"Salviamo l'ululone" vince il Premio Nazionale "Panda d'Oro". Il progetto, che faceva parte dei sette selezionati dal WWF, è stato eletto vincitore dalla Commissione interna del WWF quale esempio di buona pratica per la conservazione della natura in Italia. Un riconoscimento prestigioso per il Parco di Montemarcello-Magra a conferma dell'intenso lavoro portato avanti in questi anni in materia di biodiversità.
Mentre in Regione Liguria si continua a polemizzare sull'utilità di finanziare questi progetti che, lo ricordiamo, rientrano in piani più ampi come il Countdown 2010 lanciato da Iucn per arrestare la perdita di biodiversità, la Comunità Scientifica Nazionale premia la validità di questi interventi come dimostra questo importante riconoscimento ottenuto a livello nazionale che arriva proprio in occasione dell'Anno Internazionale della Biodiversità.
Stamani a Roma il Direttore del Parco Patrizio Scarpellini, accompagnato dal Funzionario Massimiliano Cardelli, ha ritirato il premio nel corso di una cerimonia ufficiale che si è tenuta nella Sala di Rappresentanza della Commissione Europea alla presenza di Fulco Pratesi Presidente Onorario del WWF Italia. E proprio Pratesi si è complimentato per la validità del progetto ed ha pubblicamente rivelato di aver votato proprio per "Salviamo l'Ululone". Premiati anche la giornalista Milena Gabanelli, per il prezioso servizio di informazione sul rispetto della legalità a garanzia della tutela ambientale e il magistrato Bruno Giordano come "custode della biodiversità"
"Salviamo l'ululone" è stato realizzato in collaborazione con l'Università di Genova – Istituto DIP.TER.IS e la Comunità Montana Val di Vara, con la collaborazione di Caterina Ferravante del Parco di Montemarcello-Magra, ed ha come obiettivo quello di arrestare il progressivo declino delle popolazioni liguri di Ululone appenninico (Bombina variegata pachypus), specie inserita nella Direttiva Habitat dell'Unione Europea (92/43/CEE), favorendo la creazione di popolazioni in grado di ricolonizzare i siti Natura 2000 coinvolti nel progetto.
In particolare "Salviamo l'ululone" ha portato alla realizzazione di aree idonee alla riproduzione ed alla biologia dell'Ululone appenninico con la costruzione di tre vasche artificiali rivestite in pietra o in materiale eco-compatibile alimentate dall'acqua proveniente da una sorgente naturale presente nel sito. Come struttura le vasche richiamano il più possibile gli antichi lavatoi presenti in Val di Vara, con una piccola modifica per favorire il movimento degli anfibi rappresentata da uno scivolo di risalita.