"Le difficolta' dei parchi italiani derivano innanzitutto da mancanza di indirizzi generali, di strategie territoriali complessive, di obiettivi certi stabiliti unitariamente. In assenza di questi elementi essenziali, discutere del funzionamento dei parchi significa evitare il problema vero, che e' quello del riconoscimento del loro ruolo nella realizzazione di programmi di sviluppo basati prioritariamente sulla conservazione delle straordinarie risorse naturali che si trovano sui territori protetti." Cosi' Matteo Fusilli, presidente di Federparchi, dopo l'intervento del Ministro Prestigiacomo a Bevagna.
"Il tema del funzionamento degli Enti parco," continua Fusilli, "che pure esiste e deve indurre a semplificare, riordinare e svincolare quanto piu' possibile le gestioni dagli schieramenti politici, è un tema reale, ma viene dopo scelte generali che nessuna forza politica e nessun governo pu' evitare ancora. La 'rivisitazione totale' annunciata dal Ministro potrebbe essere il passaggio tanto atteso e a lungo rivendicato dal mondo dei parchi, se non si accompagnasse ai tagli pesanti inferti dal decreto legge 112 alle capacita' di funzionamento dei Parchi stessi e se non fosse incentrato su di un aspetto - quello dell'ipotesi di trasferimento della gestione a fondazioni private – che, al di la' delle intricatissime questioni giuridiche che solleva, sembra segnalare la volonta' di sgravare il pubblico di una responsabilita' che invece gli spetta sempre e comunque, perche' riguarda la pianificazione del territorio e la tutela di beni inalienabili come le acque, le foreste, le coste, la flora e la fauna selvatiche."
Per Federparchi l'auspicio e' che si sappia guardare ai parchi come ad una assicurazione sul nostro futuro ambientale e non come a una tassa (di miseri cinquanta milioni di euro all'anno) da pagare per dirsi ambientalisti.
"Le aspettative delle comunita' locali, rappresentate dai duemila Comuni e dalle ottanta province che hanno territorio protetto," conclude Fusilli, "riguardano una rinnovata capacita' dello strumento 'Parco' di coinvolgere i poteri pubblici e i portatori di interesse nelle scelte, non certo quello di esserne allontanate o escluse."
La Federparchi ha sottoposto a tutti i candidati, in campagna elettorale, le proprie elaborazioni sull'intera materia. Le ha rinnovate al Ministro Prestigiacomo al suo insediamento, manifestando tutta la disponibilita' a collaborare per porre mano ad un rilancio del sistema delle aree protette anche alla luce delle decisioni maturate in sede internazionale, dove l'esperienza italiana e' fortemente apprezzata, proprio perche' ha anticipato orientamenti che stanno diventando universali, come quello dell'autonomia degli Enti parco, della partecipazione alla gestione da parte dei cittadini e delle loro rappresentanze, della tutela operata attraverso la valorizzazione delle identita' e delle culture locali.