La dott.ssa Eleni Koudouna, Medico veterinario che per prima ha avvistato lo Sciacallo dorato proprio ai confini del Parco della Vena del Gesso Romagnola in comune di Brisighella, ci spiega: "Circa un paio di anni fa ho acquistato una fototrappola perché ero interessata ad osservare gli animali selvatici della zona. Nel tempo ho raccolto molti filmati e ho potuto osservare tanti animali della fauna locale. Il 2 Febbraio di quest'anno, scaricando i video, mi sono emozionata in modo particolare. L'animale che stavo vedendo nelle riprese era troppo grande per essere una volpe e troppo piccolo per essere un lupo. Ho subito pensato allo Sciacallo che è un animale che già conoscevo, essendo di origine greca. Ho quindi contattato la dott.ssa Carmela Musto che lavora presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Bologna e lei mi ha dato il riferimento di Luca Lapini, massimo esperto in Italia di Sciacallo dorato. Lapini ha visionato i miei video e ha confermato che l'esemplare che ho ripreso è un C1, ossia un esemplare puro. La notizia è stata entusiasmante!".
Lo Sciacallo dorato è un animale giunto recentemente in Italia dalla penisola balcanica: il primo avvistamento in Italia risale ai primi anni '80, ma solo dall'anno scorso ci sono stati i primi avvistamenti in regione.
Da un punto di vista morfologico ha un peso di 13-15 kg quindi come una grossa volpe, si riconosce per una maschera facciale bassa, collare bianco alla base del collo, orecchie piccole, coda di 22-24 cm con punta nera! Il mantello invernale è generalmente di colore grigio-rossastro. La regione facciale, eccetto il muso, è rossastro-ruggine e ocra; al di sopra di ogni occhio è presente una striscia nera. Le labbra, le guance, il mento e la gola sono color bianco sporco. La faccia esterna delle zampe è rosso-ocra, mentre quella interna è di colore chiaro. Il mantello estivo è più rado e corto, ma è dello stesso colore di quello invernale: è solo meno scuro.
La coppia riproduttiva è monogama e sta insieme tutta la vita. Il branco è solitamente costituito da 5-7 animali e i cuccioli sono allevati grazie all'aiuto delle giovani femmine nate l'anno precedente.
Per quanto riguarda l'alimentazione, si tratta di un microteriofago, cioè si ciba di piccoli mammiferi, ma è anche e soprattutto uno "spazzino" nutrendosi di animali morti e scarti alimentari di ogni tipo.
Conclude la dott.ssa Koudouna: "L'animale che ho avuto la fortuna di vedere aveva un bellissimo mantello dorato, sano. È un animale in espansione naturale del quale non dobbiamo avere paura, piuttosto dobbiamo tutelarlo".
È proprio questo il compito del Parco della Vena della Gesso Romagnola che, assieme al monitoraggio del Lupo che avviene già da diversi anni, avvierà anche una azione di monitoraggio di questa importante specie che arricchisce il già straordinario patrimonio faunistico del Parco.
Foto di Massimo Colombari