchi e delle aree protette è ormai fortemente cresciuto, anche se spesso disordinatamente. Si tratta, comunque, di una realtà consolidata che presenta vari profili (scientifici, tecnici, amministrativi, gestionali) e rispetto alla quale una delle esigenze forse maggiormente sentite - sia nel mondo delle aree protette e dei parchi sia da parte di tutti gli interessati - è oggi quella di riuscire a fare maggiore chiarezza su tanti concetti e nozioni utilizzati; così come su vari istituti e strumenti giuridici, a volte apparentemente simili a quelli propri di altri settori e tipi di amministrazioni, ma in realtà caratterizzati in modo originale in ragione delle finalità particolari affidate alle aree protette e ai parchi. Così, per esempio, la chiarezza sulle finalità, sui compiti e gli strumenti specifici degli ente parco è fondamentale perché vi sia chiarezza anche sui ruoli rispettivi di tali enti e di altri soggetti istituzionali, evitando semplificazioni e confusioni, come è accaduto invece di recente in ordine ai rapporti tra i piani del parco e la pianificazione paesaggistica.
La disponibilità di informazioni in ordine alle aree naturali protette è oggi molto più ampia che in passato. Basti pensare all'importanza assunta in particolare dal sito Parks.it ma anche Greenreport e al fatto che ormai tutti i parchi nazionali e regionali hanno un loro sito nel quale inseriscono dati, informazioni, e a volte analisi dei loro ambienti, atti di piano, documenti. Anche gli studi, le ricerche e in genere la letteratura scientifica sulle aree protette è ormai piuttosto ampia e ricca di approfondimenti in più campi, dall'ecologia al diritto.
L'intento con il quale nasce il Dizionario ovviamente non può essere quello di entrare in competizione con tali vaste fonti di informazione e di riflessione, quanto quello di offrire - attraverso un unico "contenitore", sintetico e articolato per "voci" - una visione di insieme e (sia pure tendenzialmente) completa, che aiuti a capire cosa oggi sia un'area protetta e un parco, come funziona o dovrebbe funzionare, come si colloca nel sistema istituzionale, quali temi e problemi ambientali deve affrontare, in cosa sia uno strumento davvero "speciale" rispetto ad altri strumenti di intervento sul territorio di tipo settoriale e, dunque, non assimilabili alla realtà dei parchi.
Da questo punto di vista è molto probabile che anche per gli addetti ai lavori il Dizionario riserverà qualche sorpresa sulla quantità e qualità di profili e aspetti con i quali si interseca l'attività di un parco. Qui si può toccare con mano cosa significa quella trasversalità di cui parla la Corte costituzionale a proposito dell'ambiente che proprio per questo non può essere considerata una 'materia'.
Il dizionario offre una mappa chiara anche nella sua leggibilità di questa trama fitta che mette in rete questioni che nessun'altro soggetto istituzionale anche di tipo ambientale può oggi vantare. Da qui il ruolo importantissimo dei parchi e non soltanto in Italia ma anche le difficoltà a gestire finalità cosi impegnative e complesse spesso in condizioni precarie quanto a finanziamenti e strutture operative.
E qui vale pena di soffermarsi su un aspetto del tutto particolare del dizionario ossia gli autori. Non sfuggirà sicuramente al lettore il fatto che essi annoverano al contempo studiosi e ricercatori anche di grandissimo prestigio delle più diverse discipline e direttori, tecnici ed esperti di parchi nazionali e regionali ed anche di associazioni impegnate da tempo su questo fronte.
Verrebbe da dire che anche dal punto di vista editoriale il Dizionario presenta una novità significativa ossia l'essere riuscito a coinvolgere mondi che spesso restano separati e comunque poco comunicanti.
Ed è questa una specialissima peculiarità dei parchi che più di ogni altro soggetto istituzionale hanno bisogno di poter contare sia su strutture proprie qualificate avvalendosi al tempo stesso degli apporti tecnici e scientifici del mondo della cultura e della ricerca. Un rapporto oggi reso più difficile vuoi dalle condizioni dei parchi sottoposti a tagli allarmanti che rendono spesso impossibile dotarsi anche di qualche precario e dall'altro delle stesse difficoltà del mondo della ricerca costretto sovente a proteste anche clamorose per poter continuare a fare il proprio lavoro.
Quando in recenti studi dell'ISPRA ed anche dello stesso ministero si denuncia tra le tante difficoltà la scarsa presenza nelle aree di maggiore criticità ambientale, le coste, la biodiversità, il paesaggio ect di una inadeguata presenza, anzi scarsissima di personale specializzato questo in concreto si conferma; che meno si punta sui parchi più ci si espone ai danni ambientali perché ci si dota di conoscenze, competenze proprio nei punti di maggiore criticità.
Il Dizionario si è proposto di dare una informazione sintetica e ordinata per "voci" finora non disponibile e reperibile in questa forma che può essere utile a chi lavora nelle aree protette ma anche a tutti coloro che entrano in relazione con i parchi e sono interessati alla loro esperienza.
Il Dizionario nasce, insomma, con finalità pratiche, di conoscenza e di divulgazione, con l'intento di favorire, attraverso uno sforzo di sintesi e di chiarimento dei concetti e delle nozioni, anche lo sviluppo di una terminologia e di un linguaggio condiviso, così da rendere più facile - ma consapevole e approfondito - il dibattito e il confronto.
Un confronto che appare oggi sempre più difficile e spesso anche scarsamente utile proprio per l'approssimazione, la confusione, la disinformazione che da luogo sovente ad abbagli e bufale anche in campo istituzionale.
Se in proposte di legge (Calderoli) prima e documenti politici dopo (l'Unione delle province) chiedono in un caso l'abrogazione dei parchi regionali e nell'altro il loro passaggio in gestione alle province è segno che si possono prendere delle solenni cantonate anche nelle sedi che dovrebbero saperle evitare. Anche per questo il Dizionario può contribuire ad evitare brutte figure politico istituzionali.
Chi scorra le numerose voci e i nomi degli autori non faticherà a toccare con mano quanto la situazione delle aree protette non soltanto, ma specialmente, nel nostro Paese registri, oltre una notevole crescita numerica, anche quella delle tipologie. Qui possiamo cogliere chiaramente anche gli effetti degli intrecci crescenti tra sviluppo delle aree protette e pluralismo del sistema istituzionale, ma anche tra l'impegno nazionale e regionale e le politiche comunitarie (si pensi in particolare al rilievo, anche sul piano concettuale e degli strumenti, che ha avuto la direttiva habitat).
Se il numero e l'articolazione delle "voci" dà la misura di questi cambiamenti, il numero e le qualifiche degli autori danno in maniera e misura altrettanto chiara l'idea di quante professionalità sono oggi coinvolte direttamente o indirettamente sul fronte dei parchi e delle aree protette. Il che conferma la crescente "specializzazione" dei temi e dei problemi delle aree protette, che deriva dall'essere mossi non da finalità tradizionali di tipo amministrativo ma appunto da grandi e complesse finalità ambientali. Anche se, proprio su tali aspetti, sembrano esserci stati, specie negli ultimi tempi e anche in realtà consolidate, veri e propri appannamenti culturali prima ancora che istituzionali e politici.
La speranza con la quale nasce il Dizionario è dunque che i dati, le informazioni, le interpretazioni e valutazioni in esso contenute possano contribuire anche a rendere meno approssimativa e confusa la discussione in corso sul futuro dei parchi.