La Peste Suina Africana (PSA) è una malattia virale contagiosa che uccide suini e cinghiali, NON si trasmette all'uomo che tuttavia può veicolare passivamente il virus agli animali sia allevati che selvatici.
La malattia è stata introdotta in Italia a gennaio 2022 e si è diffusa quasi esclusivamente nelle popolazioni di cinghiali selvatici. Le regioni interessate dall'infezione sono Piemonte, Liguria e Lazio, Lombardia, Emilia-Romagna, Calabria e Campania. In precedenza era presente solo in Sardegna un virus della PSA molto diverso da quello entrato nel 2022, che non si è mai diffuso nel resto del paese.
Il 9 novembre 2023 è stato confermato il primo caso di PSA in Emilia-Romagna, in un cinghiale selvatico trovato morto nel comune di Ottone (PC). Successivamente nello stesso mese è stato confermato un altro caso in questo comune e a dicembre tre casi sono stati confermati in cinghiali abbattuti nel corso dell'attività venatoria, risultati positivi ai test diagnostici eseguiti su tutti i soggetti abbattuti nelle zone di restrizione.
Il virus può diffondersi nelle popolazioni di cinghiali selvatici, tra i suini domestici o passare dai selvatici ai domestici. In ogni caso, l'introduzione della malattia in un territorio, anche solo limitatamente ai cinghiali selvatici, comporta forti limitazioni alle movimentazioni di animali e prodotti per il rischio di passaggio ai domestici.
Il controllo della malattia è un compito prioritario dei Servizi veterinari delle Aziende USL, ma ogni cittadino ha un ruolo importante nella prevenzione adottando buone pratiche e segnalando alle autorità competenti la presenza di carcasse di cinghiali.
Come si trasmette agli animali?
Le modalità di trasmissione dell'infezione sono legate all'elevata resistenza del virus nell'ambiente, che si può diffondere:
Il virus persiste per diversi mesi nell'ambiente e nelle carcasse degli animali morti, nella carne non cotta o poco cotta e sopravvive per mesi in alcuni salumi. Si può trasmettere tra i cinghiali anche quando le densità di questi sono molto basse, in particolare nella stagione invernale, perché i cinghiali possono infettarsi non solo venendo in contatto con animali vivi, ma anche attraverso le carcasse e il terreno circostante contaminato.
La trasmissione più temibile è quella dai cinghiali ai suini domestici per gli effetti diretti sugli allevamenti e per le limitazioni commerciali ancora più restrittive che verrebbero adottate se si dovessero verificare casi di peste suina africana.
Come si manifesta negli animali?
La malattia si può manifestare con morte improvvisa senza sintomi o con la comparsa di febbre elevata, perdita di appetito, emorragie cutanee localizzate in particolare alle estremità degli arti, alle orecchie e degli organi interni. Per le specie colpite (maiale domestico e cinghiale) la letalità raggiunge quasi il 100%.
Come si può combattere?
Tutti i programmi di eradicazione efficaci si basano su un rapido rilevamento della malattia sul territorio mediante la segnalazione ai servizi veterinari delle Aziende USL di suini o cinghiali morti per l'esecuzione degli esami diagnostici.
È inoltre necessaria l'adozione immediata di drastiche misure di controllo. Negli allevamenti colpiti deve essere predisposto il depopolamento degli animali e la pulizia e la disinfezione dei locali per evitare la diffusione ad altri allevamenti. Vengono inoltre istituite zone con rigide misure di controllo della malattia e in particolare restrizioni delle movimentazioni dei suini allevati. Anche nel rilevamento della malattia nei cinghiali, viene istituita una "zona infetta" con recinzioni, divieto di ingresso al pubblico, divieto di caccia, ricerca attiva delle carcasse da inviare alla distruzione.
Cosa possiamo fare noi?
La collaborazione di tutte e tutti è necessaria!
Sei un allevatore?
Devi adottare ogni misura per evitare l'introduzione della malattia nel tuo allevamento:
Rispetta tutte le misure di biosicurezza che il Ministero della Salute ha disposto per tutti gli allevamenti, anche quelli familiari.
Maggiori informazioni sul sito della Regione Emilia-Romagna e sul portale regionale Alimenti&Salute