Per questo il 28 giugno Federparchi ha inviato una lettera indirizzata al Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Stefania Prestigiacomo, al Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, e ad altri esponenti interni ai ministeri, che porta la firma del Presidente di Federparchi – Europarc Italia, Giampiero Sammuri, e del Vicepresidente delegato alle aree marine protette, Salvatore Sanna.
Con la missiva, i vertici della Federazione esprimono l'urgenza di attuare interventi incentrati sulle aree marine protette: la preoccupazione riguarda il «progressivo, drammatico assottigliamento delle risorse finanziarie disponibili per la sopravvivenza e il funzionamento delle aree marine protette: cinque milioni e mezzo per il 2011 per circa trenta aree marine protette, pari ad una contrazione delle risorse per quasi il 40% rispetto al 2010». Proseguono evidenziando come «la costante richiesta di istituzione di nuove riserve marine, sia previste dagli elenchi legislativi che spontanee, benché indice di un fenomeno positivo, denoti un crescente bisogno di regole certe per l'uso dei "beni comuni" e un riconoscimento implicito per il notevole lavoro di conservazione, protezione e corretto sviluppo svolto dalle aree protette e da quelle marine in particolare». Federparchi è strenua sostenitrice dell'istituzione di nuove aree marine protette, che necessariamente deve essere seguita da un aumento delle risorse economiche assegnate, per provvedere al loro mantenimento. Le azioni minime di funzionamento ordinario delle riserve attuali, quali l'educazione ambientale, la promozione, i monitoraggi, gli incentivi al prolungamento della stagione turistica, sono al momento molto difficili da assicurare: verrebbero pesantemente penalizzate se le risorse stanziate rimanessero le stesse, da dividere però per un numero maggiore di aree marine protette.
Sammuri e Sanna sostengono quindi che ci sia necessità di «un adeguato aumento di risorse finanziarie che consenta alle riserve marine di poter operare al meglio e conseguire i risultati attesi, senza accendere una competizione tra aree marine protette istituite e da istituire, tra territori comunque impegnati per la salvaguardia delle proprie risorse naturali. Per questo un aumento di risorse economiche dal 2012 intorno ai tre milioni di euro» viene richiesto dalla Federazione. Proseguono auspicando un provvedimento simile a quello adottato per i parchi nazionali: la definizione di «una soglia minima di spese obbligatorie, necessarie per la sopravvivenza "strutturale" delle aree marine protette istituite, rinviando alle disponibilità della Finanziaria l'individuazione delle somme da destinare agli "interventi"».
La lettera sottolinea l'impegno preso davanti alla Comunità europea e a tutto il mondo rappresentato dalla Strategia nazionale sulla biodiversità, approvata dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel 2010. Sammuri e Sanna evidenziano come il raggiungimento dell'obiettivo di definire e delimitare i Siti di Interesse Comunitari marini, che per esempio in Sardegna e in Sicilia coincidono con il perimetro delle aree marine protette, consentirebbe una migliore gestione integrata della fascia costiera; sotto la responsabilità primaria di un unico Ente, si potrebbero gestire meglio i grossi problemi di governance che frenano il buon mantenimento delle aree marine protette.