Le consistenti piogge dei giorni scorsi hanno dato luogo alla prima importante piena stagionale del fiume Taro. Guarda il video!
Ancora una volta, come negli ultimi anni, la massa d'acqua è transitata senza provocare danni, né causare pericoli per le persone.
Vediamo perchè:
- Tutto ciò si deve alla forma del fiume, alla larghezza del suo letto, che consente di laminare l'onda di piena, distribuendo la massa d'acqua su un'ampia superficie, rallentandone velocità e impeto.
- L'Ente Parchi vigila da anni affinché nella progettazione degli interventi di difesa dell'Autostrada e degli insediamenti industriali, sorti prima dell'istituzione dell'area protetta, siano recepiti i principi cardine della riqualificazione morfologica fluviale, ovvero di lasciare che il fiume prenda i suoi spazi, allarghi il suo letto, si ramifichi dove la corrente lo porta, modificando la sua forma di stagione in stagione.
- In questo senso l'Ente Parchi ha agito anche direttamente, acquistando terreni dove lasciare scorrere e sfogare il fiume liberamente, o aprendo nuovi rami.
- All'interno del Parco il fiume ha la forma tipica dei tratti di alta pianura, ovvero canali intrecciati che si spostano ad ogni piena, con isole di ghiaia, curve repentine e vegetazione naturale arborea ed arbustiva, non come il tratto di valle a nord della Via Emilia, che corre con un unico canale sinuoso entro stretti argini.
Oggi, ancora di più coi cambiamenti climatici in atto, diventa fondamentale intervenire a monte consentendo le funzioni ecologiche ed ecosistemiche del corso d'acqua, per garantire la sicurezza dei territori di valle.
Questi sono i principi riportati anche da diverse Direttive europee (Dir. Acque e Dir. Alluvioni) e da linee guida regionali e nazionali, che applicati nel Parco del Taro da una ventina d'anni stanno dando i loro buoni frutti