Grazie al clime mite, alla protezione di speciali serre, a tecniche di coltivazione speciali e ad assidue cure, i limoni, introdotti alla fine del XIII secolo, poterono prosperare anche a questa latitudine. La produzione, che comprendeva anche cedri e arance, raggiunse la sua massima espansione nel '700, con quantitativi di 18-20 milioni di limoni all'anno. Data l'esiguità dell'area di coltivazione, si trattava di una coltura altamente specializzata ed intensiva, il cui declino iniziò a metà '800 con la diffusione della gommosi, una malattia delle piante dovuta a un peggioramento del clima, oltre alla concorrenza degli agrumi provenienti dal meridione.